Sono contento: le risposte date finora sono davvero molto interessanti!
(No, niente slow down!)
Io faccio l'avvocato del diavolo (quando possibile), difendendo puntualmente questo "gioco" (virgolette obbligatorie) come se fosse il miglior gioco del mondo. Voi continuate pure con le vostre critiche e commenti, che, vi assicuro, sono estramemente utili e stimolanti.
Grazie. : )
E' vero che puoi fare tutto, ma come dice Rafu, viene "naturale" (o si può aggiungere un rigo che lo dica esplicitamente) concentrarsi esclusivamente sulle relazioni tra pg, ed i png vengono usati esclusivamente quando c'è davvero bisogno di loro (magari parlando del proprio passato o cose simili). Insomma il gioco è tra i pg.
Quindi non pensi alla storia finale, ma giochi soltanto il tuo pg e le relazioni con gli altri pg.
Nel tuo "turno" puoi dire quello che vuoi ma il turno è limitato ad una frase o due. Massimo tre, poi tocca ad un altro giocatore.
E' vero, il gioco non aiuta affatto a superare la "sindrome da foglio bianco" (cioè, se non sai cosa dire... non c'è niente che ti aiuti a trovare uno spunto). Però, siccome quando tocca a te gli altri stanno ASPETTANDO, senti una certa pressione, e dunque dici qualcosa, qualunque cosa...
la prima che ti viene in mente (e sappiamo che è spesso un'ottima cosa...

)
Riguardo il "coordinare l'immaginazione di più persone"... non mi è chiaro cosa intendi dire, Rafu. Ma qualche indicazione c'è: vengono date all'inizio (o scritte già sul manuale oppure stabilite sul momento dai giocatori, non credo sia una distinzione importante)... è la seconda regola nel mio post iniziale.
E lo stesso discorso vale per il setting (regola uno del post iniziale): è deciso, è quello. Potremmo anche dire che nel manuale è contenuta una specie di mappa con l'elenco delle locazioni principali ed una breve descrizione.
I ruoli dunque non sarebbero prefissati (se non da setting, nel qual caso sarebbero comunque abbastanza vaghi, come potrebbero essere delle "classi" di dnd o un elenco di mestieri del medioevo)
Giustissima l'osservazione sul fatto che non è necessario (ed anzi complica il linguaggio) dire ogni volta "TENTO di..." ecc
Per quanto riguarda il mondo esterno (piove, c'è il sole, ecc...) questo viene stabilito dal primo che lo dice. Se apro la scena in una notte in cui piove, nessuno potrà negare queste affermazioni.
Non c'è sistema di risoluzione, è vero... dovrai risolvere qualunque conflitto... narrando e basta. Tu vorresti sedurre il mio pg? Se non voglio che sia sedotto non ci riuscirai mai. Così come io non posso far sentire umiliato il tuo pg, se tu non vuoi. Servono ANNI di esperienza per gestire una cosa così elementare?
La regola che vigila sull'ambientazione è soltanto quella che ciò che è già stabilito all'inizio ESISTE ed è in quel modo. Gli spazi vuoti sono colorati dal primo che li inserisce. Ad esempio, sappiamo che esiste un bosco. Io dico che c'è una casetta di legno in una radura e nessuno può negarlo. Tu dici che c'è anche un pozzo, ed io non posso dire che non c'è (perchè me l'ero immaginata senza), nessuno può negare che c'è la casetta e che c'è il pozzo. E se un altro giocatore dice che è pieni di fiori gialli, è così. Eccetera.
Mettere il tuo pg in difficoltà non ha senso, è vero (nell'esempio di prima, inserire una strega che poi sconfiggerai). Si gioca solo "per la storia" e le difficoltà saltano fuori tra le relazioni tra pg (essendo l'unica cosa interessante). E' troppo poco? Il gioco sarà comunque poco appassionante, secondo te?
Il "qualcosa di definito" è raggiunto dall'intento comune stabilito all'inizio. Ad esempio: i pg vivono su di un'astronave che sta facendo un viaggio di 500 anni per arrivare ad un pianeta colonizzabile. La convivenza è difficile, ed i pg sono i pro-pro-pro-nipoti di coloro che hanno iniziato il viaggio, dunque l'astronave è tutto il loro mondo. Come vivono l'idea della Terra? E della nuova colonia? E come si relazionano l'uno con l'altro, sapendo che sono obbligati a convivere (ed a procreare...), qualunque cosa succeda?
Ecco: è un qualcosa di definito, oppure intendevi qualcos'altro?
Ed in che senso non c'è interazione tra i giocatori? Il gioco sta tutto nel parlare l'uno con l'altro...
Le scene sono gestite in questo modo: il primo che parla la apre. Quando i pg se ne vanno, la scena si chiude. Alcuni posso andarsene prima, altri dopo, quando vanno via tutti, la scena è chiusa. "Andarsene" può essere fatto anche dicendo, ad esempio, supponendo sia una festa in discoteca, che il tuo pg resta a ballare tutta la notte. In pratica "ti chiami fuori" dalla scena che stanno giocando gli altri. Quando la scena, dunque, raggiunge la sua NATURALE CONCLUSIONE, si procede con un'altra.
Ho precisato alcune regole, altre non le avevo nemmeno inserite. "Se" nonostante questo il gioco non va ancora bene, continuate pure a massacrarlo di critiche... non aspetto altro! : )