Autore Topic: Il gusto di giocare a Bacchanal  (Letto 1470 volte)

Il gusto di giocare a Bacchanal
« il: 2011-09-18 05:20:51 »
Faccio riferimento (più o meno) a questo thread:
http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,5306.msg131387.html#new

 
Come forse alcuni avranno notato, Michele sta lavorando ultimamente a una versione di Bacchanal con le carte. Inevitabilmente (suppongo sia lo scotto da pagare quando sei il Significant Other giocatore di uno che sta lavorando a un gioco :P) mi sono trovata a provare il gioco in corso di finitura, ossia ultimamente ho rigiocato a Bacchanal (con le carte) più volte.

 
Per chi non lo sapesse, Bacchanal è un gioco di tema erotico. L'ambientazione è tardo impero romano in una città in cui gli dei sono scesi tra gli uomini sconvolgendone le esistenze con la loro influenza. Insomma, quando il corteo di Bacco ti passa accanto o un'incarnazione di Venere ti prende per mano è difficile restare seri e compassati :D
Il gioco nella versione originale si gioca con una selezione di dadi di formato e colori diversi, Michele sta lavorando a una versione fatta tutta di carte.

 
Non posto qui per inoltrarmi nei dettagli della progettazione della nuova versione, di questo magari ne parla Michele, anche se sono contenta che i playtest siano risultati utili. Volevo invece parlare del fatto che, a forza di rigiocarlo, ho compreso meglio i punti di fascino di questo gioco.

 
Si è già detto in più sedi ma suppongo non faccia mai male ribadire questa constatazione: non basta giocare un gioco una volta (o anche due o tre) per capirlo fino in fondo. La comprensione vera e probabilmente anche il divertimento più pieno, scattano un po' dopo.
Con questo non voglio dire che non mi sono divertita le prime volte che ho giocato a Bacchanal, anzi, sono state giocate piacevoli, ma niente di eclatante. Invece in queste ultime giocate, pur con i problemini di un design non ancora finito, il gioco mi ha colpito molto di più.

 
Ma insomma, dove sta il bello di Bacchanal?
Secondo me ci sono diversi aspetti affascinanti.

 
Intanto nell'aspetto di creatività e invenzione vera e propria. Nel gioco, il turno di ogni giocatore inizia quando si trova davanti una certa combinazione di dadi (o carte) e in base a questa deve descrivere una scena specifica come “aumento di decadenza nella location in cui ti trovi” “ritrovi l'amato che stavi cercando”, ecc. In pratica il gioco ti pone delle limitazioni e ti chiede di contribuire alla fiction restando all'interno di queste. Un caso da manuale di restrictions che fosterano la creativity, secondo me.
Mettere insieme le prescrizioni del gioco con il validissimo consiglio di “iniziare andandoci piano” è davvero stimolante per la creatività. Unito al fatto che probabilmente avrai voglia di proporre qualcosa di diverso da quello che hai narrato la volta precedente che hai giocato, ti spinge davvero a considerare le limitazioni che hai da ogni lato e vedere come puoi affrontarle questa volta in un modo nuovo.

 
Poi è una soddisfazione narrare la propria scena e notare cenni di approvazione da parte degli altri giocatori, come pure è molto bello sentire cosa si sono inventati gli altri, cosa è “decadente” o “eccitante” per loro (che in pratica molto spesso si traduce in immagini più o meno dichiaratamente erotiche). Nelle ultime partite che ho fatto ci sono stati momenti davvero molto felici da questo punto di vista. Sinceramente, alcune delle immagini evocate me le sono portate dietro anche dopo il gioco.

 
Ah, e un'altra cosa. Ho notato che è così in un'infinità di giochi, ma in questo gioco funziona davvero tantissimo: una cosa che paga molto è inserire elementi sensoriali nelle scene: temperature, odori, sensazioni tattili, dettagli visivi arricchiscono tantissimo l'incisività delle scene descritte.

 
Poi un'annotazione: ho la nettissima sensazione che sia un gioco che da il meglio di sé giocato in un gruppo misto o almeno con una certa varietà di orientamenti sessuali. Visto che in pratica non ho fatto altro (cioè non ho mai giocato in gruppi tutti dello stesso sesso) può sembrare strano che dica questo, ma io penso sia così perché avere al tavolo diverse sensibilità e punti di vista arricchisce moltissimo la varietà della fiction e quindi rende il gioco infinitamente più piacevole. Su questo,  però,  magari può contribuire meglio chi ha giocato sia con un gruppo misto che con uno monogenere.

 
Scopo del thread: a parte comunicare le mie impressioni apprezzerei il confronto con altri che hanno giocato. Eventuali domande di chi non ha mai giocato non sono sgradite ne off topic, ma il confronto con chi ha già provato è l'obiettivo numero 1.
I nitpicker danneggiano anche te. Digli di smettere.

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