Forse state parlando di D&D4. Non di D&D.
Su D&D4 non dico niente. Non lo conosco. Forse è davvero un boardgame.
L'unico D&D davvero gamista, quello senza numero davanti, aveva una "regola non scritta" precisa: "se tiri i dadi sei scemo, i giocatori bravi si riconoscono perchè evitano il più possibile di tirare i dadi". E non per farloccate tipo "ho parlato in character tutto il tempo), ma perchè se interagivi con l'ambiente circostante in maniera intelligente (ed eri bravo), non avevi bisogno di tirare.
La maniera di giocare D&D alla "entro, tiro per colpire, vinco che tanto i mostri sono più deboli, prendo il tesoro" è una incoerenza successiva, inserita per consentire il "sogno" di essere figo a giocatori che volevano sognare di essere fighi ma che a tattica non sarebbero durati tre secondi.
A D&/D gamista, non sei figo, sei il pranzo di qualcuno. O sei sveglio, o tiri. Se tiri, sei morto.
La regola zero è anti-gamista. L'hanno inserita per far vincere gli scarsoni, le chiaviche, i fessi, e dargli "il sogno" di essere grandi guerrieri. Visto che non hanno cambiato l'impianto di base del gioco, l'unica maniera di riconciliare le due cose è barare e far divertire a turno. Risulato? Zilchplay. Niente sfide davvero pericolose, niente di troppo intenso, stai lì, tiri i dadi, dici du cazzate, sbadigli e torni a casa e dopo un mese ti sei scordato quasi tutto.
Un vero gamista, a D&D, interpreta come un indemoniato. Ne va della sua pelle. Se sei bravo, è LI' che lo dimostri. Se tir i dadi e vinci, non vuol dire che sei bravo, vuol dire che quell'anima generosa del GM ti ha fatto vincere, ti ha dato il ciuccio, ti ha fatto sognare per un attimo di giocare bene.
In questo stesso istante, su storygame, c'è un thread farlocco speculare a questo. C'è un tizio che dice che nei giochi Narrativisti non si interpreta, non c'è concretezza, che si gioca a tirare dadi e basta.
In realtà, sia quel tipo che diversi in questo thread hanno giocato nella stessa identica maniera credendo fosse "gamista" o che fosse "narrativista". Erichette messe alla cazzo su un gioco che è semplicemente "giocare male".
Kubasik ha fatto una domanda fatale in quel thread, a cui nessuno ha risposto (ma in tanti si sono incavolati) che potrei parafrasare così: "se soffri il fatto che interpreti poco, chi ti impedisce di interpretare di più?"
Faccio la stessa domanda. Se per voi la maniera in cui giocate a D&D gamista (secondo voi gamista...) è praticamente come Descend, cosa vi impedisce di giocare con passione interpretando il personaggio?
Non lo dice la definizione di gamismo. Da nessuna parte. Controllate pure.
Non lo dicono le regole di D&D. Anche lì, controllate.
Se giocate ad un gdr come un boardagame, è sempre e comunque una decisione vostra. E quindi vi chiedo: perchè lo fate?