Gente Che Gioca > Sotto il cofano
allora ci provo.
Mattia Bulgarelli:
--- Citazione ---[cite] larrymartelli:[/cite]
:arrow: Il "momento "dolce" è diventata una regola del gioco.
[...]
:arrow: Poi è chiaro che le regole possono essere ignorate.
--- Termina citazione ---
1) L'autore dell'articolo direbbe che è una "regola sociale". vista la definizione di cui sopra.
Sono interessanti, però, le conseguenze in gioco delle convenzioni/regole sociali.
2) Se le regole vengono ignorate è come se non esistessero più. ;)
E sì, IMHO ogni gruppo ha il suo "set" di regole sociali che arrivano "prima" (in vari sensi) di quelle del gioco che si fa qui-e-ora.
E ancora sì, sono regole che si modificano nel tempo, complice il fatto che spesso sono "vaghe" proprio perché non sono né scritte né enunciate esplicitamente.
Domanda per tutti:
Una partita di scacchi o di tennis in un torneo mondiale può avere le stesse regole di una partitella rilassata "tra amici"?
Le piccole concessioni che si potrebbero fare (pause per una bibita, "perdonare" infrazioni minori, ecc.) potrebbero essere interpretate come modifiche alle regole del gioco? Cioè, si gioca a due giochi diversi che sono QUASI identici?
Io credo di sì, se (e solo se) prendiamo alla lettera la definizione di "regola" di cui sopra.
Iacopo Maffi:
--- Citazione ---[cite] Korin Duval:[/cite]Per esempio, su IHGG (conosci?) si discuteva con Andrea Angiolino sulla validità dell'articolo alla luce dei giochi le cui regole mutano per effetto delle mosse dei giocatori, là dove l'articolo originale considera di default "malfunzionanti" i giochi con regole fluttuanti.
--- Termina citazione ---
C'è un discorso interessante, su questo argomento, in Godel Escher Bach di Hofstadter. è un po' datato, lo so, ma la sua analisi è ancora valida: dimostra, in pratica, che un gioco le cui regole sono fisse ed uno in cui le regole mutano per effetto delle scelte dei giocatori sono isomorfi. Ad esempio, si può usare una scacchiera per simulare una partita di scacchi ed i mutamenti alle regole degli scacchi che i giocatori potrebbero inserire durante quella partita. Quindi, se ho capito bene, l'articolo originale non avrebbe ragione di definire malfunzionanti i giochi con regole variabili purchè la fonte dei cambiamenti delle regole sia inserita fra gli elementi del gioco.
larrymartelli:
non conosco IHGG, cos'è? comunque il discorso mi interessa molto.
larrymartelli:
--- Citazione ---Domanda per tutti:
Una partita di scacchi o di tennis in un torneo mondiale può avere le stesse regole di una partitella rilassata "tra amici"?
Le piccole concessioni che si potrebbero fare (pause per una bibita, "perdonare" infrazioni minori, ecc.) potrebbero essere interpretate come modifiche alle regole del gioco? Cioè, si gioca a due giochi diversi che sono QUASI identici?
Io credo di sì, se (e solo se) prendiamo alla lettera la definizione di "regola" di cui sopra.
--- Termina citazione ---
Sono d'accordo.
Per esempio succede che si possa fare una partita di calcetto dove non esiste il fallo laterale: per aumentare il divertimento si modifica una regola ottenendo un gioco quasi uguale.
Vorrei aggiungere che:
Di solito nei giochi "normali" come il tennis o gli scacchi, la motivazione di base è confrontarsi e vedere chi tra i due è il migliore.
In una partita tra amici lo scopo (di solito) è quello di divertirsi e passare del tempo assieme, ma sottosotto chi più, chi meno, ha l'idea di base di vincere la partita...se non altro per sfottere l'amico!
Quindi le "piccole concessioni" sono rare e soprattutto devono essere gestite "bene" per evitare (sempre che interessi) di sentirsi dire: "hai vinto solo perchè ti ho concesso questo o quell'alltro"
A questo punto forse era meglio non fare nessuna concessione per nessuno e usare le regole universali.
Infine vorrei ribadire che non so se si possono confrontare i giochi "normali" con i giochi di ruolo (anche se questo non è certo il caso) perchè nel gioco di ruolo la motivazione non è MAI stabilire chi è il migliore.
Mauro:
--- Citazione ---[cite] larrymartelli:[/cite]vorrei ribadire che non so se si possono confrontare i giochi "normali" con i giochi di ruolo (anche se questo non è certo il caso) perchè nel gioco di ruolo la motivazione non è MAI stabilire chi è il migliore
--- Termina citazione ---
Con "motivazione" intendi "motivazione per giocare" o "quello che fa divertire"? Nel primo caso è decisamente piú sporadico: è vero che ci sono i tornei, ma almeno per la mia esperienza non c'è nessuno o quasi che si allena per vincerli (mentre ci si iscrive al torneo anche per vincere).
Nel secondo, anche nel gioco di ruolo ci si può divertire cercando di vincere: Donjon (ma non è l'unico) dice esplicitamente che this game is about winning. Don’t be fooled by the fact that you’re all friends: the GM’s job is to take whatever you say and twist it around and screw you with it. Think of the GM as a genie – an evil one.
You make wishes, and he tries work them to his advantage. The players’ job is to not let the GM do this: think of cool actions she can’t thwart, build characters that are engines of fun destruction, and smite down all the enemies she can throw at you.
E per vincere si cerca, almeno per la sessione, di riuscire meglio degli altri, no?
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