Gente Che Gioca > Sotto il cofano

allora ci provo.

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Riccardo:
Pensa ad Agon. L'obiettivo è proprio vincere, contro il GM e contro gli altri giocatori, raggiungere la gloria prima di tutti

larrymartelli:
si, avete ragione. ci sono dei giochi di ruolo dove si gioca per vincere.
E' solo che me ne dimentico spesso e volentieri.

Mattia Bulgarelli:

--- Citazione ---[cite] larrymartelli:[/cite]
Infine vorrei ribadire che non so se si possono confrontare i giochi "normali" con i giochi di ruolo (anche se questo non è certo il caso) perchè nel gioco di ruolo la motivazione non è MAI stabilire chi è il migliore.
--- Termina citazione ---


In molti GdR (non tutti, come detto da altri qui sopra di me :P ) non c'è, in effetti, un fattore competitivo incentivato direttamente.
In alcuni salta fuori indirettamente; vedi in DnD come l'effetto "ma lui ha più PX di me" viene spesso house-rulato (si capisce che intendo?).
In altri proprio non compare (LMVcP, in cui la capacità di ogni PG è indipendente dagli altri PG e dalle giocate degli altri, di default).

Il problema primario, quindi, è stabilire "cosa entra nel gioco" e quindi chi ha il diritto di imporre un elemento nel SIS, quando, come.
Per evitare "ingiustizie": se il gioco è chiaro con tutti, o è un bel gioco o è un brutto gioco; se il gioco lascia buchi, non solo è brutto, ma va aggiustato con decisioni extra-gioco (vedi Rantone clamoroso di Moreno sulla Regola Zero).
Il senso dell'articolo, alla fine, è dire che "le regole" sono quelle che fanno 'sta roba qua: dare ordine, come il codice della strada dà ordine a chi circola, agli input dei giocatori.

Sto divagando, scusate. ^_^;

Daniele "fenna" Fenaroli:
ALoa!
Ciao larry.
Il problema che hai riscontrato quando non hai fatto la torta è un problema sociale.
La sessione di gioco è innanzitutto un momento sociale, in cui diverse persone si incontrano, con lo socopo di giocare e divertirsi, ne consegue che i relativi problemi a livello sociale influenzino la sessione, per forza di cose.
Il problema sociale può essere la delusione delle aspettative dei presenti perché non hai fatto la torta, il fatto che due presenti si odino o abbiano interrotto il loro rapporto da poco e non riescano a vedersi, il fatto che uno fra i presenti provi imbarazzo a parlare liberamente davanti agli altri ecc ecc
Tutti questi eventi entrano nella sessione di gioco e la modificano, perché non siamo pupazzi che giocano a ripetizione, siamo persone, spesso amici, che non sono obbligati a vedersi per forza; quindi gli equilibri sociali hanno un peso importante nell'economia dello "svago".
Il vero problema è un'altro, a questo punto, rovescio la frittata e ti chiedo: regoleresti questo tipo di problemi?
Come?
La regolamentazione di questo tipo di problemi sarebbe un consiglio o una regola?

Il problema degli Scacchi.
Il problema così posto mi pare tanto un problema di priorità nel gioco.
Anzitutto bisognerebbe verificare la conoscienza dei partecipanti del regolamento degli scacchi, che a dire il vero in pochi conoscono bene. Sapere come si muovono i pezzi non è sapere le regole degli scacchi.
Questo è un grande spartiacque, poiché non è detto che il gioco sia identico, quel quasi è comunque da verificare sul campo con partite che prevedano l'adozione in toto del regolamento.
Fatte le dovute precisazioni, quello che è da evidenziare sono le priorità, cioé quale è la priorità della partita?
Anzitutto i due si confrontano per vincere, ma la priorità è spostata sul gusto del confronto e la vittoria passa in secondo piano, come giustamente avete fatto notare, a questo punto ci saranno delle convenzioni formali. Un esempio è permettere al giocatore di cambiare mossa una volta che il pezzo ha toccato scacchiera.
Questo permesso va però mediato, visto che ad uno dei due partecipanti potrebbe sembrare una cosa impropria.
La mediazione fra le parti è il secondo elemento.
Se hai mai giocato a scacchi con un bambino, il bambino tenterà, sempre che rimanga attento alle spiegazioni, di muovere i pezzi come meglio preferisce.
In una partita con mio cugino, aveva sette anni, io gli ho concesso di usare la torre come alfiere, purché utilizzasse bene il cavallo e le pedine.
La partita è andata avanti.
Ma stavamo giocando a scacchi?
Il gioco era simile?

Aloa!

larrymartelli:
ciao a tutti!

Il Fenna scrive:

--- Citazione ---ALoa!
Ciao larry.
Il problema che hai riscontrato quando non hai fatto la torta è un problema sociale.
La sessione di gioco è innanzitutto un momento sociale, in cui diverse persone si incontrano, con lo socopo di giocare e divertirsi, ne consegue che i relativi problemi a livello sociale influenzino la sessione, per forza di cose.
Il problema sociale può essere la delusione delle aspettative dei presenti perché non hai fatto la torta, il fatto che due presenti si odino o abbiano interrotto il loro rapporto da poco e non riescano a vedersi, il fatto che uno fra i presenti provi imbarazzo a parlare liberamente davanti agli altri ecc ecc
Tutti questi eventi entrano nella sessione di gioco e la modificano, perché non siamo pupazzi che giocano a ripetizione, siamo persone, spesso amici, che non sono obbligati a vedersi per forza; quindi gli equilibri sociali hanno un peso importante nell'economia dello "svago".
Il vero problema è un'altro, a questo punto, rovescio la frittata e ti chiedo: regoleresti questo tipo di problemi?
Come?
La regolamentazione di questo tipo di problemi sarebbe un consiglio o una regola?

--- Termina citazione ---


Personalmente non regolerei questo tipo di problemi, perchè per mè è chiaro che non può esistere una regola che permetta ad un timido di non esserlo più.

Tuttavia non dico che qualcuno potrebbe non essere daccordo e giustificarne anche i motivi.

Però è altrettanto vero che io personalmente nel mio gioco di ruolo personale, cercherei di fare delle regole che "spingano" il giocatore timido ad esprimersi vincendo la sua timidezza, e dato che questo è un problema sociale, le regole non potrebbero che essere regole sociali.
Per esempio la storia della torta fa sentire il "timido" maggiormente a proprio agio e dunque un pò meno "timido".

E' anche vero che volendo, ogni gruppo di giocatori può regolarsi socialmente come crede...ma può anche darsi le regole di gioco che crede, modificando il regolamento base del gioco.
ciao!

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