Autore Topic: allora ci provo.  (Letto 4507 volte)

Niccolò

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allora ci provo.
« Risposta #15 il: 2009-02-04 13:00:46 »
ciao ragazzi:

la mia sui "timidi" (e sulle regole sociali)

provando polaris, ho notato che la ritualità del gioco (accendi la candela, apri le scene con frasi fatte, magari recitate insieme) aiuta a vincere la timidezza.

un'altra "regole" che ha effetti sociali motlo forti è l'obbligo di usare maschere (diverse, o uguali, o inespressive: cambiano gli effetti), o di vestirsi tutti di un neutro nero...
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Domon »

allora ci provo.
« Risposta #16 il: 2009-02-04 13:08:11 »
Non sono daccordo sul fatto che Polaris sia un gioco adatto a coinvolgere persone timide. Ho natoto che proprio la ritualità risulta di ostacolo: può essere percepita come ridicola.
Nella mia limitata esperienza i giochi più coinvolgenti per gente timida e bloccata sono stati CnV e Spione. Il primo per la sua meccanica "a sì? e allora ti faccio vedere io!" ed il secondo per la possibilità di essere coinvolti senza dover per forza avere un ruolo sociale di primo piano (la guida sulla spia).
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Jonni »

allora ci provo.
« Risposta #17 il: 2009-02-04 13:12:00 »
Aloa!
@Domon
Stai descrivendo dei rituali.
La trasformazione attraverso le maschere, vestiti identici, o attraverso frasi, rituali appunto, fanno parte dei rituali.
L'uomo si spoglia delle sue sembianze umane, mette una maschera e diventa "altro".
Aloa!
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da fenna »
Daniele "fenna" Fenaroli

Riccardo

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allora ci provo.
« Risposta #18 il: 2009-02-04 13:12:19 »
Citazione
[cite] larrymartelli:[/cite]Personalmente non regolerei questo tipo di problemi, perchè per mè è chiaro che non può esistere una regola che permetta ad un timido di non esserlo più.

Tuttavia non dico che qualcuno potrebbe non essere daccordo e giustificarne anche i motivi.

Però è altrettanto vero che io personalmente nel mio gioco di ruolo personale, cercherei di fare delle regole che "spingano" il giocatore timido ad esprimersi vincendo la sua timidezza, e dato che questo è un problema sociale, le regole non potrebbero che essere regole sociali.
Per esempio la storia della torta fa sentire il "timido" maggiormente a proprio agio e dunque un pò meno "timido".

Concordo. Per questo non sarebbe una regola del gioco, non posso inserirla nel manuale come "regola" ma al massimo come consigli e spunti per gestire socialmente la questione.
Citazione

E' anche vero che volendo, ogni gruppo di giocatori può regolarsi socialmente come crede...ma può anche darsi le regole di gioco che crede, modificando il regolamento base del gioco.
ciao!

Se modifichi le regole base del gioco, non stai più giocando a quel gioco ma ad un altro gioco. La teoria del BM, come già detto, è primariamente utilizzata per il Game Design (si può giocare bene ad un gioco creato basandosi su quella teoria anche non conoscendola per niente). Per questo il regolamento non può includere come regole del gioco, le regole sociali, perchè sono totalmente arbitrarie e non possono essere imposte. Se poi cambi le regole base del gioco (ad esempio in The Pool permetti al GM di vetare un successo durante un conflitto, dichiarandolo come "perso" anche in caso di vittoria), non stai più giocando a The Pool, stai giocando ad altro
Attenzione a non confonderci però: nel gioco classico (mettiamo D&D 3.5), dire "quando sei a meno di metà dei PF hai -1 al tiro per colpire per le ferite" non stai "cambiando le regole", poichè l'unica regola del D&D è che "Il DM fa quello che vuole e ha sempre ragione e il manuale è solo una serie di consligli", magari ammorbidita dagli accordi tra i partecipanti, che sono regole sociali, ma non stai "cambiando gioco". In The Pool invece, non ci sono "suggerimenti" nel manuale, solamente regole, che puoi rispettare (e giocare a The Pool) oppure non rispettare (e giocare ad altro).
L'obiettivo che si pone un certo dipo di Game Designer, è quello di creare un regolamento che funzioni, senza che i giocatori siano costretti a intervenire costantemente su di esso, senza che ci siano alcuni famosi risvolti problematici, in modo che il gioco risolvi i problemi del gioco e che la sfera sociale venga risolta al livello sociale
Ad esempio: La mia vita col padrone. C'è una specie di regola sociale in questo gioco. E' un gioco a tinte forti, con temi forti. Che sia chiaro sin da subito, così nessuno si stupisce o si sente troppo toccato quando il tema forte esce fuori. Il manuale, oltre ad avvertirti che è così, non può fare molto, non può obbligarti a capirlo, nè tantomeno a continuare a giocare se ti senti troppo toccato. Il manuale si occupa di gestire "il gioco" e lo fa benissimo, non si occupa di gestire cose che non può gestire, se non tramite qualche avvertenza e consiglio, non tramite regole
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Riccardo »

Niccolò

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allora ci provo.
« Risposta #19 il: 2009-02-04 13:20:37 »
Citazione
Non sono daccordo sul fatto che Polaris sia un gioco adatto a coinvolgere persone timide. Ho natoto che proprio la ritualità risulta di ostacolo: può essere percepita come ridicola.


UNA persona timida si fa trascinare.
un gruppo di persone timide si blocca.

un gruppo di persone timide che non si conoscono con una maschera... sarebbe un bell'esperimento. ma meglio per bacchanal. meglio un gruppo misto, ovvio.

Citazione
@Domon
Stai descrivendo dei rituali.
La trasformazione attraverso le maschere, vestiti identici, o attraverso frasi, rituali appunto, fanno parte dei rituali.
L'uomo si spoglia delle sue sembianze umane, mette una maschera e diventa "altro".
Aloa!


ehm... si, lo sapevo. è quello che ho detto :)
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Domon »

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