Troppa libertà narrativa, come mi sembra che ci sia in The Pool, non aiuta affatto in questo senso.
La "libertà narrativa" non esiste. E' un concetto fumoso inventato da persone che non vogliono ammettere che fanno biechissimo railroading e allora si inventano una specie di "misuratore di libertà" da settare a piacimento.
No. Non me ne frega niente se mi lasci libero di cantare la Vispa Teresa fra un railroad e l'altro. Non esistono gradi di libertà in base a quanto posso fare i recital fra le decisioni che prendi tu per me. O cosa fa il personaggio lo decido io, o lo decidi tu. Punto.
O è railroad, o no. Sì/no, on/off.
In entrambi i casi, se me frego della coerenza della fiction, la partita te la rovino lo stesso. A meno che non arrivi ad imbavagliarmi, chiudermi in un altra stanza, e giocare al posto mio, una qualcosa che ti mandi in vacca la coerenza lo posso sempre dire o fare.
Di solito, ai GM a cui capita, viene il panico: "mio dio, se mi manda in vacca le partite così, quando faccio bieco railroading, figurati quanto me le rovinerà se smetto!"
No. Più di così non può rovinartele. Al massimo c'è una lieve possibilità che smetta. Nella peggiore delle ipotesi, il risultato è uguale ma vivi più tranquillo senza andare nel panico ogni volta che giochi.