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[SLOW DOWN] [nudista] Un clima pesante per il design italiano

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Ezio:
Post di Antonio cestinato per violazione delle richieste del thread opener.
Il post può essere corretto e recuperato dalla Pattumiera.

Grazie per la collaborazione.

Paolo "Ermy" Davolio:
Intervengo come TO:

ho aggiornato il regolamento del thread, vedi "AGGIUNTA 1" in corsivo nell'elenco delle regole. Vai al primo post: http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,5368.msg129088.html#msg129088

Simone Micucci:
Ok, riflessioni miei di pancia.

Non credo che su GcG ci sia un clima sfavorevole per il game design. Non riesco a percepire alcuna aura di pressione sui game designer. Anzi fatico a trovare in ambito italiano un altro sito o forum che possa offrire un ambiente così ricco di varietà ed esperienza come GenteCheGioca.

Volevo provare una meccanica per creare ambienti fantasy e non ebbi problemi a trovare le persone interessate (era ad una Consegur. Eravamo io, triex, lantheros e un'altra persona che non ricordo).
Volevo informazioni su giochi supererostici, continuity fumettistiche e politiche editoriali per un mio progetto su un gioco che parli di fumetti supereroistici e Moreno mi ha dato informazioni in una discussione di oltre tre ore (Ezio di oltre due. Michele mi ha consigliato alcune letture e si è fatto raccontare alcuni dettagli del progetto)
Con triex parliamo molto di meccaniche e giochi. Tra le altre cose di idee per regolamenti di una land e di almeno (senza pensarci troppo) almeno 4 gdr. Senza considerare i playset di fiasco e scenari del solar system.

Mai trovato opposizione.
Mai trovato nessuno che mi dicesse "non mi interessa".
Sempre trovate orecchie pronte ad ascoltarmi e bocche pronte a consigliarmi.
Sempre trovato persone interessante, mai avuto problemi a reperire persone informate ed esperte, senza manco faticare troppo per cercarle.

Io di pancia non riesco a sentire questo clima sfavorevole per il game design.

Mattia Bulgarelli:
Impressioni di pancia, scritte di getto:

- Non mi considero un "designer", qualunque cosa voglia dire. Sono uno che smanaccia un po' con le regole e ogni tanto prova a mettere in piedi un gioco con la balsa ed il vinavil, FINE.

- L'unico progetto che porto avanti da un po' è LMVcAngelica, che è un hack, non è neanche un progetto mio-mio-mio. Funziona? Non per merito mio, ho solo azzeccato un'ambientazione e ci ho ricamato sopra, il resto l'han fatto i giocatori, che...

- ...non hanno mai dato problemi.

- Tazio ha ragione: non bisogna avere sudditanza psicologica dell' "estero che ci dice cosa ci deve piacere", ma...

- ...ha ragione anche Moreno: i giochi uno li deve scrivere perché "fare un gioco" sia il FINE e non il MEZZO per raggiungere qualcosa d'altro (pacche sulle spalle, pugnette vicendevoli tra Quelli-Che-Si-Sono-Elevati-Sopra-La-Massa-Dei-Giocatori).

- Non vedo il problema che dice Ezio (il cappello rosso fa male alla grammatica), quello del fare design solo vicino a sfide e concorsi. Magari ad uno manca quella minima spinta che, sommandosi a tutto il resto, gli fa dire "beh, perché no". Se mai si lavorasse a progetti solo per il concorso e per chi lo indice... Vedi punto sopra.

Fine del cappello rosso.

Michele Gelli:

La mia sensazione a pelle è che la montagna si sta sforzando di partorire un granellino di sabbia e farlo sembrare almeno un topolino. Perché, devo confessarlo, tutte le volte che ho fatto un pitch di una mia idea, ho ricevuto entusiasmo ed incoraggiamento.


Ho avuto maggiori aperture di credito dalle persone che mi avevano aiutato a sviluppare le idee che si erano rivelate buone, ho incassato un certo di scetticismo da quelle che mi avevano ascoltato delirare di idee che alla fine non si erano rivelate particolarmente brillanti. Come è nella logica delle cose.


Mai e poi mai ho ricevuto (ne’ sospettato o temuto di poter ricevere) "biasimo velato", "snobbismo", "pregiudizio", "battute sui game designers" ne’ ho percepito una "tendenza negativa verso il game design e i game designers" in generale e verso quelli italiani in particolare, un "atteggiamento leggermente denigratorio" o un "senso di superiorità verso chi invece è nel tunnel [del game design]".

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