Autore Topic: Una visione "relativa" del Big Model  (Letto 16456 volte)

TartaRosso

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Una visione "relativa" del Big Model
« il: 2011-08-27 14:39:43 »
SCRIVERE DI GETTO

E' un pò che vorrei scrivere queste mie riflessioni sul big model. Le vorrei scrivere in maniera coerente. Ma sono un tipo pigro e so che se mi metto a scriverle offline poi non le posterò mai.

Quindi scriverò di getto (o almeno relativamente) direttamente online.

COS' E' UN MODELLO?

Non so se il Big Model sia definibile come un modello. In senso teorico. Fra l' altro credo non ci sia nenache una assoluta concordanza su cosa sia un modello. E probabilmente a seconda del settore nel quale ci si trova la definzione cambia.

Per quel che ci concerne comunque credo possiamo dire che il big model è una serie di idee e affermazioni che tali idee esprimono che descrive qualcosa. Quel qualcosa è l' attività del gioco di ruolo. O almeno questo credo sia l' intento della comunità che si è riunita negli anni intorno a The Forge. Almeno l' intento riguardante l' elaborazione teorica. Poi ci saranno altri intenti che ora non mi interessa affrontare (la discussione sulla distribuzione, suscitare una certa consapevolezza in chi fa game design ecc. ecc.).
Non pretendo di considerare quello che ho scritto come una "definizione" di modello. Piuttosto è un' indicazione utile a illustrarvi le seguenti idee.
Prenderò comunque ciò che ho scritto come significato genercio di modello.

LA VERITA' E' FALSA E LE NOSTRE AFFERMAZIONI NON SONO REALI :)
 
In particolare mi concentrerò sulle Creative Agenda (o intenti creativi in italiano). Credo di aver più o meno capito di cosa si parla quando si parla di Creative Agenda. Sicuramente che io abbia capito di cosa si parla è utile al discorso che farò. Ma non è necessario (o almeno così penso).

Una partita o una serie di partite, secondo il forge model, possono avere una particolare creative agenda. Un gioco con le sue regole, sempre secondo il forge model, può favorire partite che abbiano una particolare Creative Agenda. Per semplificare, in questo contesto, userò l' espressione, imprecisa,  "un gioco ha una certa Creativa Agenda" intendendo però le frasi precedenti a quest' ultima.

Ora ciò su cui voglio portare l' attenzione è che il fatto che un gioco abbia una certa creative agenda è un' affermazione "non reale"
(attenzione non falsa, "non reale" ..cercherò di spiegarmi nelle prossime righe).

In generale che un' affermazione fatta da un modello non corrisponda alla realtà delle cose è probabilmente suggeribile anche nel caso dei modelli della fisica. Ma in quell' ambito il discorso è assai più complesso. E non è certo il caso di affrontarlo in questo contesto (ne so poco anche io a dire il vero).

Nell' ambito delle discipline umanistiche e sociali la cosa è ancora più vera. Non so dire in che campo ricada esattamente il forge model. Se sociale o umanistico (o altro). Sicuramente posso dire che in qualsiasi campo ricada ha delle affinità con i problemi che sorgono per i modelli del campo sociale.
Mi riferirò quindi ad ambiti del genere parlando del forge model.

Un modello fa certe assunzioni. Una volta fatte certe assunzioni descrive l' oggetto del proprio studio da uno specifico punto di vista.
Quindi una certa affermazione fatta con l' ausilio del modello corrisponde alla realtà solo in parte. In verità ciò che viene descritto non si comporta realmente e completamente come il modello dice.

Ad esempio nel famoso testo "L' Etica Protestante e lo Spirito del Capitalismo" di Max Weber l' autore lega la nascita del capitalismo ad alcuni aspetti della religione protestante e alla presenza di essa in certe zone.

E però è un modo di vedere il fenomeno. Non è che è ciò che è "ralmente" successo. Spero di riuscire a farmi capire. Il fenomeno reale avrà avuto comportamenti ben più complessi e noi usiamo un modello (o più d' uno) per poterlo capire. Sicuramente esistono molti altri testi su questo argomento che sostengono questa tesi. Alcuni saranno terribilmente imprecisi nel descrivere i vari aspetti del fenomeno. Altri saranno più precisi. I modelli più precisi saranno "tutti veri" nello stesso tempo. E magari qualcuno sarà incompatibile con un altro. Ma entrambi saranno "veri".

Ecco stesso discorso, credo valga per i giochi di ruolo e per il forge model. Quando diciamo che un gioco ha una creative agenda narrativista facciamo un' affermazione, basata sul big model, utile e descrittiva dell' oggetto in questione. Ma non è un' affermazione "vera". E' vera finchè rimaniamo all' interno delle ipotesi e assunzioni del big model.

Se guardiamo il gdr da un' altro punto di vista non è più "vera".

Voglio fare una precisazione per poter essere il più chiaro possibile. Non mi sto riferendo ad un' altro modello che consideri un gdr solo, ad esempio, dall' aspetto del libro. I due modelli probabilmente non sarebbero neanche in contrasto. Anche se magari un gioco ottimo per uno sarebbe pessimo per l' altro.
Sto parlando proprio di un' altro modello che si occupi proprio degli stessi argomenti di cui si occupa il forge model e che se ne occupi in maniera completamente diversa. I due modelli saranno entrambi "veri". E magari su alcune cose molto in disaccordo fra di loro.

MA ALTRI MODELLI NON CI SONO (FORSE)

Ad oggi un altro modello abbastanza approfondito del gdr da tavolo io non lo conosco e credo anche che non esista. Sì ci sono alcune elaborazioni delle "scuole" scandinave o comunque del nord Europa ma le ritengo decisamente differenti dal big model come approfondimento e tematiche affrontate (ma magari mi sbaglio solo per scarsità di conoscenza).
Credo che non esista nulla del genere, non perchè, il forge model abbia detto tutto ma piuttosto perchè l' ambiente del gdr è piccolo, l' avvento del web come facilitatore di scamnio di opinioni è relativamente recente e in se l' ambiente del gdr, almeno in certe zone del mondo, è un' ambiente che non favorisce l' analisi teorica (e mille altre ragioni ci saranno).

LE RAGIONI DEL DISCORSO

Questo discorso che ho fatto è sicuramente rivolto a chi spesso su altri forum, ma anche qui, insiste sui concetti del forge model ritenendo le sue affermazioni "ontologiche" (e mi scuso se ho usato in maniera imprecisa il termine ma credo di averlo usato in maniera corretta relativamente a ciò che voglio dire). Ovviamente ritengo che siate liberi di farlo. E di farlo nelle modalità che più vi aggradano. Però volevo portare alla vostra attenzione questo punto di vista. Che non è detto sia giusto ovviamente :) .

Ah non ho neanche problemi a fare i nomi delle persone. Anche perchè non è che abbia qualcosa di particvolare contro di loro. Che mi crediate o no, sono anche persone di cui ho una certa stima, almeno virtuale vuisto che non ci conosciamo o ci conosciamo giusto di vista.
Parlo di Moreno, Spiegel, Korin. Si c'è anche il Domon ma mi piace così tanto lo sitle con cui trolla che lo escluderei da questa lista :) .
Comunque in questa lista per certi interventi figuriamoci c'è perfino il Khana. E mi scuso con chi non ho citato e non può mettere la tacca sul fucile :) .

Però, detto questo,  non vorrei che la discussione diventasse "personale". Volevo solo spiegare una delle motivazioni che mi ha spinto a scrivere perchè poi non si pensasse che mi nascondo dietro un dito (che fra l' altro dovrebbe essere piuuttosto grosso :) ).
Una delle altre motivazioni che mi ha spinto a scrivere è il semplice fatto di voler condividere le mie idee.

I MODELLI SONO BELLI!

Vorrei chiarie che questo discorso non è "contro" i modelli. Anzi essi sono uno strumento fondamentale (l' unico?) tramite cui possiamo comprendere ciò che avviene attorno a noi. Solo che dobbiamo essere consapevoli dei loro limiti.

VI INVITO: DON' T FEED THE TROLL E DON' T BE INSISTONT (che fa rima)

Un' altro discorso collegato solo marginalmente a questo argomento è quello del conoscere di cosa si parla. Spesso sui forum la gente parla, in questo caso del forge model, senza sapere neanche di che cosa che parla. Questo è un dato di fatto. D' altronde ritengo che non è che per forza si debbano convincere della bontà del big model. Gli si spiega, se vogliono. Una volta spiegato, il mio atteggiamento sarebbe di dire: pace. Vi assicuro il modo migliore per non far risaltare affermazioni false, fatte ovviamente da singoli individui e non da organizzazioni..sarebbe un altro paio di maniche, è rispondergli al massimo una volta. Poi fregarsene.

"I giochi narrativisti sono giochi fatti per creare tutti insieme una storia?". Io spiegherei, se ne avessi voglia ovviamente...ma mi manca, che non è così. Poi che si dica quel che si vuole. Vedrete quel topic morirà di inedia ben presto. E magari voi potrete spiegare in tutta tranquillità in un altro topic cose che ritenete utili. Non è detto sta cosa funzioni sempre ma, in determinate circostanze la ritengo uno dei migliori atteggiamenti che si può adottare.

D' altra parte ritengo che comunque non giovi essere insistenti e ripetere mille volte una cosa (ok ritengo che il buon Goebbles avesse ragione* ma lui operava in un altro contesto :) ). Anzi lo trovo un atteggiamento piuttosto noiso, ancorchè legittimo.

Se mi avete letto altre volte sapete però che ho un discreto fastidio verso chi parla di un qualsiasi argomento, ad esempoio il gdr, come se sapesse già tutto e magari l' ha solo visto marginalmente ma dato che gli piace ritiene di esserne un esperto. In questo caso mi riferisco esplicitamente a chi magari avendo giocato solo giochi tradizionali si ritenga un super esperto del gioco di ruolo. E magari non solo ignora le ultime evoluzuioni che in parte è anche giustificabile. Ma magari si rifiuta anche di interessarsene dopo che glin sono state presentate. E continua comunque a sostenere di essere un super esperto. Non che gli chiederei di condividere il big model. Ma di conoscerlo, o almeno al minimo conoscere i giochi usciti da the forge, sì.


Sperando di non aver tirato troppi sfondoni, che facciano storcere il naso agli gnoseologi e agli epistmologi di professione (che sicuramente saranno felicemente a mendicare ad un angolo di strada :) :P **) ho finalmente finito.



* Una bugia detta infinite volte diventa verità

**
Ho in verità infinito rispetto di chi pratica la filosofia.
Simone Lombardo

Moreno Roncucci

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Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #1 il: 2011-08-28 01:58:25 »
Beh, Simone, ho riletto il tuo post un paio di volte ma ci trovo un sacco di premesse, ma non capisco le conclusioni... ???

Io vengo da una formazione tecnico-ingegneristica.  Per me chiedersi se un modello è "vero" è una domanda teologica. Quindi è sbagliata la domanda. La "verità" sono abituato a vederla assegnata, nel mondo reale (esclusi i modelli logici, per cui verità e falsità sono semplici valori di variabili), solo agli atti di Fede.

Quello che mi interessa non è se un modello è "vero", ma se un modello è abbastanza ESATTO per i suoi scopi. Se cioè è UTILE e SERVE.

Non sono il solo. Le stazioni spaziali la Nasa le ha mandate su con modelli matematici che teologicamente sarebbero "falsi", ma che sono esattissimi, cioè "così poco falsi", da non dare problemi nel funzionare e nel dare risultati "accettabili"

Una partita ad un gdr è un gruppo di persone che dice cazzate e beve birra lanciando dadi. Il Big Model è una serie di scatole concentriche fissate da un chiodo. "Ehi, non è una rappresentazione scala 1 ad 1" Eh, bella forza. Anche la cartina stradale per trovare la strada di casa, mica è in scala 1 ad uno, e per terra mica ci sono le strade gialle...

insomma, vedo le due cose completamente scollegate: da una parte c'è il mondo della pratica, delle cose utili, che servono, che si usano, che danno frutti, che permettono di progredire. Dall'altra c'è la discussione filosofica su cosa è "vero" ontologicamente, che porta alla conclusione che non hai la prova che NULLA sia vero al di fuori di te (potresti essere un cervello collegato ad una macchina e tutto il mondo un illusione, che ne sai?)

Alcune cose del big model si possono considerare "vere" e non semplicemente "esatte"? Beh ci sono un sacco di affermazioni del big model così macroscopiche che non entra più in gioco il atto che modelli 5 persone al tavolo con una scatola, a quel punto "esatto" e "vero" sono a tutti gli effetti sinonimi.  Che il piano sociale vince sulle regole è vero, cioè non è mai stata osservata eccezione.  Potrebbe non essere teologicamente vero? Certo. Gli angeli in paradiso forse giocano senza piano sociale. Ma allo stato pratico, nel mondo materiale, credo di poterlo considerare "vero" senza grande sforzo. Visto che oltretutto l'affermazione contraria è tanto sputtanata che più che "falsa" la definirei "stupidaggine". ("tanto falsa da farmi dubitare delle capacità cognitive di chi la propone",, affermazione magari non teologicamente vera ma abbastanza esatta)

Qui torna in campo il background culturale pratico.  Quando ho fatto l'istituto tecnico per geometri, ci hanno insegnato una formula per calcolare i solai in cemento armato.  Era sbagliata. Sul serio, lo diceva anche il professore mentre la spiegava. Sovrastimava la quantità di ferro  cemento necessaria.  Se avessimo avuto a disposizione la formula "teologicamente vera", quella che avrebbe tenuto conto della posizione reale di ogni singolo granello di sabbia o ghiaia nel calcestruzzo, della precisa quantità di molecole d'acqua e della loro distribuzione, magari avremmo potuto trovare una formula più "esatta" (non "vera": non avrebbe tenuto conto della probabilità che il sole andasse in supernova nel successivo quarto d'ora), ma sai cosa ci hanno detto i professori? "usate questa. Funziona. La casa non crollerà"

Se i vedo calcolare un solaio con una formula diversa, che sottostima troppo il cemento (non una di quelle più precise che si studiano ad ingegneria, intendo proprio una che se la usi la casa crolla in 10 minuti) dico che è "sbagliata". Anche se non è meno "vera" di quella che viene usata da tutti.

Il "vero" non tiene conto della differenza fra la casa che crolla e ammazza tutti e la casa che regge benissimo per secoli. Il "vero" teologico non a nulla che vedere con la realtà. Perchè la realtà si studia con i modelli.

Stessa cosa con il role-playing.  Se usi il Big Model non puoi dire che hai una riproduzione precisa in scala 1:1 di tutte le serate di gioco possibili. Però hai un gruppo che gioca e si diverte e non si riduce a certi macelli sociali creati dal tradizionale. A me basta, e a te?

Per questo a chi nega certi risultati de big model provati e comprovati dico "baggianata". Perchè c'è la cosa "falsa" che ti fa stare più sicuro in una casa che ha più cemento del necessario, e c'è la cosa "falsa" che stermina la tua famiglia. Sono entrambe cose false, ma usare la prima è intelligente, usare la seconda è da coglione.

Per questo, in questo forum, è imposto un uso corretto del glossario del Big Model. Perchè vogliamo fare un uso intelligente del mezzo "forum", e non un uso idiota.

Notare che questo non obbliga nessuno a accettare il big model. Li obbliga semplicemente a fare esempi di gioco concreto e reale, invece di sparare cazzate a raffica su cose che non conoscono.

Non so se questo risponde al tuo post, perchè come ho detto non ho proprio capito cosa volevi dire, ho dovuto tirare un po' ad indovinare. Però questo è quello che penso sulla questione "i modelli mica sono veri"

P.S.: fra le conclusioni logiche tanto macroscopiche da essere considerabili "vere" c'è il GNS. La distanza fra narrativismo e simulazionismo non è una cosa da misurare con il microscopio. Non esiste un "continuo". Uno va da una parte e uno fa dall'altra, e sono evidenti e macroscopiche come una stazione della metropolitana.  Il fatto che un treno vada da destra verso sinistra o da sinistra verso destra non si misura con il microscopio...  è per questo che non esistono modelli non ridicoli diversi su questo punto: dovresti avere un modello tanto farlocco da dire che un treno che va da Roma a Napoli in realrà va da Napoli a Roma.  Il boom sonico della baggianata è tanto evidente da non consentire di costruirci una teoria non satirica sopra...
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

TartaRosso

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Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #2 il: 2011-08-28 12:59:04 »
Come sapete sono pigro e ho il giusto del tempo.
Faccio questo post comunque proprio per chiarire che risponderò con i miei tempi calmi. Dico questo anche perchè anche qua su GcG è presente l' abiutdine di rispondere subito e di filata ad un topic e poi considerarlo finito se la gente non ci posta in continuazione 10 volte al giorno.

Sicuramente questa abitudine è minore (molto minore) che in atlri forum. Purtroppo però c'è. Questione di usanze suppongo.

Moreno in settimana rileggo per bene cosa hai scritto. Prometto di chiarire meglio quale vuole essere l' obiettivo del topic e rispondere anche ad alcune tue "perplessità" (che ritengo sensate fra l' altro).

Però è probabile che lo faccia addirittura il prossimo week end. Dipende dai miei tempi questa settimana.
Simone Lombardo

Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #3 il: 2011-08-29 12:27:54 »
Simone, se hai paura delle risposte a raffica, ti consiglio vivamente di mettere il thread in Slow Down, è lo strumento che ti serve.


Sui modelli, le verità e le analisi, ti ha risposto Moreno e i suoi commenti si applicano a qualsiasi campo, che sia scientifico o umanistico cambia poco.
Un Modello è un'approssimazione funzionale.



Poi però, vorrei sottolineare una cosa... che trovo sintomatica.
Citazione da: TartaRosso
Un gioco con le sue regole, sempre secondo il forge model, può favorire partite che abbiano una particolare Creative Agenda.
Questa frase è imprecisissima, al punto da essere, secondo il mio modesto parere, LA fonte dei fraintendimenti che ci sono sulle CA e su tutta la teoria.
Perché è imprecisa? Perché "le regole" sono una minima ed equipollente parte di un gioco che supporta e favorisce una CA.
Questo è fondamentale, perché il motivo per cui Vampiri (e tutto il WoD) non riesce ad essere narrativista sono sicuramente "le regole" (o meglio "il sistema"), ma il fatto che non sia coerente lo si nota dalla totale discrepanza tra il Color e il System, passando dai Character che hanno strumenti sulla scheda che non c'entra una mazza con la Situation proposta.


Un gioco è coerente quando è in grado di indirizzarti verso una CA in ogni sua minima parte.
In questo senso system does matter, perché deve essere a livello di tutto il resto. Il System è un quinto del totale di un gioco. Se questo "quinto" non è amalgamato con tutto il resto, serve a poco.
Questa ultima frase la puoi prendere e puoi sostituire "System" con Color, Character, Setting o Situation e la sua validità intrinseca non cambia.
Le regole da sole non servono a nulla.
Le regole non hanno una posizione di prominenza rispetto a tutto il resto.


Perché faccio questo intervento?
Perché i grandi flame e le grandi discussioni sui forum nascono dal fatto che molte persone danno per scontate verità "personali", frutto di loro interpretazioni superficiali di interventi sintetici altrui, e questa catena tipo telefono senza fili produce un effetto davvero disastroso.
Purtroppo è un problema intrinseco di Internet.
Ho visto le peggio cose anche sui forum che parlano di GPL (Gas di Petrolio Liquefatti), con persone che sentenziano a caso, sulla base dell'esperienza avuta dai genitori 10 anni fa. "Il GPL lol! è una merda lol, vai piano col GPL impara a giudare".
E l'argomento è il nuovo ritrovato tecnologico Vialle LPDi a inizione liquida diretta di GPL, talmente "innovativo" che ancora stanno aspettando le omolagazioni (e che, per i curiosi, ha un rendimento tale che aumenta i cavalli del motore).


Però la gente... "parla". E dall'idea che mi sono fatto io analizzando lo strumento internet, soprattutto da questo fantomatico lancio del "web 2.0" (che in realtà è una riscoperta "colorata" delle BBS su cui si scriveva nel 94), la gente "parla" perché "può".
Non parla perché ha qualcosa da dire, lo fa perché "sì".
Perché gli hanno dato un computer, gli hanno dato un'ADSL, gli hanno dato Feisbuc, gli hanno dato i Forum... e quindi la gente "scrive".
Tonnellate impressionanti di fantasmagoriche cazzate.
Lo strumento internet ha dato alla massa un megafono personale da cui sbraitare "l'io" più profondo che pretende approvazione.
E non ci si può fare niente.


L'esigenza del Homo Conectus, è "avere ragione".
L'unico modo per eliminare le conseguenze magmatico-telluriche di questa esigenza estesa a milioni di persone contemporaneamente, è ... scollegarsi.


Nel mondo del GdR si manifesta nei classicissimi "ma io le ho sempre fatte, ste cose", "ma io ho scritto un sacco di scenari", "ma io gioco da 20 anni" (e magari vai nel profilo e vedi che ne ha 25...), "LoL, non ci hai i punti ferita nel tuo gioco", "lol, non c'è la lista incantesimi", "lol, posso dire io cosa succede... lol, allora dico 'hovvvinto' ".


Mi rendo conto di essere stato io tra i primi e più intensi flammatori, su questi argomenti; e mi rendo conto che alla fine, ho solo perso tempo; ma non perché "non hanno ancora capito", ma proprio perché se queste discussioni avvengono via internet... non c'è speranza, perché è il mezzo "internet" (web, blog, chat, forum...) che è bacato.
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Niccolò

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Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #4 il: 2011-08-29 15:19:54 »
hai troppa fiducia nella ragionevolezza della gente vis-a-vis. ma non possono semplicemente essere dei coglioni loro, invece di essere bacato internet?

TartaRosso

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Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #5 il: 2011-08-29 15:28:39 »
Trovo interessante l' OT intrepreso da Davide dopo le prime tre righe :) ma può essere affrontato in altra sede.

Ok parzialmente la colpa può essere mia visto che non hp chiarito bene l' obiettivo del topic però come ho promesso rimedierò nel frattempo, non dico di cancellare i due intervetni ma lameno di chiuderla qui ed eventualmente continuare con quell' argomento in altro topic.
Simone Lombardo

Ivano P.

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Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #6 il: 2011-08-29 18:22:29 »
Citazione
Beh, Simone, ho riletto il tuo post un paio di volte ma ci trovo un sacco di premesse, ma non capisco le conclusioni... ???

Io vengo da una formazione tecnico-ingegneristica.  Per me chiedersi se un modello è "vero" è una domanda teologica. Quindi è sbagliata la domanda. La "verità" sono abituato a vederla assegnata, nel mondo reale (esclusi i modelli logici, per cui verità e falsità sono semplici valori di variabili), solo agli atti di Fede.

Potrebbe essere lo scopo "non pretendere che tutti si esprimano usando come testo e termini di riferimento il Big Model"?
E' una domanda per Tartarosso.

Niccolò

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Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #7 il: 2011-08-29 18:57:29 »
credo di no, visto che questa pretesa non c'è e le regole di discussione per come sono pensate servono più per evitare di usare termini tecnici e cominciare a usare esempi concreti...

TartaRosso

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Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #8 il: 2011-08-29 19:07:13 »
Signori ammetto di non aver chiarito per bene qual' era l' obiettivo del mio topic. Probabilmente non era chiaro neanche a me. Riflettendoci ora lo è. Però dato che sono una persona che non è molto bravo a esprimersi sinteticamente vi chiedo di aspettare quando avrò il tempo di scrivere per bene.

Nel frattempo mi scuso per il disservizio :) .
Simone Lombardo

Ezio

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Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #9 il: 2011-08-29 19:42:27 »
Thread chiuso su richiesta dell'opener, a misura tutelativa.
Riaprirà non appena Simone avrà il tempo di chiarirsi le idee e postare.

Grazie dell'attenzione.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Ezio

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Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #10 il: 2011-09-02 18:25:21 »
Thread riaperto.
Vi chiederei gentilmente di non postare comunque prima di Simone.

Grazie a tutti.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

TartaRosso

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Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #11 il: 2011-09-03 11:02:48 »
Allora eccomi qua.
Effettivamente quando ho aperto questo topic io stesso avevo le idee poco chiare sul suo obiettivo. O meglio le avevo chiare inconsciamente meno a livello conscio.
Vediamo però di partire proprio da questo. Chiarire gli obiettivi è spesso utile.

OBIETTIVO DEL TOPIC
Questo topic ha più obiettivi legati fra loro.
Intanto volevo, e voglio tutt' ora, esporvi il mio approccio rispetto al forge model (che è poi è un approccio che spesso uso anche in altri contesti). Anche se non posto spesso, seguo sempre i dibattiti di questa comunità, che è sostanzialmente la comunità di riferimento per i giochi usciti da the forge o influenzati dalle sue teorie e per giochi con un approccio diverso dalla maggior parte degli altri. Quindi mi fa piacere dare una giustificazione a certe mie posizioni.
Mettiamo da parte l' ovvia, e falsa :) , battuta che non glie ne può fregare a nessuno del mio approccio. Quando si è in una comunità l' attegiamento degli altri appartenenti ad essa tende ad interessare sempre. In maniera minore o maggiore a seconda degli indivdui.

Quindi vi voglio presentare il mio approccio e mi fa anche piacere che questo venga discusso se qualcuno ne ha voglia. E anche se non verrà discusso sarà comunque un contributo.
Inoltre una volta che avrò presentato il mio approccio saranno di solito più chiare alcune affermazioni che faccio in relazione a vari giochi. Mi infastidisce che vengano fraintese accostandole all' atteggiamento che hanno alcuni amanti a oltranza del tradizionale o in altri casi interpretandole come "un' accettazione completa del big model" (cecherò di spiegare meglio più sotto cosa intendo).

L' altro obiettivo è quello di invitarvi a riflettere su questo approccio e eventualmente ad accettarlo. Non lo vorrei fare in una forma di "propaganda". Ritengo fruttuoso e fecondo che esistano atteggiamenti diversi. Anche quegli atteggiamenti che io non adotterei. Insomma "mi piace" che esistano forti convinzioni.
Però spero che quello che dico possa o influenzare l' atteggiamento degli altri facendogli prendere posizioni simili alle mie oppure che l' esposizione di ciò che penso
possa anche solo far riflettere anche senza far cambiare opinione.

Per semplificare: Presento una posizione, vi invito a discuterla e infine ad aderirvi (possibilmente in maniera acritica ovviamente :) ...dov' è la faccina ironica?)

PAROLE E NESSUN ACTUAL PLAY - UNA PRECISAZIONE

Dato che parlerò della struttura dei modelli e quando entrerò nello specifico parlerò solo di intuizioni non porto in questo caso degli Actual Play. Personalmente non credo che questo sminuisca ciò che dirò. In particolare nella parte in cui è un invito a tenere un certo atteggiamento. Spero che presto o tardi qualcuno con più tempo di me da dedicare alla teoria e al game design nel gioco di ruolo creerà degli esempi concreti che avvalorino ciò che sto dicendo. Insomma giochi e partite concrete che avvalorino quello che dico. Sonon convinto che presto o tardi succederà (se non scomparirà il gdr) o magari sta già succedendo.
Detto questo anche io sono un sostenitore dell' uso degli actual play. Non tanto perchè la ritenga una cosa necessaria in senso assoluto ma perchè purtroppo le persone hanno la tendenza a prendere la tangente e quando si discute di qualcosa di teorico la cosa peggiora ulteriormente.

I MODELLI LUDICI - ULTERIORI ELEMENTI

Quando parlo di modelli e teorie faccio riferimento ai lavori di Carnap, Popper, Wittgenstein, Feyerabend, Kuhn.
Non so se conoscete questi autori. Neanche io li conosco benissimo. Di due  (Popper e Carnap) ho letto anche le opere. Altri li conosco solo indirettamente avendoli studiati su manuali (e anche poco nel caso di alcuni).
Li cito perchè in questo caso sarebbe più chiaro a che problematiche faccio riferimento. Non certo per riportarne le teorie. Cosa che per come li conosco poco approfonditamente mi sarebbe anche difficile fare in maniera esaustiva.

Vengo ora ad alcune precisazioni. Riguardanti in particolare i post di Moreno e Davide.
Dalle mie letture e dalla mia esperienza personale sono abbastanza convinto che un modello sociale e comportamentale siano un affare alquanto diverso rispetto ad un modello fisico.
Anche nel caso dei modelli fisici, se se ne fa un' analisi a fondo, ci si trova davanti a aspetti e problemi non banali. Però sono anche io convinto che almeno intuitivamente quei modelli ci appaiano "veri". Nel senso che la teoria di Newton è precisa. La meccanica quantistica lo è ancora di più. Insomma una teoria più precisa ne sotituisce un' altra meno precisa. E non è che possano essere vere entrambe (a meno che una si limiti semplicemente ad estendere l' altra). Di nuovo da un punto di vista intuitivo sono vere. Lo sono anche per me.

Credo che questo non sia necessariamente vero per teorie e modelli utilizzati nell' ambito delle sceinze sociali. Se poi parliamo di scienze umanistiche ritengo che le cose si complichino ulteriormente.

Quindi Moreno i paragoni che fai li non riesco a non considerarli fuori contesto:

Citazione da: Moreno
Non sono il solo. Le stazioni spaziali la Nasa le ha mandate su con modelli matematici che teologicamente sarebbero "falsi", ma che sono esattissimi, cioè "così poco falsi", da non dare problemi nel funzionare e nel dare risultati "accettabili"

Citazione da: Moreno
Quando ho fatto l'istituto tecnico per geometri, ci hanno insegnato una formula per calcolare i solai in cemento armato.

Staimo parlando di un modello, il forge model, che ha molto più in comune con modelli sociali e comportamentali che con modelli fisici.

Analogamente non sono d' accordo con l' affermazione di Davide (il grassetto è mio):

Citazione da: davide
Sui modelli, le verità e le analisi, ti ha risposto Moreno e i suoi commenti si applicano a qualsiasi campo, che sia scientifico o umanistico cambia poco.

Parlerei in questo caso di modello ludico. E lo considereri più simile ad un modello sociale o comportamentale che ad un modello fisico. E con modelli di questo tipo eviterei di fare troppi paragoni. Non che non si possano mai fare. Ma li farei su fatti molto specifici.

Ovviamente qua ci possiamo trovare già in disaccordo su questo punto. E se ci troviamo in disaccordo su questo le conclusioni successive divergono decisamente.

PECULIARITA' DEI MODELLI SOCIALI E ORA ANCHE LUDICI

Ho già parlato di queste peculiarità in apertura di questo topic. Sicuramente ci sono aspetti di un modello ludico e dei modelli sociali che intuitivamente ci appaiono "veri" ed evidenti. Non mi spingo a negare questo. Però credo che si debba avere più dubbi anche su questi aspetti rispetto ad analoghi aspetti che ci appaiono evidenti in modelli fisici.
Poi ci sono aspetti che si trovano ad un elevato livello di astrazione. Ecco ritengo che dobbiamo dubitare sempre di questi aspetti.

In particolare, da quello che ho letto, ritengo che alcuni aspetti di due modelli sociali, comportamentali, ludici possano essere in contrasto tra di loro e al contempo, i modelli, essere entrambi precisi.

Credo che basti pensare in questo caso alle due teorie dominanti ad inizio secolo nell' ambito della psicoanalisi (che ricordo non ha per molti status di teoria scientifica)
cioè le teorie di Freud e di Jung. Entrambe, scientificità a parte, comunque ottengono risultati nei loro campi.

QUESTI DUBBI E IL FORGE MODEL

Fra le conclusioni che considero ad un elevato livello di astrazione nel forge model ci sono sicuramente le Creative Agenda. Aspetto della teoria che considero personalmente proprio uno di quegli aspetti che potrebbero essere in contraddizione con altri modelli non rendendo comunque meno precisi gli altri modelli.

L' ATTEGGIAMENTO CHE SCATURISCE

Quale atteggiamento mi fanno tenere queste riflessioni?
Quando qualcuno dice che gioca tradizionale o quando parlo di giochi tradizionali ho sempre una certa cautela nel presentargli come "vera" l' analisi della sua "storia ludica" tramite il forge model. E d' altronde glie la presento perchè ritengo che metta in evidenza dei problemi importanti del gioco tradizionale. Ritengo che permetta una visuale diversa dal solito sul gioco di ruolo. E ritengo che sia stata di massima importanza per creare qualcosa di nuovo.

QUESTO ATTEGGIAMENTO SENZA I MODELLI CONTRADDITORI

Ammettiamo però di non considerare il fatto che due modelli ludici possano essere in contraddizione e comunque entrambi "precisi" e "veri".
Ci sono comunque altre ragioni per avere non un atteggiamento tollerante, che praticamente credo abbiano sostanzialmente tutti qua su GcG, ma piuttosto un atteggiamento ampiamente tollerante. Insomma tanto tanto tollerante.

- I miei dubbi istintivi
Intanto parto dai miei dubbi isitintivi verso, in particolare, le creative agenda (ma questo può valere per altri aspetti del forge model). Da quello che capisco le creative agenda sono nate da un misto di riflessioni teoriche e valutazioni empiriche.
Ora le valutazioni empiriche saranno pure tante ma saranno comunque limitate. E non riesco a fare a meno di avere la sensazionne che le creative agenda e il big model descrivano solo in maniera parziale l' attività del gioco di ruolo. Non colgano qualcosa che magari in futuro verrà colto. Che non tanto siano poche le tre creative agenda ma che siano proprio insufficienti come strumento di analisi. D' altronde sono un buon strumento descrittivo visto quello che hanno permesso di fare fino ad oggi. Però non me la sento mai a limitarmi ad evidenziare i problemi di una partita di gioco tradizionale in base al fatto che sia incoerente. So che ci possono essre problemi anche in un gioco coerente. Però in questo caso miriferisco a quando si imputa le problematiche alla non coerenza (in senso forgita). E d' altronde come ho detto anche io uso le categorie di creative agenda e di incoerenza. Che spesso tornano utili.

- Un giorno magari qualcuno ci dirà che alcune cose che noi consideravamo narrativiste, dal punto di vista di una nuova teoria, erano preemozionaliste (termine inventato a caso). E magari sarà in grado anche di giustificarci molto bene il tutto. E non solo. Da queste nuove riflessioni verranno fuori giochi molto fighi. E ci spiegherà che alcuni giochi che noi chiamavamo narrativisti funzionavano per tutt' altro motivo e non perchè erano coerenti.

QUALE ATTEGGIAMENTO SCEGLIERE?

Penso che comunque, non solo sia legittimo avere un atteggiamento che nella pratica alla fine tratti il big model come un modello fisico (ci mancherebbe pensassi il contrario! :o ), ma che sia anche "giusto". Un atteggiamento del genere porta anche a poter dire in una discussione: "non guarda stai sbagliando il tuo gioco non funziona perchè è incoerente (o perchè non rispetta il principio di Lumpley)". Cerco di spiegare questa mia affermazione in apparente contraddizione con quello che ho detto prima.

Credo che tenere l' uno o l' altro atteggimaneto (cioè il mio) dipenda sì da valutazioni razionali ma per la maggior parte derivi da assunzioni personali pseudo razionali (insomma a metà fra l' emozione e la ragione).

Personalmente ho motivazioni di attitudine personale a fare raramente affermazioni assolute e questo già mi porta verso l' atteggiamento che ho descritto. Inoltre cosa forse più importante, per me è massimamente importante creare un ambiente che sia massimamente fecondo per lo sviluppo di nuove teorie e atteggiamenti anche in contrasto fra loro. Perchè penso che la varietà sia estremamente importante (in fondo già Mao Tse-Tung diceva "che cento fiori fioriscano" ok poi li ha fatti tutti fuori ed era un trucco......ora che ci penso forse dovreste stare attenti acnhe a quello che farò io in futuro...guardatevi le spalle :) ). E almeno nel campo del gdr la varietà la metto davanti alla precisione (che comunque è un valore estremamente importante per me). Attenzione non sto parlando di una classifica razionale delle due cose. Voglio dire posso favorire un ambiente fecondo e nel frattempo essere uno straconvinto sostenitore del big model. Quando mi riferisco ai concetti di varietà e precisione mi sto rifernedo alle loro incarnazioni emotive. Spero si capisca cosa voglio dire. Non ho voglia di scrivere altre mille righe per spiegarmi :) .

Al contrario probabilmente chi mette davanti l' atteggiamento emotivo della precisione a quello della varietà tenderà ad usare il big model come un modello fisico. Anche se ha un atteggiamento che è favorevole alla libertà e alla sperimentazione (e su GcG penso che l' attitudine a varietà e sperimentazione sia presente molto più che su altri forum).

Semplificando brutalmente il tutto (quale atteggiamento avere) si riduce ad una questione di gusti.

E proprio perchè mi riferisco a precisione e varietà come concetti emotivi questo non vuol dire che siano degli assoluti.

UN INVITO

Se vi aggrada vi invito quindi ad adottate questo approccio o un approccio simile a questo. Ma mi raccomando qualcuno di voi continui a mantenere un atteggiamento "fortemente convinto" perchè come ho detto la varietà è importante (e poi non credo che con le mie scarse capacità "oratorie" riesca a convincere molti di voi).


Purtroppo (o per fortuna :) ) sia perchè amo dedicare il tempo ad altro sia perchè il tempo è poco dubito che interverrò di nuovo con post così lunghi in questo topic, anche nel caso smontaste ciò che ho detto pezzo per pezzo. Ma come sempre continuerò a lurkare nel buio :) .




Simone Lombardo

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Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #12 il: 2011-09-03 11:46:14 »
- Un giorno magari qualcuno ci dirà che alcune cose che noi consideravamo narrativiste, dal punto di vista di una nuova teoria, erano preemozionaliste (termine inventato a caso). E magari sarà in grado anche di giustificarci molto bene il tutto. E non solo. Da queste nuove riflessioni verranno fuori giochi molto fighi. E ci spiegherà che alcuni giochi che noi chiamavamo narrativisti funzionavano per tutt' altro motivo e non perchè erano coerenti.

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(E non è, in fondo, quel che ci è già successo? Non so altri qui, ma a me è successo più volte e in molti campi, per mia fortuna. A me questo insegna ad aspettarmi che mi succederà ancora, e ancora.)

Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #13 il: 2011-09-03 12:32:15 »
Prenoto qui una risposta.
Che sarà molto articolata e toccherà discorsi sui massimi sistemi, quindi ho bisogno di molta concentrazione per scriverla in modo che sia comprensibile.
Questo thread parla di teoria della teoria, o per meglio dire di teoretica.
Sono stati chiamati in causa i nomi degli attuali capisaldi dell'epistemologia e della filosofia della scienza e si sta tracciando un discorso ampio che, secondo me, necessita di una chiarificazione per evitare di confondere strutture e contenuti.

Condivido alcuni dei dubbi del Tarta, ma se si vuole fare un'analisi di un modello, bisogna utilizzare strumenti specifici che non sono quelli che si usano per criticare una scienza.

Aggiungerò poi quello che penso io delle Creative Agenda, impianto che di norma difendo nella sua formalizzazione, ossia cerco di evitare che ne vengano dette castronerie. Anticipo solo il fatto che funzionano come elemento descrittivo e non analitico _proprio perché sono_ descrittive e non analitiche.

Credo che avrò il tempo di redarre la risposta domani, non oggi.
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

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Re:Una visione "relativa" del Big Model
« Risposta #14 il: 2011-09-03 16:47:08 »
Davide sei il ben venuto per quello che vuoi fare. Non credo neanche di dovertelo dire (figura retorica!), visto che hai già detto che vuoi essere chiaro, però ti invito a cercare di essere il più chiaro possibile.

Come avrai notato non uso un linguaggio "tecnico". D' altronde non ho mai fatto corsi specifici in gnoseologia e epistemologia. Però se vuoi approfondire, come già detto sei il ben venuto. Ti avverto, ma probabilmente già lo sai, che non è compito semplice (più che altro per questione di spazio). Se lo farai comunque ti assicuro che sarà molto più utile che trollare esplicitamente (perchè sei cattivo :) ) alcuni utenti oltranzisti del gdr tradizionale sulla Tana del Goblin.
Simone Lombardo

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