Insoddisfazione che sparisce immediatamente non appena sta seriamente rischiando la vita (perché il Conan di Howard, contro 5 avversari, rischia la vita) e ci molla. E che non ritorna quando agisce in prima persona ne La Cittadella Scarlatta. Quel Conan non è depresso perché non può proseguire il suo cammino solitario, ma perché, per un momento, ha rinunciato alla sua pura barbarie.
Sono in accordo con quanto scrivi qui, ma non mi sembra che quello che dici sia in contraddizione con quanto affermavo sopra. Anzi...
Per quanto mi ricordo, Conan non è mai depresso. Personalmente ho usato la parola "insoddisfatto" e direi che c'è una bella differenza: non è un uomo che rimugina sulla propria condizione ponendosi problemi esistenziali, è un uomo che agisce sulla base di impulsi e passioni, vivendo alla giornata. Come tale non è certo provvisto di un carattere a rischio depressione. Inoltre non ho mai detto che Conan abbia qualche genere di predilezione per uno stile di vita solitario, anzi, ho affermato esattamente il contrario, arrivando perfino a suggerire che è proprio quando riesce a stringere rapporti con compagni di viaggio o gruppi di modeste dimensioni che sembra essere più a suo agio.
Dal mio punto di vista Conan non finisce per essere solo per scelta di vita o per preferenza personale, ma piuttosto perché si tratta di uomo che non ha vere radici e che non riesce a collocarsi all'interno dei sistemi di valori e dei modelli di vita propri delle genti che incontra durante i suoi viaggi.
A me sembra che nei racconti di Howard la barbarie sia rilevante più come elemento di background che non come uno dei due poli nella dualistica contrapposizione civiltà/stato di natura. E' importante perché produce come "effetto collaterale" uomini come Conan o come i Picts di Beyond the Black River, ma non sembra in grado di produrre un sistema di valori tale da favorire una qualche forma di aggregazione sociale... o meglio, non una forma di aggregazione sociale in cui un personaggio come Conan riesca a riconoscersi al punto da sentirsi davvero parte di essa.