Autore Topic: Conan  (Letto 7722 volte)

Re:Conan
« Risposta #15 il: 2011-08-24 14:48:48 »
Ah, tipo il rituale che vuole fare la Imhotep, nel film... "La Mummia" :D
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vanphanel

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Re:Conan
« Risposta #16 il: 2011-08-24 15:09:59 »
senza parlare,poi,del fatto che per effettuare il rito il cattivo aveva bisogno di "svuotare" la prescelta del suo sangue,quando,al momento cruciale,ne bastano poche gocce..E certo,altrimenti la sacerdotessa sarebbe morta... :o

Svuotarla della sua anima, non del suo sangue. La sua adorata moglie morta avrebbe poi occupato il suo corpo, e avrebbe avuto bisogno del resto del suo sangue.
la figlia gli dice che,a seguito del rituale,il padre svuoterà il suo corpo ANCHE della sua anima.ergo...
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Moreno Roncucci

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Re:Conan
« Risposta #17 il: 2011-08-24 15:14:08 »
E' un remake.

Non l'ho ancora visto (e non so manco se vado a vederlo), ma è un chiaro ed esplicito remake del Conan di Milius.

Perchè? Perchè quel Conan ha ben poco a che vedere con il Conan letterario. Anzi, non c'entra un tubo, nonostante le citazioni da diversi racconti di Howard sparse nel film.

Il Conan letterario non è motivato dalla vendetta, la sua famiglia sta benissimo (ogni tanto torna a trovarli fra un avventura e l'altra - comunque è l'unico cimmero mostrato in scena nelle storie, praticamente una trollbabe), e ad inizio carriera è un ladro sbruffone puttaniere e sbevazzatore. "cupo" lo diventa dopo quando si dò alla politica (anche se dalla descrizione di Howard, è comunque soggetto a momenti di depressione anche prima)

A me il film di Milius piace molto, ma il fatto che si intitoli "Conan" è una mera coincidenza. 

E il Conan di questo nuovo film, è chiaramente quello di Milius.
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Leonardo

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Re:Conan
« Risposta #18 il: 2011-08-24 15:33:48 »
Un paio di precisazioni.
 
Quando parlavo dell'inespressività di Schwarzy come "adeguata" al personaggio non mi riferivo al Conan letterario, ma al Conan del film di Milius. Si chiamano allo stesso modo ma sono sostanzialmente personaggi diversi.
 
Per quanto riguarda Nispel/Milius/Howard ha già risposto Luca: Milius si rifà ad Howard ma lo rielabora prendendone spunto per costruire una storia ispirata al personaggio. Nispel, a quanto pare, vede Milius e decide di farne un remake (sua specialità) dopo circa 30 anni. Per questo il paragone viene spontaneo.
 
Per finire: concordo che fisicamente Momoa rappresenti una migliore trasposizione del Conan letterario rispetto a Schwarzy. Ma trovo anche che questo aspetto sia una delle minuzie più sottolineate e sopravvalutate dai fan (non parlo degli utenti di questo forum, mi riferisco a quanto ho letto in generale sui siti in lingua inglese). Tonnellate di inchiostro vengono sprecate su particolari che a mio avviso lasciano il tempo che trovano. Se Conan avesse gli occhi azzurri o verdi è del tutto irrilevante ai fini della trasposizione soprattutto considerato che entrambi i film finora prodotti e dedicati al personaggio sorvolano amabilmente su quello che a mio avviso è il tema fondamentale dei racconti di Howard: l'alienazione dell'essere umano. Se si accetta che del personaggio e delle storie originali rimanga praticamente solo il nome allora non vedo perché disquisire su una serie di dettagli assolutamente poco rilevanti per quanto riguarda l' "identità" del personaggio.
Tanto per fare un esempio, date un'occhiata a questa minirecensione del film del 1982 da parte di Gygax. A me sembra che il "padre di D&D" adduca una serie di considerazioni di rilevanza abbastanza risibile per stroncare il lavoro di adattamento di Milius e soci (a dire il vero Gygax confonde anche il produttore De Laurentis con il regista Milius, ma non voglio essere troppo cattivo...)

edit: crosspost con Moreno
« Ultima modifica: 2011-08-24 15:36:45 da Leonardo »

Suna

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Re:Conan
« Risposta #19 il: 2011-08-24 15:40:25 »
E' un remake.

Non l'ho ancora visto (e non so manco se vado a vederlo), ma è un chiaro ed esplicito remake del Conan di Milius.

Solo per la parte di vendetta. Per il resto se non l'hai visto non hai i mezzi per giudicarlo. Dal trailer non si evince.

E il Conan di questo nuovo film, è chiaramente quello di Milius.

No.
Nella maniera più assoluta.
E di nuovo, se non l'hai visto, come puoi saperlo? Questo Conan E' un ladro sbruffone, puttaniere e sbevazzone. Fin dalla prima scena da adulto.

Suna

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Re:Conan
« Risposta #20 il: 2011-08-24 15:54:35 »
Tonnellate di inchiostro vengono sprecate su particolari che a mio avviso lasciano il tempo che trovano. Se Conan avesse gli occhi azzurri o verdi è del tutto irrilevante ai fini della trasposizione soprattutto considerato che entrambi i film finora prodotti e dedicati al personaggio sorvolano amabilmente su quello che a mio avviso è il tema fondamentale dei racconti di Howard: l'alienazione dell'essere umano. Se si accetta che del personaggio e delle storie originali rimanga praticamente solo il nome allora non vedo perché disquisire su una serie di dettagli assolutamente poco rilevanti per quanto riguarda l' "identità" del personaggio.

Concordo fino ad un certo punto sulla rilevanza della scelta di attore. Certo, rispetto alla qualità di sceneggiatura e regia dovrebbe avere un'importanza relativa.
Interessante la tematica che tu vedi in Conan. Io ho sempre semplicemente visto quella di scontro tra la "virtuosa frontiera selvaggia", indomita, libera, sincera e positiva, rappresentata da Conan, e la corrotta e decadente civilizzazione urbana. E... avrei voluto vedere almeno quello nei film. In quello di Milius ce n'è un vago accenno. In quello di Nispel... oddio, non è che manchi del tutto ma mi sembra un po' troppo indiretto.

Resta che da quando la nave di Conan attracca e (mini/spoiler) consecutiva scena di sesso buttata lì (fine spoiler)... il regista pare dimenticare tutti gli spunti precedenti, come se il film fosse stato gestito da qualcun altro. O forse il problema è a monte, a livello di sceneggiatura.

Ezio

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Re:Conan
« Risposta #21 il: 2011-08-24 16:02:41 »
Io ho sempre semplicemente visto quella di scontro tra la "virtuosa frontiera selvaggia", indomita, libera, sincera e positiva, rappresentata da Conan, e la corrotta e decadente civilizzazione urbana. E... avrei voluto vedere almeno quello nei film. In quello di Milius ce n'è un vago accenno.

Si, al minuto 22 del fil Subotai che dice "Civiltà, antica e decadente. L'hai mai assaggiata?" E poi "Puah! Come fa il vento ad entrare qui dentro?".
 
Risolta la questione focale civiltà vs barbarie.
 
Ah, no, aspetta, c'è anche il cazzotto al cammello XD
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Leonardo

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Re:Conan
« Risposta #22 il: 2011-08-24 16:22:40 »
Io ho sempre semplicemente visto quella di scontro tra la "virtuosa frontiera selvaggia", indomita, libera, sincera e positiva, rappresentata da Conan, e la corrotta e decadente civilizzazione urbana.

Non è che io non veda questa tematica, solo che secondo me si tratta di un veicolo attraverso il quale Howard arriva a mettere in scena l'alienazione. In altre parole, secondo me barbarie vs civilizzazione è il mezzo più che il fine. Conan sicuramente non riesce a far propri i "valori morali" e le "leggi" dell'uomo civilizzato (in Queen of the Black Coast lo dice esplicitamente) ma alla fine rimane pur sempre un girovago, anche quando si confronta con società non strettamente civilizzate. Non riesce ad integrarsi neppure in quelle società che, quanto a modo di vivere, più si avvicinano a quello stato barbarico di cui lui rappresenta uno dei più riusciti prodotti. Ogni volta che Conan si aggrega ad una qualche tribù, alla conclusione del racconto finisce per massacrarla o per andarsene. Nei racconti di Howard che ho letto non esiste una sola forma di organizzazione sociale in cui Conan riesca a trovarsi a suo agio, di cui riesca a sentirsi veramente parte. Tutte le alleanze che stringe si rivelano temporanee o destinate a fallire, e le più significative rimangono quelle "di piccola" scala. Il fatto che Conan non sia un solitario a livello esistenziale, che apprezzi la compagnia dei suoi simili (o meglio, di alcuni di essi) rende il contrasto ancora più evidente.
« Ultima modifica: 2011-08-24 16:26:07 da Leonardo »

Moreno Roncucci

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Re:Conan
« Risposta #23 il: 2011-08-24 17:00:56 »
Tanto per fare un esempio, date un'occhiata a questa minirecensione del film del 1982 da parte di Gygax. A me sembra che il "padre di D&D" adduca una serie di considerazioni di rilevanza abbastanza risibile per stroncare il lavoro di adattamento di Milius e soci (a dire il vero Gygax confonde anche il produttore De Laurentis con il regista Milius, ma non voglio essere troppo cattivo...)

Non solo. Le "considerazioni" oltre ad avere rilevanza risibile... sono anche sbagliate!

Ancora una volta Gygax si presenta come un fanboy che di quello che legge capisce poco o nulla. Non sapevo della sua confusione fra il Conan dei fumetti e di De Camp con quello di Howard (puttanate tipo "Conan non ha bisogno di trappole per battere qualunque uomo sul piano della forza fisica" fanno capire che probabilmente ha letto qualche pastiche di Carte o De Camp e qualche fumetto nemmeno di Roy Thomas, ma di Howard ha letto - o ricorda - ben poco), ma le cantonate che diceva o pensava su Tolkien e gli strafalcioni che ha fatto nell'"ispirarsi" a Leiber e Vance sono abbastanza note...

P.S.:Suna, senza aver visto il film è ovvio che non posso giudicare sulla QUALITA' dell'opera, o su QUANTO hanno cambiato nel remake, ma vuoi dirmi che devo vedermi il film su Lanterna Verde per essere sicuro che è ispirato ai fumetti DC?
Potrebbero aver cambiato il costume di Lanterna Verde, la trama, i nemici, la cronologia, potrebbero avere alterato TUTTO, ma per dire che è ispirato ai fumetti DC, non è comunque necessario aver visto il film, basta sapere la trama...
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Ezio

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Re:Conan
« Risposta #24 il: 2011-08-24 17:38:20 »
Non è che io non veda questa tematica, solo che secondo me si tratta di un veicolo attraverso il quale Howard arriva a mettere in scena l'alienazione. In altre parole, secondo me barbarie vs civilizzazione è il mezzo più che il fine. Conan sicuramente non riesce a far propri i "valori morali" e le "leggi" dell'uomo civilizzato (in Queen of the Black Coast lo dice esplicitamente) ma alla fine rimane pur sempre un girovago, anche quando si confronta con società non strettamente civilizzate. Non riesce ad integrarsi neppure in quelle società che, quanto a modo di vivere, più si avvicinano a quello stato barbarico di cui lui rappresenta uno dei più riusciti prodotti. Ogni volta che Conan si aggrega ad una qualche tribù, alla conclusione del racconto finisce per massacrarla o per andarsene. Nei racconti di Howard che ho letto non esiste una sola forma di organizzazione sociale in cui Conan riesca a trovarsi a suo agio, di cui riesca a sentirsi veramente parte. Tutte le alleanze che stringe si rivelano temporanee o destinate a fallire, e le più significative rimangono quelle "di piccola" scala. Il fatto che Conan non sia un solitario a livello esistenziale, che apprezzi la compagnia dei suoi simili (o meglio, di alcuni di essi) rende il contrasto ancora più evidente.

Se lo fa lo fa a livello del tutto inconscio. Dal suo epistolario, in particolare dalla famosa lettera "sulla barbarie" emerge che nello scrivere Conan Howard aveva in mente nello specifico il tema dello scontro dualistico e sostanzialmente manicheo tra lo stato di natura e la civilizzazione.
 
Inoltre il tuo ragionamento è un po' drogato dal Conan successivo e apocrifo. Quello ortodosso, di Howard, rimane Re di Aquilonia e non abbiamo idea di cosa faccia dopo. E' in un romando di De Camp che prende il mare verso il Sud America, quello di Howard usurpa un regno, lo ricostruisce di fatto intorno a sé e ai suoi gusti, ha un paio di avventure in cui picchia in testa ribelli e re rivali e poi, per quanto ne sappiamo, rimane soddisfancentemente re, circondato da generali e concubine, rendendo Aquilonia il più grande dei regni hyboriani ^^
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Re:Conan
« Risposta #25 il: 2011-08-24 18:09:25 »
Che lo faccia a livello conscio o inconscio non mi pare rilevante. Di sicuro la sua personalità e le sue esperienze di uomo si sono in qualche modo "intromesse" nel suo lavoro di scrittore. Come succede per tutti gli artisti.

Per quanto riguarda il mio ragionamento (in realtà si tratta di osservazioni), è difficile che sia drogato dal Conan successivo ed apocrifo, visto che non ho letto storie di Conan che non fossero quelle scritte da Howard. :) Tra l'altro proprio in Phoenix on the Sword Conan dimostra tutta la propria insoddisfazione nonstante sia diventato sovrano di Aquilonia. Il che non fa che confermare che neppure la possibilità di modellare un regno a sua immagine è riuscita ad alleviare la sua irrequietezza (quando ho tempo cito qualche passaggio).

Ezio

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Re:Conan
« Risposta #26 il: 2011-08-24 18:26:34 »
Insoddisfazione che sparisce immediatamente non appena sta seriamente rischiando la vita (perché il Conan di Howard, contro 5 avversari, rischia la vita) e ci molla. E che non ritorna quando agisce in prima persona ne La Cittadella Scarlatta. Quel Conan non è depresso perché non può proseguire il suo cammino solitario, ma perché, per un momento, ha rinunciato alla sua pura barbarie.
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Re:Conan
« Risposta #27 il: 2011-08-24 18:38:32 »
C'è da dire che "The Phoenix on the Sword" era una storia di Kull "ricopertinata" dopo essere stata rifiutata. Da lì tutte le tristezze del sovrano barbaro "costretto" al trono...

Quando Howard riprende il personaggio di Conan, lo racconta molto più giovane, e solo in un paio di occasioni (una però rilevante: l'unico romanzo) torna a trattare di Conan come Re.

Il tema della Barbarie contro la Civiltà in Howard comunque è più ambiguo di quanti molti pensino: è vero che per Howard la barbarie vincerà sempre. Ma mica ne è del tutto contento, anzi... la visione di Howard è pessimistica quasi quanto quella di Lovecraft, e per questo la vitalità di Conan è ancora più significativa.
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Re:Conan
« Risposta #28 il: 2011-08-25 07:19:19 »
Insoddisfazione che sparisce immediatamente non appena sta seriamente rischiando la vita (perché il Conan di Howard, contro 5 avversari, rischia la vita) e ci molla. E che non ritorna quando agisce in prima persona ne La Cittadella Scarlatta. Quel Conan non è depresso perché non può proseguire il suo cammino solitario, ma perché, per un momento, ha rinunciato alla sua pura barbarie.

Sono in accordo con quanto scrivi qui, ma non mi sembra che quello che dici sia in contraddizione con quanto affermavo sopra. Anzi...

Per quanto mi ricordo, Conan non è mai depresso. Personalmente ho usato la parola "insoddisfatto" e direi che c'è una bella differenza: non è un uomo che rimugina sulla propria condizione ponendosi problemi esistenziali, è un uomo che agisce sulla base di impulsi e passioni, vivendo alla giornata. Come tale non è certo provvisto di un carattere a rischio depressione. Inoltre non ho mai detto che Conan abbia qualche genere di predilezione per uno stile di vita solitario, anzi, ho affermato esattamente il contrario, arrivando perfino a suggerire che è proprio quando riesce a stringere rapporti con compagni di viaggio o gruppi di modeste dimensioni che sembra essere più a suo agio.
Dal mio punto di vista Conan non finisce per essere solo per scelta di vita o per preferenza personale, ma piuttosto perché si tratta di uomo che non ha vere radici e che non riesce a collocarsi all'interno dei sistemi di valori e dei modelli di vita propri delle genti che incontra durante i suoi viaggi.

A me sembra che nei racconti di Howard la barbarie sia rilevante più come elemento di background che non come uno dei due poli nella dualistica contrapposizione civiltà/stato di natura. E' importante perché produce come "effetto collaterale" uomini come Conan o come i Picts di Beyond the Black River, ma non sembra in grado di produrre un sistema di valori tale da favorire una qualche forma di aggregazione sociale... o meglio, non una forma di aggregazione sociale in cui un personaggio come Conan riesca a riconoscersi al punto da sentirsi davvero parte di essa.

Arioch

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Re:Conan
« Risposta #29 il: 2011-08-25 09:21:23 »
Resta che da quando la nave di Conan attracca e (mini/spoiler) consecutiva scena di sesso buttata lì (fine spoiler)... il regista pare dimenticare tutti gli spunti precedenti, come se il film fosse stato gestito da qualcun altro. O forse il problema è a monte, a livello di sceneggiatura.

Effettivamente direi che è da quella scena che il film peggiora notevolmente. Sembra che si siano improvvisamente ricordati che stanno girando un film da blockbuster...
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