Autore Topic: [Actual Play] Freemarket: prime impressioni  (Letto 1260 volte)

Matteo Suppo

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[Actual Play] Freemarket: prime impressioni
« il: 2011-08-22 10:59:26 »
Finalmente siam riusciti a provare Freemarket, il gioco di Crane e Sorensen che parla della vita in una base spaziale utopica in cui il commercio si basa sulla reputazione e sullo status.


Abbiamo fatto soltanto una sessione, in cui siam riusciti a creare i personaggi, a costruire una piantina di fragola ed organizzare una presentazione/degustazione per presentarla ai freemer (gli abitanti di freemarket).


Ho avuto diverse impressioni sul gioco e andrò a riportarvele. Voglio tuttavia che sia chiaro che sono impressioni che si basano su di una singola sessione. Mi aspetto che con nuove sessioni queste impressioni cambino, si evolvano, etc etc.


Se qualcuno è riuscito a giocare di più a freemarket mi farebbe piacere se intervenisse per portare la sua esperienza.


  • Il fulcro del gioco non sono i personaggi. Ho avuto la netta impressione che il vero protagonista di Freemarket sia la società stessa, piuttosto che i singoli personaggi. Nella nostra giocata avevamo una MRCZ (un gruppo di persone che si aggregano per un obiettivo) con l'obiettivo di spingere i prodotti "biologici" in opposizione a quelli stampati (sì, in freemarket hai stampanti tridimensionali che stampano oggetti, anche viventi). I "conflitti" che ci sono stati son stati per costruire la piantina di fragole, convincere Miss Miss, una estetista con alta reputazione, a partecipare alla pregustazione e la pregustazione stessa. Il focus della giocata è stata sull'obiettivo della MRCZ e sul modo in cui la società reagisce agli sforzi della MRCZ.
  • Il gioco è un "physical engine". In senso buono! Nel senso che le regole vanno a definire come funziona il mondo e la società. Il flow nella società esiste. Le tecnologie esistono e sono taggate. Fare un regalo rende 10 flow, diventare amico di qualcuno rende 2 flow, ma rischi di perdere flow quando questo tizio va sottozero di flow. Son tutte regole che descrivono come funziona fisicamente la società e il mondo. La cosa bella è che i personaggi ne sono consapevoli. Penso sia uno dei pochi giochi in cui i personaggi possono leggere la propria scheda ò_O (Moreno aveva come tecnologia proprio il manuale di freemarket).
  • Le challenges non hanno i denti. Troppo spesso ci ritrovavamo immersi nel gioco di estrarre le carte e contare i punti anziché narrare. In più non c'è davvero modo (o forse non l'ho trovato) di influenzare il risultato della challenge con la fiction. Puoi usare delle "mosse" che influenzano la fiction, ma non c'è ritorno. Come conseguenza la fiction rimane un po' nebulosa ed è un peccato.
In generale è stato divertente giocarci, e l'ambientazione è davvero intrigante. Quantomeno una seconda sessione se la merita.
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

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