La frase "Non crei nessuna storia. La copi." mi sembra un po' estrema.
Tutte le storie di genere seguono gli stessi canoni.
"genere" lo sento usare per tutto e il contrario di tutto. Basta che ci sia un cavallo e una pistola e già classificano un opera come "western" (a volte non serve manco il cavallo). Altre volte invece si va a vedere la differenza specifica fra giallo, noir, crime story e poliziesco. E' insomma ormai una di quelle parole che confonde le idee a meno che non spieghi esattamente cosa intendi.
E in ogni caso, "genere"-"non di genere" non è da classificazione che mi interessa qui.
Vincent nel suo post distingue fra storia e pastiche. Io non mi trovo bene ad usare termini che non conosco bene e quindi cerco di usare direttamente la descrizione.
1) In ogni caso, se scrivi, dici qualcosa. Non sto adesso a fare differenze fra cose profonde e cose banali e stupide, se dici quello che pensi o quelli che pensi voglia il lettore o quello che chiede un editore, etc: tu scrivi, il lettore ti legge, dici qualcosa (idem al cinema con la complicazione di un sacco di cuochi, per questo gli esempi li sto facendo con i romanzi, è un caso più semplice)
2) C'è chi dice che le storie sono sempre le stesse 37, 45, 26 o non so quante. Però se vai a vedere l'elenco vedi che per quelle classificazioni, "torna a casa Lassie" e l'Odissea sono la stessa storia. Cose che capitano, quando prendi un unico elemento dei tanti che compongono una storia, levi anche un sacco di differenze importanti.
In realtà per me le storie sono molte di più.
3) A meno che tu VOLONTARIAMENTE cerchi di fare la stessa storia. Non commentando, non prendendo l'ispirazione, non chiedendoti "ma se Lassia fosse in astronave, cosa cambierebbe"? Ma dicendo "rifaccio Lassie, e l'ambiento fra le astronavi per evitare l'accusa di plagio". La differenza fra i due esempi è che nel primo caso l'autore ragiona sull'effetto delle differenze, nel secondo caso va a vedere cosa c'è in Lassie per rifarlo pari pari.
La (3) è una semplificazione tagliata con l'accetta, ma è tutto quello che riesco a fare in tre righe per spiegare la distinzione. I saggi che ho letto di Milan Kundera e Umberto Eco definiscono una distinzione simile fra "kitsch" e "arte". Non so se sia attuale, condivisa in ambito accademico o no, e non mi interessa, perchè non è di libri che voglio parlare. Mi serviva solo per accennare al fatto che questo discorso si fa per tutti i tipi di opere (quindi, partite di gdr incluse, essendo espressione artistica come una canzone o un romanzo, e molto più di un film) come èpunto di partenza per parlare di gdr.
Aggiungo solo che queste distinzioni che si fa fatica a spiegare in breve in generale, sono molto semplici quando si fanno esempi noti: pensa a Terry Brooks e a Tolkien, pensa a Robert E. Howard e a Sprague De Camp, Pensa a Jack Kirby e a Rick Buckler, e la differenza è evidente.
I gdr, anche in questo caso, hanno un vantaggio incolmabile.
Nel caso di un libro, se devi capire in che categoria metterlo, devi giudicarlo da fuori. Non sei nella testa dell'autore, non sai se era un plagiatore o no, e oltre a non essere nella testa dell'autore, devi contare su una conoscenza incompleta per stabilire se è un plagio o meno, se è una scopiazzatura alimentare o meno, se è fanfiction o meno.
Nel caso di un gdr lo sai subito, perchè l'autore sei tu.
E' questa la cosa che fa inciampare un sacco di gente quando fanno questi discorsi. Si mettono a giudicare le "storie" dei gdr a posteriori, come se leggessero un libro. E' come se per vedere cosa c'è dentro una scatola che stai riempiendo tu, prima ti dessi una botta in testa per dimenticare tutto, e poi cercasi di capirlo per deduzione e dal rumore che fa scuotendola. Scusa, non era più semplice ricordarsi cosa ci hai messo tu?
Nel caso dei gdr, è semplicissimo e banale distinguere fra scopiazzatura e nuova storia. Perchè ti metti al tavolo e dici, "ah, oggi scopiazzo". Sai che fatica a quel punto capire se scopiazzi o no...
Davvero, sono cose che nei gdr sono di una banalità ed evidenza assoluta. Perchè devono essere considerate difficili e teoriche, solo perchè in altri ambiti (romanzi, film) sono difficili e teoriche? E' come se si dicesse che mangiare un confetto è difficile e pericoloso, perchè una volta si sono mangiati dei funghi avvelenati...
Ma santo cielo... invece di arrivarci per "teorie" e ragionamenti arzigogolati...
ricordatevi cosa fate in giocoMorgana ti offre dei soldi per tradire Re Artù. Ci pensi sul serio? O invece dai per scontato che rifiuti perchè in quelle storie si rifiuta? Ecco qua, tutto qui. hai capito che stai facendo. Alla faccia della difficile differenza...
La scatola la stai riempiendo TU! Come cavolo fai a dire che è difficile capire che ci metti dentro?
E qui arriviamo anche al numero di atti. Che tanto per cambiare, è un falso problema.
E' dai tempi dell'antica Grecia che vengono create infinite storie diverse con la medesima struttura narrativa in tre atti, che poi non è altro che il percorso "introduzione >> svolgimento >> conclusione" oppure, in altri termini, problema >> conflitto >> soluzione. Infatti questo schema anche oggi è applicato in tanti àmbiti diversi: teatro, cinema, televisione, letteratura, fumetti, videogiochi, barzellette... e perchè no, anche nei giochi di ruolo.
Quando scrivi: "Quello che funziona in un film non funziona in un gdr e viceversa", mi viene da pensare che quella frase può essere un po' fuorviante. Nei giochi di ruolo SEMBRA che la struttura in tre atti non ci sia, perchè spesso non è formalizzata e viene applicata dai giocatori in modo inconscio (non so se ci hai mai fatto caso, io me ne accorgo tutte le volte). In ogni caso la struttura è sempre quella e non si può eludere, altrimenti la storia rimane in sospeso oppure "non sa di niente" (per accorgersene basta provare a togliere un anello della catena problema >> conflitto >> soluzione e vedere che effetto fa).
Non sono convinto che tutte le storie siano divisibili in tre atti. Ho letto affermazioni diverse sull'argomento. Ho letto storie che non si potevano dividere in tre atti.
Ma ai fini di quello che voglio dire ora, è un falso problema. Sul serio, tutti i post di oggi sul fatto che si possa dividere una storia in tre o più atti sono off-topic. Per piacere smettetela.
Diamo per acquisito, ai fini del discorso, che ogni storia sia divisibile in tre atti. Non ci credo ma non mi interessa, la do' per buona.
Quindi, una volta TERMINATA la partita, la storia CHE ORA HAI IN MANO, è divisibile, come dire (direbbe) la critica nel caso dei film - romanzi, in tre atti...
... solo che, oh guarda, tu in mano non hai NIENTE!
Non hai un libro, non hai un film, non hai un dvd (anche se hai registrato la serata, non hai registrato davvero la partita, sevi essere lì e partecipare)
E durante il gioco... vedevi gli atti?
No, vedevi luigi che diceva una battuta sull'ultimo film che ha visto, gianni che si scusa un secondo che deve andare al gabinetto, marisa che si interrompe mentre parla per bere un bicchiere di coca cola, mario che tira un dado, fa il massimo e grida "evvai!"
Se fossimo a teatro, sarebbero da cacciare a calci in culo.
Ma siamo in una partita ad un gdr, e stanno giocando una storia bellissima, appassionante, memorabile. Perchè nel "media" gdr, le storie appassionanti si vivono così. Non è teatro. E tutte le stronzate sul fatto che "non bisogna parlare out of character" prese dal teatro sono idiozie di gente che non è nemmeno capace di distinguere un media dall'altro. Come un regista che insista che tutti gli attori girino una pagina ogni tanto in un film perchè con i libri si deve fare così...
Perchè in un opera teatrale la divisione in atti è utile più di un calzino bucato? Perchè la usi.
Perchè ce l'hai presente mentre scrivi la sceneggiatura, mentre fai le prove, mentre la reciti, e il pubblica la vede quando va giù il sipario fra un atto e l'altro.
E nei gdr?
Quando, dopo la partita, guidi da solo per tornare a casa, con l'autoradio accesa, e ripensi alla partita, puoi pure dividerla in tre atti, a posteriori. Puoi pure dividerla in 4, 5, 6 atti. Puoi dividerla in pari e dispari, puoi dividerla fra scapoli e ammogliati, puoi dividerla fra primo e secondo tempo, poi dividerla in 160 pagine, puoi dividerla in 24 episodi, puoi dividerla in 6 puntate
Ma sono tutte divisioni che fai dopo, a posteriori, su un materiale che non è la partita. E' il tuo ricordo della partita.
A volte un gdr può cercare di simulare una divisione in "atti" (come fa AiPS) perchè si ispira direttamente ad un altro tipo di opera, ma è come quando fai un film e lo fai "di impianto teatrale", rimane un film anche se gli attori parlano come a teatro. Altri gdr presentano fasi diverse (4 fasi in Annalise, 2 fasi in Il Gusto del Delitto, a volte sono fasi diverse per i vari personaggi come in Polaris. Altre involte invece non ci sono divisioni. Se ci sono, quelle sono sono le divisioni che contano più di un calzino bucato.
La divisione in tre atti? Nessuno ci ha pensato durante la partita, non è servita a nulla nella creazione e nella fruizione dell'opera (avvenute contemporaneamente), nessuno degli altri ci pensa dopo la partita. A cosa è servita? A distrarti un secondo mente la radio dava pubblicità fra una canzone e l'altra, mentre torni a casa. Poi cambi stazione, becchi i Rolling Stones, e agli "atti" non ci pensi più...