Autore Topic: Il Barone di Munchausen  (Letto 6697 volte)

Il Barone di Munchausen
« il: 2009-01-09 09:32:09 »
Mi date il vostro parere su questo piccolo ma IMMENSO gioco di ruolo alcolico che io personalmente considero INARRIVABILE?  8)

http://www.ancestrale.it/fantasy/282/le-straordinarie-avventure-del-barone-di-munchausen/
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Rafman »

Il Barone di Munchausen
« Risposta #1 il: 2009-01-09 09:43:26 »
Pare GENIALE.

Credo che farò una capata da R&P.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Ciriola »

Il Barone di Munchausen
« Risposta #2 il: 2009-01-09 10:06:34 »
Più che altro DAI una CAPATA a quelli della R&P... anche da parte mia!
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Rafman »

Niccolò

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« Risposta #3 il: 2009-01-09 10:18:36 »
è arrivabilissimo, è arrivabilissimo.

però mi piace :)
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Domon »

Moreno Roncucci

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« Risposta #4 il: 2009-01-09 10:50:21 »
Ce l'ho (la prima edizione, non la nuova), ma l'ho giocato solo una volta, diversi anni fa, ad una convention. Quindi non è che ne abbia tanta esperienza.

Molto bello da leggere. Se pensiamo all'editoria di gdr fino a pochi anni come un editoria di manuali da leggere, questo è uno dei migliori (basta pensare al fatto che il sistema di combattimento consiste nell'uscire e duellare. Con spade vere. E poi c'è un sistema "alternativo" meno letale per codardi e francesi...).

Da giocare, mi ricordo che mi aveva dato gli stessi problemi di On Stage: più  cercavi di vincere, più il gioco era brutto. Per fare un gioco divertente, dovevi tirare a perdere. All'epoca non avevo ancora il vocabolario per chiamarlo "incoerente", però con il senno di poi sì, quella partita fu molto incoerente.

Però per postare qualcosa più sostanziale di una impressione di una partita, ecco un thread che parla proprio di B.M...
[Dreamation 2008] Troublesome Munchausen
O meglio, parte da B. M per toccare un sacco di altri argomenti...
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Renato Ramonda

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« Risposta #5 il: 2009-01-09 10:55:39 »
Ho come l'impressione che la versione "funzionale" del Barone sia 1001 Nights: li' racconti storie per vincere, ed e' fatto apposta per funzionare bene. :)

Ecco, un drift piu' cazzaro di 1k1 nights (piu' che altro di Colore) potrebbe essere un Barone 2.0
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da renatoram »

Antonio Caciolli

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« Risposta #6 il: 2009-01-09 11:16:33 »
io lo ho sempre paragonato a SOS o c'era una volta

non ad un GDR e penso che non sia paragonabile ad un GDR
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Antonio »

Il Barone di Munchausen
« Risposta #7 il: 2009-01-09 11:17:47 »
Non ho ben capito la questione della poca funzionalità. Nella versione che ho io del Barone non è che si vinca o si perda. Se accumuli monete poi le devi scommettere sulla storia  migliore (eccetto ovviamente quella che hai narrato tu).

Il sistema ad obiezioni e scommesse può dare dei problemi se non hai inventiva e non riesci a "bloccare" una scommessa o obiezione altrui. Mal che vada, le alternative sono:

1. la incorpori nella tua descrizione.
2. passi, cedendo la storia ad un altro e... bevendo! "La mia gola è forse troppo secca per continuare?".

Nello stesso manuale ci sono elencate delle strategie di gioco. L'ottica sta nell'accumulare monete, quindi scommettendo e incorporando le scommesse/obierzioni altrui, tanto poi puoi sempre cedere e, alla fine, le monete che hai di fronte a te le PERDERAI tutte in favore di un altro, quello che ha raccontato secondo te la storia migliore.

In sintesi, quindi, da come la vedo io, è: racconta belle storie, con il fondamentale contributo degli altri giocatori. Che poi ti premieranno.
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adam

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« Risposta #8 il: 2009-01-09 12:29:40 »
credo sia classificato come gdr solo per fini editoriali °L° in maniera scherzosa è detto anche nel manuale (ad esempio nel paragrafo della "creazione del personaggio" che l'autore non voleva mettere ma l'editore lo ha costretto a farlo). Ma non essendo un gdr non può di certo ricadere nelle teorie forgite... e quindi non può essere definito incoerente secondo queste teorie. Se fosse un gdr, sarebbe sul vivere le avventure narrate tramite i personaggi, non sul narrarle e basta. è la solita storia di "risiko è un gdr perché interpreti capi d'armata".

Concordo quindi sul fatto che sia molto più assimilabile ad un gioco come c'era una volta che ad un qualsiasi gdr.

Comunque, l'ho comprato a lucca quest'anno (dopo tanto che l'avevo adocchiato—insieme a osok che ho tanto giocato ma mai avuto °L°) e sul treno al ritorno non smettevo di ridere leggendolo.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da adam »
Alessandro

Moreno Roncucci

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« Risposta #9 il: 2009-01-09 12:38:21 »
Rafman, il problema è che gli altri ti "mettono ostacoli" mentre narri la tua storia.

Se sono bravi, e ti sgambettano bene, ti interrompono. Per evitarlo, tendi a dargli pochi appigli. E la narrazione piena di dettagli e di inventiva che dovresti fare in gioco va a farsi friggere. (insieme a gran parte del colore)

O, in alternativa, si gioca per il colore, impostando molto sul parlare in character come gentiluomini, e chissenefrega del sistema di gioco.

Insomma, L'IDEA del gioco è molto carina. Ma il sistema sta sulle scatole, in realtà non serve a migliorare il gioco. Ostacola il colore del gioco.

Più sopra Renato ha parlato di 1001 Night. Somiglia molto, concettualmente, come idea: chiusi della reggia del sultano, potete usare solo le vostre storie, che raccontate, per acquisire favori, vantaggi, o far decapitare gli altri. Ed è un gioco che si gioca ferocemente per vincere.

Però, i tuoi avversari non hanno nessun vantaggio, lì, a bloccarti la storia. Hanno piuttosto vantaggio a sottolinearne certi aspetti e non altri. Puoi giocarlo nella maniera più "feroce con il coltello tra i denti", attento tatticamente ad ogni singola mossa che possa farti guadagnare qualcosa o possa danneggiare il tuo avversario... e la storia narrata non ne risentirà minimamente.

Ha risolto la classica incogruenza che c'è sia in B.M che in Once Upon a Time che in On Stage: giochi dove, in teoria, si dovrebbero creare e narrare storie, in cui però costantemente c'è una sola persona che costruisce e le altre che distruggono e lo ostacolano...

(non so però che edizione hai tu, non riesco ad aprire il link...)
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Moreno Roncucci »
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Antonio Caciolli

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« Risposta #10 il: 2009-01-09 14:13:49 »
Citazione
[cite] Moreno Roncucci:[/cite]Rafman, il problema è che gli altri ti "mettono ostacoli" mentre narri la tua storia.

Se sono bravi, e ti sgambettano bene, ti interrompono. Per evitarlo, tendi a dargli pochi appigli. E la narrazione piena di dettagli e di inventiva che dovresti fare in gioco va a farsi friggere. (insieme a gran parte del colore)


almeno per me questo è falso. il regolamento è spiegato e costruito per rendere molto più divertente giocare dando appigli. la meccanica favorisce il voler mettere i bastoni fra le ruote per cerare una storia che non sia solo quella in mente al giocatore che narra, ma che sia anche frutto degli spunti degli altri giocatori.

Citazione

Ha risolto la classica incogruenza che c'è sia in B.M che in Once Upon a Time che in On Stage: giochi dove, in teoria, si dovrebbero creare e narrare storie, in cui però costantemente c'è una sola persona che costruisce e le altre che distruggono e lo ostacolano...

(non so però che edizione hai tu, non riesco ad aprire il link...)


boh io quando ho giocato a c'era una volta come a SOS ho trovato che le storie venissero create molto in gruppo e alla fin fine con un  divertimento (cioé le risate) globale che spesso è maggiore di quello di molti gdr narrativisti.

cioé questa cosa di guardare un regolamento solo sul "si vince così" mi pare assurdo

sarà che quando ci gioco io dico sempre "ricordiamoci che il fine è raccontare una storia divertente e non vedere chi vince"

boh?????
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Antonio »

Renato Ramonda

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« Risposta #11 il: 2009-01-09 14:18:09 »
Citazione
sarà che quando ci gioco io dico sempre "ricordiamoci che il fine è raccontare una storia divertente e non vedere chi vince"


...allora bisogna anche togliere la meccanica per vincere e i punti :)

Anche cosi' ci potrebbe essere qualcuno che gioca per vincere, ma il gioco non lo supporterebbe.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da renatoram »

Antonio Caciolli

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« Risposta #12 il: 2009-01-09 16:33:26 »
ma una parte del bello è anche vincere

a c'era una volta ci ricordiamo ancora le prime storie raccontate e mi ricordo ancora quell'ultima carta che non sono riuscito a mettere giù con il finale che mi ero preparato

cioé io non capisco perché giocare per vincere e giocare per fare una bella storia non possano vivere insieme

la possibilità di vincere rende il tutto più appassionante ... giochi per uno scopo ... sai che dar noia agli altri non è solo cattiveria gratuita, ma lo giustifichi. bloccare la narrazione per girare la storia verso altri lidi non significa "non mi piace quello che fai" ma "scusami ma non ti farò vincere facilmente"

però non è un gioco strategico è un gioco in cui si raccontano storie, se le storie sono pacco allora non ci gioco più

se io giocassi a Dubbio con dialoghi monosillabici o scene di 30 secondi "vuoi venire a letto con me?" "oggi no" <---- perché è il primo approccio
"vuoi venire a letto con me?" "oggi sì" <---- perché è il secondo approccio

non penso che violerei nessuna regola di preciso, ma che palle

boh????
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Mauro

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« Risposta #13 il: 2009-01-09 16:44:43 »
Citazione
[cite] Crotalo:[/cite]cioé io non capisco perché giocare per vincere e giocare per fare una bella storia non possano vivere insieme

la possibilità di vincere rende il tutto più appassionante ... giochi per uno scopo ... sai che dar noia agli altri non è solo cattiveria gratuita, ma lo giustifichi. bloccare la narrazione per girare la storia verso altri lidi non significa "non mi piace quello che fai" ma "scusami ma non ti farò vincere facilmente"

Però penso che Moreno intendesse proprio quello: "Se sono bravi, e ti sgambettano bene, ti interrompono. Per evitarlo, tendi a dargli pochi appigli. E la narrazione piena di dettagli e di inventiva che dovresti fare in gioco va a farsi friggere. (insieme a gran parte del colore)". Va bene la mentalità "Non ti farò vincere tanto facilmente", ma questo può portare a ridurre al minimo le possibilità per gli altri giocatori di inserire difficoltà (cosí da avvicinare la propria vittoria), con conseguente calo della qualità della storia.
Se ho capito bene, il discorso non è che vincere e una bella storia non possono convivere (infatti si è parlato bene di 1001 Nights, dove a quanto ho capito si raccontano belle storie per vincere), ma che nel gioco specifico le meccaniche per vincere rischiano di rovinare la bella storia.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Mauro »

Antonio Caciolli

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« Risposta #14 il: 2009-01-09 17:26:11 »
ho capito quello che dice moreno, ma:

- se l'unico scopo del gioco è quello di raccontare storie, mi spieghi perché ci dovrei giocare se non racconto delle storie belle?

- io ho sempre giocato vedendo come le dinamiche di vttoria spingano verso la complicazione delle storie e il loro arricchimento. anzi ho visto persone contente di mettere appigli che diano la possibilità agli altri di stopparli  

- ho visto anche lottare strenuamente per riuscire a vincere attaccandosi ad ogni possibile appiglio rendendo sempre più avvincenti i finali e sempre più imprevedibili

cioé non capisco come lo scenario di Moreno possa essere messo in atto. perché dovrei giocare nel modo che lui propone?

non siamo a parlare di parpuzio in cui non mi rendo conto di non divertirmi

siamo molto più alla base... se alla fine del gioco la storia faceva schifo nessuno ci vuole giocare più nemmeno il vincitore

nella mi esperienza ho visto semmai persone che giocavano una carta ogni 5 minuti (sai quanti appigli) piuttosto che una carta ogni 30 secondi
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Antonio »

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