Autore Topic: Zilchplay  (Letto 3238 volte)

Dr. Zero

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Zilchplay
« il: 2009-01-08 23:16:52 »
Salve a tutti

Seguendo le varie discussioni improvvisamente mi sono trovato di fronta a questa parola.
Una rapida scorsa al glossario provvisorio e
"A term coined by Walt Freitag for an instance of play which is not prioritizing any of the three Creative Agenda possibilities in GNS. It is role-playing without doing anything that is unexpected by the other participants. As he defines it, zilchplay has an an agenda: "being told a story while engaging in manipluation of some arcana that makes it appear and feel that you're doing something of greater import than that." "

Il mio inglese deve essere terribilmente limitato ma non capisco la parte in arancione.

Siccome non vorrei dire castronerie su quel poco che ho capito leggendo qua e là su the forge, qualcuno potrebbe spiegarlo?
Se sì quale relazione c'è con le Creative Agenda?

Grazie mille :D
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Dr. Zero »

Niccolò

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Zilchplay
« Risposta #1 il: 2009-01-08 23:29:29 »
farsi raccontare una storia mentre si intraprendono altre attività allo scopo di illudersi che si sta facendo una cosa di importanza maggiore.

(tipo, intrepretare il personaggio aggiungendo solo colore mentre la storia è già definita, per poi illudersi che la storia è nata dalle scelte dei personaggi)

insomma, parpuzio quando funziona BENE.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Domon »

Renato Ramonda

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Zilchplay
« Risposta #2 il: 2009-01-08 23:39:36 »
Infatti e' un tipo di gioco dove (come scritto all'inizio della citazione) non si da' priorita' a nessuna delle CA, perche' non e' quello l'oggetto del gioco e del divertimento.

In discussioni correlate troverai probabilmente anche Cheetoism, che possiamo definire "giochiamo perche' ci divertiamo quando siamo insieme" (e il gdr e' praticamente una scusa, potrebbe essere qualunque cosa).

(am I right? e' da un po' che non leggo gli articoli)
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da renatoram »

Niccolò

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Zilchplay
« Risposta #3 il: 2009-01-09 00:12:04 »
renato parla con lingua dritta, e più chiara della mia, augh. la versione corretta è la sua. io ci ho aggiunto cose inutili.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Domon »

Mauro

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« Risposta #4 il: 2009-01-09 01:08:03 »
La definizione che dà il Glossario di The Forge è questa: Desiring characters to be active particpants in an imagined world, but also to do as little as possible to make that shared imagining happen. A type of Simulationism by default, because in the absence of a desire to actively pursue a Gamist or Narrativist agenda the only focus is on exploration. Sono diverse, o mi perdo qualcosa?
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Mauro »

Moreno Roncucci

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Zilchplay
« Risposta #5 il: 2009-01-09 01:35:23 »
La definizione del Glossario è quella postata da Mauro, ma ci giurerei che quella postata nel primo post l'ho già vista... dove l'hai trovata, Thomas?

Comunque, se volete leggervi il thread che ha coniato il termine...
Zilchplay [split from "Understanding: the "it"

Se guardate la data del thread, il glossario è stato scritto subito dopo e quindi il termine non era stata ancora abbastanza dibattuto e sviscerato. Ecco qualche quote più recente (ultimi mesi) ottenuto facendo una rapida ricerca per la parola "Zilchplay":

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Da qui, un brano già quotato altre volte:

I should point to a concept I've written about over and over, and often quoted in the following construction. I should stress that I'm using any social leisure activity as the empirical basis for it, with a special point about role-playing.

1. You have to trust that the procedures work - look, these instruments make different noises, so we can make music; look, this ball is bouncey, so we can toss and dribble it

2. You have to want to do it, now, here, with these people - important! (a) as opposed to other activities, (b) as opposed to "with anybody who'll let me"

3. You have to try it out, to reflect meaningfully on the results, and to try again - if it's worth doing, it's worth learning to do better; failure is not disaster, improvement is a virtue

My call is that role-playing, as a hobby and subculture, has failed to accept this idea, historically. And as such, the base-line for any sort of successful, fun participation for any other activity is, in role-playing, something of a mystic unknown. Many, many groups and even publishing strategies have developed what I consider to be compensatory mechanisms for its lack, none of which seem to have panned out well. An example of that is what's come to be called, here, "Zilchplay," meaning the activity is effectively devalued and its content not evaluated. Others have developed a way to relate to their hobby in which their enjoyment is based mainly on reading about play and selectively remembering it rather than doing it.

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Da qui:

"Drift to Incoherence" is a very powerful topic. The most definite example would be the common issue of Zilchplay - basically a group which sticks together and plays in a desultory if consistent fashion, "having fun" as long as "fun" means continuing to get together periodically, and getting a little bit of time in for one's character (and one's original if dwindling play-goals) once in a while. I'm also interested in whether and how Zilchplay is involved in the cross-group or no-group phenomenon, basically people who self-identify as gamers, participate in no consistent group, and who play briefly and occasionally in public meet-ups and as a guest presence in other groups.

Do people (groups/individuals) gravitate toward playing Zilch? The answer is empirically yes. What is that process? Does it have analogies in other small-a artistic social groupings? Do we even call it Drift?

And all of that should be distinguished from the other (original in discussion terms) meaning of Incoherence: clash of Agendas or desired Agendas. If Zilchplay is the outcome of, among other things, reduction of Agenda-desires to the individual level (such that getting a whiff every year or so is supposed to be enough), then Incoherence as originally described, which perhaps needs a name of its own, is the ongoing struggle to establish a given Agenda in the presence of conflicting desires. I'm not sure that a person or group arrives at this, because it's not so much a form of play as a condition in which play may, or unfortunately may not, occur. But who knows? Even a dynamic clash might become a "way" if it persists or occurs in a consistent enough fashion.

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Da Qui:

I'll answer your last question first. Incoherence can arise for lots of reasons. One is certainly a clash of CA expectations across a group. In the early discussions at the Gaming Outpost and the Forge, it's probably not surprising that we focused on clashes of strong CA expectations as a problem, because that matched the experiences of people like me, Mike Holmes, Paul, and others.

However, over the years of discussion here and an exposure to a much broader range of actual play, I've realized that it's more common to see a group without much CA going on at all. Walt Freitag called this "Zilchplay," which usually results from people being so accustomed to their goals-of-play being irrelevant to play, that they have pretty much given up. They might have minor or fleeting bits of their desired agendas expressed, once in a while, but not much.

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Infine, detta con parole mie...

E' l'ultimo stadio di un gruppo che, non riuscendo a stabilire un agenda creativa condivisa, e non riuscendo nemmeno a organizzarsi in maniera incoerente ma che comunque dia a ciascuno, ogni tanto la possibilità di giocare come vuole, ha finito con rinunciare a esprimere qualunque agenda e qualunque creatività.

Insomma, se in un gruppo puoi avere i tuoi dieci minuti in cui puoi sfruttare al massimo le tue capacità tattiche al limite, con gli altri che ti lasciano fare, e sei disposto a "sopportare" mezz'ora di scelte tematiche fatte da altri, hai un gruppo incoerente, ma funzionale. Ti diverti venti minuti ogni tre ore di gioco ma funziona.

Se invece la gente non "aspetta il suo turno", e non si riesce ad sprimere una agenda comune, ci sono le "agenda clash", ci si scontra, il gioco diventa disfunzionale.

Lo Zilchplay è la maniera in cui questo gioco può tornare funzionale: per rassegnazione. Io non mi sforzo nemmeno più di giocare in maniera tatticamente sensata perché tanto so che il GM ci fa vincere per non scontentare Mario, Mario non ci  prova nemmeno più a cercare di esprimere qualcosa in gioco perché sa che lo prenderei per il culo. Finiamo per trovarci tutti i giovedì per tirare qualche dado e uccidere qualche mostro, seguendo la storia del GM abbastanza passivamente, senza che questo tirate dadi e uccidere mostri esprima né alcuna scelta tematica né alcuno sforzo tattico (e tanto meno nessuno sforzo di celebrazione di alcunché).

E sì, ho visto giocare così, e sono convinto che sia una maniera di giocare estremamente diffusa, specie fra i gruppi che giocano da molto tempo.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Moreno Roncucci »
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

Riccardo

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Zilchplay
« Risposta #6 il: 2009-01-09 09:10:23 »
Citazione
[cite] Moreno Roncucci:[/cite]
E sì, ho visto giocare così, e sono convinto che sia una maniera di giocare estremamente diffusa, specie fra i gruppi che giocano da molto tempo.

Miiii quanto è vero. Gioco di ruolo da 20 anni e ho giocato così almeno per 15
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Riccardo »

adam

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Zilchplay
« Risposta #7 il: 2009-01-09 11:19:55 »
Mi è capitato una volta in maniera lampante. Con D&D 3.5. Il master era malato di r. a. salvatore e tutta la campagna ruotava intorno alle città degli elfi oscuri e ogni pg doveva essere un elfo oscuro. Nessuno mi aveva avvertito di questa cosa, era oltretutto insospettabile, io mi ero solo rassegnato a far contento un amico e giocare alla carlona. Sono entrato in questa modalità dopo i primi 5 minuti. Se solo avessi saputo...
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da adam »
Alessandro

Dr. Zero

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« Risposta #8 il: 2009-01-09 12:47:57 »
Grazie per le risposte

allora, la definizione l'ho trovata qua
http://www.darkshire.net/~jhkim/rpg/theory/glossary/alphabetical/X-Z.html
che leggendo meglio non è il glossario di the forge, ma un altro, di teoria.
 :roll: [ok, ho fatto l'icona escrementizia]

Quindi un gioco senza CA, un gioco dove ci si ritrova e poi si tira a campare per il gusto di ritrovarsi.
Credo di aver visto qualche partita così.

Mi pare anche di capire che sia uno status quo accettato per giocare lo stesso, anche se non soddisfacente da gruppi di lunga data soprattutto.

Questa definizione mi pare di grossa importanza, in quanto mi completa molte discussioni lette sulle CA; anzi leggendo molti esempi qua e là mi pare di ravvisarlo spesso. :twisted:
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Dr. Zero »

Riccardo

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Zilchplay
« Risposta #9 il: 2009-01-09 13:05:14 »
Sono daccordo
La maggioranza delle volte in cui non si vuole accettare la netta separazione delle tre CA, l'interlocutore descrive accuratamente il suo "divertimento" e quello del suo gruppo, a volte con esempi complessi e articolati... il tutto riassumibile in questa definizione

Io feci una lunga discussione, proseguita poi via PM, con un utente (ora non ricordo chi fosse) su un altro forum; in questa discussione io ero proprio il "paruziatore" che cercava di giustificare in modo a volte veramente efficace (a volte parlo bene, altre meno) il fatto che le CA non esistono, che è tutta una boiata, che ci si diverte giocando e basta, passando da una CA all'altra in base alle esigenze e via dicendo. Ma pensate al povero GdRista che gioca da 15 anni, ha provato decine di regolamenti... non deve essere facile per lui (allora lui ero io) ammettere che in realtà ha giocato ad un solo gioco di ruolo e molto spesso in modalità Zilchplay  :oops:
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Riccardo »

Niccolò

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Zilchplay
« Risposta #10 il: 2009-01-09 13:28:35 »
ma farlo, che gran salto che permette! :)
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Domon »

Mauro

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Zilchplay
« Risposta #11 il: 2009-01-09 13:39:09 »
Mi rimane un dubbio (tra i tanti :D ): A type of Simulationism by default, because in the absence of a desire to actively pursue a Gamist or Narrativist agenda the only focus is on exploration: se si gioca come detto da Moreno, perché A type of Simulationism by default?
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Mauro »

Renato Ramonda

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Zilchplay
« Risposta #12 il: 2009-01-09 14:00:08 »
Ti dico la mia opinione: perche' all'epoca nemmeno chi scriveva aveva ben chiaro che cosa fosse il Simulazionismo :-D
(mi pare lo accennasse Moreno sopra: tutto cio' che non era Nar o Gam era visto come Sim, cosa che decisamente non e' )
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da renatoram »

Niccolò

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Zilchplay
« Risposta #13 il: 2009-01-09 14:51:58 »
esatto, considerate superato quel commento. non c'è simulazionismo (come nessuna altra CA) senza impegno volontario a giocare così da parte di tutti, e investimento nel gioco come attività di valore, piuttosto che come scusa per stare con gli amici.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Domon »

Zilchplay
« Risposta #14 il: 2009-01-09 15:04:42 »
Per quello che ho visto lo Zilchplay si verifichi in situazioni tipo:

- Gioco solo con le solite 4 persone da un sacco di anni e sono quasi sicuro che non riuscirei a trovarne altre per giocare di ruolo. Quindi pur di giocare mi accontento costi quel che costi, anche se alcuni hanno perso interesse e passano metà sessione a scrivere messaggi al cellulare o a parlare della loro squadra di calcio.

- Giochiamo di ruolo perché è un modo come un altro per passarsi la serata, allo stesso modo in cui potremmo giocare a Risiko a tempo perso e lasciando a metà la partita quando ci siamo stufati.
« Ultima modifica: 1970-01-01 01:00:00 da Gabriele Pellegrini »

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