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Analisi di un giocatore parte 1

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Zachiel:
Vorrei parlare un po' dei giocatori che ho al tavolo, per vedere di identificare qualche gioco che potrebbe piacere all'uno o all'altro. Attualmente giochiamo al vecchio D&D, molto hack&slash (sarebbe quasi d'obbligo passare a quarta ma per un motivo o per l'altro non abbiamo ancora fatto il salto)

Penso che si possa partire da uno scelto a caso e vedere se è uno Zilchplayer o se c'è qualche GdR che potrebbe divertirli (poi ovvio che finché non provano non ci sono santi che tengano, ma vorrei almeno orientarmi).



G. ha poco tempo da dedicare al gioco. Quel venerdì sera quando il suo lavoro non glie lo impedisce o non lo stanca troppo per reggere sveglio è forse l'unico momento che ha per giocare.
Fin dall'inizio, quando abbiamo iniziato la campagna, G. voleva esserci. Ha insistito, ha promesso che ci sarebbe stato spesso e per i primi tempi c'è anche riuscito. Ora è un brutto periodo tra esami e lavoro e sta un po' mollando, ma certe volte viene anche se poi va via prima, sfinito dalla giornata.
G. si gioca due personaggi, in genere. Il bardo, per affinità, ed il nano, suppongo con l'idea dei nani di World of Warcraft in testa. Però il bardo lo stanca parecchio (canto, anche questo round. Non c'è una classe di prestigio più interessante?) mentre il barbaro nano è più divertente: tira dei dadi e spacca delle teste.
Fuori dal combattimento, G. è difficilmente un bardo o un nano. Non è propositivo quando si tratta di cercare di raggirare o di convincere i PNG, al massimo salta fuori a comando quando al ladro serve qualcuno che distragga l'oste di turno. Come nano, segue il gruppo fin quando non c'è da menare, tralasciando pure lo stereotipo del burbero con una salda concezione dell'onore. In realtà gli interessano di più le risse e le birre.

In fase di creazione del personaggio, G. ha idee chiare sul personaggio che vuole costruire, ma è dispiaciuto che quello che crea non sia efficace in gioco (parliamo di D&D 3.x dove un tank è, semplicemente, quello che tutti ignorano tanto non fa danno).
Chiede consigli e li accetta, al punto da dirmi "fai tu il personaggio, seguendo le mie linee guida". Ovviamente perdersi in tutto il materiale di D&D non fa per lui.
In gioco dimentica le meccaniche (ad esempio c'è questo talento, attacco poderoso, che dice, togli tot al tiro per colpire e aggiungi tot danno, dichiaralo prima di tirare i dadi - mentre tira siam sempre tutti lì ad urlargli di aspettare) e tutte le volte che non c'è gestirlo è semplicissimo. Come se non stesse ruolando un PG ma cliccando sul tasto attacca di un picchiaduro di quelli senza le combo: gli piace buttar giù mostri.

Dal mio punto di vista la soluzione ideale sarebbe: "Comprati una console".

"Problema": io l'ho visto giocare bene. Abbiamo fatto una partita di SS con un altro master ed era propositivo (forse merito del fatto che era pure sveglio), si inventava quello che poteva fare... magari un gioco con obiettivi chiari e concreti nel breve termine? Uno di quei "se non sai cosa fare guarda la scheda, dovrebbe risultare ovvio" alla burning wheel?

Per contro, giocando a Werewolf (a parte il sistema in sé) l'ho visto giocare un personaggio non a capo di un branco. Ha passato la partita ad insistere di volersi trasformare per picchiare della gente che creava problemi al branco, pur sapendo che chiunque l'avesse visto sarebbe impazzito. Il suo interesse, di nuovo, era picchiare e gasarsi della grossezza del suo personaggio, anche in una situazione in cui avrebbe dovuto lottare non al pieno delle forze per non fregarsi.

Non credo che il problema stia in parpuzio di per sé, quanto nelle situazioni contingenti viste nel gioco. La prima volta aveva un PG indipendente, con degli obiettivi suoi, la seconda era limitato dall'agire in gruppo e sotto copertura, cosa che a quanto pare lo annoia.

Per la cronaca, il motivo di G. di non passare a DD4 è: non ho voglia di mettermi ad imparare un altro regolamento.


Che genere di gioco mi consigliate per G.?

Niccolò:
trollbabe?

Zachiel:

--- Citazione da: Niccolò - 2011-07-08 15:49:03 ---trollbabe?

--- Termina citazione ---

E questa me l'aspettavo, non l'ho messa per non influire sulle vostre decisioni (che non so se ci si possa riuscire ma meglio non rischiare) ma la ritengo molto valida.

Moreno Roncucci:
Come prima impressione, sulla base di quello che hai scritto, direi che:
1) G fa un lavoro che gli porta via molto tempo e faticoso, il momento del gioco è un momento in cui vuole semplicemente divertirsi e rilassarsi.
2) G non ha viglia di impararsi tomi enormi per divertirsi e rilassarsi. (e chi ne ha?)
3) G non si appassiona alle fasi tipiche dell'"interpretazione di gruppo" (in cui tutti fanno qualche frasetta in character ma tanto tutto è già deciso), ma le scelte che fanno la differenza (il combattimento in D&D, o quando gioca a SS) le fa.

Boh, non so, se è tutto qui e non c'è altro che non ho colto, direi che la sindrome di G. ha un nome scientifico preciso: G è una persona normale. Non appassionata di regolamenti e design, non tanto legata al personaggio da passere ore a preparare dei background, o da fare manfrine.   8)

La "soluzione" nel gdr "tradizonale" per queste persone è "il GM deve intrattenerli". Ciioè "non tocca a noi fare giochi migliori per le persone normali. Noi facciamo giochi come li abbiamo sempre fatti, che richiedono un sacco di studio e lavoro. Ci penserà il GM a studiare e lavorare il doppio per loro"

Come "soluzione", come hai visto, a parte il problemino dello scaricare sempre le magagne del gioco sulle spalle del GM, ha un altro piccolo problema: non funziona. Il GM non può "imbeccare" entusiasmo nei giocatori a comando. (vedi infatti come tutto il lavoro di background, ambientazione, storia, etc che hai fatto in Werewold è stato ignorato).

Che gioco ci vuole per G? Direi, a lungo termine, semplicemente uno fatto bene e che non abbia una "barriera di ingresso" troppo alta. Anche perchè, non scaricando tutto sul GM, i giochi moderni gli richiederebbero di SAPERLO il regolamento. Quindi escluderei subito Burning Wheel o mattoni simili, se gli dici "studialo" a questo punto fugge.

Escluderei almeno per il momento anche giochi con temi pesanti: in seguito, con più fiducia nel gioco, potrebbe apprezzare anche quelli, ma per come è abituato adesso, li rifiuterebbe.

Rimangono un sacco di giochi usabili. A questo punto la scelta è più una questione di gusti.

Io suggerirei TROLLBABE.  Il fatto di giocare avventure individuali dovrebbe motivarlo e responsabilizzarlo (c'è il rischio che "stacchi" durante le avventure degli altri, ma se è davvero stanco la cosa potrebbe essere un vantaggio per dargli il tempo di rilassarsi e riflettere sulle prossime mosse), il regolamento è semplicissimo. La scommessa è sulla capacità di narrare le proprie sconfitte.  Ma in genere questo non è un problema per "persone normali", ma per veterani di lunga data del "tradizionale", quindi sarei fiducioso.  (idem per il fatto di giocare Trollbabes: è più un problema per chi gioca da vent'anni a D&D che per chi finora ha giocato poco)

Un altra scelta, meno "radicale" dal punto di vista dei personaggi, ma più dal punto di vista del sistema, è Avventure in Prima Serata.  Qui, rispetto a trollbabe, conta molto meno il combattimento, quindi non so se è meglio nel suo caso...

Cani nella Vigna potrebbe essere ottimo, ma non subito, probabilmente.  Però lì davvero dipende dalle cose del giocatore che sai tu.

[Crosspost con Niccolò: great minds think alike...   8)   ]

Antonio Caciolli:
io propongo in a wicked age per il semplice fatto che lo trovo ancora più divertente se lo fate in gruppo


cmq sì dovreste scegliere un gioco dalle scelte forti e importanti che sveglino le persone al tavolo invece di addormentarle ;)


con D&D ti svelgi quando fai qualcosa e basta imho mentre in TB e IAWA sei pimpante sempre


PS: di a G. che D&D4 non si deve imparare ... basta avere un GM che ti fa la scheda e poi basta una sessione (io lo ho imprato giocando :P)
PPS: hai provato tanto per divertirti Gamma World?

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