Ho cominciato questa riflessione l'altro giorno, leggendo di un feedback ad Elar sulla Tana del Goblin, se non erro da parte di Antonio (tra l'altro sono contento di vedere che sempre di più, da chi lo gioca arrivino commenti di apprezzamento del gioco, come editore e come autore sono cose che ripagano e che infondo voglia di andare avanti anche quando essa viene meno)...
L'Ambientazione di Elar è ricca e corposa, non è un caso che sia percepito come Indie atipico con un manuale composto per 2/3 da ambientazione...
In fondo al cuore mi sono sempre detto che era qualcosa di diverso da... (chessò una ambientazione che amo e corposa come quella di) Exalted, ma effettivamente non ho mai avuto in mano una prova provata di questa sensazione...
Erano anni diversi, quelli in cui mi stavo dedicando a Elar, forse chi ora mi conosce come creatore di giochi o playtester (e pensa che un po' di talento ce l'abbia) stenterà a crederlo, ma erano tempi in cui nonostante qualche tentativo iniziale e collaborazione parziale (le regole per i fantasmi, le storie horror... patrimonio del system.05) lasciai completamente lo sviluppo del sistema in mano a Davide.
Certo con Davide non è semplice collaborare e in fondo Elar è sempre stato il "suo" gioco, ma il motivo principale di questa scelta si riassume in una frase che dissi all'epoca "io non sono un sistemista, io non ci capisco niente di sistemi, meccaniche e altro", ed era vero non ci capivo proprio nulla, per me i motivi (legati alle meccaniche e al sistema) per cui Cani era diverso e migliore continuavano a sfuggirmi...
I tempi cambiarono dopo, con il primo playtest che feci (a Psirun, che bel gioco!) e con Ravendeath... Ma sto divagando!
A quell'epoca ero comunque un talento potenziale (anche adesso in fondo sono più un talento potenziale che qualcosa di espresso), avevo pur vinto due "oscar" del teatro della mente del FC (e provateci voi a vincere due "oscar", mica era roba semplice, e con giochetti freeform che ancora adesso giudico "di qualità", Eschaton e X-men Dhampir saga), quindi presumevo con un po' di superbia di poter essere utile alla causa di Elar.
Mi concentrai sull'ambientazione, aiutando sulla parte "non elfica", in particolare quella umana.
Se adesso leggete della Sheen & Lloyd, sappiate che deriva soprattutto da me, e la mia patria è la Comunidad Esperanciana, anche se i miei genitori erano di Svenoblia...
Sono ancora adesso molto attaccato alle cose che ho scritto e prodotto per Elar, proprio come un padre...
Ma finalmente ho capito cosa c'è di diverso (E qui arrivo al punto di questo piccolo viaggio)!
Se chiedete a me, l'autore, che cosa succede dopo a Svenoblia, che cosa succede a Damon della Sheen & Lloyd, se scatterà una nuova guerra al porto di Labonne, io non vi so rispondere, io non lo so...
Non ne ho la minima idea... Tutto ciò che ho sviluppato (tutto ciò che ha sviluppato il team di Elar) è solo una statica fotografia di partenza... Nessuno sa davvero cosa succede dopo, perché quella parte è interamente a carico dei giocatori di Elar, che nelle loro storie hanno il diritto di fare quel cavolo che gli pare.
C'è un rapporto diverso tra autore e fruitore (giocatore), fin dall'inizio l'autore non instaura un rapporto per cui il fruitore rimane in attesa di scoprire "gli sviluppi futuri della storia fichissima che hai creato" (che poi a mio avviso si riproduce nel livello inferiore con il giocatore che aspetta di ricevere "gli sviluppi futuri della storia fichissima che il master ha creato"), bensì un rapporto di completo affidamento "questo è tutto, e funziona tutto, non c'è altro, 'rangiàs! (termine dialettale che significa arrangiati)"
Grazie della riflessione Antonio... Ma ora, picchia un po' la testa e vedi di capire quale è il segreto per cui Ravendeath è un bel sistema!