Autore Topic: Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse  (Letto 13120 volte)

Michele Gelli

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #30 il: 2011-05-31 12:33:10 »
@Michele: c'è da dire che (e qui lo so che mi odierai) stiamo parlando di 20-30 anni fa... ;-) Adesso il mercato è un poco diverso, e soprattutto l'ambito specifico di cui parliamo, i gdr indie, ha caratteristiche peculiari MOLTO forti e caratterizzanti...

So che il case history è abbastanza datato, e non ho nessuna pretesa che che sia applicabile al 100%.
Ma è una cosa che però mi impressionò tantissimo. Anche in presenza di un programma visibile in chiaro, anche in presenza di una forte difficoltà di fare copie*, anche in presenza di un sensibile decadimento della qualità delle copie è esistito almeno un caso in cui la pirateria si è ingollata almeno il 75% delle vendite.


* = stiamo parlando di tempi dove un vcr dal dignitoso in su era capace di costare uno stipendio, figuriamoci quante persone potevano averne due o con che gioia ne imballavi uno per portarlo a casa del tuo amico...
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Michele Gelli - Narrattiva
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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #31 il: 2011-05-31 18:29:11 »
Sono d'accordo con te, è effettivamente impressionante! Con quelle cifre ci mancherebbe altro ^.^


Però d'altro canto sono rimasto molto impressionato, in tempi recentissimi, del senso di positività generato dal bundle di The Sight for Sore Eyes (link: http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,4157.0.html ): ok che è una situazione diversa - non si tratta di pirateria, ma di un'opera di carità in cui certi autori mettono volontariamente a disposizione le proprie opere, gratuitamente), in cui... Beh, certi autori mettono volontariamente a disposizione le proprie opere, gratuitamente, e apparentemente nessuno ci perde!


Mi riferisco in particolare al relativo commento di Baker sul suo blog, qui: http://www.lumpley.com/marginalia.php?entry=568&comment=14834, e in particolare alla frase:


The world isn't sum-zero if you're creating things.


Ci sono autori che hanno messo a disposizione tanto per questo bundle (se non ricordo male ad esempio Lehman aveva messo direttamente il pdf di Polaris), e l'hanno fatto gratuitamente, volentieri! Ovvio che stiamo parlando sempre di un'opera di carità, non di un "lo metto gratuito perché sì", però effettivamente così Lehman (sempre per stare nell'esempio) ha raggiunto col suo gioco molte più persone di prima, che magari vorranno comprare il cartaceo, e/o lo giocheranno con altre persone che ne parleranno e/o vorranno comprare il cartaceo, e il tutto fondamentalmente a costo zero per lui (il tempo materiale di spedire un pdf a Elizabeth).


Non sono favorevole alla pirateria di opere intellettuali in senso assoluto, però non posso fare a meno di pensare che nel nostro caso, quello dei gdr indie, cioè un prodotto che non ha (per ora) raggiunto la massa come la maggior parte dei media, e che è utilizzato abitualmente solo da una cerchia piuttosto ristretta (per ora, di nuovo) di appassionati dell'hobby, che peraltro spesso sono in stretti contatti anche personali con gli autori, e in cui quasi nessuno sembra voler investire molto pubblicità (l'unica che mi viene in mente è quella delle tre case italiane - pieghevoli, volantini eccetera)...


Ecco, in questo nostro molto specifico caso, a volte un pdf illegale su un qualche torrent forse può fare più bene che male.


Poi come ho scritto anche sul relativo recente thread su The Forge: ogni autore sembra avere la propria opinione in merito, e penso che sia un bene. Personalmente cercherò di formare una mia opinione ben definita solo se e quando mi dovessi ritrovare anch'io con un mio gdr indie sul mercato, cosa che di sicuro non accadrà nel breve/medio periodo, sempre che accada (anche perché può dipendere molto di prodotto in prodotto... Per esempio, prova a mettere su torrent Zombie Cinema, se ci riesci ;-D ).
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Moreno Roncucci

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #32 il: 2011-05-31 18:39:13 »
La pirateria DI SICURO fa sì che qualcuno che avrebbe comprato il tuo gioco (conoscendolo) se lo goda gratis.
La pirateria DI SICURO fa conoscere il tuo gioco a più persone.

Basta vedere queste due frasi, per me, per capire che nessuna risposta sui danno della pirateria possa prescindere dal vedere di che gioco stiamo parlando.  Perchè bisogna vedere quanto era conosciuto prima, quanto costa, etc.

D&D potrà guadagnare dalla pirateria attraverso la vendita di altri servizi (forse), ma dubito che ci guadagni sulla vendita dei manuali base: che margine di miglioramento può avere sul farsi conoscere?

Però anche per i giochi semisconosciuti non è detto che ci sia un saldo positivo: può darsi benissimo che HAI GIA' RAGGIUNTO IL TUO PUBBLICO, e la maggiore esposizione data dalla pirateria non ti aiuti minimamente. Questo vale soprattutto per i giochi con temi particolari, di nicchia, "difficili", e non abbastanza di grana grossa per il grosso pubblico.
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #33 il: 2011-06-01 17:06:45 »
Citazione
D&D potrà guadagnare dalla pirateria attraverso la vendita di altri servizi (forse), ma dubito che ci guadagni sulla vendita dei manuali base: che margine di miglioramento può avere sul farsi conoscere?

Però anche per i giochi semisconosciuti non è detto che ci sia un saldo positivo: può darsi benissimo che HAI GIA' RAGGIUNTO IL TUO PUBBLICO, e la maggiore esposizione data dalla pirateria non ti aiuti minimamente. Questo vale soprattutto per i giochi con temi particolari, di nicchia, "difficili", e non abbastanza di grana grossa per il grosso pubblico.

Infatti se noti ho sempre parlato di gdr indie, mai di gdr mainstream: D&D è un gioco "di consumo", fatto per vendere una grande mole di manuali ad una relativamente grande mole di utenti (vedi anche le decine, quando non centinaia, di supplementi...). Li sono ragionevolmente sicuro che la pirateria gli faccia dei danni economici (anche se il formato classico dei manuali di D&D 3a - non ricordo se anche di quelli dopo -, la pagina verticale su doppia colonna, è particolarmente scomodo da leggere a schermo... Ma questo non sembra fermare chi li mette su torrent).

Vero però che, effettivamente, ci sono giochi che hanno già raggiunto una fetta di appassionati relativamente consistente e che si sono fatti "un nome" (i primi a venirmi in mente sono Cani nella Vigna e Apocalypse World, giochi che hanno fatto vendite abbastanza consistenti relativamente al mercato dei gdr indie - c'era un thread su The Forge di Baker in merito...) e quindi, per questi specifici, effettivamente credo che la pirateria possa fare del male - anche se Baker dice "I don't super care" in merito alla pirateria dei suoi giochi. ;-)
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Mauro

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #34 il: 2011-06-01 17:13:00 »
Il problema del valutare il danno economico in simili casi è capire quante delle persone che lo hanno scaricato lo avrebbero altrimenti comprato: se non lo avrebbero fatto, resta la questione dell'uso senza controparte, ma non è che senza pirateria l'autore ci avrebbe guadagnato di piú.

Rafu

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Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #35 il: 2011-06-01 21:26:29 »
D&D è un gioco "di consumo", fatto per vendere una grande mole di manuali ad una relativamente grande mole di utenti (vedi anche le decine, quando non centinaia, di supplementi...). Li sono ragionevolmente sicuro che la pirateria gli faccia dei danni economici (anche se il formato classico dei manuali di D&D 3a - non ricordo se anche di quelli dopo -, la pagina verticale su doppia colonna, è particolarmente scomodo da leggere a schermo... Ma questo non sembra fermare chi li mette su torrent).

Anche questo è discutibile, veramente. E non lo dico da sostenitore dell'attuale modello commerciale di D&D, bensì da suo detrattore.

Un "marchio" come D&D (perché è nel "marchio" che una azienda delle dimensioni della Hasbro traffica) è commerciabile perché esiste una "sottocultura" che lo consuma. Anche lo scambio di riproduzioni dei manuali non approvate dall'editore è parte di ciò che tiene viva tale sottocultura, e perfino in quello esiste concorrenza: per un'azienda dominatrice del mercato, com'è la Hasbro, è comunque conveniente che i cosiddetti "pirati" diffondano D&D piuttosto che altri giochi. Naturalmente, poiché una parte delle entrate della Hasbro derivano dalla vendita dei manuali (principalmente i manuali "base", che è la ragione per cui commercialmente occorrono nuove edizioni o "mezze" nuove edizioni con una certa frequenza), si ha una tensione interna per cui l'editore vuole contenere la circolazione non autorizzata al minimo, ma i loro sforzi - se strategicamente ben diretti - sono nella direzione di sopprimere la "pirateria" in generale, non di sottrarre esclusivamente i loro prodotti da quel giro (ed è questa la ragione per cui editori, case discografiche e cinematografiche tendono a collaborare su questo fronte). Fintantoché esisterà un "mercato nero" dei manuali scansionati, la Hasbro avrà una volontà di dominare anche quel mercato così come domina nelle librerie (certo, l'editore preferirebbe che tale "mercato nero" non esistesse affatto, ma le aziende sono realiste).

Il paragone che si può fare (con le dovute proporzioni, naturalmente, perché D&D non fa del male a nessuno) è con la Microsoft e Windows. La reperibilità di copie "piratate" dei sistemi operativi Windows è funzionale alla strategia di dominazione del mercato della Microsoft (azienda praticamente monopolista, se si guarda agli OS per computer non "lockati" - quello del Macintosh può essere analizzato come un mercato separato, visto che concorre simultaneamente sul piano dell'hardware). Per il consumatore esistono due scelte evidenti: acquistare "legittimamente"  Windows (pagandolo) o procurarsene per vie traverse una versione "crackata"; le numerose terze scelte, come nelle elezioni politiche, scivolano completamente fuori dallo spazio del discorso.

Per le aziende che già dominano un settore di mercato, quindi, è sempre vantaggioso (o, meglio, una strategia di preservazione del potere) monopolizzare il discorso attorno alla relativa cultura del consumo. Anche quando si parla di scaricamenti "illegali" dai torrent.

Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #36 il: 2011-06-01 23:15:01 »
Piccola parentesi: per chi volesse leggere "com'è andata a finire" (o quasi) su The Forge, Ron ha da poco postato cosa intende fare.

http://www.indie-rpgs.com/forge/index.php?topic=31549.msg286448#msg286448
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Re:Pirateria, Creative Commons e altre amenità connesse
« Risposta #37 il: 2011-06-05 10:47:30 »
La pirateria DI SICURO fa sì che qualcuno che avrebbe comprato il tuo gioco (conoscendolo) se lo goda gratis.
La pirateria DI SICURO fa conoscere il tuo gioco a più persone.
.

Ma siccome il tempo non è una risporsa infinita... la pirateria di un gioco danneggia gli altri giochi...
Alberto M.   - Ventura"il problema è che io ci tengo a che il mio personaggio resti vivo, ma lui non ci tiene tanto" (by Jasca)

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