Gente Che Gioca > Gioco Concreto
La differenza percepita con CnV [era: Gioco concreto: un caso specifico di D&D]
Locke:
--- Citazione da: Moreno Roncucci - 2011-04-22 20:36:19 ---La seconda domanda riguarda una cosa che hai scritto che mi ha lasciato molto perplesso:
Quando ho spiegato CnV alla mia ragazza (non viziata da gdr parpuziosi, visto che ci si è affacciata da poco), ha "sentenziato":
"Questo gioco non ha nulla di cinematografico".
Non intendeva ovviamente dire che le scene non venissero belle esteticamente, bensì che nel cinema c'è una sceneggiatura e quella è. Piuttosto cani nella vigna le appariva come uno dei giochi che si fanno a teatro per stimolare la capacità di improvvisazione + uno dei giochi per stimolare l'immaginazione come "c'era una volta".
Se come dici giochi senza avere una storia già tracciata da seguire... di che "sceneggiatura" parla la tua ragazza? A cosa si riferisce?
--- Termina citazione ---
Sono abbastanza nuovo anch'io, comunque conosco Cani nella vigna e provo a rispondere. Credo che, giusto o sbagliato che sia, la distinzione tra gioco tradizionale e gioco new style o come volete chiamarlo sia vista spesso come questa: nel tradizionale ho qualcosa di già impostato. Per interattivo che possa essere, mi muovo sempre dentro a un contesto in parte già definito. In quesi altri giochi in cui il master non c'è, invece, e' davvero un po' come se ci sedessimo in cerchio attorno a un tavolo e ci iniziassimo a raccontare una storia a turno. Ci sono dei meccanismi piu' complessi, non e' solo una storia roundrobin, cioe' parlando a turno, pero' alla fine il succo e' quello.
Notare che secondo me Cani non rientra in questa seconda categoria, ma capisco come i giochi senza master possano 'rischiare' di sembrare giochi in cui ci si siede e si dipinge assieme una storia, senza 'sorprese'. Non dico che sia cosi', dico che non mi stupisce che la gente possa pensarla cosi'!
Ciao
FG
Hoghemaru:
i giochi New Wave non sono giochi senza master, tanto meno lo è Cani nella Vigna
ci sono giochi senza master, come ad esempio Polaris, ma la maggior parte dei NW il master ce l'ha e può anche mazzolare pesantemente i giocatori
la differenza sostanziale tra NW e tradizionale sta nella ripartizione delle autorità all'interno del gioco: nel tradizionale è tutto in mano al master che può fare tutto quello che vuole, mentre nei NW le autorità autorità sono ripartite tra tutti i giocatori (in che misura dipende dal gioco, ognuno fa caso a se) e nel fatto che il master sia soggetto a regole come gli altri giocatori e che quindi non sia più onnipotente (con tutto ciò che ne consegue)
Moreno Roncucci:
Ciao Filippo!
Ho spostato il tuo intervento da questo thread perchè non rispettava le indicazioni del creatore del thread (io, in questo caso, ma è una regola generale del forum che chi inizia i thread ne pone i limiti). Almeno in questa prima fase avevo chiesto che nessun altro postasse nel thread a parte Manfredi Arca.
Inoltre il tuo post secondo me manca degli esempi pratici necessari per postare in "Gioco Concreto", essendo in pratica un osservazione su quello che pensano non specificati "altri".
Questo non significa che comunque la tua osservazione non sia meritevole di attenzione e di risposta, anzi, è un argomento che mi interessa trattare. Però prima bisogna mettere "in regola" la discussione, e per farlo servono due cose: la prima l'ho già fatta io, splittando la discussione in un thread separato. La seconda dovresti farla tu, parlando di cosa ti ha portato a queste considerazioni: casi concreti di persone che ti hanno detto questo, o anche il ricordo di averlo pensato tu in passato, forse. Non so, la cosa importante è che porti cose che hai visto, sentito od osservato tu, portando la discussione ad un dialogo in cui ci si scambiano opinione ED esperienze, e non solo opinioni.
[edit: crosspost con Hoghemaru]
Manfredi Arca:
Mi preme specificare che quel post era parte più amplia di un discorso Gioco tradizionale/gioco indie.
Da una parte D&D giocato con trama già decisa, dall'altra Cani nella Vigna.
Si parlava di trarre godimento anche di personaggi protagonisti di una storia definita già a tavolino, il cui unico scopo è arrivare alla fine (gioco dell'oca?).
Quello è solo un commento di qualcuno che studia regia (quindi apprezza l'intrattenimento passivo ed il coinvolgimento illusorio, la vede come un'arte).
Un saluto.
Matteo Suppo:
Interessante citare il gioco dell'oca, che è forse il gioco più noioso e meno interattivo esistente al mondo.
Lo storytelling (inteso come raccontare una storia, e non come l'omonimo sistema della white wolf) è una forma di arte e creatività che ha una sua dignità e legittimità: qualcuno in grado di raccontare una storia dell'orrore facendomi drizzare i capelli ha tutto il mio rispetto.
Farsi raccontare la storia fingendo di essere il protagonista è già un'altra cosa, ma ha comunque una sua dignità, a patto che sia ben chiaro il rapporto tra chi racconta la storia e chi semplicemente fa da "colore".
L'ho fatto più di una volta qualche anno fa. Una delle storie era una storia dell'orrore in cui dal pozzo sotto casa mia cominciava a sgorgare acqua (o sangue, non ricordo), e le persone a cui raccontavo la storia erano anche dei personaggi della storia.
Questo, correggetemi se sbaglio, si chiama Partecipazionismo. I miei amici sapevano benissimo che quella era la MIA storia dell'orrore, e mi aiutavano semplicemente a raccontarla in maniera differente.
Qual'è il problema di questo metodo? Beh, che serve una persona che abbia buone capacità di raccontare, far appassionare, un buon carisma.
Io non ne conosco. Nemmeno io rientro in quella categoria, tant'è che dopo un paio di esperimenti in quel senso non si è più continuato. Esattamente come per fare un film devi essere un bravo regista, per recitare devi essere un bravo attore e così via. Devi sapere intrattenere. E' fottutamente difficile perché nessuno te lo spiega.
Guarda il manuale di Vampiri: zeppo di numeretti e pallini che sono assolutamente inutili e hanno l'unico effetto di far concentrare gli ascoltatori su queste cose. Raccontare una storia attraverso quel sistema è un inferno. Come attraverso il sistema di d&d. E infatti non c'è altra soluzione che ignorare le regole quando capita.
Così capita che si discuta sulle regole, o che ogni gruppo si crei la sua versione del regolamento, che si faccia peso sui rapporti sociali o tutte quelle altre cose brutte e disfunzionali che si son viste negli anni.
Quindi il fatto è questo: non è disfunzionale farsi raccontare una storia, è disfunzionale farsi raccontare una storia attraverso un sistema fasullo in cui non sai davvero quali sono le regole e in cui tra l'altro pensi di avere diritto a potere decisionale e quindi agisci sul piano sociale (anche inconsciamente) per ottenerlo.
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