Quarta e ultima scena, confronto finale! Sì, una volta che Elettra aveva la spada in mano, abbiamo tutti pensato che i tempi fossero maturi. Ovviamente, perseguimento della vendetta.
Sala del trono di Micene, in scena: Agamennone (Vellu), Cassandra (Mario), Elettra (Katia), Oreste - voce nella testa di Cassandra (Preda), un servitore del re (Paolo).
Tra le cose di Elettra, Cassandra ha recuperato un vestito da principessa, di foggia troiana, che ora indossa. Agamennone siede sul trono, e osserva la Grecia ai suoi piedi. Su ogni sedia un cartellino con un nome. Agamennone guarda verso Ftia, che è senza nome, e ordina al servitore: "Scrivi 'Telemaco'. Manderemo poi una lettera a suo padre."
Entra Elettra. "E ditegli anche di preparare un funerale. I sovrani di Ftia muoiono giovani." Elettra per il momento nasconde la spada, e si mette dietro al trono del padre.
Entra Cassandra, in vesti da principessa. Il moto di sorpresa di Agamennone è quasi impercettibile. "Pare che abbiamo un'ospite. Disponi un seggio per lei, anche se dovrà essere posto su delle rovine." Il servo prende uno scranno da schiavo e lo pone dove sulla mappa dovrebbe trovarsi Troia. Cassandra sorride.
Comincia una schermaglia verbale. Cassandra, per la prima volta da anni, ha il coraggio di alzare il volto verso l'uomo che ha guidato la spedizione che ha distrutto tutto ciò che amava. Agamennone non prende particolarmente sul serio questa donna disarmata di fronte a lui, la schernisce parlandole di suo padre, di come anche lui aveva capito il vero significato del regnare, purtroppo solo dopo che la testa gli fosse staccata dal corpo. Cassandra gli rinfaccia, aiutata da Oreste, anche lui pieno di rancore, tutto quello che i Greci hanno fatto alla sua famiglia, per lui e per la sua cieca ambizione.
Parte il confronto. Io vinco Morte, Vendetta e Onore. Il Vellu vince Amore e Segreto. La Katia vince Disperazione. Il Preda vince Delizia.
Agamennone si infuria. Lui era l'unico che poteva portare ordine, tenere a bada quei piccoli uomini meschini e litigiosi che non vedevano al di là delle mura delle loro città e fare della Grecia un popolo forte e unito. Ovviamente sotto qualcuno in grado di guidarlo con il giusto rigore.
Elettra vede in quelle parole la conferma di ciò che diceva Cassandra, e degli incubi di Oreste, che sognava invece una libertà diversa. Punta la spada contro il padre, che conosce quanto è mortale. Lui guarda la donna che ha di fronte, la futura madre del suo bambino, ma quello è uno sguardo di amore. Lui le dice che quello era il suo piano, il suo dono, per lei, e per il loro bambino. Che ha fatto ciò che ha fatto per lei, perché la amava più di ogni altra cosa. Elettra esita, incerta. Cassandra si infuria. (Amore)
Cassandra si scaraventa su di lui, ordinandogli di non offendere la parole amore pronunciandola con quelle labbra di assassino e traditore. Lui le rinfaccia che nemmeno lei può pronunciarla allora. "Elena non era che un pretesto. Tu conosci i veri motivi dietro alla guerra. Hai forse dimenticato Radamante? Quello che tu stessa gli hai fatto? Puoi davvero parlare d'amore?" (Segreto)
Cassandra, la donna Cassandra, arretra sotto il peso di quelle parole, sotto il peso delle proprie colpe e dei propri tradimenti. Ma non la sacerdotessa Cassandra. Animata da una rabbia e da una forza più oscure, si fa avanti lo stesso. Gli dice che si inganna sulla natura della Grecia, e sul proprio posto nella storia di essa. "Non ho più il dono della profezia che avevo un tempo, ma Ade mi ha donato una nuova prospettiva. La nostra guerra ha poca importanza. La nuova che stai preparando verso oriente, nemmeno, ma in Persia qualcuno si accorgerà della Grecia, e quella guerra sì che cambierà il destino del mondo. Ma tu, tu non sarai nulla. Tu sarai ricordato solo come una piccola nota a piè di pagina nella storia di uomini migliori di te." (Vendetta)
Le parole di Cassandra pesano come macigni, come se la forza degli dèi le facesse risuonare per la rocca, e Agamennone non riesce nemmeno a reagire, mentre Cassandra riprende dalle mani di Elettra la spada che lei non riesce ad usare e gliela pianta nel petto. La lama è talmente affilata che affonda senza provocare quasi alcun dolore. (Morte)
"Permettimi di mostrarti la pietà che tu non hai avuto per me." gli sussurra, mentre la spada gli raggiunge il cuore, le forze lo abbandonano, e lui si accascia, quasi serenamente. (Onore)
E' la voce di Oreste che ha dato a Cassandra la forza di vibrare quel colpo così mortale. Lo sente ancora che ne trae piacere, e ripete "Sì. Così. Ancora." mentre la lama affonda in un istante interminabile. (Delizia)
Nel vedere quell'uomo, quel padre, quell'amante morto ai suoi piedi, Elettra dapprima non reagisce, poi un lacrima scende sul suo volto, trafitta da una perdita più grande di quanto riesca a comprendere. E' molto affannoso il respiro con cui tenta di prendere l'aria per poter finalmente urlare. (Disperazione)
Cassandra, la ferma, di nuovo con dolcezza, chiudendole la bocca con una mano e sporcandole così il viso del sangue di Agamennone, grande re di Micene. "Vivi, amica mia, cresci bene il tuo bambino. Lui sarà molto importante." le sussurra prima di andarsene, mentre il suo urlo richiama le guardie.
Cassandra muove alcuni passi per andarsene, con la spada in mano, mentre l'ombra si addensa di nuovo intorno a lei, facendola sparire alla vista. Dalla spada, gocce di sangue cadono sulla mappa della Grecia. Mentre Cassandra scompare, vediamo l'ultima grossa goccia cadere su Itaca.
Non visto da nessuno, in un angolo, Ade sogghigna.
Fine della prima sessione (e del primo capitolo). Terribilmente intensa, anche se magari da questo riassunto non sembra. Alla fine eravamo tutti stupiti della sensazione di oscurità, palpabile, che ci aveva dato. Notevole, davvero notevole.