Dunque, son contento che hai preso l'iniziativa con la scena, ma forse è comunque meglio se me la lasci inquadrare. Cioè, come da manuale, dimmi pure direttamente cosa vuoi fare e dove vuoi andare tipo "ok, saltiamo subito a quando siamo nella casa" e poi fammi inquadrare la scena. Capisco benissimo che la cosa è dettata dal PbF, ma credo che comunque sia meglio gestirsela così. Ad esempio ora devo saltare indietro perchè "la casa" ed i suoi abitanti devono avere il loro spazio.
Camminate per poco più di un quarto d'ora, risalendo un pendio piuttosto dolce che si ributta poi in un'altra piccola valle. Da qui ti rendi conto che l'isola è davvero molto piccola. In fondo a questa seconda piccola vallata c'è un complesso di sparute costruzioni.
Una, la più grande, è in pietra ed ha un primo piano oltre al pian terreno. Intorno ce ne sono poi altre tre, poco più che rozze capanne di legno e sterpaglie. Scendete dirigendovi alla casa e mentre vi avvicinate noti che fuori, ad aspettarvi ci sono altre donne, meno di una decina. Anche da così lontano riconosci subito Selka in mezzo a loro: nonostante lo sporco i suoi capelli risplendono in mezzo a tutte le altre.
Arrivati proprio lì davanti non hai difficoltà a notare come tutti portino con se un'arma...piuttosto improvvisata comunque: coltelli e coltellacci da cucina, una si appoggia ad un forcone, un'altra ad un badile.
La più vecchia è in mezzo al semicerchio.
Ti guarda torva e ti fa "Entra".
Qui possiamo inserire la tua narrazione
Selka -che avrà sulla quindicina d'anni- osserva la pietra e muove piano piano la mano per prenderla, ma l'anziana, che le altre chiamano Yrsa, le molla uno schiaffo sul palmo.
"Nessuna di noi è nata qui" dice torva Yrsa.
"Ci hanno rapite" sussurra Selka massaggiandosi la mano ferita.