Play by Forum > (Apocalypse World) PbF 1: Madison County
Gioco
Mr. Mario:
Io invece non riesco a prendere sonno. All'inizio non me ne rendo conto, ma sono un sacco di brutti ricordi, un sacco di brusio, ai margini dei miei pensieri. Quando sento il respiro tranquillo di Barbarossa mi alzo, cercando di non fare rumore, e vado ad ascoltare il vento che fa cigolare i miei mulini e la tempesta elettrica. Ma non risolve la situazione, continuo ad avere dei flash, dei ricordi improvvisi, continuo a voltarmi di scatto immaginando che ci sia qualcosa dietro di me.
Apro la cassaforte nascosta sotto il bancone, e tiro fuori un increspata edizione di "Old-school iron-working", marchiata con il simbolo di una biblioteca che non esiste più, e passando le dita tra le sue pagine cerco nelle sue mille voci un po' di pace, o almeno di distrazione.
Ma non la trovo, e in preda alla frustrazione sussurro a me stesso 'd'accordo, l'hai voluto tu'. Recupero da un angolo un thermos fissato al pavimento con del fil di ferro.
Lo apro facendo molto attenzione, e verso nella mia tazza appena poche gocce di un liquido che sembra acqua ma con un ombra scura a turbarne la trasparenza, poi lo richiudo e lo riassicuro al pavimento. Mi stendo a terra, e mi preparo per un tuffo. Se tutto il rumore del mondo proprio non vuole lasciare in pace i miei pensieri, stanotte, vediamo cosa vuole.
Chiudo gli occhi, mi verso in bocca le gocce di pioggia nera, che in questa dose aumenta la ricettività, e spalanco la porta del mio cervello.
Open your brain, caso mai non si fosse capito. :)
roll+weird (2d6+2=12) kaboom.
Matteo Stendardi Turini:
Ok, la scena corale ci ha un attimo spiazzati e ci siamo accavallati.Colonel al momento se ne è andata per affari suoi, Robinson e Barbarossa sono a casa del primo, ed October era rimasto, al momento, all'ingresso con Topper.Facciamo così: chiudiamo la scena all'ingresso con October, poi Robinson sono subito da te.
October, mentre parli con Topper vedi Colonel, Robinson e Barbarossa andarsene verso la cittadella.
Topper ti sorride, annunendo all'affermazione, ed aggiunge piano: "Be', mi auguro che tu rimanga, questa volta...", poi, come se qualcuno l'avesse chiamata, alza la testa, guardando verso le rovine della metropoli, e si avvicina a Bavaglio, controllando il tetto di lamiera che nel frattempo l'uomo ha montato.
Si sente un leggero ticchettìo sul metallo: qualche goccia d'acqua sta cadendo.
Glenda:
io questa scena la considererei chiusa...non ho molto da dire a questa ragazza...mi sa che non mi ricordavo nemmeno bene chi era, tranne che era "un'amica di Colonel" XD
Matteo Stendardi Turini:
Già, sei tu a non passare inosservato!
Un altro lampo bianchissimo squarcia il cielo e si abbatte non molto distante dal ponte con un tuono assordante. La pioggia inizia a scendere sempre più forte, coprendo il respiro profondo e regolare di Barbarossa.
Il liquido che igoi, Robinson, sembra attaccarsi alle pareti della gola, seccandole come se fosse vernice, mentre attorno a te si sta levando un brusìo vibrante dagli oggetti che ti circondano; il laboratorio sembra sfocarsi, agitarsi e sovrapporsi ad immagini di altri laboratori tutti uguali, come se d'improvviso la terra stesse tremando in preda ad una scossa tellurica e lo sguardo non riuscisse a trovare un punto fermo su cui posarsi.
E poi d'improvviso appare l'acqua. In un istante sei la pioggia che scroscia, le nubi nere, la tempesta che si sta abbattendo sulla pianura, ed il lago è di foronte a te, e le facce di cadaveri di annegati che stanno camminando nel fango, e tutte si dirigono verso il ponte, una marea umana che proviene dal centro dell'isola. Il respiro diventa difficile, come se avessi una spugna piantata nella gola; l'aria sembra sempre più riluttante ad entrarti nei polmoni.
Dimmi, Robinson, entri spesso nel maelstrom? Che tipo di esperienza è, normalmente?
Mr. Mario:
--- Citazione da: Matteo Turini - 2011-02-21 20:34:21 ---Dimmi, Robinson, entri spesso nel maelstrom? Che tipo di esperienza è, normalmente?
--- Termina citazione ---
No, cerco di farlo il meno possibile. Tuffarmi mi fa sentire piccolo e vulnerabile, come se fossi di nuovo solo un bambino spaventato. E' come se invece di lasciare che un oggetto mi parli, lasciassi che tutto il mondo, ogni singola cosa mi parlasse contemporaneamente, dopo che torno per diverso tempo la testa ancora mi rimbomba, le orecchie mi fischiano, ho gli occhi abbagliati e un sapore dolciastro in bocca. questo quando va bene. Quando va male, quando riaffioro, le cose non smettono di urlarmi contro.
Ciò nonostante, qualche volta devo. Qualche volta ho bisogno di una risposta che posso trovare solo lì, perché una delle mille voci perse nella confusione mi dirà proprio quello che ho bisogno di sentire. Qualche volta, come questa, è come se ci fosse l'alta marea. Non sono io che mi tuffo, è il vortice che sale, e mi erode i pensieri finché non mi lascio andare, finché non ascolto. E di solito non mi piace quello che deve dirmi.
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