Autore Topic: Che ne pensate dell' associazionismo italiano [Split da larp symposium bla bla]  (Letto 3658 volte)

Ivano P.

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Copio un intervento di Andrea Castellani

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un po' perché ritengo (opinione del tutto personale) che le associazioni generino faide, che le faide generino chiusura e che la chiusura impedisca il progresso, il che spiegherebbe perché la scena larp è più stagnante nei paesi in cui l'identificazione dei giocatori con le associazioni è più forte (in primis l'Italia), e un po' perché quando parlo "con le associazioni" in realtà mi ritrovo sempre davanti una persona o al massimo due o tre, e questo mi dà la fastidiosa sensazione di parlare con un politico, ossia con una persona che decide al posto di altri cosa devono fare, cosa è bello e cosa è brutto, e come sempre in questi casi mi compare davanti agli occhi una scritta rossa lampeggiante "BERSAGLIO" in stile Terminator. ;-)
Detto questo, e appurato che io con le associazioni non ci devo parlare, questa rimane una mia opinione personale la cui influenza sull'attuale gruppo organizzativo immagino sia molto vicina allo zero. I due project manager di quest'anno hanno detenuto a lungo cariche importanti in associazioni anche molto grosse, perciò immagino che della mia personale attitudine verso le associazioni non condividano nulla e se ne freghino altamente, e sono più che sicuro che si parlerà anche con GRV Italia e con tutti gli altri.


Non è la prima volta che sento di questa "percezione maligna" verso le associazioni e mi interesserebbe sentire persieri terzi.

rgrassi

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L'associazionismo in sè non è un male.
Lo diventa quando serve per erigere steccati anzichè per allargare il terreno di lavoro su obiettivi sinergici e condivisi.
In Italia, purtroppo terra di guelfi e ghibellini da tempo immemore, l'associazionismo è la versione 'laica' ma 'degenere' della parrocchia e serve, purtroppo, per creare capi, capetti, correnti, sottocorrenti e dare soddisfazione all'ego.
Non che manchino esempi di buon associazionismo, ma, in generale, l'Italia è piena di numerose associazioni tutte di piccola caratura che hanno un ciclo di vita di 5-10 anni (giusto il tempo in cui un fondatore poi smette di lavorarci perchè poi non ha più tempo per dedicarvisi).
La cosa si riflette anche in altri campi, ovviamente, con i suoi pro (che indubbiamente ci sono) ma anche con i suoi contro (che indubbiamente ci sono), come l'industria, i servizi, la politica, etc...
In generale, l'italiano non è disposto ad aggregarsi più di tanto (dal punto di vista numerico) perchè (forse) teme la struttura piramidale e la distanza dai suoi reali bisogni o esigenze.
Rob
* Considerazioni basate su partecipazione attiva a numerose associazioni di diverso tipo in Italia. Non ho dati a supporto.
« Ultima modifica: 2011-01-10 15:14:40 da rgrassi »
Roberto Grassi Levity - www.levity-rpg.net

Il mio parere di reggiano:

qui in zona abbiamo una certa esperienza di "associazioni" (anche se non sempre chiamate tali) di LARP di Vampiri. Credo avessero iniziato nel 2000, e credo avessero iniziato ancora prima a Parma.

Il Vellu aveva scritto un articolo su Riflessioni Appassionate (INC '10) che passava anche attraverso queste questioni.

Il mio punto è: si trattava di associazioni piccolissime, che attingevano circa sempre dallo stesso bacino di giocatori. E i fondatori si conoscevano praticamente tutti, almeno di nome, ma più spesso erano conoscenti o amici.
E si facevano la guerra.
E dire che erano anche molto simili! Una di Vampiri Masquerade, una di Sabbat, una di Dark Ages. Praticamente facevano tutti lo stesso gioco... In teoria. In pratica, sembrava di sentire parlare tre giganteschi gruppi di Parpuzio fatti di decine di persone: ognuno convinto di custodire il "vero modo di giocare Vampiri" (la cosa si ingigantisce ancora di più se includiamo Parma) e quindi gli altri erano per forza di cose cattivi narratori.

Piano piano sono esplose tutte a colpi di litigi e malelingue (Ezio e il Vellu l'hanno vissuta in prima persona, soprattutto Ezio, e possono spiegarvela nei dettagli, se se la sentono ;-) ).

Attualmente a Reggio Emilia è rimasta solo Amaranthus, che è nata dopo la morte delle altre tre e si occupa di Masquerade, devo ammettere con un certo grado di successo e divertimento, anche se in maniera un po' altalenante (c'è stato un netto boost nella qualità del live e nel divertimento percepito dai giocatori da quando hanno iniziato ad adottare alcune tecniche "innovative" come l'inserimento di Scene visibili da tutti in OG).

E comunque, è tutto fuorché esente da malelingue e litigi vari...
Non so quanto sia un problema sociale italiano, una sorta di "campanilismo applicato al gdr", e quanto sia una delle eredità che il gioco a Sistema-0 ci ha lasciato (in cui tutti i gruppi sono costretti ad inventarsi, di fatto, come si gioca; e quindi quando ti confronti con altri gruppi credi di avere la verità in mano, e lo stesso vale per gli altri, quindi si finisce per litigare; e la cosa chiaramente si ingigantisce quando si parla di associazioni di decine o centinaia tra master e giocatori, anziché gruppetti da cinque o sei).

Chiaramente il mio è un punto di vista estremamente limitato, posso parlare solo di quello che ho visto in diretta (le nostre associazioni di live di Vampiri) e non di altro, ma ci tenevo a dare il mio seppur piccolo contributo ;-)
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Citazione
[cite]Autore: rgrassi[/cite]In generale, l'italiano non è disposto ad aggregarsi più di tanto (dal punto di vista numerico) perchè (forse) teme la struttura piramidale e la distanza dai suoi reali bisogni o esigenze.

Oppure perché ha sempre la pretesa di saperne più della gente attorno, anche su argomenti di cui non ne sa una cippa squanta.
Ed è sempre convinto che "... io lo farei meglio!".
Più una naturale propensione a mettersi "sopra", in caso arrivino soldi...

Misantropia... portami via...
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Necessito di un chiarimento, la domanda e' riferita alle associazioni in generale o il caso specifico di quelle riferite ai Live?

Ti posso dire che i problemi dei Live li conosci gia' se sei su questo forum, mille persone = mille idee diverse del gioco (il famoso e famigerato "non capisci").
Aggiungici i problemi delle associazioni standard e avrai una bella miscela, ne riporto un paio vissute personalmente.
Dieci teste, dieci idee ma solo due braccia a lavorare.
Mancanza di traguardo o fine comune a tutti gli associati.

E' difficile spiegare o dare definizioni, ho esperienze fantastiche ed orribili nel carniere.
Ci possono nascere grandi antipatie come grandi amicizie.
In teoria applicherei un modo di dire americano.
Lead, follow, or get out of the way.
Se ci si rispecchia bene altrimenti forse e' meglio staccarsene.
Di solito succede con il passare degli anni, ci si ridimensiona.
Sono tanto belli i giovani idealisti pero'

Ivano P.

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In generale ^^

Personalmente ho un ottima opinione del concetto di associazione, che poi qualcuna non funziona è normale.

Faccio fatica a capire cosa si voglia di preciso ottenere dallo split del discorso, quindi mi permetto di chiedere a Grifone di dare una direzione allo stesso.
Questo per chiarezza, perché se è una disamina dell'associazionismo di tipo ludico di impronta live sono impreparato, conosco la realtà dell'associazione antro del drago di brescia, visto che ne faccio parte, ma poco quella generale; ci tengo però a portare la mia piccola esperienza e fare alcune considerazioni del caso.

Più in particolare so che, per dimensioni e tipo di organizzazione, l'associazione riesce ad organizzare 3-4 live fantasy all'anno e fra i partecipanti hanno trovato posto persone che poco avevano a che fare con il gdr e grazie anche all'aspetto di costruzione del materiale "di scena" e al tipo di gioco offerto, si sono appassionati alimentando, forse inaspettatamente il bacino d'utenza degli afecionados dei live fantasy in quel della ludoteca.
Alcuni degli utenti storici dei live partecipano anche ai live di TerreSpezzate ed è capitato, quest'estate che ci fossero loro amici conosciuti in TerreSpezzate che venissero a giocare a Brescia, dimostrandosi, fra l'altro, particolarmente simpatici e disponibili, ma riesco a capire che questo possa non corrispondere, ne a qualcosa che possa rappresentare la regola, ma a questo e a giudizi in merito mi rimetto a chi, sicuramente, ha un esperienza molto superiore alla mia.

Per quanto riguarda invece la "litigiosità" o il parlarsi alle spalle che le associazioni fanno una con l'altra, anche qui, credo dipenda molto dalla storia delle stesse, d'altro canto, pensando alla situazione bresciana, si possono notare come le associazioni sono per lo più fisicamente distanti fra loro anche parecchi chilometri, e come, di fatto siano più dei presidi territoriali che danno la possibilità, sia organizzando eventi che diventando i luoghi fisici dove i giocatori, non parlo unicamente di gdr, ad esempio la comunità dei wargamisti nella ludoteca antro del drago è una presenza decisamente più costante e radicata dei giocatori di ruolo tabletop, specie in declino -.

Il fatto di essere presidi e di essersi costituiti come persone fisiche - almeno per le associazioni riconosciute e registrate - rende i responsabili delle stesse dei rappresentanti politici a tutti gli effetti, cioé i presidenti delle associazioni e i consiglieri sono chiamati a farsi carico di rappresentare le istanze degli iscritti nelle sedi istituzionali, dove, per non essere sfrattati, devono contare i numeri degli iscritti, frequenza e magari decidere di non fare eventi che potrebbero essere considerati controversi.
Un esempio di come essere rappresentante di un'associziane sia esattamente questo l'abbiamo avuto a Verolanuova, dove il Monfa è stato letteralmente preso a caldi nel didietro.
Quindi non mi stupisco più di tanto dell'impressione che si ha di stare a parlare con dei politici, perché, se si vogliono avere spazi, se si vuole essere riconosciuti, bisogna avere anche quella dote con tutte le controindicazioni del caso.
« Ultima modifica: 2011-01-10 22:35:19 da fenna »
Daniele "fenna" Fenaroli

Ivano P.

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Faccio fatica a capire cosa si voglia di preciso ottenere dallo split del discorso, quindi mi permetto di chiedere a Grifone di dare una direzione allo stesso.


Ho sentito spesso la gente parlare male del concetto di "associazione" in modo transversale, la curiosità da cui nasce il topic è vedere un po' come sono percepite da altri.
Semplicemente è un topic di confronto su un tema amplissimo, da cui potrebbero anche venir fuori temi più specifici, come no.

Tendenzialmente io ho avuto anche pessime esperienze con delle associazioni, ma le considero un ottimo mezzo organizzativo e di aggregazione.
Non è possibile che tutti in un gruppo magari numeroso si informino di persona su tutto, un minimo di organizzazione serve, peccato che in certi casi si formino delle pseudodittature, ma vedere le associazioni come causa di attriti perché "creano confini" mi pare poco realista.

Dunque, a questo punto posso ampliare il discorso, ti posso dire come mi sento dalla parte dei politici.
Sono il "Presidente" di un'associazione di promozione sociale, mi sono proposto perche' volevo salvare l'associazione che dirigo dalla chiusura.
E' un ghetto, di sicuro ci saranno dei Presidenti che si sono laccati la casa d'oro ma qui ti riporto il mio actual play.
Tutti hanno grandi idee ma le braccia scarseggiano quando si passa al realizzare, sentito con le mie orecchie "ma se gli altri non lavorano io non lavoro", immagina se facessero tutti cosi'.
Delle volte ci si ritrova a dover fronteggiare proposte fatte in buona fede che rischiano di far passare tutti come satanisti, riuscire a conciliare l'esigenze di facciata con quello che vogliono gli associati e' piu' arte che altro.
In comune ci devi fare il solco se servono aiuti di qualsiasi tipo, ad esempio evitare di vedersi tolto l'unico spazio gioco (3,5x7 metri) dalla Societa' Rionale adiacente che lo vuole come magazzino per dei tavoli.
Si deve cercare di avere un clima di partecipazione quando magari (chiarifico prima, associazione per gdr classsici, wargames, giochi di tavolo) la media dell'interesse e' "voglio lo spazio il mercoledi'" e se passi il giovedi' ci sono cartocci di patatine ovunque tranne che nel secchio.
Insomma, ho visto altre associazioni a cui ho partecipato avere problemi, e' facile avere incompresioni tra gli associati, antipatie e quant'altro quando non si e' Lord inglesi.
Un clima simile e' anche piu' facile averlo verso associazioni vicine, magari organizzano una mostra e nemmeno ti chiamano, stessa citta', un buco di paese, ci si conosce tutti di nome e niente, c'e' chi se le lega al dito certe cose.
L'ambiente stesso, quello del gdr regola zero e' portato a questo, tutti si sentono dei santoni con le tavole del gdr sotto l'ascella.
Mi sono chiesto per anni il motivo dei microgruppi e anche grazie a questo sito mi sono dato una risposta.

In breve e stacco per motivi di tempo, c'e' chi fa il messia/santone/politico ma c'e' anche chi decide cosa e' realizzabile, lascio da parte il discorso giusto/sbagliato, dico solo realizzabile.
E' impossibile far contenti tutti, ci sara' attrito per forza con qualcuno, ci ho provato, alla fine mi sono detto, se devo sputarci il sangue mentre la maggior parte guarda che si faccia almeno qualcosa che piaccia anche (anche) a me.
Ecco, questo puo' creare antipatie ma ripeto, se c'e' chi vuole sputare sangue su qualcosa di diverso lo spazio c'e' e l'appoggio pure.
Concludendo, chi fa comanda e mi sembra anche giusto.

vonpaulus

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le associazioni formalizzate servono esclusivamente ad avere una struttura organizzata che permette di interfacciarsi con il mondo esterno laddove la quantità e tipologia di iniziative lo richieda. Non sono in se ne meglio ne peggio di un gruppo di amiche/amici che operano insieme.

Ho fatto parte di moltissime associazioni, formali ed informali, ludiche e rievocative con ruoli variabili dal presidente al semplice socio.
Qui come altrove se la gente scopa (ovvero ha una vita felice) non ci sono problemi, se la gente non scopa (o lo fa male o ha una vita infelice) scarica la merda nell'associazione sfruttando il fatto che è più difficile allontare un associato che un conoscente.

Diffidate di chi dedica più del 10% del suo tempo all'associazione. Probabilmente non scopa.

Così come spesso gli amori e le relazioni sono temporanei trovo normale che anche le associazioni siano tali e che siano legate alle persone che le hanno ideate. E' più sensato che i nuovi arrivati propongano le loro nuove idee, anche in modo antagonista in nuove associazione che incastrarsi in quelle vecchie. L'ovvia banalità "siamo in pochi non dobbiamo ulteriormente dividerci"  serve principalmente alla conservazione muffosa dello status esistente. Pensate alle associazione più antiche che ci sono e datene un giudizio. Enormi, potenti, conservatrici e mummificate.

Citazione
[cite]Autore: Cyrik[/cite]L'ambiente stesso, quello del gdr regola zero e' portato a questo, tutti si sentono dei santoni con le tavole del gdr sotto l'ascella.
Mi sono chiesto per anni il motivo dei microgruppi e anche grazie a questo sito mi sono dato una risposta.

Visto che questo fa seguito ad un mio intervento, per onestà intellettuale ci terrei a specificare che ho visto questo tipo di atteggiamento anche in associazioni che non hanno nulla a che fare col gdr.
Ho collaborato per un anno con alcune associazioni di volontariato (non posso e non voglio fare nomi in questa sede, anche perché sono vincolato da riservatezza) e ho visto una moltitudine di malelingue, asti (che si perpetuano anche da una decina d'anni o più), piccole faide, gelosie, manie di protagonismo e chi più ne ha più ne metta. Per non parlare di chi fa dell'associazione il proprio feudo personale. E questo, tra l'altro, sempre parlando di associazioni di volontariato eh, badate bene... Fatte comunque perlopiù da gente mossa da buone intenzioni e volontà da vendere (e nonostante questo, i problemi di cui ho scritto sono diffusissimi).

Cosa voglio dire, ricollegandomi al mio discorso di sopra sulle associazioni LARP di Vampiri della mia zona?
Che forse il punto non è che i microgruppi e i "santoni con le tavole del gdr sotto l'ascella" vengono creati da una certa cultura di gioco, ma che ne vengono attirati. Esattamente allo stesso modo cui le associazioni di volontariato attirano gli individui con manie di protagonismo.

Entrambe credo abbiano, per propria costituzione, un humus fertile che permette ai "santoni" (e a volte anche ai frustrati) di attecchire e rimanerci.

(Mi rendo conto che in questo post parlo di cose scomode, che possano anche un po' colpire allo stomaco. Alla fin fine, le associazioni di volontariato fanno molto per noi, che ce ne rendiamo conto o meno, e non è mia intenzione sminuirne l'importanza. Sono io il primo a dirlo. Quello che volevo fare, era prendere come esempio una serie di situazioni di cui potrei portare testimonianza diretta, non di fare di ogni erba un fascio. Quindi, si prega astenersi rant e sfuriate a favore dei "poveri volontari").
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Ivano P.

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le associazioni formalizzate servono esclusivamente ad avere una struttura organizzata che permette di interfacciarsi con il mondo esterno laddove la quantità e tipologia di iniziative lo richieda. Non sono in se ne meglio ne peggio di un gruppo di amiche/amici che operano insieme.


Quoto grandemente ^^

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Qui come altrove se la gente scopa (ovvero ha una vita felice) non ci sono problemi, se la gente non scopa (o lo fa male o ha una vita infelice) scarica la merda nell'associazione sfruttando il fatto che è più difficile allontare un associato che un conoscente.


Qui meno, varia gente che trombava abbondantemente ha creato parecchi problemi per (ad esempio) manie di protagonismo.

Citazione
L'ovvia banalità "siamo in pochi non dobbiamo ulteriormente dividerci" serve principalmente alla conservazione muffosa dello status esistente. Pensate alle associazione più antiche che ci sono e datene un giudizio. Enormi, potenti, conservatrici e mummificate.


Il discorso "non dividiamoci" io lo trovo sensato finché c'è accordo sullo scopo dell'associazione.
Io e Robur abbiamo avuto fior di problemi con gente che fondamentalmente andava contro lo scopo dell'associazione stessa (Scopo: diffondere il LARP in tutte le sue forme/ Loro volevano renderla l'ennesima ass. fantasy mono live)  :-p

Mattia Bulgarelli

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[cite]Autore: vonpaulus[/cite]Diffidate di chi dedica più del 10% del suo tempo all'associazione.

Io diffiderei di chiunque dedicasse più del 10% del suo tempo a qualsiasi cosa.
Cmq fanmail sul discorso persone felici/infelici.
Co-creatore di Dilemma! - Ninja tra i pirati a INC 2010 - Padre del motto "Basta Chiedere™!"

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Diffidate di chi dedica più del 10% del suo tempo all'associazione. Probabilmente non scopa.

Questa me la incornicio. Se la leggesse mia morosa (cosa che accadrà domani) credo saranno guai per me

Matteo Suppo

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  • Matteo Suppo (oppure no?)/ Fanmail permanente
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[cite]Autore: Korin Duval[/cite]
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[cite]Autore: vonpaulus[/cite][p]Diffidate di chi dedica più del 10% del suo tempo all'associazione.[/p]
[p]Io diffiderei di chiunque dedicasse più del 10% del suo tempo a qualsiasi cosa.
Cmq fanmail sul discorso persone felici/infelici.[/p]

Io dedico più del 10% del mio tempo a dormire ò_O
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

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