Fanculo, sto gioco mi ha fatto tornare indietro di 10 anni. Sto ascoltando a manetta punk, rock di protesta e ho una voglia assurda di riassemblare i pezzi dello skateboard che ho in garage.
Ho recuperato delle vecchissime bombolette e sto guardando il soffitto pensando che è un po’ troppo bianco per i miei gusti.
Poi mi guardo allo specchio e mi dico “cazzo... ma quand’è che son diventato un fottuto adulto di merda?”.
Ci voleva una serata a giocare a Misspent Youth per farmici pensare. Che poi abbiam giocato soltanto una scena, perché il gioco ci ha colto un po’ di sorpresa con una bella strizzata di coglioni.
Tornavo dalla giornata all’alter ego, dopo 3 demo in 6 ore. Un record. Ero stanco e il giorno dopo progettavo di svegliarmi alle 5, quindi ho detto a Dino, Rino e Giulia “Guardate, passo a salutarvi ma rimarrò poco”.
Il cazzo. Son tornato a casa alle 2, mi sono infilato a letto alle 3 e mi sono alzato alle 5 come previsto, e ho surfato per bene, gasato come pochi.
Di che parla Misspent Youth? Parla di noi, qualche anno fa. Ricordi quando si partecipava alle manifestazioni, quando si ascoltavano canzoni di ribellione, quando si diceva contro all’autorità? Quando si era adolescenti e si voleva cambiare il mondo?
Cos’è successo poi? Il mondo ha cambiato noi.
Ed è quello che ti succede in Misspent Youth, anche se lì probabilmente in mano hai delle pistole oltre alle bombolette e il mondo è una fottuta distopia alla Orwell.
Ragazzini adolescenti che lottano contro l’autorità. E’ un po’ la mia vita col padrone al contrario. Lì esegui gli ordini dell’autorità, ma fa parte di un cammino di redenzione. Qua ti ribelli, ma al costo di perdere te stesso.
E così ci siamo seduti a mangiare schifezze, saltando cena, a creare l’autorità (la faceva Giulia) e i nostri personaggi. Abbiamo tirato dentro una ragazza molto atletica e incinta, uno spacciatore orfano dai mille contatti e una ragazza dalla faccia pulita che va a letto con gli adulti per rubare loro informazioni.
Abbiamo anche fissato le figure dell’autorità: erano dei PNG che rappresentavano il sistema che noi volevamo combattere. Nello specifico erano un politico e il capo delle forze armate swat.
Come succede spesso, i personaggi erano solo dei concetti astratti, finché non sono entrati in gioco e sono diventati vivi e veri. Ma pesantemente.
La scena ci vedeva al parchetto, a parlare tra noi, fumare due paglie e discutere che qualcosa bisognava pur fare, o il rave sarebbe saltato.
Poi una ronda di cittadini benpensanti si è avvicinata. Io ho provato a dileguarmi, ma il capo della ronda, un viscido bastardo dalle mani troppo lunghe ha cercato di fermarmi.
Who’s going to stand up?
Questa è la frase che annuncia il conflitto. E il primo che dice “IO!” O che afferra i dadi è quello che affronterà la minaccia.
Prima è Dino a farsi avanti per proteggermi. Poi è il turno di Rino. Io non so davvero cosa fare, sono nelle loro mani.
A Rino però capita una scelta dura. Perdere il conflitto, o vendere un tratto. Vedi, in Misspent Youth ci sono dei tratti che si possono scegliere, che possono (devono) essere venduti in alcune occasioni. E quando un tratto viene venduto, si diventa persone peggio.
Cosa? Di già? Ma... è la prima scena, non è ancora il momento. Serve tempo per entrare nel personaggio, non si può già cominciare a venderlo... E invece è proprio così. La scelta è già lì, sul tavolo. E in qualche modo è una scelta pesante.
Il tratto in questione era Orphan, che si trasforma in Helpless.
Rino descrive come dà di matto, getta il giubbotto nella neve, dà contro agli adulti nella ronda “Pensate che basti uscire a dar problemi a qualcuno per sentirvi la coscienza a posto? E che cazzo fate con quel the? Pensate di poterci aiutare? Ma chi volete che ci aiuti a noi? Chi volete che ci dia un lavoro? Siamo nessuno, ecco cosa siamo.”
Rino, è un sunto veloce, se ho cannato qualcosa non temere a farlo notare.
Ecco, a queste parole i rondelli se ne vanno, e il panzone abbassa un po’ la cresta.
Abbiamo vinto. Ma in qualche modo non ci sentiamo affatto contenti. Il personaggio di Rino sta tremando di rabbia e io sento il bisogno di far qualcosa per lui. Perché mi preoccupo. Così la ragazzina che interpreto raccoglie il cappotto e glielo mette sulle spalle. Un goffo gesto di affetto, ma è tutto quello che può fare.
E termina così la prima e ultima scena di quella serata. Non ce ne accorgiamo subito, ma stiamo evitando di continuare a giocare, e anche quando diciamo “Ok, continuiamo” finisce che ci perdiamo.
Nel frattempo sto fissando il punto della scheda dove è indicata l’età del personaggio.
16 anni.
Abbiamo 16 fottuti anni. Siamo dei ragazzini, che sono sclerati all’incontro con dei perdenti nelle ronde.
Ma cosa diavolo possiamo fare contro il capo delle swat e il politico? Prima avevo idee, ora sembrano tutte al di fuori della mia portata.
Abbiamo sbagliato completamente target. Pensavamo di poter cambiare il mondo e invece il nostro nemico è un panzone dalle mani troppo lunghe che si crede chissà chi mentre è un nessuno.
Passiamo il resto della serata a discuterne. A dire che cazzo, sembra un bel gioco ma non ci aspettavamo che ti prendesse allo stomaco così. Che forse pistole, distopia e quant’altro serve a mettere distanza tra noi e la situazione in modo da riuscire ad esplorarla più agilmente.
"Avete corso a piedi nudi su una strada che sapevate essere coperta di chiodi" è stato il commento credo di Joshua.
Ok. Ho scritto l’AP di getto, facendomi ispirare liberamente dal gioco, dalla parlata giovine (sigh xD) e dalla musica.
Io lo so che è venuto una merda, quindi non lo rileggerò neanche e lo posterò così come viene, perché tanto me ne sbatto xD