Cito
da qua (mi vi assicuro che vi serve poco contesto: questo thread ha uno scopo diverso da quello):
[cite]Autore: Rafu[/cite]A volta si ragiona come se ogni singolo thread qui esistesse (solo o principalmente) per essere "tramandato ai posteri": non per il botta e riposta immediato, perqueidubbi diquellapersonaora(che sarebbe la vocazione del mezzo "forum"), ma piuttosto per "produrre" una FAQ o un vademecum che resti inciso come nella pietra e serva a rispondere in futuro a tutti i dubbi di tutti gli altri
Ma queste sono parole mie!
O, quantomeno, ne ho pensate di quasi identiche molto di recente; approfitto quindi di questa frase, fuori dal suo contesto, per elaborare il mio punto di vista a riguardo.
Forse ne avevo parlato con Rafu nelle nostre lunghe e piacevoli chiacchierate serali, o forse erano semplicemente nell'aria… non importa: in ogni caso, ne approfitto.
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Il Salotto ed il Palco[/size]
Da anni, sostengo piuttosto spesso l'opinione che
i forum sono malvagi, in tono un po' scherzoso, ma neanche poi troppo.
Ma non ho mai inquadrato
cosa li rendesse, ai miei occhi, tali.
Come spesso accade in questi casi è stato solo due giorni fa, durante le abluzioni mattutine, che ho intravisto parte del problema: i forum promettono di essere la versione online di un salotto di gente che chiacchiera, ma quello che spesso (troppo spesso) danno è piuttosto un palco elettorale, come in un comizio… e sappiamo tutti come suonano, troppo spesso, le parole sentite nei comizi: grandiose, altisonanti, generalissime.
Chi sa! Forse siamo influenzati dalla
permanenza della parola scritta, forse ci pesa il fatto che le nostre parole resteranno lì a lungo, che
chiunque potrebbe leggerle… ma noto certamente che spesso c'è una certa propensione a parlare non all'interlocutore, ma a una genericissima
posterità, a scrivere non spiegazioni, ma genericissime
regole d'oro applicabili (nelle intenzioni di chi le pronuncia) in praticamente qualsiasi caso.
Ma se c'è una cosa che ho imparato nello sviluppo dei software è che ci sono solo due tipi di programmi: quelli scritti magri di fretta, pieni di limitazioni anche un po' arbitrarie, ma pronti e funzionanti
adesso, oppure quelli
generici, omni-comprensivi, pensati per risolvere qualsiasi problema e, irrimediabilmente, non finiti e pressoché inutilizzabili.
Non credo sia un caso che i tool che di solito si utilizzano da riga di comando UNIX (BSD/Linux/Solaris/quelchevipare) è composta non da pochi programmi potentissimi, ma da una grande collezione di programmi singolarmente molto semplici e pensati per risolvere uno, forse due problemi molto specifici; la potenza viene dal fatto che, essendo semplici, sono altrettanto semplici da unire per formare discorsi più complessi che, però, sono a quel punto basati su mattoncini piccoli, solidi, ben testati; delle buone basi su cui lavorare.
Lasciando perdere il parallelo con il software (peraltro un po' forzato), vorrei esortare ad invertire questa tendenza e a scrivere per l'ora, qui, adesso, parlare con l'interlocutore che abbiamo di fronte agli occhi, fare un discorso pratico e funzionale.
Non perché sia sbagliato generalizzare (ci mancherebbe!), ma perché per fare quello c'è sempre tempo
più avanti.
E col senno di poi, tra l'altro, riusciremo a generalizzare molto meglio (e magari in un thread apposito, non in risposta a qualcuno: rischieremmo solo di confonderlo).
Qua concludo, facendo notare con una punta di auto-referenzialità che questo discorso soffre delle stesse pecche che addita: è scritto per un pubblico, non per qualcuno in particolare.
Con il differente contesto, però, che vuole essere l'
apertura di un thread, e non una
risposta e credo che un'apertura abbia tutto il diritto di essere un po' vaga, di essere uno spunto che possa magari fiorire in un bel thread, oppure no!, può essere benissimo uno spunto su cui rimuginare e, magari, tornare a mente mesi dopo, al mattino…