noto che ci sono un pò di confusioni e vorrei parlarne un secondo, principalmente perché per qualcuno di voi questa è la prima giocata in assoluto a Cani e quindi qualche sottigliezza potrebbe sfuggirli.
Primo: un cane può celebrare funerali?
Si.
Pagina 35 del manuale italiano, sul paragrafo dei Doveri di un Cane.
Secondo: anche se così non fosse?
Sti cavoli.
Dogma: "Pensare a qual è la morale comune in gioco vi toglierà una immensa fetta di divertimento"
So che immagino ci siate abituati, ma, vi prego, vi scongiuro, cercate di non pensarci.
Ogni volta che mi chiedete che ne pensa la gente, come si fa di solito, cosa farebbe un fedele è come se mi stesse chiedendo, a me, al master, come dovreste comportarvi per non sembrare strani.
Ogni volta che lo fate rinunciate a una parte della vostra indipendenza per accordarvi con me, per svicolare dai conflitti, per non tirar fuori qualcosa di vostro.
Lo so che non lo fate di proposito, ma il risultato finale è quello.
C'è Phineas che non vuole che sia August a celebrare un funerale. A voi va bene o no?
Fregatevene di cosa c'è scritto su un pezzo di carta. Quel pezzo di carta non ha valore. Ho usato la scusa che Phineas non lo aprirebbe lì, in presenza del morto (anche perché è vero), ma sappiate che se doveste leggerlo non troverete la dentro alcuna risposta (non mi piace fare spoiler, ma così è).
Vi ricordo una risposta di Baker alla richiesta di un giocatore
G. -Chiedo consigli su come agire al Re della Vita.
B. -E lo ottieni! Cosa vorresti che ti dicesse?
E a mio avviso lo stesso appiattimento capita quando ci si accorda tra giocatori.
Io faccio così: chiudo gli occhi (anche mentalmente) e penso a cosa farebbe il mio personaggio. Dopodiché non mi accordo con gli altri giocatori. Non come giocatore. Agisco direttamente nella fiction, parlo direttamente nella fiction, e gli altri faranno altrettanto.
Se ci sono divergenze vere ci sarà un conflitto, se non ci sono l'accordo non ci sarà stato all'esterno (mmm, tu che dici? Che si fa? Faccio fare al mio PG questo o quello?), ma all'interno ("Fratello Hiram, io sono per ammazzare questi peccatori"; "Fratello Cadmus, ma che dici? Nessuno leverà una mano su queste pecorelle smarrite, o dovrà vedersela con me".....non sono stati i giocatori ad accordarsi, ma i PG. E questo va bene! Se non si accordano: conflitto.)
Ma se sono i giocatori ad accordarsi cosa succede? Succede che la fiction risulta scialba (nessuno parla, nessuno dice nulla, semplicemente il gioco viene interrotto per un pò, finché il Party non decide come aprire la porta della prossima stanza), o ancora i peggio, i conflitti vengono visti come uno strumento per risolvere disaccordi tra i giocatori, anziché tra i personaggi. E il gioco ne viene rovinato, perché tra i giocatori di conflitto non deve essercene. Ma può essercene tra personaggi.
L'unico modo per farlo sorgere tra personaggi senza prenarrare ("che facciamo? io vorrei ucciderli. Tu? No? MMM...che si fa? Conflitto? Si? Ma io non ho voglia di pestarti i piedi. Uff, va bene va. Facciamo il conflitto") è quello di giocarsi la scena, nell'ottica del proprio personaggio. Di farlo agire come vorresti, di farlo pensare come vorresti, di fargli dire quello che vorresti.
Ma per fare questo non puoi chiedere qual è la morale comune. Diventerebbe un continuo fermarsi a chiedere il permesso del master. Per poi trovarsi nella sgradevole sensazione di doverlo infrangere.
I cani hanno il permesso di celebrare i rituali?
Se il master dice "no" e il giocatore lo fa il giocatore avrà la sensazione di abusare del suo potere di Cane.
Il cavolo.
Vuoi celebrare un funerale? Celebralo.
Se ci sono conflitti in fiction verranno fuori, garantito.
Fidatevi.
Fidatevi di me.
Fidatevi degli altri giocatori.
Fidatevi del gioco.
Prima di continuare: avete domande? Volete approfondire la questione? Non mi stupirei se fosse necessario discuterne un pò, e sono disposto a spiegarmi meglio e risolvere eventuali dubbi. Usiamo questa pagina per parlarne.