DISCLAIMER: Quanto segue non è in alcun modo suffragato da esperienza pratica. Si tratta di pensieri formulati alle tre del mattino, fra la scrivania a cui ho passato le ultime 12 ore e la tazza del water, quindi prendeteli con le pinze. Se qualcuno può confermare o smentire con la propria esperienza, lo faccia!
Il mio dubbio principale riguardo il FATE è sempre stato riguardo la narrazione. Chi narra cosa? Fino a "i giocatori controllano i personaggi, il GM il resto del mondo" ci arrivavo anche io, ma non mi era chiaro in che modo queste due autorità interagissero. Se un PG fa a testate con un PNG, i dadi decidono il risultato, ma chi lo narra? Questo non è cosa da poco, perché (come sanno i giocatori di
Trollbabe) determinare chi narra i successi e chi narra i fallimenti è
molto importante: la visione che il tavolo ha di un personaggio può cambiare radicalmente in base a come è narrato un suo tiro riuscito o fallito (Ermione l'arciera infallibile comincia a far ridere i polli alla quarta freccia che tira giù un piccione di passaggio al posto del bersaglio). Questo dubbio mi ha tormentato da quando ho provato LSdS, acuito dal fatto che molti lo descrivono come un "Parpuzio illuminato": il mio timore era che ci fosse fin troppo Parpuzio nel FATE, sottoforma del temuto
murk.
Poi ho capito che quello che cercavo stava nelle prime pagine di ogni gioco FATE. Più precisamente, nella spiegazione di come funziona l'Effort. A ciascun livello di Effort è associato un aggettivo che qualifica il risultato delle azioni del personaggio; e poiché si tratta, appunto, di azioni
del personaggio, spetta al suo giocatore narrare come il suo personaggio si "sforza" di ottenere un determinato risultato. Non ci riesce? Si vedranno le conseguenze, ma in ogni caso il giocatore non può essere defraudato del controllo sul proprio personaggio; anche se il GM, che controlla la backstory, può (e spesso deve) dire la sua, per esempio descrivendo cosa c'è in fondo a quel crepaccio che il personaggio non è riuscito a saltare completamente (visto che si tratta di un'azione tirata, il fallimento
deve avere una conseguenza interessante).
Quando si tratta di un conflitto fra due personaggi, la situazione è semplicissima: il tiro di ciascuno produce un Effort, che il controllore trasporta nella narrazione in modo appropriato. Prendiamo ad esempio un caso emblematico: Tizio sta sparando addosso a Caio (un PNG), ma Caio si difende con successo. Se fossimo in D&D (in qualunque sua declinazione ove si spari addosso alla gente), il DM direbbe al giocatore di Tizio: "L'hai mancato." Il risultato del tiro di Tizio non è vincolato ad alcuna descrizione, è un numero come un altro. Il DM avrebbe anche potuto descrivere i proiettili che rimbalzano sul muretto dietro a cui Caio si nasconde, ma in nessun caso il giocatore di Tizio può dire qualcosa, né il risultato preciso del tiro ha un qualche valore.
In FATE no. In FATE non c'è un "tiro per colpire", ma lo Sforzo Ottimo (4) in Armi da Fuoco di Tizio contro lo sforzo Eccezionale (5), poniamo, in Atletica di Caio. Uno Sforzo Ottimo non è un colpo mancato: è un tiro fottutamente preciso, da stendere un passerotto a duecento metri di distanza con pure un po' di vento a sfavore. Io, giocatore di Tizio,
devo incorporare nella mia narrazione la mira perfetta del personaggio, il tiro dritto e la compensazione del vento che lo porterebbero a colpire qualunque bersaglio
tranne Caio, che ha fatto un mezzo miracolo. A questo punto tocca al GM narrare l'impresa eroica con cui Caio evita il colpo. Ciascuno contribuisce alla narrazione, le autorità sono rispettate e nessun personaggio è sminuito da una narrazione stupida come "manchi il colpo".
Sembrano cose ovvie, lo so, eppure mi hanno perseguitato per mesi. O_o
Giocatori di FATE, fate i vostri commenti. ^_^