Autore Topic: Kagematsu: che esperienze di gioco da?  (Letto 11176 volte)

Antonio Caciolli

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Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« il: 2010-11-16 09:10:32 »
Mi sono comprato e letto Kagematsu

molto bella la parte grafica, i disegni di Tazio e l'impaginazione mi sono piaciute molto ... davvero tanto tanto (e Suna lo sa che l'ho incensato come al solito :D)

il testo lo ho trovato faticosissimo con rimandi continui ed esempi di gioco poco illuminanti dei processi di gioco (cioé volti a ribadire l'ovvio)
sono 30 paginette scritte larghe e ho dovuto tornare spesso indietro. Ok, avevo appena finito Trollbabe ... forse se lo avessi letto dopo cani avrei apprezzato di più :P

La parte storica è molto bella, ma devo ammettere che rispetto a quella di Montsegur non so quanto la implementerò nel gioco (temo che mi ispirerò più a roba mangosa tipo inuyasha) e poi .... ma quante note ci sono????????

ma la domanda finale è: perché giocare a Kagematsu? Chi lo ha provato mi può dire il feeling che crea questo gioco? perché leggendolo mi ha lasciato un po' spento, senza mordente e senza vedere il pathos che invece la situazione narrata dovrebbe avere. Però siccome non lo ho provato magari mi manca quella scintilla che non riesco a vedere (è così vicino che non lo vedi come diceva il prof di geometria)

altra domanda? tenere nascosti i tiri di Kagematsu serve veramente? alla fin fine serve solo a non far sapere alle donne il risultato finale, ma l'amore andrebbe cmq sottratto e quindi il tiro è cmq incerto no?

inoltre ... il manuale manca secondo me di consigli dovuti all'esperienza su come dare pietà e amore in modo da evitare che tutto boh sia funzione della simpatia tra i giocatori o boh una ricerca di bilanciamento per abbassare la paura e vincere la minaccia

ultima: non ho capito la storia di chi ha paura più alta fa la scena.... quindi se uno rimane con paura alta monopolizza le scene fino a che la paura scende?

bye bye
Antonio
« Ultima modifica: 2010-11-16 11:41:37 da Antonio »

Luca Veluttini

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Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #1 il: 2010-11-16 09:28:44 »
Citazione
[cite]Autore: Antonio[/cite]perché giocare a Kagematsu? Chi lo ha provato mi può dire il feeling che crea questo gioco?


Delle mie due partite (una con Claudia e una con la Katia) ti posso dire che ti mette molto sulla graticola. Sei una donna che deve ottenere una promessa da un uomo (giocato da una donna). Non devi limitarti a segnare le X sulla scheda perché "vinci i Conflitti per vincere il gioco". Devi anche generare "Amore", con la "pietà" ci fai una cippa...

Citazione
[cite]Autore: Antonio[/cite]ltra domanda? tenere nascosti i tiri di Kagematsu serve veramente? alla fin fine serve solo a non far sapere alle donne il risultato finale, ma l'amore andrebbe cmq sottratto e quindi il tiro è cmq incerto no?


Tenere nascosti i tiri serve molto per vedere fino a che punto sei disposto a mettere in campo Gesti Disperati. Se tieni veramente ad una cosa, vuoi perché la senti veramente, giocherai il tutto per tutto pur di ottenerla. Il risultato è incerto a priori visto che si tratta di un tiro di dadi per ambo le parti... ^^
Non ho mai visto giudizi in base alla simpatia tra i giocatori o la ricerca di bilanciamento. Ho sempre visto una donna che giudicava come venivano giocate delle donne.

Citazione
[cite]Autore: Antonio[/cite]non ho capito la storia di chi ha paura più alta fa la scena.... quindi se uno rimane con paura alta monopolizza le scene fino a che la paura scende?


A memoria l'unico accenno a ciò penso sia nel confronto finale con la Minaccia. Parte a tirare i propri dadi Paura o decide di sacrificarsi.
Mi puoi dare la pagina del tuo dubbio?

Mauro

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Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #2 il: 2010-11-16 09:41:26 »
Le sensazioni sono quelle che vengono dal giocare l'interazione tra due persone che non si conoscono, in cui una delle due ha bisogno dell'altra per sopravvivere (e, se si arriva a tenere a Kagematsu, il desiderio di essere scelti); in cui una delle due magari fa qualcosa di cui si vergogna, pur di avvicinare l'altra.
Credo dipenda molto anche dai personaggi: se Kagematsu è un approfittatore svogliato e la mia Donna una giovane idealista, le sensazioni che avrò dal gioco saranno molto diverse rispetto al caso in cui Kagematsu è una persona onorevole e la mia Donna una persona ormai disillusa dalla vita (e questo mi riporta in mente una discussione che volevo aprire).
Nota: non è detto che la Donna ci provi apertamente con Kagematsu: a Lucca, nella mia scena per avere uno sguardo rubato stavo portando legna e ho a malapena parlato con lui; nella scena per una presentazione l'ho ignorato; un'altra volta - era un momento condiviso? o forse un complimento? - l'ho preso a schiaffi.

Tenere nascosti i tiri serve: certo, non so quanto Amore ho, ma so quanto ne ho al massimo; se ho fatto due scene, al massimo sottrae due.
Inoltre, può dare indicazioni sull'Amore: ho fatto due scene, Kagematsu sui dadi sta vincendo di uno; se vinco, significa che ho due di Amore. Se non vinco, non ho due di Amore.

Per come dare Amore e Pietà... la giocatrice si deve basare su cosa, onestamente, le ha suscitato quella scena: amore o pietà? Dipende dalla singola persona, da come lei personalmente vede quella scena, quel tentativo di approccio.
La regola c'è: "Ti ha ispirato amore o pietà?". Se la giocatrice di Kagematsu lo dà sulla simpatia personale (ignorando ciò che la scena le ha ispirato), o per bilanciare la Paura e vincere la Minaccia, allora non sta seguendo le regole.

Citazione
[cite]Autore: Antonio[/cite]se uno rimane con paura alta monopolizza le scene fino a che la paura scende?

Se vuole, sì; ma vale la solita regola: siamo qui per divertirci tutti insieme.

Citazione
[cite]Autore: Luca Veluttini[/cite]A memoria l'unico accenno a ciò penso sia nel confronto finale con la Minaccia. Parte a tirare i propri dadi Paura o decide di sacrificarsi

Non ricordo la pagina, ma confermo che la regola dice che, se due Donne vogliono una scena, ha la precedenza quella con la Paura più alta (e conclude con qualcosa del tipo "Chi ha più paura ha più motivazioni per interagire con Kagematsu).
Per quella maledetta regola, a Lucca non sono stata l'Amata.

Matteo Suppo

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Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #3 il: 2010-11-16 09:59:56 »
Prima di ripetermi, hai letto questa recensione/actual play?

http://www.gentechegioca.it/vanilla/comments.php?DiscussionID=3364
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

Suna

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Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #4 il: 2010-11-16 11:12:11 »
Guarda, Anto, è un gioco che perplette fortissimamente anche me, per cui, prima di giudicarlo, penso che vorrei vedere almeno una partita giocata, ma dall'esterno, perché sinceramente non mi attira per nulla la premise... Magari poi cambio idea come con AiPS...

Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #5 il: 2010-11-16 11:36:36 »
Io l'ho giocato una volta, a Lucca (Kagematsu: Lavinia).

Prima di provarlo ero molto interessato, forse per l'hype che si era creato; non sapevo granché del gioco, se non che una ragazza prendesse le parti del samurai e gli altri delle donne del villaggio, e queste ultime dovessero cercare di sedurre il samurai e potessero accumulare punti di Amore o di Pietà a seconda di come la ragazza giudicasse gli approcci dei personaggi nei confronti di Kagematsu.

Il gioco sembra un orologio: ogni singola meccanica va al suo posto a meraviglia.
Ha solamente due aspetti che non mi hanno fatto una buona impressione:

- la giocatrice di Kagematsu lancia i dadi dietro uno schermo: per quanto funzionale come meccanica (lo è davvero!), il mio passato da giocatore di Ad&d mi ha portato a sentirmi un po' a disagio (nonostante il fatto che, sicuramente, non dubitassi di Lavinia).

- l'assegnazione dei punti di Amore e Pietà: è una meccanica fantastica. Veramente, secondo me è geniale: una persona giudica il modo di aprrocciarsi del tuo personaggio al proprio in base al suo gusto soggettivo; ti senti veramente sotto giudizio.
L'unico problema è che, anche se poi nella realtà non era sicuramente così, durante il gioco ho sentito come se il giudizio fosse più legato alla creazione della scena che all'approccio in sé, e quindi mi sentivo spinto a creare una scena per cercare di "compiacere il master" (ossia la giocatrice di Kagematsu), e non a giocare semplicemente il personaggio con tranquillità. Anche se poi, invece, ho creato scene che piacevano a me, avevo la netta impressione che i punti di Amore o di Pietà potessero essere distribuiti più in base alla riuscita della scena che all'approccio (non che Lavinia l'abbia fatto, ripeto; è solo la sensazione che ho avuto durante la partita).

Per una valutazione del gioco in sé, credo che l'AP di triex sia perfetto. Se sei amante di determinati tipi di situazioni - e nello specifico del "gioco della seduzione", come lo chiama triex - allora Kagematsu ti farà impazzire.
Personalmente, quello è un "gioco" che non mi attira nemmeno nella realtà; a fine partita (anche se non l'ho completata del tutto), ho pensato: "Bel sistema, ma non mi interessa."
« Ultima modifica: 2010-11-16 11:46:06 da Matteo Turini »

Ezio

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Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #6 il: 2010-11-16 11:46:18 »
Io porto un po' di AP.

Come dice il Vellu (con cui ho giocato entrambe le partite che descrive) il gioco ti mette sulla graticola. Personalmente in entrambe le partite che ho giocato ho sentito enormemente la rivalità con le altre Donne.
Nella prima tenevo abbastanza a Kagematsu, giocato da Claudia, e ho sentito un moto di gelosia schietta nei confronti del Vellu quando il ronin si è rotolato nel fieno con la sua donna piuttosto che con la mia, che amava. Ero immedesimato nel personaggio, tenevo molto al suo successo, ero in piena modalità "gioco passionale" e... dio se ha bruciato essere traditi così! L'ho sentito proprio!
Nella seconda odiavo profondamente il Kagematsu della Katia, anche se lo rispettavo. Questo ha reso sempre più difficile approcciarlo, tanto che non ho neppure osato arrivare ai gesti più elevati. D'altro canto odiavo il personaggio della Lavinia più di Kagematsu (eravamo letteralmente all'opposto) e nell'ultima scena, che è stata assieme, ho letteralmente fumato dalla rabbia. Credo che chi era al tavolo abbia letteralmente visto la mia emozione in quel momento.
La Donna di Lavinia, una miko, ha detto una serie di cose che hanno fatto balenare nella mia immaginazione, immediatamente, l'immagine della mia Donna, una bushi, che ballava nuda attorno al tempio in fiamme... con la sua sacerdotessa dentro, è ovvio. Così, d'istinto. Hanno dovuto richiamarmi per farmi notare che le scene non sono donna vs donna, ma donna vs Kagematsu. Questo ha aggiunto all'intensità, dato che la mia unica arma per farla pagare a quella stronza bionda della miko era passare attraverso quella merda di samurai...

Il continuo tira e molla, la continua incertezza del gioco (si, Kagematsu ha detto adesso di amarmi, ma fra una scena, magari, lo dice anche all'altra, e con lei va a letto!) ti porta a livelli di tensione notevoli, se sei disposto a metterti davvero in gioco e non ti limiti a tirare freddamente dadi.

Facciamo un passo avanti:

Ultima scena della partita con la Katia, dopo che la miko si era defilata. La mia nobile parte per tentare di strappare la promessa. La Katia tira e dice che non ci sono riuscito. A questo punto mi faccio coinvolgere in una spirale discendente di atti di disperazione. Arrivo a puntare la mia lancia al ventre di Kagematsu, il seno scoperto e le lacrime agli occhi.
Ogni volta che tiro un dado mi dico che è la volta buona, che quest'ultima umiliazione avrà l'effetto desiderato. Ogni singola volta, e ogni singola volta la Katia alza gli occhi e mi dice che non basta.
ARGH!!!! ODIO!
Alla fine ce la faccio. Sto praticamente strisciando ma ce la faccio. Kagematsu combatterà la Minaccia. Ho perso l'onore ma non ho compromesso col mio desiderio di difendere il villaggio a tutti i costi.

E' stata una scena molto intensa, che ho sentito moltissimo, che mi ha fatto battere il cuore.
Se avessi saputo, fin dall'inizio, a quale valore dovevo puntare, anche approssimativamente, ovvero se i dadi fossero stati scoperti, non avrei MAI osato tanto. Non mi sarei MAI fatto risucchiare in quella spirale discendente di umiliazione continuamente alimentata dalla speranza.
Inutile dire che la scena sarebbe venuta molto più loffia e non avrebbe portato un frammento di quell'emozione che invece ha portato.

Citazione
[cite]Autore: Antonio[/cite]ultima: non ho capito la storia di chi ha paura più alta fa la scena.... quindi se uno rimane con paura alta monopolizza le scene fino a che la paura scende?


Non è esattamente così. Se due donne vogliono chiamare contemporaneamente una scena ha la precedenza quella con la Paura più alta.
Se questa regola viene usata per monopolizzare le scene o interviene Kagematsu (che se ricordo bene ha la precedenza, nel framing, sulle Donne) oppure... cambia giocatore. Quello è uno che non vuole giocare, vuole solo fare il bullo.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Antonio Caciolli

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Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #7 il: 2010-11-16 11:49:58 »
leggerò l'AP, grazie delle info e dei commenti che non mi erano minimamente passati leggendo il manuale (forse colpevole il mio immedesimarmi nel giocare un kagematsu con la mia mente maschilista "tette tette culo culo tira dado fai successo"

infatti ho chiesto preventivamente opinioni da chi lo avesse giocato. sfortunatamente non si riesce a provare tutto sempre e prima di rovinare una serata volevo capire meglio alcune cose (per rispondere a Tazio)

torno a ripetere però che gli esempi del manuale sono un po': bene voglio quel segno ... ok facciamo una scena in cui mi comporto così e cosa e poi tiriamo.

boh ovvio che amore e pietà sono differenti, ma molto di più nell'accezione di premio o non premio per il giocatore che mi ha fatto più "mettere aggettivo che si preferisce per rappresentare il metro di giudizio per assegnare pietà o amore" e questo mi piace pochino per adesso

ora  corro a leggere l'AP (quindi magari poi modifico il post :P)

cross post con Ezio
« Ultima modifica: 2010-11-16 11:50:27 da Antonio »

Ezio

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Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #8 il: 2010-11-16 11:53:09 »
E io sono in crosspost con Matteo.
Rispondo a lui per una cosa, e preferisco fare un post separato.

Citazione
[cite]Autore: Matteo Turini[/cite]L'unico problema è che, anche se poi nella realtà non era sicuramente così, durante il gioco ho sentito come se il giudizio fosse più legato alla creazione della scena che all'approccio in sé, e quindi mi sentivo spinto a creare una scena per cercare di "compiacere il master" (ossia la giocatrice di Kagematsu), e non a giocare semplicemente il personaggio con tranquillità.


E che problema c'è? ;-)
L'idea del gioco è proprio quella. O, meglio, l'idea del gioco è di forzarti la mano, è di metterti in una situazione in cui, probabilmente, non vorresti essere.
Ti crei la tua donna senza sapere chi è Kagematsu e come verrà giocato. Bene. Se risultate compatibili è un terno al lotto (ma tanto rimangono i dadi a movimentare la situazione). Se non risultate compatibili inizia la vera tensione. Sei costretto a comportarti in maniera "innaturale", a forzare i tuoi comportamenti per compiacere il samurai che è appena arrivato in città.
Ne vale la pena?
Fin dove sarai disposto a spingerti, a tradire te stesso, pur di salvare il tuo villaggio?

Tu non sai cosa vuole Kagematsu, non sai quali sono i suoi metri di giudizio. Devi, per forza, sbilanciarti. Da quanto sei disposto a sbilanciarti nasce la storia e la sua premessa.

EDIT: Ah, mi sono scordato di dare ad Antonio il consiglio più importante.
GIOCA!
POI fatti venire i dubbi. Il gioco può incuriosirti o meno. Se ti incuriosisce (perché il colore ti piace, perché te ne hanno parlato, perché una prova la si concede a tutti...) giocalo. POI fatti venire questi dubbi così specifici e trovati da solo la tua risposta ;-)
E' davvero abbastanza inutile starne a parlare senza che tu abbia provato.
« Ultima modifica: 2010-11-16 11:58:28 da Aetius »
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Antonio Caciolli

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Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #9 il: 2010-11-16 11:58:29 »
la regola delle scene l'avevo capita proprio male
grazie delle delucidazioni

Antonio Caciolli

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Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #10 il: 2010-11-16 11:59:59 »
Citazione
[cite]Autore: Aetius[/cite]EDIT: Ah, mi sono scordato di dare ad Antonio il consiglio più importante.
GIOCA!


beato te che hai così tanto tempo
io faccio a malapena una sera ogni due settimane (di media) e se quella va male mi incazzo di brutto ... se poi addirittura propongo un gioco che mi convince poco solo per provarlo mi ncazzo ancora di più

domanda per Ezio: perché se avessi veduto i dadi non ti saresti sbilanciato? era la promessa se fallivi cmq lui non avrebbe salvato il villaggio (non perché glielo avevi chiesto tu comunque) ne valeva la pena no a prescindere.
« Ultima modifica: 2010-11-16 12:05:01 da Antonio »

Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #11 il: 2010-11-16 12:01:45 »
Citazione
[cite]Autore: Aetius[/cite]
Citazione
[cite]Autore: Matteo Turini[/cite][p]L'unico problema è che, anche se poi nella realtà non era sicuramente così, durante il gioco ho sentito come se il giudizio fosse più legato alla creazione della scena che all'approccio in sé, e quindi mi sentivo spinto a creare una scena per cercare di "compiacere il master" (ossia la giocatrice di Kagematsu), e non a giocare semplicemente il personaggio con tranquillità.[/p]
[p]E che problema c'è? ;-)[/p]

In generale, nessuno.
Personalmente, non mi piace :)

Mi ricorda troppo da vicino situazioni disagevoli in cui una persona (e parlo di realtà) organizza magari una serata assieme ad un'altra persona, per cercare di compiacerla e, forse, ottenere un qualche tipo di contatto e/o - usando parole del gioco - segno d'affetto.
Non mi piace. Lo trovo umiliante e avvilente nella realtà, così rimane per me nel gioco.

Che poi, ho detto, Kagematsu funziona a meraviglia. Ad un certo punto, dopo un gesto disperato del mio pg, sono sbottato al tavolo: "Ma che schifo, che gran figlio di puttana, Kagematsu!" (è da lì che è saltato fuori il soprannome Kagakatsu, se non ricordo male).
E quella è stata la parte più interessante della partita, per me; quando, lasciando perdere la volontà di accumulare Amore, sono uscito dal pg e mi sono sentito libero di fare quel commento, provocato dalla fiction.
« Ultima modifica: 2010-11-16 12:03:16 da Matteo Turini »

Matteo Suppo

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Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #12 il: 2010-11-16 12:14:14 »
Citazione
Mi ricorda troppo da vicino situazioni disagevoli in cui una persona (e parlo di realtà) organizza magari una serata assieme ad un'altra persona, per cercare di compiacerla e, forse, ottenere un qualche tipo di contatto e/o - usando parole del gioco - segno d'affetto.
Non mi piace. Lo trovo umiliante e avvilente nella realtà, così rimane per me nel gioco.


L'umiliazione ce la metti tu. E' una tua scelta, sia nella realtà che nel gioco.
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #13 il: 2010-11-16 12:18:02 »
Hm... Io trovo umiliante l'idea, non semplicemente la realizzazione.
Quando qualcuno parte cercando di compiacere qualcun altro, ecco, per me quello è già sbagliato. Kagematsu mi ha dato fortemente quell'impressione.
Poi magari è stata solo l'impressione di una partita.

Ezio

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Kagematsu: che esperienze di gioco da?
« Risposta #14 il: 2010-11-16 12:20:38 »
Citazione
[cite]Autore: Antonio[/cite]domanda per Ezio: perché se avessi veduto i dadi non ti saresti sbilanciato? era la promessa se fallivi cmq lui non avrebbe salvato il villaggio (non perché glielo avevi chiesto tu comunque) ne valeva la pena no a prescindere.


No, non ne valeva la pena.
Avrei saputo che ero troppo distante dal mio obbiettivo e per una semplice questione di matematica, stimando un possibile range di amore guadagnato (si, sono un vero powerplayer, quando gioco coerente :-P) non mi sarei mai azzardato a rischiare neanche un solo gesto disperato. Avrei mantenuto la mia dignità e avrei lasciato che Mario tentasse (e riuscisse... avevo calcolato, giustamente, un maggiore Amore per lui che per me) la stessa cosa.
Così, invece... la speranza che un dado, o magari due, mi bastassero mi ha fregato. Dopo aver ricevuto i primi due no, poi, era ormai troppo tardi per tirarsi indietro. L'effetto valanga si era fatto sentire.

Citazione
[cite]Autore: Matteo Turini[/cite]E quella è stata la parte più interessante della partita, per me; quando, lasciando perdere la volontà di accumulare Amore, sono uscito dal pg e mi sono sentito libero di fare quel commento, provocato dalla fiction.


A me ricorda La Mia Vita col Padrone.
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