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Improvvisazione e GdR [iniziata su "Giocatori alla prima esperienza"]
Simone Micucci:
--- Citazione ---[cite]Autore: Cyrik[/cite]Ho letto il bel pdf graduito scaricabile dal sito di Narrattiva e un esempio di un gioco Jeep mi ha fatto pensare.
--- Termina citazione ---
che gioco?
lapo:
Narrattiva… scaricabile… Uhm?
Mi viene in mente soltanto o il libro di INC'10 (che non è un gioco) o il PDF inglese di Dubbio (che non è propriamente sul sito di Narrattiva, anche se è collegato dal punto di vista logico).
Oppure Claudio e Michele hanno iniziato a offrire contenuti scaricabili e non ci ho fatto caso. :P
Paolo Busi:
Concordo con Moreno.
L'improvvisatore teatrale è convinto di improvvisare, però non solo non improvvisa realmente, ma quando pensa d'improvvisare, la sua improvvisazione è l'opposto dello Story Now (che a sua volta è vera improvvisazione).
Anzi, lui sì che ne ha ricevuto di brain damage, visto che è è nato e cresciuto in un ambiente simile al parpuzio: autoreferenziale, slegato dalla realtà, dove l'emulazione del modello del "bravo improvvisatore che fa spettacoli" è parte fondamentale della propria formazione e dove comportamenti sbagliati vengono visti come pregi, dove ha sviluppato abitudini che lo portano a coprirsi, non a esporsi ed è l'abilità a sfruttare tali abitudini che lo rendono "un bravo improvvisatore".
La mancata advocacy per il personaggio citata da Moreno è il risultato di tutto questo, ma la colpa non è dell'improvvisazione, ma di chi la fa.
Un improvvisatore può avere un vantaggio sulla creatività, sul cogliere imput e vedere snodi narrativi, ma niente di più.
Infine dimentichiamo che il GdR sta all'improvvisazione quanto il Subbuteo sta al calcio giocato: una cosa è narrare "il mio personaggio si avvicina e la bacia", altra cosa è farlo veramente e davanti a un pubblico.
Se quello che vogliamo è "l'interpretazione", allora prendiamo allora un attore: a gestire "l'improvvisazione" ci pensa il manuale, se è fatto bene.
Mauro:
--- Citazione ---[cite]Autore: Pabu[/cite]L'improvvisatore teatrale èconvintodi improvvisare, però non solo non improvvisa realmente, ma quando pensa d'improvvisare, la sua improvvisazione è l'opposto dello Story Now (che a sua volta èveraimprovvisazione)
--- Termina citazione ---
Su questo non concordo: l'improvvisatore di fatto improvvisa. Partendo dal nulla, tira fuori una storia con tutta la struttura del caso. È sicuramente un'attività diversa dallo Story Now (sebbene in entrambe la storia non esista prima e venga creata istante per istante), ma non per questo meno vera.
Aggiunta: Proprio per la diversità dei mezzi - improvvisazione e gioco di ruolo - trovo infondato dire che una è vera improvvisazione e l'altra no: se sono talmente diversi che conoscere uno non aiuta piú di tanto nell'altro, allora un simile confronto perde di significato.
--- Citazione ---[cite]Autore: Pabu[/cite]lui sì che ne ha ricevuto di brain damage, visto che è è nato e cresciuto in un ambiente simile al parpuzio: autoreferenziale, slegato dalla realtà, dove l'emulazione del modello del "bravo improvvisatore che fa spettacoli" è parte fondamentale della propria formazione e dove comportamenti sbagliati vengono visti come pregi, dove ha sviluppato abitudini che lo portano a coprirsi, non a esporsi ed è l'abilità a sfruttare tali abitudini che lo rendono "un bravo improvvisatore"
--- Termina citazione ---
Il non esporsi - ipotizzando che sia vero per ogni improvvisatore - non è un bene assoluto nemmeno nel gioco di ruolo: per certi modi di giocare è un bene, ma non farlo non è in generale un male. Posso giocare ad Annalise anche senza espormi personalmente: l'esperienza verrà magari meno intensa, ma sicuramente non sarà in alcun modo sbagliata. Lo stesso Big Model prevede Linee e Veli, che sono semplicemente un modo di non esporsi.
La stessa mancanza di advocacy può essere positiva, nell'improvvisazione: nel gioco di ruolo c'è un sistema che porta le avversità e che risolve i conflitti, nell'improvvisazione no; se tutti facessero sempre advocacy, nessuno accetterebbe mai cose negative per il proprio personaggio, e la storia non andrebbe avanti. Mi arrischierei persino a dire che l'advocacy è possibile, nel gioco di ruolo, solo perché c'è un sistema che ci porta sfighe anche se noi cerchiamo di evitarle con tutti noi stessi, e questo ci permette di concentrarci sull'evitarle; se non ci fosse tale sistema, fare advocacy porterebbe il gioco a una fase di stallo, perché nessuno direbbe di sí a eventi negativi per il proprio personaggi. La mancanza di questo sistema rende l'improvvisazione diversa, ma non inferiore.
Non c'è nemmeno - almeno non in tutti gli ambienti legati all'improvvisazione - il mito dell'emulazione del modello del "bravo improvvisatore che fa spettacoli"; anzi, spesso vengono indicate diverse modalità, anche in contrapposizione, tutte valide nel mondo dell'improvvisazione.
Infine, l'improvvisazione è slegata dalla realtà e auto-referenziale tanto quanto il gioco di ruolo; ossia, tanto quanto i singoli vogliono vedere tali attività in quel modo. Onestamente, non ho nemmeno chiaro cosa intendi con "autoreferenziale, slegato dalla realtà".
In definitiva, quelli che chiami "comportamenti sbagliati" possono essere tali nel gioco di ruolo, ma non lo sono nell'improvvisazione; il discorso è ambivalente: ciò che è giusto nell'improvvisazione non necessariamente lo è nel gioco di ruolo, e ciò che è giusto nel gioco di ruolo non necessariamente lo è nell'improvvisazione. Ma non c'è un comportamento sbagliato in sé, dipende dall'ambito in cui ci si pone.
--- Citazione ---[cite]Autore: Pabu[/cite]Se quello che vogliamo è "l'interpretazione", allora prendiamo allora un attore: a gestire "l'improvvisazione" ci pensa il manuale, se è fatto bene
--- Termina citazione ---
Il manuale pensa a dare gli strumenti per strutturare il dialogo improvvisato, ma non pensa all'improvvisazione in sé: in entrambi i mondi, le regole danno una struttura, ma l'atto improvvisativo deve venire dai singoli.
Paolo Busi:
Cerco di chiarire meglio alcuni concetti.
--- Citazione ---[p]Il non esporsi - ipotizzando che sia vero perogniimprovvisatore - non è un bene assoluto nemmeno nel gioco di ruolo: percertimodi di giocare è un bene, ma non farlo non èin generaleun male. Posso giocare adAnnaliseanche senza espormi personalmente: l'esperienza verrà magari meno intensa, ma sicuramente non sarà in alcun modo sbagliata. Lo stessoBig Modelprevede Linee e Veli, che sono semplicemente un modo di non esporsi..[/p]
--- Termina citazione ---
Linee e Veli fissano dei paletti condivisi e palesi affinché i giocatori possano godersi l'esperienza. Sono paletti che aumentano la libertà d'azione all'interno di quei limiti: se decidiamo che in Sporchi Segreti non entreranno minori, potremo tutti affrontare situazioni scabrose senza timore di offendere nessuno e di non rimanerne offesi. Al contrario: quante scene d'amore autentiche hai visto in uno spettacolo d'improvvisazione? Quanta passione autentica hai mai visto? Quanto odio, quanta libidine, quanto terrore, quante emozioni autentiche hai visto? Quante volte ti sei commosso? Quante volte una scena ti ha fatto riflettere? E - al contrario quante volte hai riso? Ecco, buona parte di quelle risate nascono dalla necessità di chi è in scena di non esporsi.
E la giustificazione che gli spettacoli d'improvvisazione sono spettacoli "comici" è una giustificazione data a posteriori a questo stato di cose, visto che non si era capaci di andare in scena a fare altrimenti (credimi: io c'ero).
Il gioco di ruolo ti chiede di scoprirti in maniera differente, che va oltre Linee e Veli: non devi mostrare un'emozione autentica, ma devi prendere una decisione autentica per il tuo personaggio.
E talvolta questa autenticità è scomoda: questo forum è pieno di cronache di partite andate in vacca perché i giocatori (che quasi sempre provenivano dal mondo della Regola Zero) si mettevano a fare i cretini e a muovere i loro personaggi a raglio? L'avere dato loro una responsabilità creativa li ha messi in tilt e hanno reagito nella maniera più semplice: hanno fatto i pagliacci.
--- Citazione ---La stessa mancanza diadvocacypuò essere positiva, nell'improvvisazione: nel gioco di ruolo c'è un sistema che porta le avversità e che risolve i conflitti, nell'improvvisazione no; se tutti facessero sempreadvocacy, nessuno accetterebbe mai cose negative per il proprio personaggio, e la storia non andrebbe avanti. Mi arrischierei persino a dire che l'advocacyè possibile, nel gioco di ruolo, solo perché c'è un sistema che ci porta sfighe anche se noi cerchiamo di evitarle con tutti noi stessi, equesto ci permette di concentrarci sull'evitarle; se non ci fosse tale sistema, fareadvocacyporterebbe il gioco a una fase di stallo, perché nessuno direbbe di sí a eventi negativi per il proprio personaggi. La mancanza di questo sistema rende l'improvvisazionediversa, ma non inferiore.
--- Termina citazione ---
Sia l'improvvisazione teatrale che i Gdr "mettono in scena" (passami tale espressione) un Dramma. E secondo Hitchcock il Dramma è la Vita alla quale sono stati tolti i tempi morti.
Perciò sia nel GdR che nel Teatro il sistema ci deve portare sfighe che cercheremo di evitare, ma che dovremo almeno in parte accettare. Nel Teatro - e l'improvvisazione teatrale dovrebbe rientrare sotto questa voce - i personaggi devono accettare le cose negative che capitano loro: se Edipo non avesse accettato di scoprire le cause della peste a Tebe non ci sarebbe stata la storia, idem per Amleto e il fantasma del padre, o per le sfighe che il protagonista di Tutti Pazzi Per Mary attraversa per coronare la sua storia d'amore.
Nel mondo del GdR Polaris è un capolavoro nel portare avanti questo meccanismo, per non parlare di AiPS.
L'improvvisazione teatrale è una zona franca? Posso non fare agire il mio personaggio in maniera coerente con se stesso e con le "date circostanze" di Stanislawskiana memoria? Certamente: posso anche anche provare a giocare ad Annelise col D&D 3.5, ma non posso dire di avere giocato ad Annelise. Alla stessa maniera se improvvisando non accetto gli eventi negativi, innanzitutto violo una delle poche regole che l'improvvisazione ha (accettare tutto e sempre), poi vuole dire che porto avanti la mia storia e perciò sto narrando, non improvvisando.
Se il mio personaggio non vive ciò che è in scena, ma io come attore sto cercando la soluzione migliore di quella scena facendo fare al mio personaggio scelte "divertenti" non sto improvvisando, sto narrando. Per improvvisare devo seguire - guarda a caso - i consigli di Ron Edwards al GM di Trollbabe: impostare la situazione di partenza e vedere dove vanno a parare le Trollbabe e i PnG alla luce della situazione di partenza (ancora una volta "le date circostanze").
Per la parte restante, specifica, sul mondodell'improvvisazione ti rispondo in whisper visto che non riguarda il forum.
[ho sistemato i quote (NdM - moreno)]
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