Caspita a quest'ora dovrei lavorare invece di perdere tempo qui ^_^
Posso dire che questa cosa a me pare un tantino bizzarra? Cioè vi siete messi li al tavolo a disquisire di teologia anzi che giocare?
Esattamente
E' come se, siccome non ho informazioni dettagliate su New York (architettura di ogni singolo edificio, colore, meteo, abitanti, usi e costumi, tutta la legislazione vigente, il traffico, le strade, i quartieri, i nomi delle gang, ecc..) ogni volta che gioco una storia ambientata in quel luogo, passassi il tempo a disquisire della sua urbanistica: "eh no.. se la città è così grande non si può avere un sistema fognario del genere".. "ma no aspetta, in questo quartiere è possibile che la manutenzione non sia buona" .."si ma l'attuale sindaco ha una politica di un certo tipo" "ma allora se il sindaco la pensa così perché ha sostenuto l'urbanizzazione selvaggia l'anno scorso?" .. e così via..
Evidentemente non sei mai andato in giro con Andrea. To posso assicurare che andrebbe esatt
amente come l'hai descritta. Non sto scherzando nè la cosa mi infastidisce.
Poi capiamoci. E poi arriveranno gli AP.
Allora noi le regole le abbiamo seguite alla lettera. Anche quando non mi convincevano. Tra le regole c'è di leggere le schede in certi momenti e la cosa è stata fatta, unica eccezione quella della fede che l'ho letta prima vista che tutti mi chiedevano chi diamine erano 'sti catari che andavamo a giocare.
Ora voi mi dite che non dobbiamo farci distrarre dal setting. Benissimo, è esattamente quello che voglio.
La mia sensazione però è la seguente: il seguire o meno il setting non è una cosa che fai perchè le regole ti dicono di farlo, ma per un tuo approccio generale al gioco. Approccio che per me non deriva solo dall'esperienza in un dato settore di giochi (quelli che qui chiamiamo "narrativisti").
Evidentemente, da quanto leggo, per voi il bypassare il setting viene naturale. Per noi invece è il contrario. Per noi quindi un setting fallimentare come quello cataro è la morte del gioco.
Se le regole in qualsiasi punto dicessero: "se non vi piacciono i catari fatene tranquillamente a meno" sarebbe grandioso. Ma le regole, anche nel pezzo citato da Mauro non dicono questo. Dicono che la cosa più importante del gioco è giocare la tragedia di chi muore per quello in cui crede. Il fatto che non sia esplicito il bypassare il setting per me è assai rilevante. Per voi evidentemente è implicito, per me se non è esplicito allora non lo faccio.
Parentesi: ebbi la stessa sensazione quando parlai qui in forum di CnV e no, non mi ricordo in che topic. Fatto sta che alcuni elementi del setting su cui insistevo nel dire che non mi tornavano più di qualcuno mi ha detto che è solo colore (tipo il lavorare la domenica è peccato) e che dovevo concentrarmi su altri aspetti.
La sostanza è questa: per me se l'autore scrive qualcosa questo è importante, vitale, necessario. Se non lo è allora che caspita ci fa a stare?
Questo, almeno per me, spiega molta della discussione che ci sta qui.
Arrivivamo all'AP, o almeno ci provo.
A giocarci siamo io, Andrea, Benjamin e Thomas, insomma persone che chi conosce la cricca triestina sa chi sono, chi no beh non starò qui a dire le mie opinioni su di loro.
Siccome avevo insistito molto (per i miei standard) Andrea si era ricavato un pomeriggio libero, così abbiamo provato. In sostanza all'inizio io ho delineato il gioco così come lo ho capito io: un gioco tragico dove si costruisce la vicenda di alcuni personaggi catari chiusi d'assedio dai crociati. Al che seguono le domande sul capire chi caspita sono sti catari il che, come già detto, porta alla lettura della scheda, a faccia strabuzzanti di Andrea e alle prime risate (loro).
Ci calmiamo e cominciamo. Spiego le regole, rileggiamo un paio di volte le regole e proviamo l'antefatto, che non ci convince molto perchè, pur con varie idee in sostanza non succede molto. Il gioco si fa molto più interessante invece nel primo e nel secondo atto. Si inizia a cooperare, io e benjamin ci supportiamo a vicenda nell'approfondire i due ragazzini, inventandoci il loro nascondiglio segreto e i problemi della loro infanzia. Prima Thomas e non mi ricordo chi hanno una interessante scena con la prostituta in taverna, anche là il tono tiene bene. Il gioco in realtà fila, e ci prende anche abbastanza. Il problema emerge quando dobbiamo mettere in campo anche un minimo la religione. Anzi direi che diventa catastrofico, proprio perchè cerchiamo di attenerci il pià possibile alle informazioni che ci sono.
Qua torniamo al punto critico. Potrei essermelo perso io, ma solo una frase scritta grande come una casa che riportasse qualcosa del tipo "Se non sapete come fare i catari fregatevene e fateli come volete" ci avrebbe salvato, anche mettendo da parte le risate.
Cosa faceva ridere? La battuta finale è stata un personaggio cbe esclavama qualcosa del tipo "In nome di dio che fate?" al che gli si dice "eh no, non avrebbero invocato dio, per loro dio è satana" al che arriva la battuta sucessiva "bene, allora in nome di satana che fate?" che porta a risate ecessive e chiude la partita.
In ogni caso sono assai sicuro che il fatto di costruire tutto da noi non ha spaventato nè me, nè andrea, nè benjamin. Certo ci ha spiazzato, ma abbiamo presto ingranato. Di tomas non dico nulla perchè capirlo è impossibile, visto che non risponde mai a domanda diretta, neanche sulle cose più banali. Tomas è l'unico che potrebbe essere stato messo in crisi dal gioco, ma sono sicuro che la risata l'avrebbe usata comunque, perchè ormai penso sia divenuta la sua arma di difesa dalla realtà, di cui Montsegur è solo un piccolo pezzo.Quindi si, magari lui ha usato la risata per difensersi dalla paura, ma questo è esattamente quello che avviene normalmente.
Se ho cannato qualcosa Andrea integra o correggi pure. Io dubito di tutto ciò che passa per la mia percezione.
Per finire arriviamo al postulato del mio omonimo.
In sostanza vuol dire che non devi lasciare nulla implicito. Se come autore vuoi che chi gioca il tuo gioco faccia una cosa dillo esplicitamente, dillo ancora e ancora. Poi se hai fortuna ti andrà bene. Vero è che la cosa nasce dai larp, dove solitamente si presta meno orecchio al regolamento.