Prendendo spunto da
questo e
questo messaggio, volevo fare un paio di considerazioni:
[cite]Autore: Hayden[/cite]persone che vogliono rivivere magari più volte più volte e con trasporto uno stupro [...], un incesto o una vicenda di pedofilia
[cite]Autore: Hayden[/cite]nessuna di queste esperienze cinematografiche mi ha mai richiesto di alzarmi in piedi a metà proiezione e parlare alla platea di come mio figlio (mio di Mattia Corsini, se ne avessi uno) é stato fatto a pezzi da uno psicotico o di come mio zio (che non ho mai avuto) mi molestava sessualmente da piccolo e dell'orrore che ne provavo. Tantomeno mi ha chiesto di interpretare le mie disgustose pulsioni animalesche mentre stupravo una povera ragazza indifesa e di ricercare un qualche "interesse" nel farlo
La prima è un chiarimento, perché non si parta con equivoci che potrebbero incasinare la discussione:
A Flower for Mara non richiede di parlare di cose personali, ne dà la
possibilità; poi sta al singolo decidere se sfruttarla o no.
The Mother, parimenti, non rientra in quanto descritto.
Questo però è un chiarimento, non il tema della discussione.
Detto questo, la seconda considerazione, che è anche il tema della discussione (sottolineo: il tema della discussione è questo): davvero il gioco di ruolo è un media che,
a differenza di quelli "classici" (ho in mente principalmente libri, film e fumetti), porta a (ri)vivere le vicende?
Personalmente, dubito che sia così: sicuramente porta a (ri)viverle, ma non vedo quale sarebbe la differenza tra voler (ri)vedere un film come
Battered Teens; voler (ri)leggere un libro come
Don't Tell Mummy; e voler (ri)giocare un gioco come
The Mother; (ri)vivendo, in tutti e tre i casi, la situazione che ne è il tema.
È vero che il gioco di ruolo è un'attività meno passiva, perché invece di far assistere alla vicenda chiede di metterla in scena, ma inscenare una situazione non è l'unico modo per (ri)viverla: non vi è mai capitato di incazzarvi per le azioni di un personaggio? Di sentirvi imbarazzati per qualcosa che un personaggio ha fatto? Aggiunta: "personaggio" in queste domande si riferisce a libri, film e fumetto.
Il fatto che il gioco di ruolo chieda di inscenare i fatti, e non solo di assisterci, rende l'esperienza diversa, ma non significa che con altri media non si viva la vicenda: esperimenti come
questo suggeriscono che, leggendo una descrizione abbastanza visuale, nel cervello si attivano le zone legate all'azione descritta; se questo è valido per un testo, mi pare plausibile che lo sia anche per una scena vista.
Come dice in
questo articolo, "le emozioni innescate dalla fiction [...] a ogni livello - fisiologico, neurologico, psicologico - [...] sono reali, non simulate".
E l'esperienza vissuta può essere fortissima (ibid.): "un mio amico mi ha detto che non ricorda di aver odiato nessuno quanto ha odiato uno dei personaggi del film
Trainspotting, e ci sono persone che non possono sopportare di esperire certe fiction, perché le emozioni sono troppo intense".
Sono media diversi, fanno vivere in modo diverso la situazione rappresentata, ma tutti e tre la fanno vivere.
Quindi, fermo restando che il singolo può preferire un'attività piuttosto che un'altra (aggiunta: ed essere colpito più da un'attività piuttosto che da un'altra), non vedo differenze significative tra guardare un film, leggere un libro, giocare un gioco.
Premessa prima dell'inizio della discussione: sono convinto che si possa voler vedere film come
Battered Teens e giocare giochi come
The Mother senza che questo sia segno di problemi; in questa sede, rispondete senza fare insinuazioni sulla psiche altrui e senza insultare (discorso generale, non riferito a singoli).