Per il resto son d'accordo al 90% con Simone, lo hai presentato malissimo ("è diverso" è già stato un pessimo incipit). Il 10% di disaccordo è sul "non è un gioco di ruolo" (che li metterebbe ugualmente sulla difensiva). Meglio presentarlo come un GdR, uno dei tanti (mica son tutti uguali), uno che a te è piaciuto e che volevi provare.
Allora la cosa è andata così: lui voleva che giocassimo gdr, io non volevo giocare gdr per motivi intuibili allora ho proposto di giocare a questo gdr. Poi quando ci siamo trovati al tavolo per la prima sessione ho spiegato brevemente alcune differenze che ritengo fondamentali. Se la domanda che mi ponete è: ma è servito a qualcosa dirlo prima, la mia risposta è no. Date per scontato che se io dico ad un gruppo "questo gioco si gioca così e così, ha queste importanti differenze e quindi bisogna fare queste cose" il gruppo capisca correttamente. Non è così, anzi il 90% delle parole da me dette sarà ignorato e il restate riconvertito in termini loro familiari. Questo è successo fin troppe volte con i larp che facciamo che quindi non mi stupisco se avviene lo stesso coi gdr.
Ho detto loro che io avrei giocato solo la città. è servito? No perchè comunque ieri mi hanno detto che si aspettavano che io creassi una storia con climax e catarsi.
Non ho parlato loro di R0, narrativismo o CA, ho solo detto che questo gdr avrebbe avuto alcune importanti differenze, che nella mia opinione è necessario sapere per poter giocare. Nota che tra le differenze che ho detto loro (lo aggiungo ora se me ne fossi dimenticato) c'era pure quella di prendere le regole alla lettera
La "teoria" l'ho tirata fuori solo ieri sera che parlavamo con calma. Loro non vanno sulla difensiva se dico loro che il gioco è diverso, semplicemente giocano ogni gioco di ruolo (da tavolo e dal vivo) come sono abituato.
Come mai non riescano ad "immedesimarsi" (qualunque cosa intendano, anche se temo che sia un caso di marysueismo) giocando a CnV.
Perchè (ma qua sto parlando di quei due) per loro giocare un personaggio è giocarlo nel modo che ho descritto, ossia mettendo sè stessi e non creando una scissione. Semplicemente loro giocano così, o così o nulla.
Qual è il passaggio logico che porta da "io mi voglio immedesimare" a "il master è responsabile del mio divertimento"?
Idem. Se io mi metto in gioco completamente a livello emotivo, il master ne è responsabile, se crea delle tensioni poi deve fare in modo che queste refluiscano in modo catartico, perchè io giocatore, altrimenti a fine partita io sarò scontento e il gioco avrà fallito, perchè lo scopo del gioco è il mio divertimento
Quali modifiche effettive avevano proposto, oltre all'introduzione della R0? E come si aspettavano che queste favorissero l'"immedesimazione"?
Di fatto la R0, cioè portare tutto il gioco nel sistema cui loro sono abituati. In pratica il master avrebbe dovuto occuparsi non solo della backstory ma di una trama vera e propria che porti ad un crescendo e poi una risoluzione positiva. Ma, dico io, alla fine questo snaturerebbe la natura di CnV visto che in pratica io master avrei dovuto decidere che scelte far fare loro e quale decisione sarebbe stata giusta. In pratica avrei dovuto fare railroad nascosto.
Poi non gli andava che qualsiasi peccato potesse far arrivare i demoni, trovavano inconcepibile che il fatto che due donne si amassero carnalmente causasse l'attacco demoniaco, quindi volevano cambiare anche questa parte.
Uno può anche credere di fare una cosa per un motivo X e sbagliarsi, eh... Non dubito che voglia essere sincero, dubito solo che capisca, lui stesso, perché fa certe cose.
Andrea, non hai citato tutta la mia frase, io sono conscio di tale cosa, infatti la frase prosegue con "e quindi dovrei fare ipotesi ancora più strane sui reali motivi", cioè se ipotizzo che quello che mi dice non è vero perchè lui stesso non lo capisce, non saprei proprio cosa pensare. Anche perchè vedo corrispondenza tra quello che dice e come gioca. L'unica cosa che non dice ma che fa è quella di dominare socialmente gli altri.
Quindi, se pensate che quanto ha detto non sia vero (non importa per quale motivo) vorrei capire il perchè, e che sia qualcosa di diverso da "è assurdo" "è inconcepibile" o simili, proprio perchè c'è corrispondenza tra quanto dice e quanto fa.