[cite]Autore: Domon[/cite]verissimo quello che hai detto della catarsi, ma anche chi ha già vissuto una determinata situazione può immedesimarsi, trarre riflessioni, e rafforzare (ad esempio) il lutto... annoiarsi non è così automatico...
Sì, hai ragione, annoiarsi non è automatico.
Però hai centrato il problema: nel caso di cui parli è un "rafforzare" l'esperienza e non un "purificarsene".
Per questo non è catarsi.
L'elaborazione di un'esperienza è un processo diverso dalla catarsi e non possiamo sapere, in ogni singolo caso personale, quale delle due può restituire la reazione più forte.
[cite]Autore: Mauro[/cite]ma una madre che ha assassinato un figlio plausibilmente vivrà "piú in prima persona" l'evento rappresentato in scena.
Io non sto parlando di scopo dell'opera, ma di reazione emotiva dello spettatore.
Ecco, -questo- è un giro importante.
"Spettatore" è la parola giusta. Per ottenere questa reazione emotiva "forte" (che non è "catarsi"), l'esperienza deve essere vista come "spettatore".
Quindi nella logica di come funziona un GdR, l'esperienza la devi vedere interpretata da un altro giocatore al tavolo.
Se la interpreti tu, non è detto che nell'enfasi del gioco tu riesca a percepire che l'esperienza sia la stessa.
E' molto più probabile che questa reazione ci sia verso qualcosa di cui hai una forte opinione ma della quale non hai mai avuto esperienza.
Tipo prendere un giocatore che sia un volontario per l'accoglienza dei clandestini e metterlo in una situazione in cui prima gli si fa sterminare un villaggio di orchetti e poi gli si fa trovare la prova scritta che questo orchetti erano "buoni" e tutti adolescenti e metterlo di fronte a ciò che lui, come persona, odia di più, facendogli notare ciò che ha fatto con le stesse frasi con cui lui di solito apostrofa i "razzisti".
[cite]Autore: Mauro[/cite]So di una persona che non è riuscita a seguire una scena di una sessione che stava guardando perché aveva vissuto la stessa cosa di cui parlava la scena (chiedo scusa per la genericità, ma visto che tocca cosa personali per rispetto a questa persona preferisco non approfondire); magari non avrà provato catarsi di certo l'ha vissuta in modo piú forte di chiunque nella stanza non avesse vissuto quello.
Anche in questo caso è uno "spettatore".
Oggettivizzare un'esperienza e soggettivizzare un'esperienza sono due processi differenti e portano a risultati differenti.
EDIT: Crosspost con Ashrat che ha -centrato in pieno- una differenza notevole che si aggiunge al mio discorso.