Autore Topic: il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]  (Letto 4604 volte)

Vi racconto una storia.

C'è un bambino che vive in un paese di campagna e coltiva i campi con la sua famiglia.
Un infausto giorno, scoppia una guerra con la nazione confinante.
Tutti gli uomini abili vengono arruolati e spediti al fronte e il bambino rimane da solo con le donne e gli anziani a cercare di tirare avanti la loro vita di sempre.
Purtroppo però, la guerra dilaga sul territorio e l'esercito nemico arriva fino al paesello dove vive il bambino.
Chiaramente, il villaggio viene raso al suolo. Gli abitanti cercando di difendersi come possono, con armi di fortuna, ma l'esercito nemico è ben equipaggiato e ben istruito e ci mette poco ad ammazzare tutti.
Rimangono vivi solo il bambino e sua madre, la quale ha preso dal cassetto l'arma di suo nonno e la usa come meglio può per difendere la sua casa e suo figlio.
L'ufficiale nemico però, senza la benché minima pietà, uccide la madre davanti agli occhi del bambino e prende lui come schiavo.
Il bambino viene imprigionato in un campo di lavoro, dove resta per più di dieci anni, fino a che un'amnistia generale non libera tutti i prigionieri di guerra.
Durante questi anni di schiavitù e prigionia, il bambino matura un odio viscerale contro l'invasore straniero che gli ha distrutto la vita e la famiglia.
Ci mette un po' a recuperare altri che nutrono sentimenti simili per chi ora governa la sua nazione, ma alla fine forma un manipolo di rivoltosi e parte alla volta della sede del governo per assassinare il tiranno.
Mossi solo dalla voglia di libertà, i rivoltosi riescono a sopraffare le milizie poste a difesa del palazzo e giungere di fronte al tiranno e a ucciderlo, liberando la nazione dall'invasore straniero.

Questa storia la giudicate "realistica"?
Vi ci potreste immedesimare?
« Ultima modifica: 2010-06-01 13:27:38 da khana »
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Michael Tangherlini

  • Membro
  • Michael Tangherlini
    • Mostra profilo
    • Phage without a host
il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #1 il: 2010-06-01 13:36:19 »
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]Questa storia la giudicate "realistica"?

Non eccessivamente; "verosimile per necessità di fiction" potrebbe essere un termine più adatto, secondo me.
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]Vi ci potreste immedesimare?

Personalmente, credo di sì.

-MikeT
My body is a cage / My mind holds the key (Peter Gabriel - My body is a cage)

il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #2 il: 2010-06-01 14:52:56 »
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]Questa storia la giudicate "realistica"?
Vi ci potreste immedesimare?

No e no.
Bene, ora qual'è il punto?
Trevor Devalle - Programmer and unanonymous alcoholic

Ezio

  • Membro
  • Ezio Melega
    • Mostra profilo
il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #3 il: 2010-06-01 15:13:10 »
Si, qualcosa del genere è successo diverse volte, nella Storia (per esempio nel 70 a.C., Spartaco).
E si, potrei tranquillamente immedesimarmici. Al di là della situazione specifica i problemi del bambino sono problemi che conosco (abbandono, desiderio di rivalsa).

Dove stai andando a parare, Khana? Non mi fido per nulla dei filosofi artistici, io XD
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #4 il: 2010-06-01 15:41:53 »
Citazione
[cite]Autore: 3evil[/cite]No e no.

Posso chiederti per quale motivo?
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #5 il: 2010-06-01 15:46:43 »
Realistica? assolutamente si, la storia é piena di eventi simili. La parte meno realistica é la conclusione. tipicamente una rivolta simile viene soffocata nel sangue. E se qualcuno volesse conferme su quanto terribile possa essere un gruppo di bambini armati di fucile e disperati, guardate un po' in Africa.

Immedesimarsi? of course. Adoro le cause perse. :D

il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #6 il: 2010-06-01 16:02:08 »
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]
Citazione
[cite]Autore: 3evil[/cite][p]No e no.[/p]
[p]Posso chiederti per quale motivo?[/p]

Certo.

Realismo? Uno stato ben organizzato non può essere sconfitto da una mandria di rivoltosi armati solo dei loro ideali.
Spartaco? Spartaco era un gladiatore in fuga, non sconfisse Roma. Senza contare che dopo una manciata di strabilianti vittorie lui e tutti i suoi bravi amici fecero una fine orribile.

Immedesimarmi? Conosco sentimenti come "perdita della propria famiglia", "senso di rivalsa", ecc...
Ma un personaggio del genere ha visto morire tutto quello a cui teneva davanti ai suoi occhi, avrà dei problemi psicologici che io non posso nemmeno immaginarmi.
« Ultima modifica: 2010-06-01 16:36:55 da 3evil »
Trevor Devalle - Programmer and unanonymous alcoholic

il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #7 il: 2010-06-01 16:07:28 »
Meh. Se fosse necessario avere vissuto di prima mano ogni cosa per poter raggiungere un livello soddisfacente di immedesimazione, non esisterebbe il gioco di ruolo.

il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #8 il: 2010-06-01 16:09:15 »
Citazione
[cite]Autore: Hayden[/cite][p]Meh. Se fosse necessario avere vissuto di prima mano ogni cosa per poter raggiungere un livello soddisfacente di immedesimazione, non esisterebbe il gioco di ruolo.[/p]


Io semplicemente non riesco a mettermi davvero nei suoi panni. Un personaggio del genere non mi tocca.
Lo giocherei tranquillamente... Quanti personaggi del genere ho giocato a D&D?

Edit: Anche se, ora che ci penso, forse confondo il provare empatia, con l'immedesimarsi.
« Ultima modifica: 2010-06-01 16:10:31 da 3evil »
Trevor Devalle - Programmer and unanonymous alcoholic

il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #9 il: 2010-06-01 16:17:58 »
Citazione
[cite]Autore: 3evil[/cite]Realismo? Uno stato ben organizzato non può essere sconfitto da una mandria di rivoltosi armati solo dei loro ideali.

Tipo Cuba nel 56?
O la Jugoslavia nel 95?
Oppure il Regno delle 2 Sicilie nel 1859?
O la guerra dei sei giorni del 67?
Non cito la battaglia delle Termopili perché è abused, ultimamente...
Il Ruwanda te l'hanno già citato, invece.

Citazione
[cite]Autore: 3evil[/cite]Spartaco? Spartaco era un gladiatore in fuga, non sconfisse Roma. Senza contare che dopo una manciata di strabilianti vittorie lui e tutti i suoi bravi amici fecero una fine orribile.

Non sto parlando di Spartaco.
Spartaco è solo un esempio in più del fatto che certi temi sono "eterni" e "ricorrenti".

Citazione
[cite]Autore: 3evil[/cite]Immedesimarmi? Conosco sentimenti come "perdita della propria famiglia", "senso di rivalsa", ecc...
Ma un personaggio del genere ha visto morire tutto quello a cui teneva davanti ai suoi occhi, avrà dei problemi psicologici che io non posso nemmeno immaginarmi.

Verissimo, infatti è un sociopatico violento con il culto delle armi perfette.
Anche io penso che sia difficile immedesimarsi con persone che hanno avuto traumi psicologici enormi. Tipo la protagonista di Don't Tell Mummy o qualsiasi altro evento di cronaca nera degli ultimi 10 anni.
Il fatto che siano storie "realmente accadute" non le rende più vicine a noi, in nessun modo.
E' solo una differenza di sensibilità personale nel recepire queste cose.
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #10 il: 2010-06-01 16:26:42 »
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]Il fatto che siano storie "realmente accadute" non le rende più vicine a noi, in nessun modo.
E' solo una differenza di sensibilità personale nel recepire queste cose.

Sono d'accordo, e ho capito dove sei andato a parare.

Ma... mi manca un pezzo. In risposta cosa è nato questo 3d e le sue conclusioni?

Edit: Sul discorso storico ci sarebbe da parlare un bel po', ma questo è un altra storia, thread.
« Ultima modifica: 2010-06-01 16:27:29 da 3evil »
Trevor Devalle - Programmer and unanonymous alcoholic

il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #11 il: 2010-06-01 16:48:24 »
Citazione
[cite]Autore: 3evil[/cite]Ma... mi manca un pezzo. In risposta cosa è nato questo 3d e le sue conclusioni?

Al problema riferito all'immedesimazione a al fatto che (pareva, prima delle dovute spiegazioni dell'ultima mezz'ora) che inserire elementi "fantastici" in una storia, la rendesse meno "realisitca" e quindi più incline al whis-fullfilment.
Che questo quindi rendesse il color di un GdR (perché alla fine di quello parliamo) responsabile della possibilità o meno di produrre personaggi di spessore e "sentiti", mentre oggettivamente parlando il color è solo in grado di selezionare un tot di tematiche possibili all'interno di un genere che viene descritto, mentre la profondità è sempre e solo un prodotto di character*situation, nel modo in cui il giocatore riesce a renderli al tavolo.

Avere un personaggio con l'enorme spadone non lo rende automaticamente più stupido e più superficiale di un bambino col mitra o di un bambino senza mitra.
I personaggi in un GdR diventano profondi quando il giocatore è in grado di esprimere questa profondità attraverso il suo modo di giocare passionale e il Play Passionately non è -MAI- riferibile al color, ne tantomeno al setting.
Perché comunque, dato che stiamo giocando "noi", stiamo parlando di "noi" e sono le nostre emozioni e le nostre esperienze che mettiamo in gioco quando si gioca passionately.

Quindi la conclusione è molto banale ed è: il limite è sempre e solo nel giocatore.

P.S: il racconto iniziale è la trama del primo film di Conan.
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Mauro

  • Membro
    • Mostra profilo
il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #12 il: 2010-06-01 17:10:23 »
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]Il fatto che siano storie "realmente accadute" non le rende più vicine a noi, in nessun modo

Su questo, faccio una nota: stavo pensando che il fatto di essere realmente accadute le renda focalizzate, non piú vicine; in altri termini: se leggo Don't Tell Mummy pensando sia una storia inventata, e mi incazzo, mi sto incazzando contro un inesistente personaggio; se so che è vera, mi sto incazzando contro una specifica persona.
Il fatto che questa persona esista può acuire la reazione, ma in generale forse la focalizza semplicemente.

Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]Al problema riferito all'immedesimazione a al fatto che (pareva, prima delle dovute spiegazioni dell'ultima mezz'ora) che inserire elementi "fantastici" in una storia, la rendesse meno "realisitca" e quindi più incline al whis-fullfilment

Per quanto mi riguarda, non piú incline al wish-fullfilment; esplicito questo solo per togliere un possibile equivoco, in caso approfondirò in futuro (dai miei messaggi in altre discussioni può nascere un equivoco su cosa penso, quindi prima di dire altro preferisco chiarirlo).

il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #13 il: 2010-06-01 17:33:17 »
[cite]Autore: khana[/cite]
Citazione
[p]Avere un personaggio con l'enorme spadone non lo rende automaticamente più stupido e più superficiale di un bambino col mitra o di un bambino senza mitra.
I personaggi in un GdR diventano profondi quando il giocatore è in grado di esprimere questa profondità attraverso il suo modo di giocare passionale e il Play Passionately non è -MAI- riferibile al color, ne tantomeno al setting.
Perché comunque, dato che stiamo giocando "noi", stiamo parlando di "noi" e sono le nostre emozioni e le nostre esperienze che mettiamo in gioco quando si gioca passionately.[/p][p]Quindi la conclusione è molto banale ed è: il limite è sempre e solo nel giocatore.[/p][p]P.S: il racconto iniziale è la trama del primo film di Conan.[/p]


Khana, hai parlato come un libro stampato.
« Ultima modifica: 2010-06-01 17:33:58 da Hayden »

Mr. Mario

  • Archivista
  • Membro
  • *
  • Mario Bolzoni
    • Mostra profilo
il limite di una storia [split da "il limite di Watchmen"]
« Risposta #14 il: 2010-06-01 17:34:14 »
Arrivo in ritardo, e nonostante gli sforzi di Khana avevo riconosciuto Conan a metà storia, quindi a quel punto la domanda era un po' viziata. In generale, sì, mi ci potrei immedesimare. Non dico che ne farei un buon ritratto, ne farei un ritratto personale. Credo che attingerei dalle emozioni dentro di me che credo assomiglierebbero alle sue, e, con l'immaginazione, le aumenterei di intensità. Poi, dal sentire al saper esprimere passa un mare, ma questa è un altra storia.
Sognatore incorreggibile. Segretario dell'Agenzia degli Incantesimi. Seguace di Taku. L'uomo che sussurrava ai mirtilli.

Tags: