Sono indeciso se fare uno splittone cosmico lasciando in questo thread al massimo un paio di post, (e ricavandone altri due-tre thread chiamati "il fantasy può essere letteratura?", "una storia realistica è automaticamente più forte a livello emotivo?", etc, che evidentemente sono temi che vi toccano da vicino visto che insistete a parlare di quelli e non del topic di questo thread) o se lasciare tutto com'è come cronaca ed esempio del difensivismo che attanaglia gli appassionati di sf e fantasy...
Comunque, per il proseguo del thread:
Cosa NON sto dicendo:
- Che con sf e fantasy non si possono scrivere storie profonde e "umane" (credevo che il fatto di aver scelto Watchmen lo rendesse già chiaro, mica ho usato Drizzt come esempio...)
- Che il fatto di usare elfi, supereroi e simili renda automaticamente una storia "inferiore" o "meno umana" di un altra (anche qui, sarei scemo a sostenere una cosa simile: Watchmen sarebbe inferiore a Va dove ti porta il cuore?)
Quindi, visto che quasi tutti i post in questo thread puntano a confutare queste due cose e a difendere "l'onore" di fantasy e sf: potete smetterla, nessuno ha detto queste cose qui (fuori di qui, non lo, ma se avete ancora ferite scoperte per cose che avete letto e sentito anni fa sui libri che leggete: ormai è tardi, dovevate reagire allora, non qui nel mio thread)
Non sto nemmeno a elevare la letteratura "realistica" come un qualcosa che intrinsecamente sia profonda o umana: il 90%, ad essere buoni (la legge di Sturgeon è fin troppo benevola) è merda, con personaggi piatti fatti di cartapesta.
Cosa sto dicendo invece? Leggete il TITOLO del thread: davvero, pensavo fosse abbastanza esplicito. Sto parlando di un LIMITE. Un limite oltre al quale certi "genre trapping" tipo i costumi, gli spadoni, ma anche la fanciulla bellissima casta e pura o il giovine prode e valoroso ci stanno come i cavoli a merenda. Perché per superare quel limite serve la sincerità e onestà più assoluta, e il paravento fantasy con cui magari, in altre opere, si riesce a parlare di razzismo in maniera da arrivare anche al cuori di qualcuno che nella vita reale voterebbe Ku Klux Klan ma che si commuove a leggere degli schiavi di Deneb, non va più bene.
Un limite che NON è il "limite di un opera". Un opera è fatta e finita. Discutere se veniva meglio con gli elfi o senza astronavi, tranne i casi in cui effettivamente paiono messi dopo per riuscire a vendere il libro ad un editore (o il concept ad un produttore: "Gomorra nello spazio!") è abbastanza futile. Se parliamo di opere valide, gli elfi e le astronavi ci sono se hanno un senso. Se invece l'opera non è valida, ha ben altri problemi che non la presenza di astronavi.
Il limite è quello di AUTORI (che qui mi interessano poco, anche se ho usato l'esempio di Moore) e LETTORI (o nel gdr, GIOCATORI, che sono quelli che mi interessano), che lo porta anche ad essere un limite di EDITORI ("9 anelli agli editori, che più di tutto bramano un aumento di fatturato").
Moore ad un certo punto della sua carriera di autore decide che con i supereroi è arrivato a quel limite (e infatti secondo me Watchmen lo definisce: nessuno è mai riuscito ad andare oltre), e cosa fa? Volendolo superare, abbandona i supereroi (almeno, nelle opere più impegnate, poi quando ha i conti da pagare e un pomeriggio libero sceneggia un numero di Spawn e in un pomeriggio incassa di più di quanto abbia mai incassato per V for Vendetta... ) e va oltre.
Cosa fanno i lettori appassionati, quelli che adorano Moore, che stravedono per lui, che si sono letti dieci volte Watchmen, che lo considerano il maggiore autore di fumetti mai esistito? Ovviamente NON lo seguono nelle sue nuove opere, se non in minima parte ("non sono SUPEREROI!") e corrono a consolarsi con il supereroe "cool" del momento.
(prima che arrivino altri 50 post a difendere i supereroi: sono un appassionato di fumetti di supereroi, li leggo da quando avevo 8 anni, ho la collezione completa dei fumetti Marvel-Corno e un numero che mi sgomenta di scatoloni pieni di comic books originali. Ma non leggo solo quelli).
Chiarisco: non è un limite di intelligenza, di comprensione, di capacità di lettura: non è che questi lettori abbiano provato i nuovi fumetti di Moore e li abbiano trovati ostici, o incomprensibili o noiosi. No. Non li hanno proprio nemmeno cercati. "non ci sono i supereroi". E' un limite dato dal rigetto della realtà.
Un limite autoimposto, è ancora un limite? Per me sì. Anche più dei limiti imposti da altri. E poi, fino a che punto questa "paura della realtà" (o rigetto della realtà, se paura vi pare eccessivo) è autoimposto e non inculcato da una cultura dominante che utilizza l'escapismo come i romani utilizzavano il leoni al colosseo?
Torniamo a parlare di gdr.
Ron Edwards è probabilmente più paragonabile a Dave Sim che non a Moore. Però ci sono dei paralleli.
Sorcerer riesce a parlare di temi importanti con demoni e evocazioni dei medesimi? Certo. Ma visto che la cosa non viene negata da nessuno qui (vedi i due punti all'inizio) la cosa è off-topic. Però rappresenta un perfetto parallelismo con Watchmen e Moore. Sorcerer è stato scritto da Ron come reazione ai vent'anni di gioco precedente, all'intensità promessa da giochi come Champions, Cyberpunk, Vampire, e mai veramente fornita in maniera sistematica (da sistema). Sorcerer è l'altra faccia di Vampire (non è un caso che abbia uno score chiamato "umanità"). E' un Edwards trentacinquenne che dice al mondo dei gdr "ECCO come si fa un gdr che sia veramente intenso, e come si possono utilizzare elementi fantasy come i demoni per ottenere questo risultato).
Sorcerer non è un successo straordinario rispetto a D&D o Vampire, ma lo è per un piccolo gdr indie autoprodotto. Probabilmente c'era gente che rideva di fronte alla versione in un file di testo spedita via email per cinque dollari nel 1996, pensando a linee editoriali di decine di volumi cartonati a colori (ora quelle linee sono morte, le ditte fallite, e Sorcerer vende ancora bene, tanto da essere tutt'ora credo il gdr indie più venduto di tutti i tempi).
Il problema che limita la diffusione di Sorcerer, attualmente, è come è scritto. Essendo stato scritto prima che venissero formalizzati molti concetti, non è chiaro in molte cose. Una nuova edizione venderebbe un sacco, ed Edwards non dovrebbe nemmeno scrivere e playtestare un sistema nuovo. Perchè non lo fa?
Purtroppo the forge in questi giorni ha problemi di server ed è down, ma quando riapre leggetevi questo thread:
Why no "revised" Sorcerer?Cosa dice? Che Sorcerer era quello che aveva bisogno di dire a 35 anni, come reazione al mondo dei gdr allora esistente, che è un gioco che ha una notevole importanza storica e che gli piace ancora giocarci e che non è per niente superato, ma che adesso lui vuole parlare d'altro. E fare altri giochi, che vadano OLTRE (implicito: "oltre i limiti di") il classico wish-fulfillment da "gamer", e parlino del mondo attorno a noi. Quello reale.
Da qui Spione, e poi Shahida.
E come con Moore, gran parte di chi aveva anche apprezzato Sorcerer, è rimasta perplessa di fronte ad un gioco che parlava "del mondo reale", e ha voltato le spalle a Spione. Non "non gli è poaciuto", ma "non l'ha manco considerato", non ha fantasy, elfi, demoni, mostri, etc.
(la differenza magari è che Moore magari ci sperava, Edwards sin dal principio ha detto che Spione era completamente antitetico a tutto quello che i gamer si aspettano da un gdr, "avere il personaggio fico" in primis, e quindi era rivolto espressamente ai non gamers. Tanto da dire che non è un gdr, anche se tecnicamente lo è, per dire meglio che un gamer non ci troverebbe nulla di quello che si aspetta in un gdr)
Specifico poi, che in questo thread non sto traendo conclusioni (per questo rispondo poco e attendo interventi altrui). Le conclusioni le farò in un thread che, nele mie intenzioni, vorrebbe riunire i fili di diversi thread recenti...