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Michele explains it all

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Michele Gelli:
Capitolo 1:
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«Chi è amico di tutti non è amico di nessuno» (Michele Gelli)

Faccio un esempio un poco forte (che non vuole implicare nulla su nessuno, vuole solo essere un esempio chiaro).

[INIZIO ESEMPIO]

Il tuo amico Tizio trova offensivo che tu chiami “persona” il tuo amico Caio; secondo lui dovresti chiamarlo “sporco negro”. Di “Tizio” simili che ne saranno a decine là fuori, e non credo che su questo punto qualcuno possa smentirmi.

Magari Caio non ha la minima intenzione di chiamare “buana” Tizio (e ti cita la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo) e Tizio non ne vuole sapere di considerare Caio più di un animale (e ti cita un libro sacro della religione che professa). Ci sono buone possibilità che nessuno dei due si smuova di un millimetro dalla sua posizione.

Che fai?

Non è che ci siano esattamente millemila soluzioni…

Cerchi molto democristianamente di trovare una posizione di equidistanza, un compromesso che salvi capra e cavoli. Ti inventi “diversamente colorato”, “white impaired”, “dermatologicamente svantaggiato” o un’altra mostruosità simile. E ti illudi di poter essere amico sia di Tizio che di Caio.

Oppure prendi uno straccio di posizione. E anche se non “mandi a cagare” Tizio (o Caio, a seconda di quello che decidi) ma gli spieghi la tua posizione con calma e civiltà, ci sono ottime possibilità che non prenderai più il caffè con lui con lo stesso piacere con cui lo prendevi prima.

[FINE ESEMPIO]

Nel mondo perfetto dello zucchero filato e della frutta candita sarebbe bello potere essere amici di tutti. Non lo nego. E non nego neppure che si debba lavorare per tendere a questo risultato. MA nel brutto e cattivo mondo reale capita di dover prendere una posizione. E nel momento in cui prendi una posizione è probabile che ti “rovini” un compagno di caffè.

Ora, in tutta l’impostazione del forum abbiamo sempre cercato di stimolare un confronto di opinioni franco e “a viso aperto” (già dal chiedere che  ci fosse il nome vero delle persone in sign). Solo passando sul mio freddo cadavere questa community diventerà un covo di ipocriti-politically-corretti in onore ad un qualche Tizio là fuori che potrebbe trovare “parpuzio” offensiva o scorretto “GenteCheGioca” perché già dal nome si implica che gli altri non giochino.

Ed infiliamoci in testa che molti dei concetti di cui parliamo SONO offensivi. Di per se. Anche se si chiamassero Paperino o Clarabella. Perché io ricordo ancora con distinta chiarezza che, leggendo il manuale di Cani nella Vigna, sono scoppiato con indignazio maxima in un “Ma come si permette questo %&/%%&$ di venirmi a insegnare come si scrive una avventura?!”. E ricordo altrettanto distintamente che molte delle spiegazioni di Avventure in Prima Serata mi risultavano offensive esattamente come sentirsi dire che gli asini volavano. Cozzavano con la pratica e tutta l’esperienza che avevo accumulato. Sembrava che il libro mi volesse dare a bere cose folli.

Rassegniamoci. Non potremo essere amici di tutti. E prendersela con le parole è solo FUFFA, fumo, nebbia che nasconde questo problema. Anche se non amo alla follia la parola “parpuzio” (e tento abitualmente di non usarla), in questo momento è diventata sinonimo di “avere il diritto di guardarsi alle spalle e giudicare il proprio passato” che è un concetto che difenderò con le unghie e con i denti.

Prendiamo anche nota che siamo in una fase di cambiamento, e un certo eccesso di foga da una parte e una certa incredulità / incomprensione dall’altra saranno patologici e inevitabili. Lo ho vissuto con i videogiochi, con i fumetti, con i manga / anime. Se ci armiamo di Santa Pazienza e ci rassegniamo a gestire un minimo di conflittualità in più in questa fase di transizione, invece di farci masturbazioni mentali sulla prevenzione di ogni possibile problema, ne avremo metà della vinta.

Io per certo non smetterò di chiamare il mio amico Caio “persona” nell’off chance  che ci sia un Tizio che trova la cosa offensiva (e che in ogni caso troverebbe offensivo proprio il concetto che Caio sia una persona, non la parola in se).


Capitolo 2:
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«Meglio un cattivo piano che nessun piano del tutto» (Napoleone Buonaparte)

O come dicono in un episodio di Buffy “where do we go from here”?

Indipendentemente da come sia nato GenteCheGioca (che per il discorso che vado a fare potrebbe essere anche stato fatto per volontà dei pirati spaziali del pianeta O) sta di fatto che è stato saldato e plasmato dalla INC (e da tutte quelle iniziative a cui la INC ha “dato il la”: GNOCCOcon, COTTOcon e chi più ne ha più ne metta).
Se prima INC era la con di GenteCheGioca, ora posso dire con poche possibilità di smentita che GenteCheGioca è il forum della INC (e della GNOCCOcon, della COTTOcon, etc.). Nel senso che se prima gli incontri live erano “propaggini”, orpelli dell’attività online, ora è l’attività online che è “propaggine”, un palliativo degli incontri live, un modo per respirare l’entusiasmo e tenersi in contatto fra una volta e l’altra in cui si sarà tutti materialmente nella stessa stanza. Il che spiega l’incredibile proliferare di iniziative ludico-gastronomiche: le persone vogliono conoscersi, giocare e l’unico modo di farlo è IRL.

Non voglio che GenteCheGioca diventi una donna di facili costumi che si prostituisce al primo che passa con lo scopo di diventare un forum da millemila accessi unici al giorno. Ogni volta che ti prostituisci perdi un pezzo di te, cedi parte della tua identità, modifichi il tuo piano di battaglia fino a perderlo e non averne più uno.
Voglio che GenteCheGioca diventi un ambiente sociale sano per gente che vuole parlare di gioco, ma soprattutto giocare e ritrovarsi IRL. E se questo repelle o offende qualcuno, mi dispiace per lui. Non sa cosa si perde ;-)

Ora: il mitologico “nuovo arrivato” sarà sempre patologicamente fuori dai meccanismi che legano la community (questo in tutte le community, e  non solo qui). Non conosce il lingo, non capisce gli in-jokes, deve imparare a conoscere le persone in condizioni (via internet) obbiettivamente svantaggiate rispetto a IRL. Ma è lui che deve fare il salto, non possiamo essere noi a spingerlo.

Possiamo rendere il salto meno impegnativo? Indubbiamente, pur negli indubbi limiti di cui al punto 1.  Quello che dobbiamo fare è trasmettere con più efficacia l’entusiasmo e l’energia dietro alle con IRL. Le idee ci sono, e fra non tantissimo vedrete che qualcosa si muove.

Capitolo 3:
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Ed ora arriviamo alla "questione Moreno".
Partiamo facendo notare che dalla poltrona del salotto tutti sono bravi a criticare, e che, ammesso e non concesso che Moreno abbia sbagliato (e molto meno di quello che si tenta di fissare nel immaginario collettivo), è anche il moderatore in assoluto più presente ed attivo. Se un Moderatore mediamente fa una cretinata ogni x interventi (in quanto fallibile essere umano) è ampiamente possibile che Moreno ne abbia fatte più di tutti, ma solo sulla base della pura forza dei numeri. E sulla base della stessa forza è anche quello che ha fatto più da “parafulmine” alla community (pensate cosa sarebbe successo se le stesse cose che Ezio ha detto a Tobias le avesse dette Moreno!).

Proseguiamo facendo notare che la questione si dovrebbe chiamare “questione di Michele”, non “questione di Moreno”. Perché, se da un lato Moreno ha avuto alcune uscite non particolarmente morbide, dall’altro lato è anche vero che gran parte dei problemi che le hanno causate sono derivati dal fatto che per parecchi mesi è stato un moderatore “azzoppato”. Perché sapeva perfettamente che se avesse preso alcuni provvedimenti che reputava necessari (e che avrebbero evitato l’incancrenirsi dei problemi che poi sono rimbalzati nelle chiappe a lui) le ripercussioni “politiche” poi sarebbero rimbalzate fra le chiappe a me (esempio: “Potrò riprendere Sempronio con la severità che merita, sapendo che è il cugino del fratello del nipote del tipografo con cui domani Michele ha un appuntamento?” “Ma se banno Sempronio che lavora a ‘PippoPress’ con cui Michele vuole avere buoni rapporti, poi che succede?”). Ed ha tentato di barcamenarsi fra il desiderio di far funzionare la community e il voler preservare il fegato di un suo amico (il mio, nella fattispecie).

Sai cosa ti dico Moreno? Ti ringrazio della premura, ma voglio più bene a GenteCheGioca che al mio fegato. Catafottitene. Questo tipo di beghe devono stare a milioni di chilometri da GenteCheGioca. Se permetto a queste beghe di influenzare l’operato dei moderatori, le case editrici non hanno fatto un passo indietro ma due avanti rispetto al Narraforum. Fai il moderatore, che con le beghe me la vedo io. Le tue vacanze sono finite con effetto immediato.

E sapete che dico a tutti quanti? Che voglio più bene ad Ezio, Lavinia, al Vellu ed allo Zanna che al mio fegato. E si dovrà passare sul mio freddo cadavere perché la carica di energia ed entusiasmo che genererà la GNOCCOcon venga dispersa e avvelenata come è successo a quella della INC. E’ un rispetto MINIMO che tutti dobbiamo a chi alza le chiappe e si sbatte per organizzare occasioni di gioco. E lo stesso vale per Arconate, Cottocon, Strinùcon, Utopia e chi più ne ha più ne metta.

Trevor Devalle:
Gran Bell'intervento Michele.. per leggerlo tutto probabilmente arriverò in ritardo a scuola >.

Luca Veluttini:
Grazie, Michele.

Paolo "Ermy" Davolio:
Non posso che concordare su tutta la linea.

Francesco Berni:
Mi accodo, al giro di esultanze. Gran bell'articolo e concordo completamente

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