Archivio > General
InterNosCon, GenteCheGioca, l’Universo e Tutto il Resto o “Che ci facciamo qui?”
Claudia Cangini:
La INC, oltre all’incredibile entusiasmo che mi ha suscitato, mi ha anche fatto fare alcune riflessioni direttamente legate ad alcune cose che ho osservato. Queste cose così stimolanti sono le seguenti:
1) L’enorme (rispetto al numero dei partecipanti) quantità di eventi proposti che erano di più di quelli dell’anno scorso. Quest’anno c’era letteralmente “l’imbarazzo della scelta”. È un trend di cui sono felicissima perché lo interpreto come un indice del fatto che le persone non sono più intimorite a proporre un evento. Evidentemente ci sentiamo più sicuri dei nostri mezzi (forse abbiamo anche fatto più pratica?) e credo anche sia definitivamente passato in giudicato che i partecipanti alla INC sono i giocatori più comprensivi, collaborativi e ben disposti che si possa desiderare (il che rende il presentare qualsiasi cosa una passeggiata di salute).
2) Lo sconcertante numero di eventi off slot che ci sono stati. Interpreto questo come una voglia di giocare incredibile. Evidentemente questa attività ci diverte veramente un botto, al punto da non sprecare la minima occasione per praticarla
3) L’atmosfera incredibile che si respirava (peraltro confermata da molti partecipanti e ospiti di persona, sulla “cosa bella” o sul forum). Il clima era davvero meraviglioso e la parte migliore è che credo abbia fatto sentire a suo agio anche le persone che non facevano parte delle “vecchie rughe” da forum.
4) il livello di gioco assurdamente alto. Intendo che le peggiori partite che ho giocato sono state “belle” e le migliori “eccezionali”. E anche questo genere di commento lo ho sentito ripetere da più d’uno... Cosa concluderne? La pratica ci ha reso più bravi? Abbiamo quanto meno tutti quanti la disposizione mentale, la fiducia e la voglia di impegnarci per fare riuscire i giochi? Non sono sicura di quale sia la risposta giusta, ma di certo è un risultato eccitante...
A questo punto vorrei menzionare un’altra cosa (può sembrare che salti di palo in frasca, ma abbiate la pazienza di seguirmi, it will all make sense).
Quando abbiamo iniziato a pubblicare giochi, io e Michele avevamo un obiettivo (da editori e da appassionati) talmente ambizioso da sforare nella follia. Ed era un obiettivo che nasceva da considerazioni deprimenti e fastidiosamente realistiche. L’idea era che c’è un “problema del gioco di ruolo” ossia il calare del pubblico e delle uscite, e questo declino generale dell’hobby. Alcuni credono che la cosa possa risolversi con la pubblicazione del gioco “giusto” che attirerà masse osannanti. Altri individuano la soluzione nel nodo distributivo. Altri in politiche commerciali o promozionali più aggressive.
Sono tutte cose verissime e terribilmente importanti, per carità. Ma secondo noi il problema è molto più grave e molto più alla radice: semplicemente bisogna ricreare un pubblico di appassionati da zero o quasi (l’avevo detto che era una idea follemente ambiziosa, no?).
L’unica soluzione, a nostro modo di vedere, poteva venire solo dai giochi stessi. Diffondere i giochi che ci piacciono, spiegarli correttamente facendoli provare e diffondere la cultura e la filosofia che ci stanno dietro era l’unico modo per rifondare la “scena” degli appassionati. Era un lavoro estenuante ma, sperabilmente, virale. E da questo lavoro immane doveva, nella nostra idea, nascere qualcosa di nuovo e mai visto prima: una comunità di appassionati fondata su principi, strutture sociali e modalità di interazione diversissime da quelle del gioco tradizionale. Qualcosa di entusiasmante, appassionante e accogliente. Qualcosa di talmente bello da affascinare chi incappava in esso e spingerlo a interessarsi e, forse, finire col farne parte.
Ecco, a me sembra, in quest’ultimo week-end, di avere visto il germe di ciò che potrebbe essere questa cosa. Dire che sono entusiasta è davvero un eufemismo.
E naturalmente INC e la comunità degli appassionati sono legate a filo doppio con GenteCheGioca, il che mi fa sovvenire alcune recenti discussioni su toni da tenere, accoglienza a nuovi arrivati, ecc. Naturalmente saranno argomenti che verranno discussi tra i moderatori, ma ci tenevo anche ad esporre un po’ del mio pensiero in materia.
Io credo che dobbiamo per prima cosa ricordarci chi siamo e che ci facciamo qui.
I GIOCHI sono centrali per la nostra comunità.
Adesso ci beiamo tutti quanti in questo bel senso di comunità e amicizia, ma sapete che cosa lo ha creato? Ve lo dico io: i giochi che abbiamo condiviso. Ci sentiamo così vicini perchè abbiamo condiviso insieme delle esperienze creative, coinvolgenti e personali. È questo che ci fa sentire di conoscerci (e non è una sensazione sbagliata, anzi!). Visto l’andazzo di gioco unsafe che abbiamo preso, l’atmosfera si allontanerà sempre più da quella di una community sul Monopoli o sul Bridge e i rapporti personali si stringeranno.
Aggiungo che la comunicazione on line ha quasi sempre un effetto venefico sui rapporti e io credo che incontrarsi di persona sia l’antidoto. Come si fa a non applicare il charitable reading a quella persona che con te ha riso, ha creato qualcosa, si è emozionato, ti ha conosciuto e si è lasciato conoscere? Quella persona che, ancora oggi, se gli nomini quella battuta o quel momento che avete condiviso non può fare a meno di sorridere e solo voi capite fino in fondo perchè?
Perciò, ragazzi, calma e gesso: siamo una comunità che ha qualcosa che la unisce e la rende speciale. Annoverare nuove persone tra di noi è una cosa bellissima e auspicabile, e dobbiamo essere accoglienti, educati e rispettosi nei loro confronti. Però nulla vale il rinunciare alla nostra individualità, a ciò che ci rende “noi”, alla sincerità nel nostro comunicare.
Le cose che secondo me ognuno di noi, individualmente, può fare per rendere più accogliente la nostra comunità è essere pazienti (ma fermi) nel dare spiegazioni a chi le richiede. Essere educati anche attraverso accorgimenti semplici come restare in topic ed evitare accuratamente il dogpiling. E più di tutto cercare ogni occasione per vederci tra noi e incontrare le persone nuove. A casa di qualcuno, a un ritrovo di qualche tipo, a una “con” più ufficiale (poco importa se davanti ad una chizza o a una piada) o a una fiera non ha importanza. Incontriamoci e giochiamo, sarà LA cosa che ci permetterà di entrare veramente in contatto con un’altra persona.
Emanuele Borio:
--- Citazione ---[cite]Autore: Claudia Cangini[/cite]Adesso ci beiamo tutti quanti in questo bel senso di comunità e amicizia, ma sapete che cosa lo ha creato? Ve lo dico io: i giochi che abbiamo condiviso. Ci sentiamo così vicini perchè abbiamo condiviso insieme delle esperienze creative, coinvolgenti e personali. È questo che ci fa sentire di conoscerci (e non è una sensazione sbagliata, anzi!). Visto l’andazzo di gioco unsafe che abbiamo preso, l’atmosfera si allontanerà sempre più da quella di una community sul Monopoli o sul Bridge e i rapporti personali si stringeranno.
--- Termina citazione ---
Mamma mia, davvero! Mi sembrava di conoscere di più persone di cui non conoscevo neanche il cognome che non amici di vecchia data O_o
--- Citazione ---[cite]Autore: Claudia Cangini[/cite]dobbiamo essere accoglienti, educati e rispettosi nei loro confronti. Però nulla vale il rinunciare alla nostra individualità, a ciò che ci rende “noi”, alla sincerità nel nostro comunicare.
--- Termina citazione ---
This. Sono infervorato *_*
Che discorso figo. Ora però non dormo più tutta la notte. ò_ò
Fabio Succi Cimentini:
--- Citazione ---[cite]Autore: Claudia Cangini[/cite]Come si fa a non applicare il charitable reading a quella persona che con te ha riso, ha creato qualcosa, si è emozionato, ti ha conosciuto e si è lasciato conoscere? Quella persona che, ancora oggi, se gli nomini quella battuta o quel momento che avete condiviso non può fare a meno di sorridere e solo voi capite fino in fondo perchè?
--- Termina citazione ---
Questo su tutti. Ma in generale sul messaggio intero sottoscrizione con sangue, sudore, fanmail, applausi e soprattutto ammirazione.
Moreno Roncucci:
off-topic buttati in pattumiera
Mattia Bulgarelli:
--- Citazione ---[cite]Autore: Claudia Cangini[/cite]Le cose che secondo me ognuno di noi, individualmente, può fare per rendere più accogliente la nostra comunità è essere pazienti (ma fermi) nel dare spiegazioni a chi le richiede. Essere educati anche attraverso accorgimenti semplici come restare in topic ed evitare accuratamente il dogpiling.
--- Termina citazione ---
Ecco, Claudia, qui hai riassunto molto bene in poche righe quello che ho tentato (riuscendoci o no?) di spiegare nel thread "Welcome on GcG".
Fanmail.
Navigazione
[0] Indice dei post
Vai alla versione completa