Autore Topic: {Jeepform] Previous Occupants - Prime Impressioni  (Letto 3601 volte)

Ezio

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Domenica, a INC, ho provato Prevous Occupants con Katia, Lavinia, Yves e il buon Wady (che ringrazio particolarmente per essersi fatto reclutare all'ultimo istante).

Un po' di note tecniche: per chi non lo sapesse PO è l'ultimo gioco di Tobias Wrigstad, attualmente in fase avanzata di playtest, e (probabilmente) disponibile a breve sul Sito dei Jeep.
Il gioco parla di fantasmi e relazioni: in un primo atto assistiamo alle storie parallele di due coppie che portano ad una prima notte di sesso una e ad un omicidio/suicidio l'altra. Nel secondo atto i due piani si intrecciano, e i fantasmi della coppia defunta iniziano ad entrare e ad uscire dai corpi della giovane coppietta, cercando di rivivere la propria tragedia attraverso di loro.
Il gioco è presentato da Tobias come semplice e veloce, ed è stato pensato per essere godibile senza un'eccessiva dose di bleed. Viene consigliato dall'autore come "ideale se sei al tuo primo jeepform".

La nostra preparazione è stata minimale: due divani, un tavolo, alcune prop. Delle prop preparate è stato usato effettivamente un semplice tagliacarte/pugnale e il campanello che viene usato per interrompere le scene.
Noi tre reggiani abbiamo ormai una certa infarinatura di jeepform (anche se io ero solo alla mia seconda esperienza da regista), mentre Yves e Wady erano alla prima esperienza in questo senso. Spiegate brevemente un paio di tecniche essenziali (telegraphing, bird-in-ear, inside/outside) e si parte.
Katia e Wady fanno la "giovane coppia", i fidanzatini felici. Ho chiesto a Katia esplicitamente di prendere quel ruolo perché la "coppia felice" comprende i ruoli dichiaratamente più difficili. Nella prima parte dello scenario non ci sono conflitti evidenti tra di loro, ed è compito dei giocatori e del master (col bird-in-ear) costruire man mano la passione: conosco Katia come una persona perfettamente in grado di reggere questo e creare conflitto. Non mi ha deluso. In mezz'ora lei e Wady avevano intessuto la storia di una coppia cattolica (è richiesto dal gioco che siano religiosi) apparentemente felice, ma con un potenziale esplosivo: entrambi volevano il corpo dell'altro, ma non riuscivano ad esprimere questo desiderio per paura delle relazioni dell'altro. Nonostante tutto alla fine l'hanno capita e si sono gettati l'uno nelle braccia dell'altro, con una certa gioia.
Dall'altra parte Lavi e Yves giocavano una vecchia coppia del tutto insoddisfatta, con lei che si "sforzava di amarlo" e non capiva perché a lui questo non bastava. E si urlavano tutto in faccia, senza ritegno. Lei tenta il suicidio e fallisce, lui l'aiuta più che volentieri.

PING! Fine primo atto.

Fin qua tutto "normale". Non ci sono problemi di sorta. L'input del regista non è eccessivo, se non nel taglio delle scene. I giocatori non hanno approfittato troppo del loro diritto di tagliare le scene ma, e in generale dovremmo tutti allenarci un po' di più col telegraphing (problema ripresentatosi varie volte nella partita), in modo da renderlo più chiaro ma... ok.
Il gioco è abbastanza fisico, con coltelli che volano via e schiaffi tirati (storico il momento in cui Yves sta per schiaffeggiare la Lavi... ma lei è più veloce, grossa la metà e incazzata il doppio e lo anticipa XD)

Durante la pausa sigaretta si parla un po' del gioco e si scioglie del tutto la metafora che è il secondo atto: i fantasmi della vecchia coppia altro non sono che un elemento di disfunzionalità che la coppia funzionale dei giovani, e vedere come la risolvono. Nel nostro caso c'è un ulteriore "aggravante", un paradosso: i due giovani sono felici perché non si parlano. La disfunzionalità che li colpirà sarà l'aprirsi l'uno con l'altro.
Averla rivelata in questo modo ha, si è scoperto dopo parlando con Tobias, probabilmente influito molto sulla partita: l'horror ormai non centrava molto e la parte della relazione è cresciuta d'importanza.

Si dà il via al secondo atto, e i fantasmi iniziano a possedere e a fare i poltergeist. Ci sono un paio di problemi.
Inizialmente non capivamo bene come comportarci coi fantasmi: dopo essere stato posseduto un personaggio cosa ricorda? Come lo interpreta? Sul manuale non è chiaro. La confusione, scoprirò poi, è voluta da Tobias: ognuno si comporti come meglio crede. Neanche a farlo apposta abbiamo scelto la via meno sicura, decidendo che i ragazzi si vedevano "dall'esterno", senza riuscire a comprendere il perché delle proprie azioni.
Probabilmente è stato questo che, unito alla comprensione della metafora, ci ha "fregato": i personaggi erano praticamente giocati ciascuno da due persone, avevano una parte che li univa e una che li respingeva, buttando tutto, tutto sull'analisi della loro relazione.
Il secondo problema è stata buttarla un po' sullo slapstick, con scene un po' grottesche, fisiche e vagamente assurde.
Troppo, si stava scivolando nella cazzata.
Fermo il gioco e se ne parla. Ci concentriamo tutti e si riparte.
Il cambiamento è straordinario. Iniziamo nuovamente con delle "scene incrociate", ovvero una serie di momenti in cui le coppie si incrociano: la ragazza giovane e il vecchio che possiede il ragazzo, o viceversa.
In queste scene i due ragazzi si attaccano verbalmente mentre l'altro, sconvolto, non sa rispondere. Si crea una tensione narrativa enorme, davvero, di quelle viste giusto in Dubbio.
Qui il ritmo lo danno davvero i giocatori. Nonostante l'atto sia un lungo piano sequenza, un a scena unica durata circa un'ora il ritmo è incalzante e serrato. Io mi siedo e mi godo lo spettacolo: non c'è più bisogno neppure del bird-in-ear. A parte che il conflitto ormai è apertissimo, a Yves piace particolarmente sussurrare all'orecchio dei giovani, facendo praticamente lui uso di questa tecnica solitamente utilizzata dal regista.
Abbiamo persino avuto la nostra scena in cui entrambi i fantasmi posseggono i giovani nello stesso istante, senza mettersi d'accordo prima.
Si scoprirà poi che la Katia ha giocato particolarmente close to home, e questo ha portato sicuramente intensità.
Dopo un'oretta di gioco segnalo che è ora di tirare le fila: le basi sono state poste, il culmine della tensione raggiunto, è ora di risolvere.
I ragazzi ci provano, ci provano con tutte le forze, ma non ce la fanno: decidono di separarsi.

Qui c'è stato uno di quei difetti nel telegraphing di cui parlavo: la Katia intendeva andare in bagno a suicidarsi, e ha recitato il gettarsi acqua sul volto, per segnalare di essere in bagno. Io ho interpretato questo gesto come un semplice massaggio e, credendo che la ragazza fosse semplicemente uscita dalla stanza lasciando il ragazzo, ho chiuso la partita.
Poco male, in fondo. Giocando fuori di metafora il lasciarsi e l'uccidersi erano esattamente la medesima cosa.
Però un consiglio a tutti: guado telegrafate, fatelo ad alta voce :-P

Alla fine debriefing e complimenti per l'intensa partita.

Parlando con Tobias ci si è accorti come gli italiani (almeno quelli di INC) hanno una propensione spiccata per la violenza psicologica piuttosto che per quella fisica, e che questo aumenta la "cattiveria" del gioco. In un certo senso la violenza psicologica è ben peggiore di quella fisica.
Una cosa che, inoltre, è stata amplificata enormemente è stato l'elemento religioso. Tobias se ne è stupito, dato che nelle sue idee il fatto che la giovane coppia fosse cristiana era puro colore, una giustificazione al fatto che non avessero fatto sesso, una cosa un po' strana su al nord. L'Italia e l'Italia, però, e la situazione ci era fin troppo familiare e ci ha consentito di avvicinarci a casa ancora di più. Tutti noi avevamo quantomeno visto situazioni del genere.
Questo concatenarsi di cause ha portato il "jeep leggero" ad essere decisamente emozionante, specie per alcuni di noi.

Funziona anche così ma avremmo potuto giocarlo in maniera diversa senza la minima difficoltà.
Per esempio Wady ha giocato in maniera un po' più "safe" rispetto agli altri. Era evidente: intrecciava una storia di abusi e droghe che, evidentemente, non sentiva, che lo portava lontano da casa. La ragione di questo, ci ha spiegato, è che se avesse fatto bleed profondo la situazione sarebbe stata intollerabile: essere chiuso in una stanza mentre attorno a lui succedono "cose strane"? Avrebbe abbandonato il lato sentimentale, e sarebbe scivolato nell'horror puro.
Sarebbe andato benissimo e, anzi, mi piacerebbe, rigiocando, vedere questo. Il gioco è davvero composto da due elementi che interagiscono tra di loro e sono i giocatori, sviluppando la storia, che decidono come tarare questi aspetti e come si rapporteranno fra di loro.

Commenti e opinioni, anche dal gruppo che l'ha giocato con Tobias?
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Wady

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{Jeepform] Previous Occupants - Prime Impressioni
« Risposta #1 il: 2010-05-11 12:37:18 »
grazie ad Ezio che mi ha finalmente fatto provare un jeepform!! Era tanto che volevo farlo (d'altronde ho grandi doti di attore geneticamente insite in me eh eh).
Commenti: come già detto anche a Tobias, ho fatto fatica a staccare l'horror dal sentimentale..o uno o l'altro. E mentre mi dedicavo ad uno (il sentimentale, che adoro e butto dentro dappertutto cazzo), l'altro (l'horror) era li a disturbarmi e quasi ad impedirmi di riversare tutto ciò che provavo nella relazione di coppia.
 Un altro problema poi, ma l'ho appurato dopo, è che la storia che si era imbandita (ragazza fortemente religiosa, ragazzo che fa di tutto per stare con lei) era quasi uguale alla mia più grande storia d'amore (finita male), e probabilmente, approfittado delle incongruenze horror che mi davano il tempo di ragionare invece che di vivere intensamente la storia, mi sono tirato un po' indietro.

Consigli: decidere prima quanto l'horror deve entrare in scena. Secondo me per noi italiani, se vogliamo il bleed profondo, basterebbe evitare di far spostare oggetti in scena ai fantasmi, spiegare che i ragazzi non vedono i loro corpi dall'esterno quando sono posseduti ma che la sensazione che loro sentono è quella del "non so perchè l'ho detto, sentivo che dovevo dirlo ma non so perchè", e che i sussurri dei fantasmi non siano veri sussurri ma che vengano percepiti come pensieri che affiorano ai limiti della coscienza.

Sarei curioso di vederlo giocato horror, ma sarei ancora più curioso di giocarlo con questi accorgimenti per sentirlo più profondo e difficile.

Ezio

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« Risposta #2 il: 2010-05-11 12:59:08 »
Citazione
[cite]Autore: Wady el-Natrun[/cite]Consigli: decidere prima quanto l'horror deve entrare in scena. Secondo me per noi italiani, se vogliamo il bleed profondo, basterebbe evitare di far spostare oggetti in scena ai fantasmi, spiegare che i ragazzi non vedono i loro corpi dall'esterno quando sono posseduti ma che la sensazione che loro sentono è quella del "non so perchè l'ho detto, sentivo che dovevo dirlo ma non so perchè", e che i sussurri dei fantasmi non siano veri sussurri ma che vengano percepiti come pensieri che affiorano ai limiti della coscienza.


Sta ai giocatori deciderlo attivamente durante il gioco. Noi l'abbiamo deciso a priori e forse è stato un errore, avremmo dovuto usare il solito telegraphing per definirlo attivamente durante il gioco.

La storia di fantasmi diventerebbe quindi un potente strumento per analizzare le relazioni.
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lapo

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« Risposta #3 il: 2010-05-11 13:02:42 »
[x-post con Ezio #3]
Citazione
[cite]Autore: Wady el-Natrun[/cite]che i sussurri dei fantasmi non siano veri sussurri ma che vengano percepiti come pensieri che affiorano ai limiti della coscienza

FWIW è quel che ci avevano esplicitamente consigliato a riguardo gli autori di “The Kick Inside”, un gioco non esattamente jeep ma comunque method-heavy e con l'uso di tre “età” dei personaggi contemporanee (giocato da 12 giocatori per 4 personaggi, chiaramente) in cui ogni età ha una sua stanza della casa, e quando sei nelle stanze associate all'età che non è la tua sei un fantasma esattamente di quel tipo (puoi ‘solo’ dare suggerimenti).
« Ultima modifica: 2010-05-11 13:03:19 da lapo »

Mauro

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« Risposta #4 il: 2010-05-11 13:27:41 »
Citazione
[cite]Autore: Aetius[/cite]il fatto che la giovane coppia fosse cristiana era puro colore

Dev'essere religiosa, o specificamente cristiana?

lapo

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    • lapo
{Jeepform] Previous Occupants - Prime Impressioni
« Risposta #5 il: 2010-05-11 13:31:18 »
Beh, se serve come scusa per essere ancora vergini il giorno del fidanzamento, direi che ci sono varie religioni come vanno altrettanto bene.

Fabio Succi Cimentini

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« Risposta #6 il: 2010-05-11 13:35:06 »
Disclaimer: questo post emoegocentrico verterà molto sull'esperienza personale e poco sulle meccaniche. Almeno per una prima stesura mi serve sviscerarlo così.




Per me è stata la esperienza intensa e pesante della mia INC. La dimostrazione del termine 'unsafe'.

Partiamo dall'inizio: la scelta dei personaggi. Parto di default con l'idea di andare su uno dei due personaggi maschili: voglio l'esperienza forte che il jeepform promette, ho già una barriera di immediatezza che è la lingua e scelgo di evitare quella di genere. Che poi era il minimo dei problemi, visto anche quanto poco s'è andato sulla fisicità e quanto sull'elemento verbale. Guardo il fidanzato: religioso, timido, imbranato, nervoso, con una caterva di pare mentali su come l'altra persona reagirà, e il bisogno di darsi un tono per impressionare. Mi ci trovo appieno. Poi il marito che dovrà uccidere la persona che ha sposato. Potrebbe essere interessante sperimentare. Lo dico a voce, con un sostanziale "van bene entrambi": poi Alexandra sceglie il marito e allora eccomi con un ruolo già di partenza molto vicino a me.

Passiamo alla fine. "You were really clumsy", è stato un commento di Triex durante il feedback conclusivo. Tutti erano seduti, io stavo in piedi con le gambe tremanti ma un senso di disagio all'idea di sedermi vicino a qualcuno. Sapevo che in poco tempo da quella prima scena in cui entravo in camera col bagaglio in mano (e tiravo fuori la prima cappellata mettendomi a lavare i piatti. In camera d'albergo.) la barriera tra me e il personaggio era stata erosa, e tutto quello lo avevo fatto io. Tirando fuori i miei difetti davanti a quattro persone, senza atteggiamenti di autoironia o svicolamento che spesso uso.

Io sono una persona imbranata, incerta e introversa: non è una novità, anzi spesso lo dico quasi di partenza all'interlocutore (con quel che di autoironico ma anche un certo “mettere le mani avanti”: sono così, consideralo.) Ma vederlo tirato fuori dalle circostanze, chiaro davanti agli altri, è pesante.
Mentre sei ancora nel pensare a come verrà la fiction, mi dico che in realtà sarà piuttosto prevedibile: bene, là deve per regole finire in morte, qua nella prima volta per entrambi. Come dall'altra parte del tavolo stanno arrivando alla progressione naturale in cui aggiungono sempre più cattiveria e ammissioni fino all'esplosione, qui sarò quello che cerca di tirarsela, getta la camicia sul divano con fare da maschio alfa, dà la sua sorsata di birretta, manda allusioni su “quanto era bella quella casa vicino al bosco, così adatta per delle famiglie...”. E invece dall'altra parte trovi diffidenza, una certa freddezza, e nel momento di coscienza sovra-fiction ti chiedi se per caso questa giocata non riuscirà arrivare alla conclusione dovuta della prima parte. E ti impappini ancora più. Così son fatto: spesso le volte in cui non mi sono trovato davanti la reazione che m'aspettavo, in cui s'innescava il pensiero esplosivo “mi comunica una cosa ma in realtà vuole il completo opposto”, non era la mia parte intraprendente a dominare ma solo il panico e la sfiducia in me. Allora, quando già sei tu a profonderti in continui “s-scusa, non volevo” ed è lei che prende l'iniziativa e la prima parte arriva alla fine, all'inizio sembra liberatorio. In realtà quell'inquietudine velata ancora addosso è la spia del fatto che tutto inizierà a rovinare da qui.

Prendiamo un'altra situazione, quella che ho visto come il primo vero clou.
Ti trovi a tenere in mano una penna che è un coltello, messa in mano da una forza che ha preso controllo di te ma tu non capisci, e vedere la persona che ami inorridita, ma d'altra parte è lei che ha continuamente infierito sul tuo orgoglio, mentre tu cercavi sempre modi per andarle incontro e ti dichiaravi disposto a rimangiarti le cose orribili che hai detto se solo lei facesse lo stesso, ma quello proprio non arriva... la vedi pretendere soltanto, allora sei davvero al bivio.  
E getti la penna a terra con violenza: ecco l'isteria come soluzione di comodo, il momento di crollo nervoso per spezzare la scelta.
Si rompe, e per un attimo tutto sembra fermarsi. E quel momento di sospensione del velo di fiction, in cui ti trovi ad avere danneggiato un oggetto, va a pesare ancora di più sull'umore. Ad aggiungere ulteriore tensione, come se non bastasse.
Primo vero botto, dicevamo.

La seconda parte in generale avanza su questo andazzo: non riesco a impormi, proprio non ci riesco. Perchè le cose più cattive le ho dette io, e quindi pur pretendendo comprensione qualcosa mi dice che non posso farlo. Sono sicuro che non ci sarà spazio per la catarsi e il perdono. Forse potrei liberare tutto in un ulteriore scatto di aggressività, vendicarmi su di lei su come (ne sono sicuro) mi ha ridotto: e arriva il momento in cui tutta quella tensione non è più sostenibile.
Allora devo farlo. Però finisco per farlo su di me. Il telefonino – che prima lei aveva usato per cercare di chiamare la polizia, glie l'ho strappato di mano – che prendo in mano, mostro con un brevissimo momento di più tranquillo e fuori fiction “This is a knife now” - anche se sicuramente tranquillo non ero. Poi lo calo sul polso.

Non so bene il motivo vero e proprio per cui ho scelto questo alla fine. Nel feedback ho chiarito che sono moralmente contrario, che per me non è un diritto, ma che a quel punto mi sembrava l'unica scelta. L'altra, accanirmi su un'altra persona, sarebbe stata ancora peggio. Non so se altre considerazioni meno consce abbiano contribuito, in realtà ho anche un certo terrore a pensarci.
Sento un grande tremito addosso, una volta che tutto finisce e mi alzo da quel divano su cui ero crollato. Dare un feedback diretto di quello che ho sentito in pancia, sentirne altrettanti, lasciare finalmente la stanza, prendere una birra, fare un giro fuori, un salto in edicola. Dopo un po' riesco a sedermi su di una poltrona.
E a quel punto capisco di avere toccato bene con mano e pienamente quel mettersi in gioco.

(Ci penso solo ora: cazzo, a LVMCP ho fatto una scelta molto simile – almeno nella forma. Il mio pensiero. Il mio pensiero mentre scrivevo “24 ore dopo... mi sono tagliato una mano. Porca miseria.” Nel significato erano totalmente diverse: da una parte autodistruzione, dall'altra redenzione e scelta di ricominciare. Però, davvero, non ci avevo pensato, m'è tornato in mente solo ora.)

Un po' di considerazioni sul gioco generale, dopo l'onanismo psicologico di qui sopra:
[ulist]
  • Al contrario dell'altra partita siamo stati più 'nordici' riguardo alla religione, che salvo brevissimi accenni (“Mi conosci da quando ci siamo incontrati in chiesa..!”) non è entrata in campo. Probabilmente per il fatto che alcuni blocchi caratteriali erano già abbastanza forti per non avere bisogno della morale religiosa.
  • La questione “consapevolezza dei fantasmi” è stata gestita un po' più all'interno: le frasi dette nei momenti di possessione diventavano nostre, a parte un po' di momenti verso il finale. Specie nelle cose che proprio non avresti voluto dire, uno sguardo stupito e un “Me l'ha fatto fare...” a voce rotta e confusa dopo essere tornato a te stesso venivano quasi immediati. E quindi sono contento che ci sia quella confusione voluta, anche perchè credo che regolamentare e fissare questo impatto dei fantasmi nella fiction darebbe magari più 'verosimiglianza narrativa' ma meno intensità.
  • Verso la fine della prima parte i climax non si avviavano del tutto, qualche scambio di scene tendeva a ristagnare le situazioni. Forse c'era una certa riluttanza a calcare sull'acceleratore e quindi 'imporre' lo stesso alla scena parallela. Ma alla fine pochi problemi: ha aumentato la tensione, ha incrementato i problemi della parte successiva, insomma ha complicato.
  • L'inglese non è stato per niente problematico – pochi momenti di confusione a riguardo. Anzi, come ho già scritto in altro topic, forse ha pure aiutato l'essenzialità. Paradossalmente il fatto che sia stata un'esperienza più verbale che fisica può essere stata incentivata dal dovere arrivare al nocciolo delle parole.[/ulist]


    C'è una piccola ombra su com'è andato tutto, ma sinceramente vorrei prima chiarire in privato.

    E sicuramente salteranno in mente altre cose da dire, considerazioni, idee. Ma questo per ora è il mio parere.
« Ultima modifica: 2010-05-11 17:12:35 da Tozzie »
nel dungeon nessuno può sentirti belare  |  emo gamer, sense of wonder gamer, pucci-un-cazzo gamer, vive la varieté.

Ezio

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{Jeepform] Previous Occupants - Prime Impressioni
« Risposta #7 il: 2010-05-11 15:24:51 »
Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]Dev'essere religiosa, o specificamente cristiana?


Cristiana.
Noi l'abbiamo intenzionalmente declinata nel cattolicesimo per giocare vicini a casa.

Grazie, tozzie, ci rifletto.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

{Jeepform] Previous Occupants - Prime Impressioni
« Risposta #8 il: 2010-05-11 18:46:31 »
Riporto questo frammento di mio intervento perché mi sembra interessante per questo thread:
Citazione
[cite]Autore: Andrea Castellani[/cite]
Citazione
[cite]Autore: Aetius[/cite]
Citazione
[cite]Autore: Tozzie[/cite][p]Ma quindi, saremo noi italiani tarati in modo strano? :°D[/p]
[p]Il pensiero di Tobias (e mio, per quel che conta) è che lo stesso tema venga recepito in maniera totalmente diverso a causa delle differenze culturali.[/p]
[p]Come già accennavo a Tobias al Fastaval 2009, secondo me i jeepform (tutti) in Italia hanno un impatto emotivo molto più devastante che in Scandinavia, cosa di cui secondo me all'epoca i jeepers non si rendevano bene conto.[/p]


Ne stiamo parlando (allargando il discorso ai larp) in quest'altro thread.

{Jeepform] Previous Occupants - Prime Impressioni
« Risposta #9 il: 2010-05-15 10:19:02 »
Cosa aggiungere al post di Tozzie sulla nostra sessione? Non vorrei fare un banale post
di "quanto sto bene per quanto sono stato/sto male", ma ci tengo a
descrivere questa esperienza anche se mi costa molto tempo: sono 5 giorni
che lo mollo e lo riprendo tra  correzioni e riscritture
e se non lo pubblico ora non lo faccio piu` :-P.


A diversi giorni di distanza da Previous Occupants ora sento che sto lentamente
ricominciando a dominare le emozioni e quindi forse riesco a scrivere in
parole chiare e comprensibili cosa ho vissuto

anche per me e` stata LA esperienza pesante di questa INC
(ehm... tra l'altro che cosa significante 'unsafe' riferito ai GdR
l'ho imparato direttamente a questa INC - gh!)

L'introduzione di Tobias e` stata abbastanza sintetica, ma chiara; forse
sapendo che eravamo abbastanza nuovi del genere avrebbe potuto metterci
un po' piu` in guardia... o forse questo non avrebbe fatto altro che
irrigidirci senza comportare benefici di sorta.

Successivamente ci ha chiesto di scegliere insieme i termini della sessione:
ci siamo subito trovati d'accordo
su un paio di aspetti: il primo sul "not getting too physical" e` stato
abbastanza naturale (salvo scoprire a posteriori che cosi` facendo
viene a mancare una valvola di sfogo e la pressione interiore si
accumula piu` in fretta ),
il luogo dell'ambientazione sarebbe stato
l'Italia, pur ipotizzando ci sia anche qui l'usanza nordica che vuole
che i giovani che si professano "cristiani coerenti", una volta che e`
stata fatta la proposta di matrimonio, possono avere rapporti completi.
Inoltre dovendo decidere per sommi capi a quali radici profonde
fosse dovuto il conflitto fra i due anziani coniugi abbiamo convenuto
che le cause profonde potessero risiedere nella frustrazione della moglie per
la sterilita` del marito unita a dei sospetti di tradimento (di uno o
anche di entrambi)


Per quel che riguarda la scelta dei personaggi
la mia scelta e` stata dettata da un paio di considerazioni
(piu` o meno coscienti):

1- avevo un po' di remore sia ad essere il marito che
commetteva l'omicidio che ad interpretare uno dei
due giovani che devono affrontare il momento fatidico
della prima volta

2- inoltre avevo il presentimento che se avessi impersonato il marito
sarebbe stato troppo naturale arrivare ad attingere alla mia vita
personale e non volevo coinvolgere troppo direttamente la mia esperienza
di questi 9 (felicissimi ^__^) anni di matrimonio

quindi ho espresso il desiderio di interpretare il ruolo della moglie
(sul cui destino cui si sapeva per certo che doveva finire
uccisa dal marito al termine del primo atto, mentre nel secondo
avrebbe avuto il compito di impedire al fantasma del marito di uccidere
la ragazza seppur in modo molto perverso: istigando questa a uccidere il suo ragazzo)

Quindi ogni giocatore ha scelto i nomi dei personaggi: ora ricordo solo
che Alexandra ha scelto Jack per il marito mentre io ho scelto Nancy per
la moglie, gli altri due nomi purtroppo non li ricordo

Cosi` abbiamo iniziato:
da un lato l'imbarazzo e il pathos si sono fatti subito avvertibili,
ma dall'altro l'alternanza delle scene sui due set contrapposti mi ha
aiutato effettivamente a smorzare i picchi di tensione (almeno
all'inizio)

dopo diverse scene, Tobias ci ha fatto una piccola
osservazione circa la tensione nel conflitto tra Jack e Nancy:
non stava crescendo abbastanza o meglio:  le scene sembravano iniziare
bene, ma poi c'era una riappacificazione troppo liscia (seppur
temporanea). il conflitto non stava decollando (ho dedotto poi che
quindi non saremmo potuti arrivare al culmine con la tensione minima
necessaria a "giustificare" il dramma finale del primo atto)
... a posteriori ho capito che io come giocatore stavo inconsciamente
lottando per cercare la riappacificazione dei due coniugi:
involontariamente il fatto che mi stia a cuore che il mio matrimonio reale
stava prevenendo un escalation della tensione nella finzione
impedendo di fatto la prosecuzione della storia

Dopo quell'osservazione abbiamo provato ad esplorare
altre strade: la sterilita` di lui alimentava in lei-io la
frustrazione e la mancanza di desiderio, Jack le ricordava che gli
uomini hanno pero` "delle esigenze",
Nancy che rimaneva sconfortata e da qui sono arrivata ad
urlare disperata "se vuoi il mio corpo allora prendilo!"

autogol! Fa male. La frase e` abbastanza stereotipata, ma Nancy
l'ha gettata in faccia a me piu` che al marito e senza un filo di ironia:
interpretare il ruolo opposto a quello che e` il mio nella vita
reale non solo non funzionava come barriera, ma ha generato questa
e altre "auto-frustate" (innalzando il bleed
).

Da qui in poi facevo fatica anche solo a incrociare lo sguardo del marito, fissavo il
pavimento, ero entrata in paranoia, come quando ho chiesto balbettando sgarbatamente
al marito se avesse visto lui la mia pistola da borsetta, lui-Alexandra ha
reagito come se sentisse che stavo dando la colpa a lui e si e`
inalberato.

da qui sono seguite altre scene tipiche: quelle del "una volta non eri
cosi`" -> "magari potrei uscire con altri amici ogni tanto" -> "allora
non stai piu` bene con me" -> "mi stai tradendo?"

Alla fine il marito le ha sbattuto in faccia la realta`: si`, la
stava tradendo davvero perche` lei lo aveva portato a farlo,
e quindi in un eccesso d'ira Alexandra ha mimato lo strangolamento.
Il mio corpo si e` accasciato sul divano,  i miei occhi chiusi.
Sentivo gli occhi di Jack-Alexandra fissi su di me.

Bang! Ero morta. Non volevamo il contatto fisico eppure il marito
e` arrivato ad uccidere Nancy stringendole la carotide con le sue dita
Pochi istanti e Jack realizza l'accaduto:
E` incredulo. Biascica qualche parola con la voce tremante,
cercando inutilmente di svegliare la consorte
Ancora con gli occhi chiusi; sento che mi tasta il polso

Bang Bang! Volevamo limitare il contatto fisico e tutta la tensione
accumulata finora si scarica istantaneamente nel piu` innocuo dei gesti.
Adrenalina a mille -  ma io sono morta e sto ferma.

Nel frattempo sull'altro lato del set i due giovani dormono tranquilli
dopo la loro prima volta.


Inizia ora il secondo atto, e qui per me e` stato tutto piu` facile:
ora la tensione e` diventata pura energia che alimenta gli intenti
del fantasma di Nancy. I due giovani, dopo l'idillio di una notte si
trovano di fronte e i fantasmi delle loro incomprensioni cominciano ad
avvelenare la loro esistenza. Frase dopo frase la mente della ragazza e`
manovrata dal fantasma di Nancy (a volte tra il mio "sussurro dell'uccellino"
http://jeepen.org/dict/#bird-in-ear e cio` che lei dice "in-game" non
c'e` il minimo filtro e Tobias ci riprende brevemente: la ragazza cerca
di contrastare questi cattivi pensieri anche se sempre con maggiore
difficolta`). Le scene proseguono abbastanza speditamente
Ad un ceto punto Triex non ricorda piu` il nome del personaggio di
Tozzie, Alexandra prende spunto da quello: Jack prende possesso del
corpo del giovane e gli sputa feroce:"non ti ricordi piu` neanche
il mio nome ora?" qui scatto io:
il fantasma di Nancy attraverso gli occhi della giovane tentenna
meravigliata:"Jack... ?"

La tensione sale ancora, la ragazza per non impazzire cerca di
abbandonare la casa: da copione questa scelta non era permessa,
prima della conclusione, ma questa e` la fine e Tobias ci aveva detto
che puo` succedere di tutto, il finale e` diverso ogni volta. Nel nostro
mi ci ritrovo parecchio: il ragazzo in un lampo di
lucidita` forse arriva a capire quello che sta succedendo. Egli decide di
tagliarsi i polsi: se non c'e` altro modo per evitare di fare del male
alla persona che ama... allora che sia cosi`.

Giu` il sipario: guardo i volti degli altri e vedo quanto fossimo stati
provati da quell'esperienza, ma ora che era finita pian piano la
stretta al cuore andava allentandosi.
Le mie considerazioni le ho sparse in giro qui sopra quindi ora
posso solo aggiungere: grazie a mie compagni di sipario e gran bell'esperienza!

Fabio Succi Cimentini

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« Risposta #10 il: 2010-05-15 11:02:20 »
Citazione
[cite]Autore: sigmud[/cite]gli altri due nomi purtroppo non li ricordo


Sabrina e Andrea; sono stati usati pochissimo. CVD.
Comunque tanto di cappello al resoconto.
« Ultima modifica: 2010-05-15 11:03:25 da Tozzie »
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Matteo Suppo

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« Risposta #11 il: 2010-05-15 11:50:12 »
Che dire? Mi è piaciuto giocarci e direi che la ragazza mi è venuta abbastanza bene, vero Tozzie? (lui mi odia)

Nonostante io sia incapace di giocare safe per me è stata una esperienza un po' diversa dalle loro. C'è stato sicuramente meno bleed. Io non sono una ragazza così stronza. In realtà mi sono ispirato moltissimo a una ragazza con cui invece sono stato qualche anno fa e che mi distruggeva psicologicamente come ho fatto con Tozzie. Mixed signals, convinzione di avere comunque ragione, mescolati tuttavia ad un vero affetto. Sì, perché nella giocata si vedeva (spero) che lei ci teneva a lui. Lui non era perfetto e lei glielo faceva pesare, ma non voleva neanche perderlo. Mixed signals, come già detto.

Pensa un po', questa giocata me l'ha fatta rivalutare, almeno un pochetto.

Io ho giocato molto di supporto a Tozzie, mi sembra. Quello che dicevo lo facevo per spingere lui. Non ho sentito vera e propria angoscia (anche se Alex è minacciosa) e poi in fondo sono sopravvissuta \\o/ (last girl standing).
da sonon è stata una giocata "intensa" del tipo che è la mia vita col padrone.
Sì, è stato difficile giungere alla conclusione della prima parte. Ognuna delle due parti aspettava l'escalation dell'altra. Però ci son state cose belle come lui che le chiede di sposarlo e io che dico che ha rovinato tutto, che faremo finta non sia successo nulla e che avrebbe ripetuto la domanda l'indomani in una situazione "perfetta". Lui era nervosissimo. Io gli dicevo di calmarsi e dormire... mah. Uomini...

Nella seconda parte mi è piaciuto il senso di confusione derivante dal non sapere esattamente cosa succeda durante la possessione. Quando Alex diceva le sue battute maschiliste mi inalberavo che era un piacere con il povero Tozzie. I sussurri di Sigmund all'orecchio erano molto interessanti e li riprendevo praticamente uguali. Una volta mi son persino girato a rispondere "Lo so!".

La scelta di Tozzie mi ha colto abbastanza di sorpresa. Io ero persino convinto che fosse stata Alex a dirglielo come suggerimento. Quando ero lì non avevo proprio idea di cosa fare. Alla fine ho optato per la fuga, ma l'ho semplicemente detto, non recitato "I run away from the room".

A me è piaciuto, mi ha insegnato anche qualcosa a proposito non di me stesso ma di qualcun altro (che fa sempre comodo sapere). La prossima volta voglio fare il marito o il fidanzato. Mi piacerebbe da un lato essere la "forza distruttrice" e dall'altra il "tentato dalla forza distruttrice". Mi dan l'idea di due ruoli interessanti.

Sicuramente se io fossi stato il marito o il fidanzato le cose sarebbero andate MOLTO diversamente. Non meglio, ma sicuramente diverse :P

Ah, e comunque il mio nome era Sabrina (ma non è stato mai pronunciato)
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

Fabio Succi Cimentini

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« Risposta #12 il: 2010-05-15 12:12:30 »
A tua difesa posso dire che anch'io mi reputo abbastanza bravo a istigare gli altri a essere stronzi con me, ovviamente senza volerlo ^_^

Citazione
[cite]Autore: triex[/cite]Mixed signals, convinzione di avere comunque ragione, mescolati tuttavia ad un vero affetto.


Yep, è questo che è stato distruttivo. Non riuscire mai a capire quale fosse il messaggio predominante, perchè sono molto uno 'psicanalizzatore' e su questo mi baso spesso per comportarmi: i mixed signals invece mandano in tilt. Comunque ti ringrazio davvero per questo, dato che ha contribuito tanto a mettermi in crisi. Ed era per questo che giocavamo, no? :)

Personalmente per ora non ci rigiocherei subito. Per ora ho abbastanza timore, in una situazione simile, di ripetere troppo la volta precedente. Anche se sicuramente cambierei ruolo.
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