Be', io ho postato quello divertente (peraltro non so neppure a quando risale l'articolo visto che non c'è la data neppure sul sito di gdr2), ma esistono (pseudo)studi ben peggiori, come questo:
Giochi di ruolo e dipendenze patologiche (pubblicato su un dossier del G.R.I.S. di Roma. G.R.I.S. sta per Gruppo di Ricerca e di Informazione sulle Sette e si autodefinisce come "una Associazione religiosa e culturale senza scopo di lucro promossa da cattolici, ma aperta a chiunque possa dare contributi scientificamente seri e religiosamente corretti riguardo alla conoscenza dei cosiddetti "Nuovi Movimenti Religiosi" ")
L'articolo è il risultatato di uno studio commissionato ad una ASL (USL ai tempi in cui è stato scritto). Io l'ho letto parecchio tempo fa per cui non ricordo bene cosa affermassero i due "ricercatori" e sinceramente non ho voglia di rileggerlo adesso... farsi un po' male ogni tanto va bene, c'è sempre qualcosa da espiare, ma perseverare sfocia nel masochismo e personalmente non amo il dolore

. In ogni caso mi ricordo che mi aveva lasciato l'impressione di un articolo più insidioso di quello con cui ho aperto il topic; le ragioni erano essenzialmente due. Prima di tutto essendo stato redatto da personale collegato direttamente o indirettamente ad una USL è facile cadere nell'errore di pensare che abbia un minimo di ufficialità e/o di attendibilità (ovviamente parlo di chi, dall'esterno, non conosce minimamente il mondo del gdr). Inoltre pur essendo, nel complesso, ricco di imprecisioni e/o veri e propri errori, mi pare di ricordare che non fosse semplicemente liquidabile con la lapidaria qualifica di "cumulo di stronzate". In pratica, se ricordo bene, era come se gli autori avessero preso alcuni fra i più gravi casi patologici di dipendenza immaginabili (da droghe, persone, sesso, ecc.), che nelle versioni gravi sono relativamente poco diffusi nella società, e li avessero associati al giocatore di ruolo tipico, sostenendo poi, senza alcuna dimostrazione, che il gdr favorisce il concretizzarsi e manifestarsi di comportamenti abusivi/autodistruttivi. Insomma l'idea era quella di considerare il caso più estremo, assolutamente non rappresentativo dell'attività né delle persone che vi prendono parte, ed elevarlo a norma per l'attività stessa, ottenendone quindi un'immagine assolutamente deformata e caricaturale. Il tutto senza considerare che, ovviamente, qualunque attività viene deformata quando i partecipanti sono affetti da gravissimi disturbi della personalità e trasformano l'attività stessa in un campo di battaglia su cui esercitare comportamenti reciprocamente abusivi. Quindi l'articolo è facilmente contrastabile, per chi conosce il gdr, ma non mi stupirei se una persona estranea all'ambiente rimanesse legittimamente allarmata dalla sua lettura.
PS: ho dato un'occhiata su Google, cercando i nomi dei due autori, e ho trovato un solo libro ("I giochi estremi dei giovani" di Carlo Climati... perbacco... gdr: no limits!) e una manciata di siti, tutti a carattere religioso, che citano e/o fanno riferimento allo "studio" appena discusso... per fortuna, aggiungerei.