Tutto iniziò durante un'esibizione scientifica. Un cagnino da grembo, colpito dalle radiazioni, mi morse alla caviglia. Quell'incidente mi donò il nervosismo e la spocchia proporzionale di un chihuahua...
Ehmmmm....
Andiamo con ordine, e mettetevi comoda, sarà lunga. Mi date una scusa per parlare di me a ruota libera, e mò vi beccate il frutto delle vostre azioni.A volte potrei persino andare un po' sul personale. Non siate imbarazzati: il gdr è parte integrante della mia vita adulta, è inevitabile.
LE ORIGINIHo iniziato a giocare di ruolo a 11 anni. All'epoca ero un avido lettore di libro-game, li prendevo in prestito in biblioteca. I miei preferiti erano quelli della serie
Blood Sword, o quelli di "quell'altra casa editrice", perché ci potevi giocare in gruppo. Ci giocavo con l'amichetto del cuore dell'epoca... e lui minmaxava, cercando di battermi, mentre io iniziavo già a cercare la storia. Ehi! Mi ricordo che per la serie
Supereroi mi facevo i background dei personaggi da giocare da solo!
Alla fine mi trovai tra le mani
Uno Sguardo nel Buio 2. Fu un colpo. Un gioco progettato per far storie e per giocare in gruppo? A tutt'oggi rimpiango di non essere mai riuscito a trovare il 1° manuale, e quindi non averlo mai giocato. Se qualcuno fosse disposto a farmelo provare lo giocherei anche subito. Non me ne frega niente del resto: devo coronare quel sogno da bambino. Passavo ore a sognare di giocarci. Quel "Ti bastano una penna, un foglio di carta e un amico per vivere avventure infinite" aveva conquistato quel ragazzino insicuro, sognatore e insoddisfatto che sono sempre stato.
Poi incontrai le avventure in solitario di
Tunnels&Trolls, in cui dicevano che il regolamento era da un'altra parte. Lo trovai, lo studia, ci giocai col solito amico. Fu divertente, ci fu una brevissima fase-dungeon, poi uscimmo dal Dungeon e, servendoci un'ambientazione, usammo quella della mia
sega saga fantasy preferita dell'epoca:
La Spada di Shannara. Ah, ovviamente io masteravo, ma essendo in due (raramente 3) avevo anch'io il mio personaggio, altrimenti non si riusciva a creare il party che diceva il manuale, no?
Fu un periodo di wish-fulfillment piuttosto serrato e lo ricordo con affetto.
Nel frattempo erano arrivati
Kata Kumbas e
I Cavalieri del Tempio (ricomprato a Lucca l'anno scorso. Rileggerlo mi ha rovinato il ricordo dorato che avevo di un gioco che all'epoca adoravo soprattutto per il suo giocare con la Storia, la mia grande passione di sempre) e altre persone con cui giocare.
Mi era presa da subito la scimmia della "storia". In pratica dimostravo un enorme talento naturale per l'illusionismo più spudorato e un istintivo odio per il "metagame". Se uno non giocava il mago non gli facevo leggere la parte del manuale sugli incantesimi! Echeccacchio! Sarebbe stato "irrealistico" e avrebbe fatto sì che la persona facesse prendere al personaggio decisioni in base ad elementi che questi non avrebbe dovuto conoscere!
Un aneddoto su questa totale integrazione tra personaggio e giocatore: in
Kata Kumbas il Personaggio prendeva PX per ogni Clessidra che trascorreva nel mondo di gioco. Sul manuale c'era scritto che una Clessidra equivaleva a un'ora di tempo di gioco e che si risolveva in circa 5 minuti di tempo reale. Bene. Qual era stata la mia istintiva applicazione di questa regola? Il tuo PG corre per due ore? Ora stai qui 10 minuti a raccontarmi la corsa campestre. Vedi di inventarti abbastanza dettagli. (ricordo distintamente la descrizione di una scopata con questo metodo. Avevo 13 anni... compatitemi...)
Verso la fine di questo periodo provai anche la mia prima esperienza da giocatore: nel frattempo l'amico di sempre aveva acquistato D&D, credo la Scatola Rossa, e trovammo un altro con cui giocarlo, che aveva già qualche esperienza specifica. Mi esaltò abbastanza, specialmente perché immaginavo il mio personaggio quando sarebbe diventato grossssso e avesse avuto il suo castello.
Non avvenne mai.
GiRSAA cavallo del passaggio tra medie e superiori l'insana voglia di scopare della prima adolescenza venne affiancata dalla scoperta alla locale Città del Sole di un manuale rosso fuoco. Attirato lo voltai e vidi... la Compagnia dell'Anello. Ovviamente per quell'epoca ero ormai un tolkeniano all'ultimo stadio di nerditudine infantile. Corsi a casa, svuotai il salvadanaio e me lo comprai in monete da 500 lire (la moneta che c'era prima dell'euro, pischelli...).
Vissi un intensissimo periodo girsico con l'amico di sempre e qualcuno che si era aggregato. Iniziammo a litigare in quel periodo. Lui giocava l'iper-malvagio assetato di potere, io dicevo che tutto questo "rovinava la storia" e per storia intendevo il Signore degli Anelli. Non era quello lo spirito del libro che volevo riprodurre!
Giocammo per un paio d'anni così, con me che cercavo in tutti i modi di far vivere ai giocatori una quest come si deve, mentre loro erano più interessati a governare il loro impero schiacciando i nemici e violentando le donne che fuggivano (erano, ovviamente, i re-guerrieri di Gondor e Arnor, dopo aver spodestato Aragorn e sodomizzato Eòmer). Risale a questo punto il primo tentativo di dramma morale, di scelta difficile, di bang proposto ai giocatori: L'Anello non è stato distrutto, è rimasto appeso ad uno spuncione a due passi dalla lava. Ci sei di fronte, se lo prendi avrai tutto il potere del mondo, se lo lasci cadere no. Risposta: "Certo che lo lascio cadere, so già che altrimenti mi corrompo! Torniamo a conquistare imperi!" Inutile dire che all'epoca non era più GiRSA: era freeform. Ah, ed erano i giocatori che decidevano. Io, Master, ero in una posizione di svantaggio sociale e potevano impormi qualunque cosa.
Per quell'epoca avevo già una vita sociale più sviluppata e più persone con cui giocare. Uno dei grandi momenti della mia vita fu tirare fuori il vecchio manuale rosso nel laboratorio di biologia (quello di fianco all'aula 4, per i Reggiani/bussini ^_^ ) e avere mezza classe che
sapeva che era il gdr e mi chiedeva di giocarci.
Mollai il gruppo in cui ero omega e DIVENNI LIDER! Yay me.
Le Superiori furono 5 anni di ubriacatura Girsisitica. A tutt'oggi conosco ancora a memoria diverse tabelle e credo che saprei ancora giocarci senza dover ripassare. Cavolo: corteggiai il mio primo amore regalandole il manuale di GiRSA e insegnandole a masterizzare.
Conobbi il primo macro-gruppo. Amici di amici di amici che venivano e giocavano con me. Adesso non frequento più nessuno di loro, ma gli ultimi li ho "mollati" non più di due anni fa, ed è da quel gruppo che si è evoluto il mio attuale circolo di amicizie e conoscenti.
Il regolamento era seguito alla lettera. Sul regolamento c'è scritto di compilare la scheda per intero. Sulla scheda c'era scritto "Segni particolari"? Bene, allora il tuo personaggio DEVE avere dei segni particolari (un grande favorito era "Sei dita nella mano destra", dato che uno dei Fallimenti Critici con le armi a distanza recitava "Perdi un dito")
Si giocavano avventure per lo più improvvisate da me sul momento, con l'occasionale dungeon iperdettagliato. Onestamente adesso non ricordo come facevo a divertirmi, ma per qualche anno fu soddisfacente. Del resto ero "un'autorità", vuoi per la mia conoscenza delle regole, vuoi per la mia dettagliata e maniacale esplorazione personale dell'ambientazione. Ogni personaggio aveva un background di almeno due facciate e scrivevo veri mini-racconti relativamente gradevoli, tanto che gli altri giocatori erano arrivati a commissionarmeli.
Dopo qualche anno però, verso il 1997/99, iniziarono le prime insoddisfazioni. La ragazza che corteggiavo voleva qualcosa di più orientato alla storia "dark", e sentii per la prima volta parlare di Vampiri. Storsi il naso istintivamente. Non mi ispirava, il mio mondo era GiRSA (e quel po' di Rolemaster che mi andava di imparare). Un po' conoscevo AD&D, ma mi gustava poco. Abituato alle comode tabelle di GiRSA il calcolo astruso della ThAC0 è ancora oggi un mistero per me.
Provai anche un'esperienza da giocatore GiRSA (strano a dirsi, non lo ero mai stato, se non per lasciare spazio alla ragazza. Ovviamente nell'avventura c'era un Vampiro. Non mi dette fastidio che non fosse come quello del Silmarillion... chissà perché), e ricordo il momento esatto in cui capii che le regole erano insufficienti sia per simulare la realtà, sia per raccontare una storia. Il mio personaggio (ovviamente un Noldorin discendente da Feanor, checcredete?) venne catturato da dei banditi. Ovviamente il capo dei banditi rubò la sua splendida cotta in mithril e quando lo picchiai ce l'aveva addosso.
Il master a quel punto si fermò ed ebbi il mio primo assaggio di Regola 0, creata istintivamente e sul momento per compensare un difetto nella fisica del mondo di gioco che il master aveva percepito. Mi informò che per picchiare il capo dei banditi dovevo, giocoforza, aver rovinato la mia armatura. Aveva senso, a pensarci bene, e lo percepii. Mi incazzai come una biscia: 1) sulle regole (che gli avevo insegnato io, quindi sapevo quel che dicevo) non c'era scritto nulla in proposito e 2) io tenevo molto a quell'oggetto, era per me enormemente caratterizzante per la storia del personaggio.
Tornai a fare esclusivamente il master col gruppo più solido che avevo. Ci fu un altro periodo piuttosto soddisfacente, martoriato però dalle solite piaghe del gdr: giocatori in ritardo, assenti senza giustificazione ecc... Ovviamente la mia tipica analità tornò a farsi sentire e creai il libretto del master: 3 ritardi= 1 mutilazione del PG, 2 assenze (ingiustificate)= morte. Mi mandarono a cagare talmente velocemente che ancora oggi mi fischiano le orecchie.
Lentamente anche questa fase degenerò. Io volevo storie epiche, ma sapevo che i miei giocatori volevano hack&slash, e glie lo davo, perché era mio dovere accontentarli. Usavo i moduli (collezione completa... la vendo... interessa?), creavo dungeon e imprese con background molto dettagliati per salvare capra e cavoli. Il capolavoro di quel periodo fu un dungeon di 2404 stanze ispirato a
Nascita di un Lago di Branduardi. A 16 anni ero un ragazzino preoccupante...
Non poteva durare e non durò. Quando mi saccheggiarono Ost-in-Edhil, la Fortezza degli Elfi Alti rubando le porte perché si erano accorti di un piccolo difetto meccanico dello scenario ("Qui c'è scritto dopo aver scassinato la serratura -25 trovate un tesoro: 500g di mithril!" "Scusa, Ezio, di cosa hai detto che è fatta la porta, e quanto è grande?" "Qui c'è scritto che è di mithril puro, e sarà una porta normale: 75X200 circa" "Hmmmmm.... nano, il piccone, prego.") iniziai a darci a mucchio. Le ultime due storiche avventure videro un Nazgul fallire criticamente un incantesimo, e un drago soffiare senza aprire la bocca, suicidandosi. Ci diedi a mucchio e un tizio che giocava con noi ci convinse a provare Vampiri ("Ha il miglior sistema di Iniziativa che conosco").