Autore Topic: [Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema  (Letto 29920 volte)

Ezio

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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #45 il: 2010-05-03 21:44:53 »
Hmmmm... sono arrivato al 1999 e ho finito i caratteri del primo post.
Mi sento un po' a disagio, ma a 'sto punto tanto vale vuotare completamente il sacco e scrivere una vera e propria biografia ludica, no?
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #46 il: 2010-05-03 22:06:58 »
Citazione
[cite]Autore: Aetius[/cite][p]Hmmmm... sono arrivato al 1999 e ho finito i caratteri del primo post.
Mi sento un po' a disagio, ma a 'sto punto tanto vale vuotare completamente il sacco e scrivere una vera e propria biografia ludica, no?[/p]


Io anche sto scrivendo un poema... il problema è che al momento attuale è talmente personale che non posso postarlo su un forum pubblico -.-
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

Emanuele Borio

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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #47 il: 2010-05-03 22:09:19 »
Citazione
[cite]Autore: Aetius[/cite][p]Hmmmm... sono arrivato al 1999 e ho finito i caratteri del primo post.
Mi sento un po' a disagio, ma a 'sto punto tanto vale vuotare completamente il sacco e scrivere una vera e propria biografia ludica, no?[/p]


Sìsì. Ne vale la pena.

Leggendo il Post di Michele...

EDIT: letto, grazie Michele! ^^
« Ultima modifica: 2010-05-03 22:21:47 da Meme ò_ò »
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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #48 il: 2010-05-03 22:13:57 »
Riassumi, anche io in prima versione avevo scritto molto di più - pure i diversi "stili" di fare il master di Rudy, Luigi ed Emi.
Ma poi si taglia...

Moreno Roncucci

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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #49 il: 2010-05-03 22:19:08 »
Citazione
[cite]Autore: Aetius[/cite]Hmmmm... sono arrivato al 1999 e ho finito i caratteri del primo post.


OK, posta quello intanto, e lavora alla seconda parte...  :-)
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Moreno Roncucci

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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #50 il: 2010-05-03 22:20:37 »
Citazione
[cite]Autore: Matteo Turini[/cite]Ma poi si taglia...


Eh no! Poi entrano in balle remore, autocensure, voglia di "ammorbidire"...  

Questa non è una serie di articoli limati e rifiniti, sono "confessioni" in presa diretta. Sali sul palco e parla, niente edit!!
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Emanuele Borio

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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #51 il: 2010-05-03 22:21:20 »
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Questa non è una serie di articoli limati e rifiniti, sono "confessioni" in presa diretta. Sali sul palco e parla, niente edit!!

Hive-Mind Fanmail XD

Citazione
[cite]Autore: MicheleGelli[/cite]MA SOLO SE

Citazione
[cite]Autore: MicheleGelli[/cite]ED INOLTRE


Fix'd ò_ò
« Ultima modifica: 2010-05-03 22:26:45 da Meme ò_ò »
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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #52 il: 2010-05-03 22:22:56 »
Avevo paura che venisse troppo lunga... Ok, magari poi aggiungo quello che ho tagliato.
Ma tu, piuttosto? Scrivi nulla?

Moreno Roncucci

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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #53 il: 2010-05-03 22:26:38 »
Dopo la INC, che quando inizio a raccontare io, occupo un intera pagina di Forum...  :-)
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Emanuele Borio

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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #54 il: 2010-05-03 22:28:41 »
Infatti è quello che temo XD

Resoconto della vita ludica di Moreno, esempio:
Era il 1120 a.c., e gli egizi inventarono il primo Piramids&Mummies...
...
Seguono 235459456754096745906 caratteri...
FINE

Ò_Ò
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Ezio

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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #55 il: 2010-05-03 23:18:00 »
Ragazzi, ho finito.
Sono tre post. Cioè, due e tre righe.

Se mi date due minuti il thread libero li posto in sequenza.
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Ezio

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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #56 il: 2010-05-03 23:19:10 »
Tutto iniziò durante un'esibizione scientifica. Un cagnino da grembo, colpito dalle radiazioni, mi morse alla caviglia. Quell'incidente mi donò il nervosismo e la spocchia proporzionale di un chihuahua...

Ehmmmm....

Andiamo con ordine, e mettetevi comoda, sarà lunga. Mi date una scusa per parlare di me a ruota libera, e mò vi beccate il frutto delle vostre azioni.A volte potrei persino andare un po' sul personale. Non siate imbarazzati: il gdr è parte integrante della mia vita adulta, è inevitabile.

LE ORIGINI
Ho iniziato a giocare di ruolo a 11 anni. All'epoca ero un avido lettore di libro-game, li prendevo in prestito in biblioteca. I miei preferiti erano quelli della serie Blood Sword, o quelli di "quell'altra casa editrice", perché ci potevi giocare in gruppo. Ci giocavo con l'amichetto del cuore dell'epoca... e lui minmaxava, cercando di battermi, mentre io iniziavo già a cercare la storia. Ehi! Mi ricordo che per la serie Supereroi mi facevo i background dei personaggi da giocare da solo!
Alla fine mi trovai tra le mani Uno Sguardo nel Buio 2. Fu un colpo. Un gioco progettato per far storie e per giocare in gruppo? A tutt'oggi rimpiango di non essere mai riuscito a trovare il 1° manuale, e quindi non averlo mai giocato. Se qualcuno fosse disposto a farmelo provare lo giocherei anche subito. Non me ne frega niente del resto: devo coronare quel sogno da bambino. Passavo ore a sognare di giocarci. Quel "Ti bastano una penna, un foglio di carta e un amico per vivere avventure infinite" aveva conquistato quel ragazzino insicuro, sognatore e insoddisfatto che sono sempre stato.
Poi incontrai le avventure in solitario di Tunnels&Trolls, in cui dicevano che il regolamento era da un'altra parte. Lo trovai, lo studia, ci giocai col solito amico. Fu divertente, ci fu una brevissima fase-dungeon, poi uscimmo dal Dungeon e, servendoci un'ambientazione, usammo quella della mia sega saga fantasy preferita dell'epoca: La Spada di Shannara. Ah, ovviamente io masteravo, ma essendo in due (raramente 3) avevo anch'io il mio personaggio, altrimenti non si riusciva a creare il party che diceva il manuale, no?
Fu un periodo di wish-fulfillment piuttosto serrato e lo ricordo con affetto.
Nel frattempo erano arrivati Kata Kumbas e I Cavalieri del Tempio (ricomprato a Lucca l'anno scorso. Rileggerlo mi ha rovinato il ricordo dorato che avevo di un gioco che all'epoca adoravo soprattutto per il suo giocare con la Storia, la mia grande passione di sempre) e altre persone con cui giocare.
Mi era presa da subito la scimmia della "storia". In pratica dimostravo un enorme talento naturale per l'illusionismo più spudorato e un istintivo odio per il "metagame". Se uno non giocava il mago non gli facevo leggere la parte del manuale sugli incantesimi! Echeccacchio! Sarebbe stato "irrealistico" e avrebbe fatto sì che la persona facesse prendere al personaggio decisioni in base ad elementi che questi non avrebbe dovuto conoscere!
Un aneddoto su questa totale integrazione tra personaggio e giocatore: in Kata Kumbas il Personaggio prendeva PX per ogni Clessidra che trascorreva nel mondo di gioco. Sul manuale c'era scritto che una Clessidra equivaleva a un'ora di tempo di gioco e che si risolveva in circa 5 minuti di tempo reale. Bene. Qual era stata la mia istintiva applicazione di questa regola? Il tuo PG corre per due ore? Ora stai qui 10 minuti a raccontarmi la corsa campestre. Vedi di inventarti abbastanza dettagli. (ricordo distintamente la descrizione di una scopata con questo metodo. Avevo 13 anni... compatitemi...)
Verso la fine di questo periodo provai anche la mia prima esperienza da giocatore: nel frattempo l'amico di sempre aveva acquistato D&D, credo la Scatola Rossa, e trovammo un altro con cui giocarlo, che aveva già qualche esperienza specifica. Mi esaltò abbastanza, specialmente perché immaginavo il mio personaggio quando sarebbe diventato grossssso e avesse avuto il suo castello.
Non avvenne mai.

GiRSA
A cavallo del passaggio tra medie e superiori l'insana voglia di scopare della prima adolescenza venne affiancata dalla scoperta alla locale Città del Sole di un manuale rosso fuoco. Attirato lo voltai e vidi... la Compagnia dell'Anello. Ovviamente per quell'epoca ero ormai un tolkeniano all'ultimo stadio di nerditudine infantile. Corsi a casa, svuotai il salvadanaio e me lo comprai in monete da 500 lire (la moneta che c'era prima dell'euro, pischelli...).
Vissi un intensissimo periodo girsico con l'amico di sempre e qualcuno che si era aggregato. Iniziammo a litigare in quel periodo. Lui giocava l'iper-malvagio assetato di potere, io dicevo che tutto questo "rovinava la storia" e per storia intendevo il Signore degli Anelli. Non era quello lo spirito del libro che volevo riprodurre!
Giocammo per un paio d'anni così, con me che cercavo in tutti i modi di far vivere ai giocatori una quest come si deve, mentre loro erano più interessati a governare il loro impero schiacciando i nemici e violentando le donne che fuggivano (erano, ovviamente, i re-guerrieri di Gondor e Arnor, dopo aver spodestato Aragorn e sodomizzato Eòmer). Risale a questo punto il primo tentativo di dramma morale, di scelta difficile, di bang proposto ai giocatori: L'Anello non è stato distrutto, è rimasto appeso ad uno spuncione a due passi dalla lava. Ci sei di fronte, se lo prendi avrai tutto il potere del mondo, se lo lasci cadere no. Risposta: "Certo che lo lascio cadere, so già che altrimenti mi corrompo! Torniamo a conquistare imperi!" Inutile dire che all'epoca non era più GiRSA: era freeform. Ah, ed erano i giocatori che decidevano. Io, Master, ero in una posizione di svantaggio sociale e potevano impormi qualunque cosa.
Per quell'epoca avevo già una vita sociale più sviluppata e più persone con cui giocare. Uno dei grandi momenti della mia vita fu tirare fuori il vecchio manuale rosso nel laboratorio di biologia (quello di fianco all'aula 4, per i Reggiani/bussini ^_^ ) e avere mezza classe che sapeva che era il gdr e mi chiedeva di giocarci.
Mollai il gruppo in cui ero omega e DIVENNI LIDER! Yay me.

Le Superiori furono 5 anni di ubriacatura Girsisitica. A tutt'oggi conosco ancora a memoria diverse tabelle e credo che saprei ancora giocarci senza dover ripassare. Cavolo: corteggiai il mio primo amore regalandole il manuale di GiRSA e insegnandole a masterizzare.
Conobbi il primo macro-gruppo. Amici di amici di amici che venivano e giocavano con me. Adesso non frequento più nessuno di loro, ma gli ultimi li ho "mollati" non più di due anni fa, ed è da quel gruppo che si è evoluto il mio attuale circolo di amicizie e conoscenti.
Il regolamento era seguito alla lettera. Sul regolamento c'è scritto di compilare la scheda per intero. Sulla scheda c'era scritto "Segni particolari"? Bene, allora il tuo personaggio DEVE avere dei segni particolari (un grande favorito era "Sei dita nella mano destra", dato che uno dei Fallimenti Critici con le armi a distanza recitava "Perdi un dito")
Si giocavano avventure per lo più improvvisate da me sul momento, con l'occasionale dungeon iperdettagliato. Onestamente adesso non ricordo come facevo a divertirmi, ma per qualche anno fu soddisfacente. Del resto ero "un'autorità", vuoi per la mia conoscenza delle regole, vuoi per la mia dettagliata e maniacale esplorazione personale dell'ambientazione. Ogni personaggio aveva un background di almeno due facciate e scrivevo veri mini-racconti relativamente gradevoli, tanto che gli altri giocatori erano arrivati a commissionarmeli.
Dopo qualche anno però, verso il 1997/99, iniziarono le prime insoddisfazioni. La ragazza che corteggiavo voleva qualcosa di più orientato alla storia "dark", e sentii per la prima volta parlare di Vampiri. Storsi il naso istintivamente. Non mi ispirava, il mio mondo era GiRSA (e quel po' di Rolemaster che mi andava di imparare). Un po' conoscevo AD&D, ma mi gustava poco. Abituato alle comode tabelle di GiRSA il calcolo astruso della ThAC0 è ancora oggi un mistero per me.
Provai anche un'esperienza da giocatore GiRSA (strano a dirsi, non lo ero mai stato, se non per lasciare spazio alla ragazza. Ovviamente nell'avventura c'era un Vampiro. Non mi dette fastidio che non fosse come quello del Silmarillion... chissà perché), e ricordo il momento esatto in cui capii che le regole erano insufficienti sia per simulare la realtà, sia per raccontare una storia. Il mio personaggio (ovviamente un Noldorin discendente da Feanor, checcredete?) venne catturato da dei banditi. Ovviamente il capo dei banditi rubò la sua splendida cotta in mithril e quando lo picchiai ce l'aveva addosso.
Il master a quel punto si fermò ed ebbi il mio primo assaggio di Regola 0, creata istintivamente e sul momento per compensare un difetto nella fisica del mondo di gioco che il master aveva percepito. Mi informò che per picchiare il capo dei banditi dovevo, giocoforza, aver rovinato la mia armatura. Aveva senso, a pensarci bene, e lo percepii. Mi incazzai come una biscia: 1) sulle regole (che gli avevo insegnato io, quindi sapevo quel che dicevo) non c'era scritto nulla in proposito e 2) io tenevo molto a quell'oggetto, era per me enormemente caratterizzante per la storia del personaggio.

Tornai a fare esclusivamente il master col gruppo più solido che avevo. Ci fu un altro periodo piuttosto soddisfacente, martoriato però dalle solite piaghe del gdr: giocatori in ritardo, assenti senza giustificazione ecc... Ovviamente la mia tipica analità tornò a farsi sentire e creai il libretto del master: 3 ritardi= 1 mutilazione del PG, 2 assenze (ingiustificate)= morte. Mi mandarono a cagare talmente velocemente che ancora oggi mi fischiano le orecchie.
Lentamente anche questa fase degenerò. Io volevo storie epiche, ma sapevo che i miei giocatori volevano hack&slash, e glie lo davo, perché era mio dovere accontentarli. Usavo i moduli (collezione completa... la vendo... interessa?), creavo dungeon e imprese con background molto dettagliati per salvare capra e cavoli. Il capolavoro di quel periodo fu un dungeon di 2404 stanze ispirato a Nascita di un Lago di Branduardi. A 16 anni ero un ragazzino preoccupante...
Non poteva durare e non durò. Quando mi saccheggiarono Ost-in-Edhil, la Fortezza degli Elfi Alti rubando le porte perché si erano accorti di un piccolo difetto meccanico dello scenario ("Qui c'è scritto dopo aver scassinato la serratura -25 trovate un tesoro: 500g di mithril!" "Scusa, Ezio, di cosa hai detto che è fatta la porta, e quanto è grande?" "Qui c'è scritto che è di mithril puro, e sarà una porta normale: 75X200 circa" "Hmmmmm.... nano, il piccone, prego.")  iniziai a darci a mucchio. Le ultime due storiche avventure videro un Nazgul fallire criticamente un incantesimo, e un drago soffiare senza aprire la bocca, suicidandosi. Ci diedi a mucchio e un tizio che giocava con noi ci convinse a provare Vampiri ("Ha il miglior sistema di Iniziativa che conosco").
« Ultima modifica: 2010-05-22 00:42:22 da Aetius »
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Ezio

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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #57 il: 2010-05-03 23:21:51 »
Nel frattempo io e un amico avevamo creato un monteore scolastico di GdR: durante le giornate autogestite prendevamo un'aula e una trentina di appassionati e giocavamo ad AD&D (ero riuscito a memorizzare il calcolo della ThAC0, anche se solo per brevi lassi di tempo), e qui sperimentai le prime house rules, tipo un timido abbattere le limitazioni classe/razza.
Ah, una nota significativa: in tutto questo periodo non avevo mai ucciso un singolo personaggio. Avevo iniziato a barare dietro lo schermo senza neanche pensarci. Li vedevo talmente affezionati al personaggio che non me la sentivo di ucciderlo, temendo ripercussioni sociali. Non era mai successo, ma avevo paura.
L'unica volta che uccisi fu perché mi volevo costringere a fare come facevano gli altri master... e lo feci barando, inserendo il tutto in un'avventura railroadata per la resurrezione delle vittime.

VAMPIRI
Approdai quindi al WoD. E parlo del vecchio, della Masquerade, proprio mentre la Revised Edition sostituiva la 2a.
Il gruppo  inizialmente era ereditato direttamente da GiRSA, ma progressivamente cambiò, inserendo nuovi elementi. Vampiri fu una scoperta, ovviamente. Inizialmente lo vissi come un gioco in cui ti chiedevano di fare storia, e davano al master il potere di imporla e di dire "giochi male!" a quelli che rubavano le porte.
Altro grossissimo peso lo ebbe l'inizio dell'università (il periodo più disastroso della mia vita, per inciso... Vampiri porta sfiga, ne sono convinto) a Parma. Qui iniziai a frequentare il gruppo Etemenanki e i suoi live, facendo le mie prime esperienze di gioco dal vivo.
Il cartaceo non era poi così divertente. Ci si arenava dopo poco, si perdeva interesse, si interrompeva, si cambiavano un paio di membri del gruppo (il bacino di giocatori evolutosi dal primordiale gruppo di GiRSA è sempre stato enormemente ampio. Se adesso ci sono tanti reggiani a rompervi i coglioni lo dovete anche a quel megagruppo, direttamente o indirettamente, nel bene e nel male. Soprattutto nel male). All'epoca il mio railroading era totale; l'eredità Girsistica, così schematica, mi impediva di assimilare pienamente lo Storyteller, pieno di eccezioni, faragginosità e eccezioni delle eccezioni. Quindi... baravo. Improvvisavo e baravo "per il bene della storia". Del resto sul manuale c'era scritto così e se anche non riuscii mai a ricordarmi che i tiri d'assorbimento non si botchano mai tranne che in caso di elettrocuzione, che funziona esattamente come il fuoco, tranne che per questo dettaglio, quella era dichiaratamente la regola più importante, l'unica che "vale davvero la pena sapere". Io volevo seguire le regole, le regole erano importanti. E quindi lo facevo e usavo la Regola d'Oro a spron battuto, pur dicendo d'odiarla. La mia tipica frase dell'epoca era: "Le regole le hanno scritte persone più brave di noi. Il minimo che possiamo fare è seguirle". Mi sforzavo di farlo per quanto potevo, ma non ce la potevo fare e trovavo la mia consolazione privata nella regola d'oro (scritta da uno che era più bravo di me, quindi doveva essere giusta) che "in pubblico" dichiaravo essere solo una stampella da usare in caso d'emergenza. Mi ripetei tanto a lungo questa frase che, negli ultimi anni di questa fase, ci credevo anch'io. Non conoscevo le regole, ma credevo di si. Usavo la Regola d'Oro a ogni piè sospinto, ma credevo di no.
Ah, ovviamente giocavo Malkavian il più possibile, ma questo è praticamente scontato per chiunque conosca a fondo Vampiri.
Del gioco, più che lo scomodo sistema mi affascinava la complessità dell'ambientazione, soprattutto la promessa mai mantenuta che tutto il mythos che si intesseva attorno al Mondo di Tenebra si sarebbe, leggendo abbastanza manuali, trasformato in uno splendido arazzo, un romanzo epocale e globale in continuo cambiamento. Non me ne fregava nulla del goth, del punk e della Rice. A me piaceva vedere la danza di quel mondo in divenire. Conobbi gli altri giochi, mi appassionai a Werewolf (più nelle mie corde come tono) e a Mage (libertà per i giocatori al massimo! Questo è quello che mi avevano sempre chiesto e Mage lo da! E poi l'idea di Mage è dannatamente intrigante), poi a tutti gli altri. Proprio tutti, inseguendo il sogno di ricostruire "Il Mondo di Tenebra". Forse ho ancora da parte i complessi schemi che avevo disegnato per definire l'Umbra, il mondo degli Spiriti, cercando di far convivere le visioni che ne davano Werewolf, Mage, Changeling e gli altri.

Era l'era in cui Internet iniziava ad essere davvero uno strumento diffusivo, i primi timidi passi del Web 2.0, e incontrai una community online di Vampiri in cui mi inserii splendidamente: Clotz (dal nome del fondatore), poi diventata Cainiti.it (e questo è un outing. Sono abbastanza terrorizzato di reincontrare qualcuno di quella community) . Scrivevo articoli, partecipavo, divenni moderatore della sezione "Ambientazione".
Avevo di nuovo trovato la mia dimensione sociale.
Ero decisamente un bravo master, e lo ero perché ero un'autorità riconosciuta dell'ambientazione. I bisticci per definire il "maschio alfa" erano all'ordine del giorno nel giro dei giocatori di Vampiri e si combattevano a colpi di manuali, per lo più splatbook. Mi difendevo egregiamente e avevo il mio bel codazzo di seguaci: "L'ha detto Ezio" era una frase che spesso metteva fine alle dispute sull'ambientazione, insieme a "L'ha detto il Coach/il Rabbo/il Tony" o quello di noi Bravi Master andava più di moda presso quel particolare sotto-gruppo.
Immaginatevi quello che dovevo essere: già sono abbastanza arrogante da solo, con un ego così dopato, poi...

Nel frattempo c'erano i live. Ne feci un paio a Parma, con Etemenanki. La mia impressione fu di un mezzo straordinario straordinariamente sprecato. L'idea del live di Vampiri mi affascinò subito, ma Parma era frustrante. O eri amico dei master o eri del tutto fuori dal gioco e la tua ragione d'esistere era quella di dare soldi all'organizzazione. Provai anche altri live, come quelli di Sassuolo.
Creai la mia cronaca live, qui a Reggio. Riunii un gruppo, creammo un regolamento, litigai con il mio co-fondatore per una questione di donne (prima di allora non ero minimamente una persona gelosa, ci credereste?), riunii un altro gruppo, si partì, creando il "Live Reggio-style", uno strano ibrido tra il live di Vampiri "classico" e il boffer, figlio diretto dei live di Parma.

Fu il trionfo, l'estremo raggiungimento del gioco disfunzionale. Io all'epoca ero convinto di dovermi "annullare" per il bene dei PG e mi scontravo con le mie compagne master autentiche profumaie e primedonne, che gestivano il live come un feudo personale per gestire le loro storie, sfruttando la benedizione che avevano tra le gambe come arma di ricatto sociale.
I live divennero un fortissimo punto di aggregazione sociale (la seconda ragione indiretta per cui adesso vedete tanti reggiani in giro) e arrivammo ad avere un centinaio di giocatori. Prendemmo contatti con Tears of Darkness (l'allora "associazione di associazioni di live", penso siano diventati Camarilla Italia, ma non quotatemi su questo, per favore EDIT: Mi informa la regia che, effettivamente, Camarilla Italia niente ha a che vedere con ToD...) ma decidemmo di rimanere indipendenti. Grazie anche ai miei contatti su Cainiti.it si aveva dialogo con Cronache di mezza Italia. Solitamente il dialogo era composto da spocchiosi litigi, ma vabbé (risale a quel periodo il mio odio per la "diplomazia" e la finta gentilezza).
Nacque un'intera lingua gergale intorno ai live. Segnarono, per esempio, la rinascita del dispregiativo "Bagolone" per definire gli storici rivali parmigiani. Nacquero soprannomi con cui alcuni sono ANCORA conosciuti.

Per più di un anno sputai letteralmente l'anima su quel progetto, poi iniziai a stancarmi del modo di fare dei miei "colleghi" e dei continui scontri estetici che avevamo. Risale a quel periodo la mia antipatia per le contaminazioni tra teatro e gdr, per esempio, al fatto che un paio di attori della domenica del gruppo si erano convinti che il gdr dal vivo fosse fondamentalmente teatro for dummies, e quindi usavano le loro "eccelse" capacità recitative per offrire uno spettacolo ai giocatori.
Non era giusto, lo percepivo. Sapevo che bisognava lasciare "libertà ai giocatori". Ovviamente all'epoca il mio concetto di libertà era la scelta tra l'indovinare la strada giusta o prenderle. Il tutto liberamente. Ma era comunque diverso dal puro intrattenimento che altri promuovevano.
Ci furono episodi orribili di completo railroading, con master che intervenivano per favorire i loro beniamini o i "loro" Clan, mentre io e altri eravamo convinti che il modo migliore per gestire i "nostri" Clan fosse essere duri, cattivi e spietati nelle sfide che proponevamo: più nemici, più gloria, più significative le storie personali.
Questo disaccordo frantumò il live, e il gioco cartaceo non era altro che il riflesso di questo: ci giocavano le persone che venivano ai Live, con lo stile imposto dai live. So addirittura di master che giocavano cartaceo con le regole del live, vuoi per uno strano tentativo di hack, vuoi perché non conoscevano altre regole (e dei manuali era importante solo la parte "interpretativa". Per citare un saggio: "Lo storyteller fa schifo, ma va bene così. In questo modo sei scoraggiato dall'usarlo e interpreti").
Entro l'inizio del terzo anno avevo litigato pesantemente con i miei vecchi amici e mi ero allontanato dai live.
Nel frattempo si erano create dei "gruppi satellite" al nostro: una Cronaca Sabbat, una Dark Age... bene o male collaborai con tutte, ma senza entusiasmo.

Continuavo a giocare cartaceo al solito modo (anche peggio) e con le solite modalità di inizio campagna, esplosione (o morte per inedia) di campagna, cambio di uno due (magari reintroducendo gente che in precedenza era stata "cambiata"), inizio campagna.
La frustrazione aumentava, aumentava, aumentava. Volevo le storie che i manuali mi promettevano, ma non ce la cavavo, a tirarle fuori. E si che ero bravo. Me lo dicevano tutti...
Arrivò Exalted, mi piacque, ci giochicchiai coi soliti effetti. Tutto stagnava e giocavo sempre meno. Continuavo a comprare manuali, a leggerli e a partecipare ad "emozionanti" simposi sull'Ambientazione ("Ma gli Eccelsi Terrestri diventeranno i Kuei-Jin?" "No, diventeranno gli Hunters! Vedi, ci sono questi Charm che..."), ma il gioco era sempre meno e sempre più dilazionato nel tempo. Ci fu un breve, esaltante periodo con la serie Dark Ages, specialmente Mage, ma durò il tempo di un paio di avventure prima di tornare a dare i soliti, vecchi problemi. C'è da rilevare che al tavolo di Dark Ages: Mage conobbi tal Veluttini Luca che potreste aver sentito nominare.

Venne l'infernale 2003, l'Anno del Giudizio, la chiusura definitiva del Mondo di Tenebra. Ero esaltato. Avevano mantenuto la promessa. Erano dei VERI narratori e avrebbero messo la parola Fine a quel romando eterno e mutevole che era il WoD. Ero certo che, essendo questa l'ultima occasione, mi avrebbero finalmente rivelato gli ultimi tasselli che mi mancavano per ricostruire il puzzle, per capire come il mondo dei Vampiri si intrecciava a quello dei Mannari e a quello dei Maghi (e delle Fate. E delle Mummie. E dei Cataiani. E degli Spettri. E di...).
Mi presi una tale palata nei denti che ce li ho ancora storti.
Il Mondo di Tenebra era finito e la promessa a cui avevo creduto fino a quel momento era stata infranta: i mondi erano separati, non erano compatibili, c'erano finali diversi per ogni ambientazione.
« Ultima modifica: 2010-05-04 01:31:18 da Aetius »
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Ezio

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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #58 il: 2010-05-03 23:22:12 »
Delusissimo mi allontanai parecchio dall'hobby. Non mi piacque molto il nuovo WoD, anche se mi sforzai di leggerlo obiettivamente, e non smisi mai di giocare del tutto al vecchio Mondo di Tenebra, al Dark Ages e all'occasionale D&D, che era quello che passava il convento, ma rimanevo lunghi periodi senza giocare, e le campagne non erano mai lunghe. Avevo poi una fidanzata che detestava il gdr, un lavoro piuttosto duro.
Persi morosa e lavoro, ma ludicamente non cambiò nulla. Dal 2003 al 2008 mi trascinai stancamente per inerzia... in pratica ero avviato verso il classico finale di "carriera ludica". La passione era grande e ci avrebbe messo un bel po' ad esaurirsi, ma l'avrebbe certamente fatto, col tempo. Litigi vari e un disastroso tentativo di giocare la campagna di Gehenna (eravamo ormai cresciuti tutti oltre il railroading, l'enigma da risolvere con le conoscenze del giocatore e quelle amenità in qui sguazzavo) non potevano che accelerare il processo.
Un aneddoto del periodo fu il tentativo di usare Exalted 2nd con la mappa tattica di D&D. In fondo sul manuale c'è scritto come calcolare di quanti metri ti spingeva indietro il colpo... aveva solo senso. Quando parlai di questo esperimento su Exalted Italia mi risposero "Ho avuto incubi che iniziavano così".
Ho sempre odiato Exalted Italia.


CANI NELLA VIGNA
La svolta ci fu quando un tipo col quale non andavo particolarmente d'accordo (quel Luca Veluttini di cui vi parlavo sopra) parlo di questi nuovi giochi sul forum del nuovo live che aveva preso il posto di quello fondato da me (live ancora attivo).
Ammetto che per un paio di mesi fui piuttosto stronzo. Domon compariva su quel forum e lo odiavo profondamente. Poi seppi che "Cani nella Vigna" aveva "uno strano sistema di uso dei dadi" e che Luca stava organizzando un gruppo (e, no, non ho mai riso di Cani, Vellu. Ho riso dei Mormoni, definendoli "Una delle più assurde confessioni cristiane al mondo" :-P )
Lo "strano uso dei dadi" mi incuriosiva, essendo io decisamente vittima di un profondo gusto per il dice porn, e se a questo unite che adoro il western e che al gruppo avrebbe partecipato una simpatica ragazzina di nome Lavinia che mi intrigava assai (seppi poi che lei partecipava al gruppo perché ci sarei stato io, in un curioso nonsense cronologico che ancora oggi il Vellu non vuole spiegarmi) capite come dovessi assolutamente provare quel gioco (come ho detto... la passione stava scemando, ma non era ancora scomparsa del tutto).
Fu un mezzo disastro, ma intuii qualcosa. Abbastanza da voler provare Avventure in Prima Serata.

Ed eccomi qua.
« Ultima modifica: 2010-05-03 23:34:11 da Aetius »
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema
« Risposta #59 il: 2010-05-03 23:45:32 »
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Ce n'è un altro!  Ce n'è un altro! Alleluja!  Pensavo di essere l'unico ad amare il Western, fra tutti questi filistei mangofili!


Ehi! A me la cosa che piace più di CnV è esattamente l'ambientazione :p! (devo ammettere che in un primo momento mi ero immaginato una cosa più simile ad una fusione tra The Punisher, Solomon Kane e del grasso industriale... Ma quello sono io, non la cambierei comunque con nulla al mondo!).

Incidentalmente, sono anche un mangofilo (mangofilo che è affascinato dalla cultura orientale ma ancora di più dall'occidentale, una bella bestia...).

Comunque, avevo scritto un riassunto del mio (non esattamente mirabolante) passato ludico nel post di presentazione, quindi a questo punto lo ricopio direttamente qui!



La mia, abbastanza atipica, storia nel mondo del gioco di ruolo è questa: Da piccino sono stato sempre un appassionato dei videogiochi di ruolo nipponici, da Final Fantasy a Suikoden, per non parlare poi dei Librigame! Leggendo poi una rivista venni a conoscenza di questi strani giochi che si fanno senza console, tutti attorno al tavolo e con regolamenti inutilmente complessi e via dicendo. Incuriosito dalla faccenda sono quindi andato dal mio negozio di fiducia a cercare un gioco di ruolo e sono stato attratto dal nostrano Lex Arcana (cavolo, chi ha avuto Lex Arcana come primo gioco di ruolo, eh? Mica è da tutti), che ho provato con i miei amici a fortune alterne... Nel senso, che mi è andata sempre male =_=. Poi informandomi sono venuto a conoscenza di D&D, al tempo appena arrivato fresco fresco alla terza edizione, che ho provveduto subito ad acquistare e proporre agli amici con fortune alterne... Nel senso che non è piaciuto a nessuno ^^".

Girando casualmente per internet mi sono poi imbattuto nelle "infami" land di gioco online, in cui ho giocato e gioco tutt'ora, che sono il terreno perfetto per studiare il gioco disfunzionale e in generale come NON strutturare un gdr... Ma beh, quando non hai nessuno con cui giocare una cosa vale l'altra! Ovviamente al tempo usavo senza problemi la Regola-0, baravo spudoratamente e in genere facevo un po' quel che mi pareva pensando solo al "bene del gioco" (ma oh, avevo 15-16 anni e praticamente autodidatta, sono parzialmente giustificato XD).

Ad ogni modo, continuando a giocare online (generalmente a D&D) mi ha poi incuriosito tutta la famiglia di giochi White Wolf, che promettevano cose incredibili e giochi che con D&D ti sogni la notte. Da bravo fesso ho comprato il manuale base più vampiri, lupi mannari e maghi (ai tempi era appena uscito il Nuovo MdT) che ho provato con i miei amici a fortune alterne... Nel senso che dopo la prima giocata il gioco è stato abbattuto in strada (ma possiamo biasimarli?). Mi sono anche appassionato del mitico Exalted, con delle promesse che facevano proprio tutto quel che ho sempre voluto dal mio gioco ma delle regole che invece andavano da tutta un altra parte. Ho provato anche lui con i miei amici e ormai potete immaginare come è andata (però c'è da dire che ad uno è piaciuto... Per un po'...).

Quindi nella pratica mi sono limitato a giocare quasi sempre online a D&D 3.5 parpuzissimo. Ad un certo punto ho ricevuto un illuminazione circa 2-3 anni fa, riflettendo sul mio operato di DM. Mi sono reso conto che tutte quelle chiacchiere circa Grandi Giocatori, Grandi Interpretazioni e Grandi Master che erano bravi grazie alla loro abilità di dosare la carota ed il bastone (soprattutto il bastone, che online assume forme affusolate in maniera sospetta) erano un cumulo di idiozie. D&D non richiede quelle cose, il manuale di D&D parla di avventurieri che vanno in giro a picchiare mostri, perché snaturarlo mettendoci in mezzo drammi o giocando personaggi che non c'entra una mazza con gli avventurieri (sai, il tipo che si da arie da Grande Giocatore perché lui fa il popolano con tutte le caratteristiche sballate e le abilità più inutili... O il bardo, che è equivalente), in fondo il manuale non da nemmeno modo di giocare queste cose con le regole, il manuale non mi aiuta, invece mi ostacola, quindi devo usare il manuale per fare quello che vuol fare il gioco. E qui è cominciato un periodo felice in cui la qualità del gioco ha subito un impennata decisa, perché ho cominciato a giocare a D&D come da manuale, gli avventurieri picchiano mostri, ricevono ricompense e crescono di livello, questo è tutto, niente pippe mentali, ho anche smesso di "barare", usare facili illusionismi e cominciato a giocare gli avversari in maniera "cattiva". Ma ovviamente dato che D&D 3.5 è un gioco incoerente giocarlo in maniera coerente (soprattutto nel mondo instabile dell'online) porta ben presto ad accorgersi delle orribili, orribili falle del sistema, ma al tempo questo conoscevo e Vampiri non mi ha mai convinto del tutto (sostenevo che era un gioco bello da leggere ma poco da giocare... Avevo già capito l'andazzo ad intuito!). Poi infine girando per forum sento un parlare via via crescente di nuovi gdr, che promettono anche loro cose mai viste prima, ma stavolta da come ne parlano sembrano cose DAVVERO mai viste prima... Giochi dove i giocatori possono acquistare i poteri del master? Giochi dove ci si scambia il ruolo di Master in mezzo alla sessione? Addirittura giochi SENZA dm? Ma può funzionare una cosa del genere?

Dato che sono una persona atipica, invece di prendere pala e forcone ed oppormi a questo sciocco blaterare ho subito pensato "Maccheccosamistatedicendomachefigataè?" e sono subito andato all'arrembaggio, cercando di rimediare quanti più giochi e informazioni possibile, che mi hanno letteralmente folgorato il cervello e fatto innamorare del nuovo design. FINALMENTE qualcosa che rispetta le promesse e che non richieda un lavoro certosino per funzionare! Purtroppo però manco ci provo a proporre qualcosa ai miei amici dopo le passate esperienze, temo verrei accolto con una scarica di moschetti (e comunque il tempo comincia a scarseggiare, dubito si possa giocare regolarmente), quindi la mia preparazione rimane quasi del tutto teorica con pochissime applicazioni pratiche... Perlomeno sono di mente aperta e ho una buona dose di empatia e già dalla lettura riesco a capire bene o male cosa aspettarmi dal gioco, ma potete capire la frustrazione di avere un mondo di gioco ad un lancio di pietra e non poterci andare, snort...
« Ultima modifica: 2010-05-04 14:35:57 da Mark »

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