Proviamo per un paio di giorni a riaprire le iscrizioni. Abbiamo inserito delle contromisure contro la registrazione massiccia degli spammer. Vediamo chi la spunta
BriePrendo un lungo respiro, non posso perdere la calma, non vorrei che qualcuno dei vicini mi sentisse delle urla provenire da casa mia... cosa racconterei poi? Di essere rimasta chiusa nello sgabuzzino per poi essere liberata da una schizzofrenica che non so nemmen come abbia fatto ad entrare? Stendo la spina dorsale, cercando istintivamente di apparire più alta, e guardo la donna di fronte a me dall'alto in basso, pur non essendo più alta di lei. "Ora chiamo la polizia, spero vivamente per lei che al loro arrivo se ne sia andata" dico guardandola a malapena in viso mentre mi dirigo verso il telefono, dopo aver valutato e scartato l'ipotesi di andare prima in cucina e prendere un coltello.
Bryan"Uuuugh..." Prese in mano un foglio di carta volante "Per chi sarei una minaccia, io?".Ma non c'era tempo per stare lì a contemplare la notizia, il rumore delle sirene attirò la sua attenzione, poi dei poliziotti-giocattolo e un ufficiale con la faccia da orologio fecero la loro apparizione... Non sembravano avere buone intenzioni..."C-come? Io non ho fatto niente di tutto questo! Non c'entro nulla! Ha fatto tutto lui..." Indicò alle sue spalle il punto dove fino ad un istante fa c'era l'Ombra, ora al suo posto c'era un manifesto stracciato di un qualche spettacolo attaccato ad un muro."Oh, mi pare giusto andarsene quando sei più utile, vero?" I poliziotti non erano particolarmente convinti dalle sue parole. A dirla tutta nemmeno lui era particolarmente convinto dalla sua stessa versione dei fatti... Indietreggiò istintivamente di un paio di passi."Lasciatemi stare! Io non ho fatto nulla! Lasciatemi da solo!" urlò agli agenti, provando ancora una volta a fuggire dai problemi...
Brie Fu quando uscì di casa che Brie si rese conto di non trovarsi in casa sua. La donna la precedeva in un lungo corridoio dall'aspetto ottocentesco, a vederla aveva l'aria di una damina borghese dell'epoca vittoriana. D'un tratto, da un lato del corridoio, vide sbucare una fila di ragazzi e ragazze della stessa, identica altezza, vestiti in quella che sembrava un'uniforme da collegio, preceduti da una donna molto simile a quella che l'aveva trovata nello sgabuzzino. La fila non aveva finito di passare, quando una bambina si fermò e perse il passo. Fu un attimo.La donna che guidava la fila le fu addosso e la colpì con inaudita violenza.
BrieEsco decisa a raggiungere rapidamente il telefono, ma i primi passi un tuffo al cuore mi attanaglia, gli ultimi due passi sono lentissimi, prima di fermarmi stupita di ciò che vedo. Cerco di mantenere il controllo, come ho sempre fatto, come mi è stato insegnato, come si addice ad una signora. Dopo aver visto l'orribile scena del bimbo ignobilmente picchiato mi giro verso la mia interlocutrice; istintivamente mi stringo addosso il maglioncino rosa, cercando inutilmente di sentirmi più protetta; tiro fuori tutta la dignità che mi rimane, fortemente minata dalla sensazione di essere impazzita"Evidentemente non mi sento bene e non ricordo come sono giunta fin qui. Se gentilmente mi sa indicare l'uscita toglierò il disturbo il più rapidamente possibile"Devo andare dal dottor Cox, è evidente che le pasticche per gli attacchi di panico sono troppo forti e hanno effetti collaterali inaccettabili... Che vergonaRicaccio in gola le lacrime, cosa che oramai so fare così bene da non accorgermene nemmeno
CoreyCorey prese il giornale e controllo più e più volte la paginaIl tizio che sparava nella foto era decisamente luiRimase allibito, e con gli occhi sbarrati disse all'avvocato"Ma, ma, io non ho mai fatto niente del genere!"
Corey "Ragazzo, se insisti col mentire, io non posso fare il mio lavoro, e questo non mi piace" l'aria paciosa dell'avvocato si trasformò in modo inquiestante, ora i suoi occhi si erano fatti vividi e maligni "Bisognerà che facciamo qualcosa per il bene di entrambi"Da una tasca estrasse qualcosa: era un punteruolo estremamente lungo per essere uscito da quel piccolo taschino.Si avvicinò a Corey"Rimuoveremo il falso ricordo che ti impedisce di ragionare, ragazzo. Rilassati, così sarà meno doloroso"Bryan e MalcomIl tenete Toc si avvicinò a Bryan: la sua mano si era trasformata in un'enorme lancetta tagliente.Il fendente calò sul ragazzo ma...a essere tagliata in due pezzi fu la sua ombra. Si divise in due ridacchiando, e poi ancora in tre, in quattro, in cinque...Decine e decine di ombra di Bryan circondavano gli agenti...il vicolo si era improvvisamente tinto di scuro.Le ombre assaltarono gli agenti a molla...Malcom, dopo essersi ripreso dallo stupore per la visione, afferrò per il polso Bryan, per trascinarselo dietro nella fuga. Ma la lancetta del tenete Toc si conficcò su una delle molteplici ombre che lo assalivano, e la inchiodò al suolo.Bryan si portò le mani alla testa gridando di dolore, ma il medico lo strattonò, lo fece appoggiare alla sua spalla e lo trascinò via. Una ad una, le varie ombre gli volarono appresso, come riassorbite dal corpo del ragazzo.Quando furono al sicuro, lontani dal vicolo, Malcom scosse Bryan per le spalle."Ehi, coraggio...ti senti bene?" disse.Bryan lo guardò con occhi vuoti:"Dove siamo? E tu chi sei?" Brie"L'uscita?" fece la donna, mostrando un ghigno perfido "Ma cosa credi, di poter uscire senza aver finito di lavorare? Tu sei solo una serva, carina!" detto questo, la colpì con un sonoro schiaffo.
MalcomSforzandosi per non cadere di nuovo preda dell'aggressività, Malcom guardò il ragazzo negli occhi tenendogli la testa ferma."Merda, proprio adesso!" sibilò.Se possibile, il ragazzo era ancora più confuso di prima."Ricorda, ragazzo!... sono Malcom, sono un medico, e tu mi stavi aiutando a cercare mio figlio..." gli disse con la voce che tradiva tutta la sua frustrazione "devi ricordarti dov'era quel bambino!"
[cite]Autore: Glenda[/cite][p]No, guarda, questa la sistemi come e quando vuoi (dolore 2)...considera solo dove sei (se non l'hai già capito)., perchè quella è una dama di scortesia...[/p]