Bel thread, triex.
In effetti mi accorgo spesso anch'io come si tenda a confondere il gioco drammatico (e coinvolto) con lo stare male, con l'autoanalisi, con il non divertirsi.
Giocare seriamente è un po' come leggere un buon romanzo di quelli pesanti, un Proust, o un Dante. Non è "fun", non è la cosa leggera e "divertente" come lo può essere un film di Ben Stiller o una gara di barzellette. È soddisfacente, è gratificante, è significativo.
E queste sono tutte cose divertenti. Sono cose piacevoli, che ti fanno stare bene con gli amici e che rallegrano la giornata. Come altro definirle, quindi, se non divertenti?
Ricordo una partita a Montsegur 1244. Io, Vellu, Lavi, Ste (che non conoscete, ma era a Play).
Un pomeriggio devastante, emotivamente parlando.
Facevamo una pausa di un quarto d'ora dopo ogni atto, ad ogni scena ci alzavamo e alleggerivamo la tensione. Era in programma anche una serata di gioco, ma è saltata perché, per riprenderci, ci siamo dovuti vedere, nell'ordine: puntata di
Futurama, puntata di
American Dad, mezzo
Tropic Thunder, tutto
Zohan.
Ecco, quel pomeriggio è stato uno dei pomeriggi più divertenti della mia vita. Non perché sia emo e mi piaccia soffrire, ma perché mi ha emozionato, mi ha coinvolto, mi ha consentito di creare una storia che... cazzo! Poteva persino passare per la trama di un romanzo "impegnato".
Quella sensazione di appagamento mi ha riscaldato, mi ha fatto sentire bene, e i miei amici altrettanto. Soddisfazione, appagamento, comunanza con gli amici. Come definire tutto questo, se non divertimento.
E tutto ciò condito da scherzi, battute, risate sul gioco e sulla vita al di fuori del gioco. Ma la partita, ma le scene rimanevano drammatiche e impegnate.
Questo succede sempre, ho visto, quando si è davvero intenzionati a giocare in maniera significativa. Sai che quello che stai facendo è importante e significativo per tutti, e sei lì, pronto ad aiutare i tuoi amici, pronto a ridere con loro e a dirgli che ci sei e che ascolti quello che stanno dicendo, per poi tornare a quella cosa tanto seria che però sta divertendo tanto tutti.
Uno dei primi "mind blowing" che mi hanno preso è stato provocato proprio da un vecchio articolo su questo argomento. Quale? Ovviamente il
Why I hate fun di Burneko.
Lettura consigliata a tutti quelli che, una volta nella vita, hanno pronunciato la frase: "Mah, io gioco solo per spegnere il cervello, non per fare drammoni" ;-)