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[INC '10] A Flower for Mara - Domenica Pomeriggio

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Mauro:
Stavo pensando a una cosa, su cui vorrei un parere di chi ha provato A Flower for Mara: prima di iniziare, mi chiedevo perché scrivere l'evento su un foglio di carta. Per controllare che uno non lo cambi mi parrebbe stupido: tanto non viene letto, non c'è controllo sul fatto che quanto scritto sia accaduto veramente, e, soprattutto, se giochi una cosa simile con delle persone ci si augura che ti fidi di loro abbastanza da non avere bisogno di un simile controllo.
Quindi... perché?
Credo che sia perché focalizza: pensare "Uso la morte di mio zio" è diverso da scrivere "Morte di mio zio", focalizza di meno; inoltre, girare tutto il tempo col fiore, con legato quel foglio, ti ricorda continuamente la presenza di quell'evento, e qual è quell'evento.
Se non ci fossero fiore e foglio, l'esperienza sarebbe pesante un decimo di quanto sia.

Simone Micucci:
io so che stavo per mettermi a piangere quando alcuni fiori sono stati gettati sulla tomba. È un'immagine troppo forte.
A mio avviso anche scrivere il proprio dolore aiuta a focalizzarlo...e il gesto di strapparlo ha una carica simbolica che comunica un significato di rifiuto. IMHO

Katia:
Finalmente posso scrivere anche io un piccolo commento a questo "evento" (scusate ma nn riesco a chiamarlo gioco) a cui ho partecipato per la seconda volta. Si a parte il Vellu ero l'unica ad avere già partecipato a "A Flower for Mara" e anche se ci sono arrivata già provata dal JeepForm del mattino sono stata contenta di esserci. E' ancora difficile parlarne quindi inizierò ringraziando chi ha giocato con me dal Vellu che forse ha sofferto più di tutti dovendo per forza stare lì ad ascoltarci senza poter dare il minimo cenno di aver risentito di tutto quello che ci stavamo "vomitando" addosso, Francesca che ha portato tra di noi una Mara eccezionale, Jessica che ha interpretato meravigliosamente una figlia che ha perso la madre quando più le serviva, Michele il "mio maritino" che ci ha provato fino infondo a rimettere insieme i cocci, Claudia che è stata una splendida sorella di Mara incapace di capire dove finiva una ed iniziava l'altra, Mauro, un cucciolo smarrito, Spiegel (scusa ma il tuo nome di battesimo proprio non lo ricordo) che ci ha provato fino a sanguinare (metaforicamente parlando) a dare la direzione a tante persone così diverse che interpretavano personaggi così diversi, Trevor che ha portato tra di noi un marito annientato dal dolore, ed infine il "pubblico" che ci ha sopportato e supportato.
Non mi lascio andare a commenti sulle interruzioni/trasferimenti di gioco, sono inutili e sono già stati fatti.
Fatico anche a soffermarmi troppo su quello che Mara mette in campo di personale, posso solo dirvi che entrambe le esperienze che ho avuto mi hanno aiutata, la prima in modo visibile anche nella mia vita di tutti i giorni, la seconda a mettermi in contatto ad un livello differente con gente che mi era praticamente sconosciuta fino a due giorni prima.
Grazie davvero di aver condiviso con me questa esperienza.

Grazie.

Michele Gelli:
E' stata una bella esperienza, che vorrò ripetere, ma solo se sarò sicuro che non ci sarà nessun (/&($%&/£$% che bussa alla porta ogni cinque secondi e/o un /&(($£% che mi sfringola gli zebedei con gli orari delle pulizie. Purtroppo la sensazione più netta che mi ha lasciato AFFM è stata una smania omicida. E io sono uno dei fortunati che è riuscito a fare il soliloquio del fiore. Non oso pensare gli altri.

Tralasciato questo, si tratta di una storia gwep. Molto gwep. Anche se mi trovavo in mezzo ad amici, che in buona parte conoscevo da tempo, il soliloqiuo del fiore è stato tosto. Ma anche molto liberatorio, in un certo senso.

Il personaggio del nonno (il padre di Mara) mi ha sorpreso: è partito come autoritaria forza della natura che avrebbe rimesso in riga gli ingranaggi della famiglia (a calci, se necessario), ma in seguito ad un paio di colloqui con Mara (che ha colpito più a fondo di quello che credevo) ha iniziato a fare alcune riflessioni, ed a vedere alcuni problemi come più insignificanti e distanti. Sentivo la gente che parlava a cena, ma alcune voci mi sembravano sempre più un chiacchiericcio indistinto, che parlavano di problemi insignificanti o non importanti (per il mio personaggio, si intende). le liti di mia moglie con la nipote erano sempre più vuote e prive di significato. Mentre era più angosciante il silenzio e la distrazione della mia figlia. Un'altra cena, e l'integerrimo avvocato avrebbe divorziato dalla moglie, lasciato lo studio legale alla figlia ed iniziato una lunga, lunghissima vacanza (probabilmente alla ricerca di se stesso più che di paesaggi da fotografare).

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