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Sì, ora ricordo. L'ho calmato, sussurrandogli dolcemente "Tranquillo, tanto lui non c'è più". Il mio tocco lo fece trasalire, e aprì gli occhi di scatto, sbattendoli più volte.
"Mario! Lui ti stava... ti stava..." disse, ancora sconvolto, ma tornò in sé e si morse le le labbra prima di aggiungere altro.
"Un altro fottuto incubo." disse, chiudendo gli occhi e stringendo i denti. Poi sospirò. "Cazzo. Ho bisogno di una sigaretta." Si tirò fuori scalciando dal sacco a pelo, e uscì dalla tenda in mutande. A questo punto uscii anch'io, per bagnarmi la faccia. Mi sembrava di avere un melone al posto del naso. Lo raggiunsi sulla riva del ruscello, e solo allora, alla luce della luna, si rese conto di avermi colpito. "Cazzo, sono stato io, vero? Lasciati dare un occhiata." Gettò via la sigaretta, e cominciò a lavarmi la faccia con l'acqua del ruscello.
"Guarda che non è niente, lascia stare." gli dissi, sorridendo. "Mi dispiace un casino." disse lui, guardandomi negli occhi.
"Certo che se ti agiti così tutte le volte, Marta non dormirà più di cinque minuti per notte."
Lui ghignò, e poi aggiunse, con un sorriso furbetto "Marta di sicuro dorme poco, ma non è quello il motivo". Ridemmo entrambi.
Marco guardò il cielo per un po', e poi disse: "Mi sa che me la sposo."
Che cosa ho detto o fatto allora?
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