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Spione - PbF2 - Fase 12: Crisi
Renato Salzano:
– Ferire una persona
Anston rimase come paralizzato all'ingresso degli uomini. Poi disse solo "oh". Fece cadere il temperino, e si lasciò cadere su una sedia.
Poi fece un applauso a David. "Bravo. Sei stato veramente bravo."
Si alzò poi, lentamente. Guardò David "E pensare che ho preso anche una pallottola per te." poi si rivolse agli uomini "Non farò resistenza, andiamo."
Ma lo sguardo che aveva rivolto a David faceva più male di una coltellata.
Spero si capisca... immagino che una ferita emotiva valga ugualmente. Se non va bene, ditemelo, che aggravo la situazione (che so, faccio fare a Anston qualche gesto più esplicativo e umiliante per David...).
Ezio:
Chapeu.
A domani per la mia narrazione.
Ezio:
--- Citazione ---Valori impilati (consecutivi, per esempio Re sopra Re) rappresentano effetti estremi o completi:
– Catturare o arrestare/imprigionare una persona
--- Termina citazione ---
I due uomini afferrarono anche David, che non fece resistenza.
In pochi istanti era sul sedile di una volkswagen grigia, che avanzava traballante per le vie di Berlino. Campbell guidava, fischiettando una marcetta, mentre lui e Anston erano ammanettati sul sedile posteriore. Il compagno di Campbell, sul sedile del passeggero, gli aveva deliberatamente mostrato la luger che portava sotto la giacca. Anston fissava il vuoto dal finestrino, ignorando David, le mani legate dalle manette abbandonate senza forza sulle ginocchia.
Glenda:
– Convincere una persona, a proposito della sua prossima azione
La sola cosa che avrebbe voluto fare David in quel momento sarebbe stata parlare.
Parlare davanti a quello sconosciuto e davanti a Aston di tutto quello di cui era venuto a conoscenza fino a quel momento: parlare di Magnum, dello spionaggio ai danni degli inglesi, delle minacce dell'HVA e del coinvolgimento di Harper
Solo per far capire ad Aston che non era mai stato lui il bersaglio della sua missione.
Solo perché lui sapesse che non aveva mai nemmeno sospettato di lui, e che quando aveva scoperto che era una spia del kgb era caduto dalle nuvole.
Ma purtroppo non era la cosa giusta da fare.
Se Aston fosse venuto a sapere quelle informazioni, le possibilità che la CIA lo lasciasse vivo erano nulle.
Se voleva provare a salvargli la vita - o almeno a salvarlo da quella situazione - doveva arrendersi all'idea che lo ritenesse un traditore.
Era un pensiero che gli faceva male.
Alla fine, tutte le persone a cui voleva bene, sarebbero uscite dalla sua vita odiandolo.
Pazienza. Non gli pareva di avere più molto da perdere, e una strana rassegnazione si era impadronita di lui. Che finisse pure lì. Che lo ammazzassero pure.
Ma con la coscienza pulita, almeno.
"Senta, io non so chi lei sia" disse, rivolto a Campbell, sfoderando un'improvvisa, calma decisione "Anche se lo posso immaginare. E se lei è chi io immagino, beh, probabilmente ci sono un bel po' di cose che lei vorrebbe sapere da me. Poi, una volta che gliele avrò dette, lei mi ucciderà"
Parlò senza guardarlo negli occhi, con lo sguardo perso fuori dal finestrino, come se, davvero, del suo futuro non gli importasse niente.
"Quello che lei non considera è che ha di fronte una persona che ha perso tutto ciò per cui è finita in questo 'gioco più grande di lui': il mio migliore amico, Jesse, potrebbe essere morto e prima di sparire dalla mia vita ha cercato di uccidermi. La donna che amavo non mi amava, ed ora è sparita anche lei. La persona che è seduta con me in questa macchina mi crede un traditore. Non ho figli, non ho rapporti da anni con la mia famiglia, gli affari non erano il sogno della mia vita: che ho da perdere? Pensa davvero che parlerei sotto minacce di morte? Pensa che sia troppo debole per sopportare le torture? Questo lei non può saperlo. Invece le offro una certezza: lei fa scendere il signor Klein da questa macchina e accetta di rimandare la faccenda con lui a dopo che avrà sistemato quella con me, ed io le offro collaborazione totale. Siete agenti della CIA, no? Non credo che vi mancheranno occasione di sistemare le cose altrimenti, tra voi 'spie professioniste'. Ed io non voglio che il signor Klein ascolti ciò che ho da dirvi, nè voglio sentirmi responsabile per ciò che accadrà tra lui e voi. Se non acconsentite alla mia richiesta, io non pronuncerò più da ora in poi una sola parola. Come vi ho detto: non ho proprio nulla da perdere, e quelli come voi dovrebbero sapere che quando un uomo non ha niente da perdere diventa praticamente invulnerabile"
Ci fu un momento di silenzio profondamente lungo.
"Lei scherza col fuoco, Holly" fece poi Campbell "Ma tutto sommato, James mi ha detto abbastanza su di lei da sapere che è sufficientemente idiota da fare davvero quel che dice." scosse lievemente la testa e abbozzò un sorriso "Scommetto di sapere quel che pensa: si sente un eroe altruista che vuole salvare la pelle all'unico amico che le rimane. Non ho nulla in contrario a darle questa illusoria soddisfazione"
Accostò la macchina al lato della strada e si rivolse al compagno.
"Lascialo andare, Jack. Tanto lo ammazzeranno i russi"
L'uomo si alzò senza parlare, aprì la portiera dal lato di Aston, lo sollevò quasi di peso, senza togliergli le manette, e lo sbattè in malo modo sul marciapiede.
Poi chiuse, e ripartirono.
Mentre l'auto si allontanava, David rivolse un ultimo sguardo all'amico accasciato sull'asfalto
Ezio:
Adesso David può morire, vero?
Il punto l'ha fatto.
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