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La Fiction "All'Italiana"

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Ivan Repetto:
Proporrei di limitarci all'ambito di fiction/serie Tv così com'era uscito nell'altro topic per essere più ristretti




--- Citazione ---[cite]Autore: Mark[/cite]quindi già se dici la parola "carabinieri" fa ridere).
--- Termina citazione ---


Ci credi se ti dico che ho riso veramente quando l'ho letto? Saranno le barzellette

Daniele "fenna" Fenaroli:
Vedo due problemi di definizione dell'argomento, anche e non solo, stringendo il campo alla fiction televisiva.

Il primo è un metodo per stabilire la qualità di un prodotto, tenendo ben presente che gli strumenti statistici di gradimenti sviluppati dalla TV sono estremamente precisi e settati da anni di statistiche raffinate, cioé è impossibile, per qualsiasi analisi ignorarli totalmente.
Quindi la prima domanda è: in che maniera Lost è qualitativamente migliore di Don Matteo?
Gli ascolti dicono che Lost e Don Matteo se la giocano.
Quindi: che si fa? In che maniera, se non attraveso un filtro sottoculturale - gruppo di gente che gioca ai gdr - ci è possibile definire quale fra i due è di minore qualità?
Parlando anche dei codici della narrazione cinematografica - che possono essere riportabili per certi versi nella fiction - paragonare Donne Assassine o Romanzo criminale a CSI o ad una qualsiasi altra serie statunitense ci sta tutto, sia per livello qualitativo della sceneggiatura, sia per la bravura degli interpreti, sia per il girato e la post produzione.

Il secondo problema è che è dagli anni ottanta - nascita della neotelevisione, termine che Simonelli aborre, ma che oramai è rimasto - che ha perso di senso parlare di immaginario condiviso italiano: perché la televisione si è allargata e ha proposto programmi di provenienza e di format internazionale.

Aloa!

jackjack:
Il punto è semplicemente, imho, che i vincoli imposti alla narrativa audiovisiva tendono ad essere, in Italia, molto più stringenti che altrove.
A questo aggiungere che, per pure questioni di budget, abbiamo un mercato/pubblico molto ristretto.
Il tutto crea un circolo vizioso da cui è difficile uscire, e questo porta a dei giganteschi clichè che subiamo tutti in prima serata.

Il circuito amatoriale/autoprodotto poi, è talmente piccolo ed invisibile che nega ogni sinergia con le produzioni "di massa".
C'è quindi un grande divario, senza vere categorie intermedie, fra queste realtà.

Moreno Roncucci:
Approvo lo split del thread, ma questa parte, davvero, va in "gente che chiacchiera"....

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