Meme: individuare un pubblico non significa offendere o discriminare. Quando crei un prodotto, devi sempre avere ben chiaro il pubblico a cui è rivolto. Questo implica necessariamente fare semplificazioni e categorizzazioni: forse non è carino però è inevitabile, altrimenti il rischio è creare un prodotto senza pubblico.
[cite]Autore: El Rethic[/cite][p]Se quindi ne esistono per scopi non ludici suppongo sia possibile crearli per scopi ludici, tutto sta proprio nel riuscire a far ingolosire le masse, che una sera, invece di scegliere di andare al cinema o al pub decidono di farsi la serata live... Andrea, sai che sono molto ignorante in tal aspetto, si potrebbe comiciare a ideare qualcosa che viene venduto apposta per "eventi speciali" come chessò pacchetti per feste di compleanno o per addii al nubilato (è un po' come la tecnica che venne usata per far penetrare la birra come consumo in Italia, congiungendola nell'immaginario al consumo di pizza)?[/p]
Sì, come credo tu sappia io l'ho già fatto ed è riuscito bene. Da lì mi sono convinto che bisogna un po' denerdacchionizzare e deartistoidizzare i contenuti: il limite al momento sta lì, perché il mezzo in sé ha un potenziale enorme e può davvero raggiungere il grande pubblico.
Elaborando su quello che diceva Iacopo (scopi non ludici, che io preferirei chiamare "non di intrattenimento", visto che "ludico" può voler dire tutto e niente), negli USA c'è Stephen R. Balzac
www.stevebalzac.com che fa progetti di simulazione di situazioni di rischio tramite i live immedesimativi (col vantaggio di riprodurre anche l'aspetto emotivo delle situazioni di rischio, che nelle simulazioni-roleplaying tradizionali viene trascurato rendendole pericolosamente diverse dalla realtà), sia come training aziendale che per sensibilizzare la popolazione. A giugno scorso ho fatto anch'io un progetto di questo tipo (se qualcuno lo vuole ho anche un report di 4 pagine sull'evento), che continua in una delle linee che sto sviluppando adesso.
[cite]Autore: Domon[/cite][p]per ora mi accontenterei che i gdr finiscano in mani che sappiano renderli cool.
non mi serve che qualunque tamarro di periferia venga a rovinarmi il live invece di guardare "natale al cesso" con boldi e de sica. mi interessa che certe persone con cui credo sarebbe bello giocare prendano in considerazione di giocare.[/p]
Queste affermazioni mi stupiscono anzichenò. Cos'è, si torna alla vecchia scusa "se il live non riesce è colpa dei giocatori che non sono bravi"?
Perché, secondo te, un tamarro di periferia dovrebbe rovinare il live? Se il live è fatto per un pubblico di massa, chiaro che sarà a prova di tamarro di periferia. Chiaro anche che difficilmente sarà a prova di uno che voglia deliberatamente rovinare il live, ma questo è né più né meno il problema che hanno anche il teatro e il cinema (vedi quelli che fanno casino o si alzano nella fila davanti).
[cite]Autore: Domon[/cite][p]non può esistere, perchè ancora non esiste il contesto.[/p]

Non capisco cosa intendi...
Per i live a scenario vedi
quest'articolo, anche se Jiituomas parla non solo dei live a scenario (i veri live *ripetibili*) ma anche dei live *ripetuti*, come "A Nice Evening with the Family", che è sì stato ripetuto quattro volte, ma dagli stessi organizzatori e nella stessa settimana (insomma non esiste uno scenario autoesplicativo da dare in mano a chi volesse riproporre il live in un'altra occasione).
Per intenderci, lo scenario nei live è l'equivalente (molto più o meno) del manuale nei GdR: la stragrande maggioranza dei live ne fa a meno, perché in genere i live sono pensati per essere giocati una sola volta (o anche più volte ma dallo stesso organizzatore).
Grifone: "scenario" non è un neologismo, è una parola consolidata da almeno una ventina d'anni in italiano, in inglese, in francese e nelle lingue scandinave (nel giro dei live a scenario ovviamente, perciò è normale che i larper mainstream e i tabletoppari non la conoscano).
Moreno: l'altro thread lo guarderò appena ho tempo, rispondo qui alle questioni che sorgono qui. Non è colpa mia, è uno dei tantissimi limiti del mezzo forum. Faccio notare che la parola "nerdacchione" l'ha introdotta Niccolò, io l'ho ripresa perché la trovo simpatica e calzante (così come ho ripreso in altre occasioni "giuochini" da un'altra persona): se vogliamo essere precisi, probabilmente sarebbe più adatta la parola "geek".
Sicuramente l'uso di "nerdacchione", "artistoide" e "giuochini" sono provocazioni (chi lo nega?), ma con lo scopo di suscitare dibattito, non di fare cagnara o di fare il furbetto. Non credo che sia un segreto che amo lanciare provocazioni: lo trovo un ottimo modo, forse l'unico, di smuovere un po' di dibattito nell'asfittico mondo del roleplaying, come d'altronde insegnano sia gli autori di live arthaus nordici sia i game designers forgiti (e i loro mastini). Per non parlare dei jeepers!