Autore Topic: The Nuked Apple Cart (era \  (Letto 4484 volte)

Moreno Roncucci

  • Big Model Watch
  • Membro
  • *****
    • Mostra profilo
The Nuked Apple Cart (era \
« il: 2010-01-05 17:25:20 »
[commento postato originariamente  QUI nella discussione "Imparate! Stolti!  :P " ]

L'editoria tradizionale di gdr (che non è proprio la stessa cosa dei gdr tradizionali, anche se in gran parte coincidono) si trova di fronte ad diversi dilemmi di difficile soluzione.

I giocatori (e soprattutto le vendite) calano, anche le cosa viene mascherata un po' dalle uscite frequenti di nuove edizioni di prodotti "di punta" come D&D o WFR, o dall'acquisizione di nuove licenze per gdr basati su film, telefilm, fumetti o videogiochi. I primi funzionano ancora nel loro modello "acquirente collezionista" perché si rivolgono ad un bacino ancora largo di gente che non compra altro, e quindi non fa confronti e ritiene importante essere "aggiornata", i secondi si basano sull'acquisto dei fans che non lo giocheranno mai.  E' un tipo di editoria che ha retto per decenni, ma non può andare avanti all'infinito: quante "diverse edizioni della stessa vaccata" (citazione umoristica da Ratman) ci si può mettere in casa? Quanto spazio in libreria si può dedicare ad una fila di manuali mai giocati e spesso mai nemmeno letti solo perché sono legati ad un telefilm amato?

I sistemi più diffusi reggono ancora. Sono quelli intermedi, quelli che vengono comprati dagli appassionati che si comprano magari 30-40 sistemi diversi, che sono in crisi nera, perchè sono questi che in gran parte si sono stufati di manuali su manuali scritti in fretta e furia e bassati solo sul System-zero (non tanto per il system-zero, che considerano ancora "come si gioca ai gdr", quanto per il fatto che sono in pratica tutti manuali di ambientazioni di centinaia di pagine, e quando te li leggi?) e stanno mollando.

Ma anche se questo modello sta precipitando, e non reggerà molto al "crash and burn" del contatto con l'armosfera (reale) terrestre (cioè, i tempi che cambiano), è la cosa che sta tenendo in piedi un editoria che non ha alternative.

O meglio, un alternativa c'è. Ma è il Diavolo. Il demonio, il distruttore, il nemico da tenere lontano, la cosa che potrebbe veramente portare alla morte della maggior parte delle case editrici.

Sapete qual è l'articolo di Edwards più rivoluzionario, quello che per me ha dato origine a tutto? No, non "system does matter" (mi sa che siete un po' troppo fissati con la Teoria: è un mezzo, non un fine...). E' "The Nuked Apple Cart" (finalmente sono tornati gli articoli su the Forge dopo il trasloco!). E' il più antico sul sito (è del 1998), ed è la "dichiarazione di guerra" che pirterà a the forge.

Cosa dice? Che l'editoria tradizionale dei gdr non solo non funziona più. ma che non ha mai funzionato. Che nessuno è mai diventato ricco con i gdr, e che presunti "successi" come la WW alla fine sono stati voragini finanziarie che sono stati salvati da altro, non dai gdr. Che pensare di pubblicare così i gdr è una follia, che ha portato solo a bruciare denaro e a danneggiare il prodotto finale, l'hobby e i giocatori.

However, this Myth is nothing but a curse and a blight. Every company that has followed it has either failed, or its roleplaying games are financed from some other product. Does anyone want to claim that the current "dominator of the industry," whatever company-of-your-choice, is immune? Is there any hope of success beyond riding the tiger for more than a moment? Exactly two roleplaying games in twenty-five years have managed to latch onto a short-lived teen trend: AD&D in the late 1970s and Vampire in the early 1990s. Trend over? Game over. Especially since now we now know TSR's "reign over the industry" in the 1980s to be a complete mirage. And for everyone else, I ask this: has any roleplaying game ever managed to pay, out of sales profits, for its production and advertising for more than one year?

Che il modello distributivo tradizionale (che nel 1998 era l'unico esistente, e quello che diceva qui pareva una bestemmia...  prima che dimostrasse con i fatti che aveva ragione...) non funziona e non fa gli interessi nè dei giocatori nè degli autori:

"How does all this affect the customer's situation? In case you haven't bought a roleplaying game lately, here's what it's like. First, the game might not even exist. "Any minute now," says the distributor, and "any minute now," echoes the retailer to the customer who's gazing at a three-month-old announcement. Or if it does exist, it's in a box somewhere, such as in the back of the store or in the owner's storage; at the distributor's warehouse, possibly one of the warehouses they just acquired and have no real idea of what's in it; in the distributor's ex-wife's basement; in the game designer's house; in the game designer's mother's basement.

The extra fun thing is that none of these different categories are connected, or have anything to do with whether the game is considered "in print." The catalogue might have it and no one knows where the actual game is. The catalogue might not have it and there are boxes sitting around waiting for orders, that no one knows about. The vast majority of retailers want to move all those copies of that game the distributor insisted was so hot, and they aren't going to bust butt helping you look up a Shattered Dreams supplement or a copy of TFT: Wizard. What you'll find on the shelves are a million cards, GW leftovers, out-of-print TSR stuff, White Wolf supplements, fiction thinly disguised as source material, various disorganized supplements for who-knows-who, and a few new games that the store-owner ordered using slush fund money.

Communication among levels of the industry is basically a disaster. For years people have been terrified to approach a distributor with less than six supplement titles, so they lie (or their "plans change" quickly, sorry). Distributors fight to capture retailers' attention, so they lie (or "in just another week or two," sorry). Retailers recoil from the mess and order stuff that sold last year, and two years later, that stuff isn't selling.

What happened to the lovely Myth? Why is the apple-cart a bunch of fused glass at Ground Zero? The answer is clear; according to game publishers. It's the distributors (they lie), it's CCGs (they stole the customers), no, it's the retailers (they don't help sell our stuff), no, it's the customers (how can they be so stupid as to not like our stuff?). Well, you know what? The fault is that stupid Myth in the first place.


Il dilemma che pare prendere un sacco di forum ogni tanto (dagli anni 90 direi), "cosa si può fare per salvare l'editoria dei gdr" è un dare per scontata una menzogna. La prima domanda da fare sarebbe "ma serve a qualcosa questo tipo di editoria?"

Edwards ha portato avanti con The Forge una diretta alternativa: giochi creati da hobbysti per hobbysti. Fatti per passione e per venire giocati, senza dover ripagare uffici, dipendenti o dover mantenere vita natural durante l'editore.

E', schiettamente, la soluzione ovvia (almeno, per chi da anni li gioca e conosce questo ambiente, e non lo vede come un oscura e minaccioa invasione barbarica), ma è una soluzione che l'editoria tradizionale NON PUO' accettare. Perche' gli dice in faccia "sparisci, non servi".

Quindi, anche se esistono ormai maniere per creare sistemi di gioco coerenti e infinitamente più soddisfacenti, che risolverebbero il problema del superlavoro dei GM... NON POSSONO USARLE, perche' si taglierebbero buona parte del potenziale mercato attirato dall'illusorio miraggio "con questo gdr puoi fare tutto" (basta leggere certi forum in rete per vedere quante trote ancora abboccano, finendo per affidarsi ciecamente a sistemi con cui in realtà non possono fare praticamente niente, a parte combattere con i soldatini...).

Playtestare di più i giochi? A che pro? Per spendere di più, ritardare l'uscita, e fregarsi poi l'opportunità di vendere l'edizione revised, la X.5, e poi l'espansione della X.5? Un gioco "giocabile con un solo manuale senza supplementi" non è un vantaggio per l'editoria tradizionale dei gdr, è un suicidio! 

Quindi, barcamenarsi. Mettere qualche piccolo miglioramento. Ma MAI, MAI le soluzioni REALI. Perche' quando sei la malattia, non puoi certo proporre la cura che ti ucciderà, no?

E tirare avanti così ancora qualche anno. A costo di allontanare sempre più i giocatori.

E noi, che non siamo editori, autori, o distributori? C'è una scelta molto chiara, con cui Edwards chiude l'articolo. E che considero forse la cosa più importante da lui scritta. Tutto il resto concettualmente deriva a da qui:

As a final note: I am a customer as well as a designer of RPGs, in fact, far more so the former than the latter. As customers, too, each of us faces a personal decision: are you a practitioner of an artistic activity or a consumer of a advertising-driven product? I urge you to consider your role in roleplaying economics, and to consider whether a shelf of supplements and so-called source material really suits your needs, as opposed to a few slim roleplaying books with high-octane premises and system ideas.

Con tutta la simpatia per chi, ogni tanto, cerca di portare la pace nelle discussioni in rete, e dice che "possiamo vivere tutti insieme in concordia", non è vero, non dal punto di vista dell'editoria tradizionale. Siamo le sue campane a morto, per il solo fatto di esistere come alternativa migliore e più economica.

[edit del 31 agosto 2014: corretto il link iniziale per fa sì che funzioni nel nuovo forum]
« Ultima modifica: 2014-08-31 20:15:23 da Moreno Roncucci »
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

TartaRosso

  • Membro
  • Simone Lombardo
    • Mostra profilo
    • DragonIsland
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #1 il: 2010-01-05 18:03:13 »
Dato che il commento di Moreno all'articolo di Edwards mi sembra particolarmente interessante non sarebbe il caso di dedicargli un thread apposito? Splittandolo da questo. Perchè mi sembra un pò OT. E mi piacerebbe discuterne.
Ma se dite di discuterne qui no problema.

In fondo Moreno è un mod e sa cos'è OT e cosa no :) .
Simone Lombardo

Moreno Roncucci

  • Big Model Watch
  • Membro
  • *****
    • Mostra profilo
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #2 il: 2010-01-05 18:11:02 »
Fatto!
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

TartaRosso

  • Membro
  • Simone Lombardo
    • Mostra profilo
    • DragonIsland
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #3 il: 2010-01-05 18:22:54 »
Non avevo letto l'articolo di Edwards. Ma sinceramente erano pensieri a cui ormai ero giunto anche io (ok con 10 anni di ritardo ma siamo in Italia :) ).

Sinceramente vedo che con l'editoria di solo gdr non ci si tira avanti. Non sto qua a discutere il perchè mercato sia così. Non ne ho neanche le competenze. Al massimo potrei riportare quello che è il senso comune.

Però risulta un dato di fatto (almeno leggendo i forum).

Gli editori "tradizionali" di gdr sono rimasti pochi. E non è che facciano chissà quali grandi margini. E probabilmente la cosa è destinata a peggiorare in futuro.

Se mi baso su quello che leggo sui forum effettivamente l'unica alternativa rimane la strada indie.

Però quello che mi interessa è un'altra cosa. Che non credo sia OT.

Che effetto può avere questo sulla diffusione del gdr?

Ad esempio D&D è così diffuso anche perchè è un brand supportato nei vari negozi. Se non esisterà più un'editoria tradizionale di gdr chi è che promuoverà le vendite nei negozi?
L'editoria indie può esistere anche perchè c'è stata la rivoluzione delle vendite online. E non ha interessi (e probabilmente neanche la forza) di raggiungere i negozi.

Lasciamo da parte tutti i discorsi sui concorrenti del gdr (videogiochi, tv ecc. ecc.). Diamo per scontato che il gdr possa avere ancora appeal (qua non mi interessa nanche fare distinzione fra tradizionali e design focalizzato).

Ma se non ci saranno canali con cui conoscere il gdr questo come si diffonderà? Sarà sempre internet a veicolarlo? Anche in mancanza di una spinta "pubblicitaria"?

Le mie sono domande. Non leggeteci assolutamente affermazioni.
E vorrei anche far notare che è un discorso mooolto generale e forse anche "generico". Potrei dire si fa per parlare. Ma sarei curioso di conoscere la vostra opinione in merito.

Spero  di non essere ulteriormente OT sennò tocca a me splittare il thread :) .
Simone Lombardo

Moreno Roncucci

  • Big Model Watch
  • Membro
  • *****
    • Mostra profilo
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #4 il: 2010-01-05 20:02:54 »
Ma è poi vero che D&D diffonde i gdr?

Quanti giocatori di D&D, effettivamente, poi giocano ad altri gdr?

Qual è il termine più famoso e conosciuto, "Gioco di ruolo", o "D&D"? (Domanda retorica: lo scambio usuale è "gioco ai giochi di ruolo" "che roba e'?" "tipo D&D" "ah!"")

Il fatto è che D&D, nella percezione comune, è un gioco. Come risiko o monopoli. Chi immaginerebbe mai che esiste una categoria di giochi "come il monopoli ma diversi"? La gente conosce il monopoli e basta.  Per questo (cifre USA, non conosco quelle italiane) ci sono oltre due milioni di giocatori di D&D mentre gdr "tradizionali" anche molto ben considerati e stimati come Unknown Armies o Ars Magica vendono poche migliaia di copie (la tiratura dichiarata di AM4 fu di 3.000 copie. Ed era dieci anni fa quando le tirature erano più alte...).

Non solo: D&D è un gioco nostalgico. Viene associato agli anni 70 (anni 80 in Italia), oggi si gioca con il computer.

Negli USA, D&D campa ancora di rendita dal boom degli anni 70. Ma ti ricordi come era nato? Un regolamento di hobbysti per hobbysti, tiratura mille copie, da vendere nell'ambito dell'ambiente dei wargame. Nessuno pensava a diffusioni di massa o robe simili. E invece, come una valanga, il gioco scopre un bisogno di "giocare avventure" di massa (lo stesso bisogno che oggi alimenta i MMORG), di crearsi avatar e immedesimarsi. In pochi anni diventa un "caso" nazionale, come il cubo di Rubik o l'hula hoop. Anche nei film (tipo E.T.) si vedono le famiglia giocare a D&D  (D&D. Come il cubo di Rubik. Nessuno fa menzione di una cosa chiamata "giochi di ruolo" nei film. Mai. A meno che non sia qualcosa legata al bondage e sado-maso....). Come tutti i casi nazionali, attira le ire dei fondamentalisti cristiani e le accusa di satanismo.

E poi? E poi basta. Il boom finisce. E D&D campa di rendita da allora. Nonostante gli strombazzati successi di vendite dichiarati, l'edizione più venduta è ancora l'AD&D del 1979.  Il sondaggio della WotC degli anni 90 scoprì che ancora una buona fetta dei giocatori usava ancora quella, senza manco sapere che c'erano edizioni nuove. O senza interessarsene.

E che è un mercato puramente nostalgico, si vede dal fatto che qualunque innovazione o miglioramento, non importa quanto ovvio, non ha fatto avere il minimo successo a nessun altro gdr. La maggior parte dei giocatori ha usato una roba invereconda come la Thac0 fino a una decina di anni fa, anche se nessun gioco di ruolo nuovo ha usato una roba simile dal 1979. E' nostalgia. E' pura nostalgia. Guarda anche in questo forum l'effetto del "nome" D&D. Ha un attrattiva simile a quella della Girella Motta, o la Nutella. Ricorda l'infanzia, la mamma, gli amici. Il regolamento non c'entra un tubo.

Quante copie di Coloni di Catan ha fatto vendere il Cubo di Rubik negli anni? Eppure, il cubo di Rubik ha venduto un casino....

La White Wolf? La White Wolf ha fatto flop. E' riuscita, caso più unico che raro, a trovare nuovi giocatori, e questo è bastato a far perdere la testa a tanti commercianti che si sono ammazzati di ordini di supplementi di qualunque cosa pubblicasse, nella speranza di veder tornare qualche ragazza goth in negozio invece dei soliti quarantenni sovrappeso. Ma nemmeno questo è servito a salvarla da un mare di debiti, che ha rischiato di farla fallire due volte, salvata prima dall'arrivo di capitali freschi e poi dall'acquisto e dalla trasformazione in "fabbrica di idee per videogiochi".

Se uscisse OGGI, D&D, quante copie venderebbe? Arriverebbe a vendere le 1000 copie della tiratura del 1974? Io sinceramente non credo.

Sinceramente, non credo che il gdr oggi possa diventare di massa. Non sono più gli anni 70.  Ma se si vuole vendere UN SOLO gdr (non tutti i gdr in generale, che è un idea ridicola), bisogna tornare alle origini.

Come ha fatto successo D&D?

Niente fila di supplementi "necessari". Una scatola, o un libro. Tutto quello che serve per giocare. Un bel gioco, semplice, facile e che dia dipendenza. E spinto da qualcuno che le spalle larghe in tutti i negozi di giocattoli.

Fateci caso, è il contrario di quello che ha fatto l'editoria tradizionale di D&D, che infatti è un editoria di nostalgia, costruita per rivendere sempre alle stesse persone.

Come si venderebbero i gdr senza D&D? Esattamente come si vendono ora, con D&D. Una copia per volta,. dopo aver fatto giocare. Nessuno corre a comprare Unknown Armies  dopo aver visto lo spot in TV...
« Ultima modifica: 2010-01-05 20:03:58 da Moreno Roncucci »
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

giancarlo

  • Membro
    • Mostra profilo
    • Cronache del gatto sul fuoco
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #5 il: 2010-01-05 20:24:36 »
innanzitutto penso che dobbiamo fare una distinzione tra 2 tipi di giocatori: il giocatore hardcore e il giocatore casuale e vedere che influenza ha.
D&D è difatti l'unico gioco che ha molti giocatori della seconda categoria mentre tutto il resto del mondo del gdr vive sulla prima. D&D non è soltanto un gioco di ruolo ma anche un gioco da tavolo e in questo modo viene giocato da moltissimi giocatori (padri che magari giocavano a D&D 20 anni fa e ora hanno ripreso i manuali per giocare con i figli). In questo senso la 4ed sembra puntare per il proprio ricambio ad un pubblico "familiare" che richiede regole semplici, equilibrate e un gameplay divertente, insomma trasformare D&D da gioco per "nerd e geek" a gioco per famiglie basandosi anche sul fatto che dopo 35 anni ormai nessuno vede in D&D un gioco satanico. Ci riuscirà? soppravvive monopoli e risiko, presumo che soppravviverà  anche D&D.
La fantasy Flight con warhammer 3ed ha puntato anch'essa al mercato dei giochi da tavolo che è indubbiamente fiorente e mooolto meno marcio del gdr. Non posso dare giudizi perchè non l'ho provato ma spero di si.
Il resto dell'industria mainstream come ha fatto notare moreno si sta dibattendo nella crisi e si basa più sul cercare di mangiare gli altri che a risolvere i problemi. Personalmente gli do 10 anni di vita prima di fare la fine dei wargames cartacei e con esso un certo ambiente hardcore
Io non credo che l'editoria debba morire e lasciare il tutto solo sulle spalle degli hobbisti perchè come fa notare tartarosso ci vuole uno strumento per diffondere un idea e l'editoria indie ha bisogno di ingrandirsi per raggiungere il grande pubblico. l'editoria tradizionale se gestita intelligentemente può aiutare in questo senso però è evidente che per soppravvivere bisognerà non solo cambiare il tipo di prodotto ma anche il target su cui si punta e il business plan di vendita (che paroloni grossi :))
E chiaro che il modello regolamento incompleto e mal testato che ti costringe a comprare tot espansioni non funziona più, ma è possibile trovare soluzioni alternative.
Le persone scaricano i videogiochi senza pagarli? I MORPG con un abbonamento mensile sono stati una soluzione geniale e molto remunerativa.
Per quanto riguarda il target credo che oramai il puntare solo su un certo pubblico sia errato. Giochi per Famiglie? giochi per ragazze? giochi educativi per l'insegnamento? Perchè il gdr debba per forza puntare sull'adolescente maschio un pò sfigato che passa la giornata a leggere manuali quando c'è un mondo che può essere attirato dai gdr fatti bene?
l'ambiente americano dei fumetti si basava come il gdr su un solo tipo di pubblico. Ecco che arriva il mondo dei manga che riesce a parlare alle ragazze e agli adulti come il fumetto americano mai era riuscito prima.
La crisi attuale sta costringendo una parte dell'ambiente a rinnovarsi. Vediamo che cosa succederà...

Lavinia

  • Visitatore
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #6 il: 2010-01-05 21:21:33 »
Citazione
[cite]Autore: TartaRosso[/cite][p]Ad esempio D&D è così diffuso anche perchè è un brand supportato nei vari negozi. Se non esisterà più un'editoria tradizionale di gdr chi è che promuoverà le vendite nei negozi?
L'editoria indie può esistere anche perchè c'è stata la rivoluzione delle vendite online. E non ha interessi (e probabilmente neanche la forza) di raggiungere i negozi.[/p][p]Lasciamo da parte tutti i discorsi sui concorrenti del gdr (videogiochi, tv ecc. ecc.). Diamo per scontato che il gdr possa avere ancora appeal (qua non mi interessa nanche fare distinzione fra tradizionali e design focalizzato).[/p][p]Ma se non ci saranno canali con cui conoscere il gdr questo come si diffonderà? Sarà sempre internet a veicolarlo? Anche in mancanza di una spinta "pubblicitaria"?[/p]


"Actual play": qua a Reggio Emilia c'è una fumetteria che vende anche GCC, miniature e manuali di gdr. Il proprietario ha provato un paio di giochi (Cani e Polaris), ha visto quanta gente c'era alla GnoccoCON ed essendo un furbacchione ha capito da che parte tira il vento; ha contattato chi di dovere e da qualche mese i manuali editi da Janus e Narrattiva fanno bella mostra di sè in negozio (c'era la foto da qualche parte sul forum, ma temo sia andata persa nel Grande Crash).

Nei mesi scorsi al "corso di gdr" che è oramai tradizione presso mia ex scuola superiore ho fatto provare NCaS a 4 ragazzi di età compresa fra i 14 e i 16 anni, ragazzi che per fare acquisti online dovrebbero usare la carta di credito dei genitori (e non è affatto detto che gli sia permesso). Quando un paio di loro mi hanno chiesto dove potevano comprare il manuale perchè vogliono giocarci coi loro amici ho potuto indicargli un negozio presso cui reperirlo e in cui, inoltre, troveranno altri giochi che potrebbero interessarli.

Nei prossimi mesi sia loro che un'altra quindicina di ragazzi e ragazze prevalentemente di età 14-18 anni proveranno (si spera) altri giochi e nel caso vogliano comprare manuali potranno farlo senza problemi. È indubbio che un luogo fisico in cui acquistarli al di fuori delle CON sia molto comodo soprattutto per i giocatori più giovani; più che altro ci sono da trovare negozianti con abbastanza apertura mentale e/o fiuto per gli affari da essere disposti a piazzare Cani e i suoi fratellini di fianco ai manuali di D&D e fregarsene dei commenti dei Bravi Master che passano di lì, di accollarsi il "rischio".

Mi sento tuttavia abbastanza ottimista perchè credo che il poter prendere accordi direttamente con persone che sono coloro che curano la grafica, traducono e promuovono giochi a cui tengono perchè non possono dire "tanto c'è il prossimo splatbook fra 6 mesi", persone che mettono passione e cura nei dettagli nei propri prodotti (mi vengono in mente annalise e le edizioni deluxe di Cani e LMVcP), faccia piacere al commerciante (ad alcuni, quanto meno) che venderà i manuali ai giocatori. Anche solo poter dire "Guarda, se vai alla CON XYZ puoi parlarci di persona e giocare con loro e puoi anche partecipare a questo evento in cui puoi conoscere gli autori!" è una gran bella pubblicità.
« Ultima modifica: 2010-01-05 21:35:32 da Lavinia »

Francesco Berni

  • Membro
  • ma chiamatemi Fra
    • Mostra profilo
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #7 il: 2010-01-05 21:34:00 »
come non quotare l'intervento della lavi?

soprattutto per le parti relative al vecchio furbacchione di simon e il fattore corso nella nostra ex-scuola.
c'è da dire che qui nel reggiano abbiamo una situazione ludica quanto mai particolare, in breve spuntiamo come funghi e suppongo che abbiamo un rapporto giocatore di ruolo/persona tra i più alti che si possano trovare in italia(da quello che ho potuto vedere girando per forum non è una statistica ufficiale di certo), quindi è naturale che qualche negoziante si sfurbisca e pensi di mettere in vetrina certi giochi (dei quali è molto contento a quanto dice: essendo in bella vista ci sono molti clienti che si informano e fanno domande e comprano anche).

poi si non c'è pubblicità migliore per la piccola editoria di giocare con i clienti, il numero massiccio di demo orcanizzate e CON che si vedono di questi tempi può solo incoraggiare il combiamento.
Nearby Gamersfan mail 34

Niccolò

  • Membro
    • Mostra profilo
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #8 il: 2010-01-05 22:28:01 »
Citazione
Se non esisterà più un'editoria tradizionale di gdr chi è che promuoverà le vendite nei negozi?


chi promuove la vendita dei videogiochi nei negozi?
chi promuove la vendita dei film nei negozi?
chi promuove la vendita della musica per ipod nei negozi?

i negozi stessi (in generale: sono ben conscio delle eccezioni) che vantaggio hanno a promuovere un gdr, il prodotto con meno ricavi, che ha una rapporto costo/durata vantaggiosissimo per l'acquirente e svantaggiosissimo per il negozionante?

per me il gdr ha molto più agio di manovra nel venire promosso nelle associazioni, nei circoli, nelle giornate di gioco. e su internet. il negozio è parte del mito, arrivare al negozio è il miraggio di successo di molti autori, che per arrivare al negozio storicamente hanno prostituito il loro gioco in mille modi possibili (esempio: over the edge; esempio: the riddle of steel)

si continua a tenere in vita un pachiderma in coma, perchè se muore abbiamo paura che scomparità tutto l'hobby. ma non è così. forse sarà il momento in cui potrà lentamente ma inesorabilmente, spiegare le ali e prendere il volo.

Citazione
[cite]Autore: vodacce[/cite]La crisi attuale sta costringendo una parte dell'ambiente a rinnovarsi. Vediamo che cosa succederà...


il problema che vedo io è che vogliono tenersi il bambino... con la placenta. ma la placenta marcisce e causa infezioni, dopo un po'.

giancarlo

  • Membro
    • Mostra profilo
    • Cronache del gatto sul fuoco
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #9 il: 2010-01-05 23:07:33 »
C'è un altro problema. Mettiamo il caso che io sia un giovane interessato ai giochi di ruolo e mi iscriva ad un associazione. Chi mi trovo davanti? il giocatore di ruolo medio che ti dice che i giochi new-wave sono "giochini", che D&D 4ed è un videogioco, warhammer 3ed un gioco da tavola e che ti spiega che il vero gdr è la 3.5 e che il master è dio o magari un bel master di vampiri che ti spiega che ascoltare il suo delirio narrativo è vero gdr e che se vuoi agire contro la sua storia sei un power player. Se è una persona normale fugge via e ti ritrovi nella stessa situazione di prima.

The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #10 il: 2010-01-06 00:52:47 »
Scusa vodacce ma non hai posto un problema, ma raccontato una storiella, neppure so dirti quanto vera.
La differenza secondo me rilevante è proprio la rete, oggi chi si iscrive ad una associazione di gdr senza sapere che cos'è un gdr? Dico anche solo guardando un paio di siti internet, o giocando a qualche videogioco, (genere gdr), secondo me è quella la prospettiva con cui un possibile fruitore si accosta ai giochi oggi.
Ma queste sono chiacchere di pura speculazione.


[size=14](RANT ON)[/size]
Tornando a quanto detto da moreno, trovo che il venire meno dell'editoria può facilmente essere rimpiazzato dalla rete come collante transregionale, una volta c'erano le fanzine, e le associazioni, oggi c'è internet che rende tutto più facile.
A parte questo, trovo tristemente vero quanto dice moreno, i gdr nn sono di massa, e non vedo un gran ricambio generazionale, mi sembra di vedere gli adulti (20enni all'epoca ma a me apparivano come adulti)che giocavano ai wargame quando ero ragazzino, spariti loro, e i loro wargame, rimpiazzati da giochi semplici semplici, un epoca e finita e non ha lasciato alcuna traccia, non c'è stato ricambio, o continuità ma solo un declino rapido.

Non sto qui a tediarvi, ma anche proponendo o cercando giocatori per questa cosidetta visione differente di giochi, almeno qui a roma non è che ci sia stato tutta sta scelta ( escluso il buon adam che si è prestato a fare da demiurgo per CnV).

Questo mi porta a pensare che uno dei problemi dei gdr oggi (e per oggi intendo quanto meno gli ultimi 15 anni) è la competizione che esiste sui media ricreativi, il gdr richiede tempo, e pratica, io personalmente non credo neppure che i cosi detti "new wave" possano sensibilmente invertire la situazione, vedo gli stessi giochi da tavolo che hanno una tradizione e un aspetto familiare assai più rassicurante stentare, vendono i party game tipo lupus in tabula, taboo, e pictionary (per dire di quelli meno peggio).
[size=14](RANT OFF)[/size]

Chi vivrà vedrà.

Rafu

  • Membro
  • Raffaele Manzo - clicca le icone per e-mail o blog
    • Mostra profilo
    • Orgasmo Cerebrale
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #11 il: 2010-01-06 02:24:33 »
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Sinceramente, non credo che il gdr oggi possa diventare di massa. Non sono più gli anni 70.  Ma se si vuole vendere UN SOLO gdr (non tutti i gdr in generale, che è un idea ridicola), bisogna tornare alle origini.


*sospiro* Erano gli anni Settanta... (sfumando ad lib)

TartaRosso

  • Membro
  • Simone Lombardo
    • Mostra profilo
    • DragonIsland
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #12 il: 2010-01-06 12:00:28 »
Quindi mi sembra di capire che, in generale, pensate che la diffusione si soterrà tramite internet. Il settore rimarrà di nicchia ma ci sarà comunque (che è poi la cosa che interessa a me).

@Yaggo:
E' vero che i gdr richiedono tempo e che c'è la concorrenza multimediale ecc. ecc. . Ma proprio per questo credo che l'unico modello possibile sia quello del mercato indie e dell' autoproduzione
Intendiamoci io non ho nulla contro il mercato tradizionale. Magari gli si potrà imputare certe colpe (come evidenziato nell'articolo). Ma certe situazioni non sono certo ascrivibili solo al modello commerciale.

Però ritengo che in termine di qualche tempo (non so quanto) il mercato tradizionale sparirà.

Gli stessi editori (o almeno alcuni di loro) (in questo caso italiani) dicono che con i gdr i margini ci sono ma sono ridotti. E che portano avanti le linee per passione. Se venisse meno la passione, suppongo, punterebbero su altri prodotti con più margine e meno fatica.

P.S.
Sarebbe interessante vedere cosa succederebbe mettendo questa discussione su un altro forum. Ma NON FATELO! Sono allergico alle urla :) .
Simone Lombardo

Moreno Roncucci

  • Big Model Watch
  • Membro
  • *****
    • Mostra profilo
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #13 il: 2010-01-06 12:09:07 »
Capitolo negozi. Altro tasto dolente.

Per quale motivo un negoziante di gdr dovrebbe cercare di vendere una copia di Avventure in Prima Serata (costo: 16,95 euro, bastanti per giocare all'infinito senza acquistare mai nient'altro, nemmeno i dadi) invece di D&D (costo: più del quadruplo, più supplementi, moduli, dadi e poi magari riviste e miniature)?

La sapete la leggenda metropolitana secondo cui è stata inventata da anni una lametta da barba eterna, che non deve più essere cambiata ogni tot rasature... e che la cosa viene tenuta per nascosta perché significherebbe la fine delle aziende che le producono? E' praticamente una barzelletta (almeno, spero...) ma nel campo dei gdr, il timore che potrebbe prendere un negoziante è proprio questo.

Se ci fermiamo qui, il discorso è risolto: il negoziante propone D&D. Punto. Ma il problema è che il negoziante che propone D&D si è già estinto.

Quanti negozi specializzati esistono ancora in italia? Cioè negozi che campano soprattutto sulla gamma di gdr, e non su altre cose tipo fumetti, giochi per computer, giochi di carte collezionabili o giochi in genere (dai tricicli al monopoli)? Potrei essere smentito, ma sinceramente credo NESSUNO.

Il mito è morto. Anzi, non si è mai realizzato. L'idea che si potesse campare sui gdr secondo un modello di periodici. Con il cliente che tutti i mesi arriva in negozio a comprarti le nuove uscite. Quei clienti si riempivano solo di carta, erano pochi e sono sempre calati.

Oggi, il negoziante se sta a fare quei conti non ti vende nemmeno D&D. Ti vende Magic. O un gioco per computer.

D'altro canto, offrire D&D (o, peggio ancora, una molteplicità di serie di gdr) COSTA. In termini di spazio occupato, di conoscenza del settore, di "servizio al pubblico". Vendi un gdr per computer e sei a posto. Vendi gdr, e ti trovi a dover rispondere su quando uscirà il quarto supplemento per i Forgotten Realms e cosa conterrà. Su che differenza c'è fra la prima e la seconda edizione di Forgotten Realms. E tenere anche un singolo gioco PORTA VIA UN CASINO DI SPAZIO.   (lasciamo perdere i casi umani come un commerciante che conoscevo, che aveva centinaia di moduli invenduti e non teneva più i manuali base. E io "ma chi te li compra i supplementi se non possono comprare il manuale base?" e lui "non compro più niente della linea x finché non mi comprano i supplementi invenduti" ed io "auguri"!. Ovviamente è fallito...)

Se ormai in giro trovi solo i manuali base di D&D (che trovi anche in libreria) e nient'altro, c'è il suo perchè...

Se dimentichiamo il "sogno", il mito del negozio strapieno di soli gdr su tutti gli scaffali, e vediamo invece a realtà di questi negozi che se tengono ancora gdr è solo per completezza o perchè il padrone li gioca (o li giocava), e ci dimentichiamo dell'idea di vendere supplementi per tutta la vita alle stesse persone, vediamo invece qualche altra differenza:

Con AiPS, CNV, etc, non ti riempi scaffalature su scaffalature di supplementi. Puoi permetterti di offrire DECINE di giochi diversi, per tutti i gusti, occupando uno spazio ridicolo. Meno di quanto ti occupavano i supplementi per un singolo gioco di fascia bassa. Non essendo periodici, non devi continuare a comprare supplementi che poi ti rimangono invenduti, e non c'è il "gioco del mese" su cui rischi di bruciarti un sacco di soldi. Questi sono long-seller, senza scadenza. Li puoi vendere anche alla mamma che viene a comprare il triciclo per il bambino, da giocare la sera al posto del solito Monopoli.  Non richiedono un impegno vita natural durante per "tenere in vita il gruppo". Non richiedono di studiarsi le differenze fra la prima e la seconda versione dei Forgotten Realms.  Ti occupano lo spazio mentale (e negli scaffali) adeguato al giro di soldi che producono, e non sproporzionalmente più grande.

Però occorre che anche il negoziante, come l'acquirente, abbandoni il "mito" del modello periodico. Ed e' difficile, visto che se l'avesse abbandonato, probabilmente già adesso non venderebbe altri gdr se non i manuali base di D&D...
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

Mauro

  • Membro
    • Mostra profilo
The Nuked Apple Cart (era "Imparate! Stolti! :P")
« Risposta #14 il: 2010-01-06 12:23:51 »
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]La sapete la leggenda metropolitana secondo cui è stata inventata da anni una lametta da barba eterna, che non deve più essere cambiata ogni tot rasature... e che la cosa viene tenuta per nascosta perché significherebbe la fine delle aziende che le producono? E' praticamente una barzelletta (almeno, spero...) ma nel campo dei gdr, il timore che potrebbe prendere un negoziante è proprio questo

"Se vuoi diventare ricco, devi inventare qualcosa che la gente possa usare e buttare" (il sig. Painter - inventore del tappo a corona - al sig. Gillette).

Tags: