Allora, qui ammetto di avere un attimo di 'dubbio da foglio bianco'. Ma è anche per un attimo di disabitudine.
Mi sono permesso di muovere un minimo Diana stessa, anche per evitare troppi botta-e-risposta.
Perchè? Perchè proprio ora?
Perchè è tutto imperfetto e sbagliato, gli verrebbe da pensare, e proprio ora in cui il momento è il più pesante da qui a tanto tempo - forse nella sua vita, ora che ha in mano così tante responsabilità? - c'è qualcosa che lo inquieta. Chi è quella donna?
Strano, pensa, sembra quasi le pochissime immagini che ricordo di mamma*. Altre volte sembra quasi Diana, cresciuta negli anni e nella malizia. Ad ogni modo... perchè ora? Il cuore va a battere più forte, ora che sente... quella persona, o meglio lo strano senso di disfacimento delle cose attorno a lei. Forse è il simbolo di quanto è in gioco ora? O un avversario, proprio?
In realtà non è una risposta nel pensiero a seguire, ma una voce.
Quella di Diana, che intona l'inizio della sua parte sotto l'attacco dell'orchestra. C'è sforzo nella sua voce, quasi troppo, quasi a portare le corde vocali a grattare nonostante il pubblico non dovrebbe accorgersene: e Celeste sa perchè, perchè avrebbe già dovuto cominciare a cantare lui stesso.
Così quanto finalmente parte col suo canto - mentre Diana avrebbe dovuto avere il primo controcanto - evita del tutto di guardare verso di lei, intrecciando le prime note in polifonia con gli occhi fissi davanti a se. Poi, dapprima timidamente, guarda verso il pubblico.
Eccola, la bella società cittadina; abiti austeri, scintillanti, sensuali, neri o chiari, sempre bene curati. Occhi a volte curiosi e a volte annoiati, ma a vedere per la prima volta così tante persone della città ricca Celeste si rende conto che non sono così tanto diversi dalla gente con cui è a contatto ogni giorno nel quartiere. Anche con le barbe bene risate, i colletti inamidati e gli orecchini di valore ai lobi sono persone come ne ha conosciute. Anche il padre di Diana, come lei stessa s'è rivelata una creatura fragile non solo da adorare, anche da volere aiutare sul serio. Persone che non dovrebbero vedere il loro canto come un oggetto... persone a cui il suo canto dovrebbe avvicinarsi.
E allora, sul fare di un secondo, ecco che parte la seconda sezione: questa volta è Diana a iniziare davvero per regola, e Celeste dovrebbe fornire il contrappunto polifonico secondo precise regole. Una parte provata più e più volte. Così questa volta comincia la prima nota al momento perfetto.
Solo che non è quella che dovrebbe intonare: è la stessa di Diana.
E prende a cantare la stessa melodia di lei, controbattendo il suo stupore - forse anche terrore - con una dolcezza che si armonizza al tono della ragazza. Con un tono calmo, aperto, sorridente come lo sguardo che rivolge alle persone che lo fissano da sotto il palco, cercando di fare scorrere gli occhi su ognuno singolo di loro (tranne la donna misteriosa, che osserverà per ultimo), senza risparmiare a ognuno la ritrovata dolcezza e sicurezza, come se fossero una persona sola.
La melodia ora è una sola a due voci, quasi semplice, e lui sente - o crede di sentire - la tranquillità di Diana nel fidarsi di lui: ora sì che è la voce di un angelo. Alza piano le mani, come a tenderle verso le persone davanti, ripetendo di nuovo quella frase cantata.
E tutti canteranno con loro.
Cambio di Realtà: tutto il pubblico canterà a una sola voce seguendo Celeste e Diana. L'esibizione sarà un evento unico e catartico.
*: questa l'ho messa molto per 'velleità simbolica', data la natura un po' sfuggente dell'Ombra. Legarla ad un altro simbolo dei problemi di Celeste mi sembrava carino; ma se per te è fuori luogo elimino.
Comunque ho pensato di gettare subito sul cambio realtà, un po' perchè mi sembrava abbastanza implicito nella situazione che mi poni, un po' per evitare uno scambio del tipo "Celeste riprende a cantare" "Si sente che c'è tensione, il pubblico mormora etc." Insomma, forse è anche inutile specificarlo, ma cerco di farlo per aiutarmi meglio a esplicitare le cose e abituarmi al metodo di gioco XD