1. Descrivere una nuova scena, dichiarando il luogo, chi c’è e l’inizio di quanto sta per avvenire.
• Se non dirigi una Spia, puoi iniziare una scena che riguardi qualunque Spia attualmente non in una scena.
L'appartamento è piccolo; quando Lucien bussa, per un attimo ha il terrore che si ripeta la scena da Hauser, entrare per avere una brutta sorpresa e un confronto amaro sulla lealtà di altre persone. E il rischio di essere fatto fuori da quella maledetta macchina nera.
"Hai una cera pessima", è invece la salace quanto rassicurante risposta che sente una volta che la porta viene aperta. E la signora Rothburg, sempre appoggiata al suo bastone, si gira piano e lo invita ad entrare. "Non dimenticare di chiudere."
Come se fosse un bimbo, ma lei ha fatto sempre così. Lucien non ricorda il suo nome, sa che è austriaca, dei primi a subire l'Anschluss; ha una fede al dito ma non ne parla mai, e lui sa bene cosa significhi. Lei lo invita ad accomodarsi sulla poltrona più vicina. "Tè?", e il professore annuisce.
"A proposito, ultimamente si aggira troppa gente attorno al magazzino." Proprio la safe house a cui lui ora vuole accedere, dannazione: si trattiene dal digrignare i denti, è troppo stanco. La mano della signora Rothburg ondeggia vicino alla scatola dello zucchero - lì in realtà sta la chiave, il dolcificante vero è in un contenitore più piccolo già vicino al tè - e con l'altra si massaggia il collo. "Immagino tu sia qui per questo, tovarisch", quel solito tono ironico quasi materno, "ma non so se possiamo correre questo rischio. Sanno o sospettano di noi, professore - forse è meglio lasciare calmare le acque per un po'."